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Belli ma incompiuti?

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Altre indicazioni sono arrivate dall’amichevole con l’RG Ticino. A questo punto a mio modo di vedere abbastanza copiose e solide, ovviamente col caveat che si tratta di impressioni molto personali pronte per essere smentite. Partiamo dai punti postivi: pur con l’effetto distorsivo di aver giocato 70 minuti con due terzini che palesemente non saranno quelli titolari – anche se Martinazzo per personalità e anche capacità di proporsi un suo spazio può ritagliarselo certamente e Saidi per essere un 2005 ha numeri notevoli in prospettiva, ma entrambi sono per ovvie ragioni da considerarsi rincalzi – abbiamo dimostrato ancora una volta una discreta solidità difensiva. Le due coppie di centrali, comunque vogliamo girarle, mi paiono di sicuro affidamento. Rimane, dopo aver visto gli ultimi 20 minuti di Caradonna, il grosso punto aperto della corsia destra, ma vedremo se Boccia, che contrariamente a quel che dicono in tanti secondo me viene proprio per giocarsi un posto da quella parte, saprà dimostrarsi un’alternativa valida.

Il pacchetto di centrocampo è probabilmente quello che più mi convince. Anche Gerbino, che a Gozzano era subentrato e contro una squadra di categoria superiore non era riuscito a mettersi in mostra, questa volta ha dimostrato di poter ampiamente giocarsi le sue carte. Così come Di Munno, che come noto non gode della mia massima stima, ha dimostrato che se è in fiducia perché si sente cercato con costanza per iniziare l’azione dai compagni può stare pure lui nel mazzo. Se riuscissimo a non sacrificare Calcagni per ragioni di budget e ribadendo quanto di buono già detto per Prinelli e Bagatti, metterei la firma per restare così.

Il problema grosso, l’ho già detto e lo ribadisco, è a mio parere davanti. Non parliamo di qualità tecniche, perché soprattutto Gerardini i numeri li ha eccome. Il punto è un altro e riguarda il sistema di gioco di Buba. Con una squadra che non butta mai il pallone lungo e cerca di giocare sempre a calcio, e senza un trequartista dietro che fa da raccordo, l’attaccante centrale (Scappini o Rossetti) si trova gioco forza a disporre di pochi palloni, quasi tutti ‘sporchi’, su cui per capirci uno con le caratteristiche di Bortolussi l’anno scorso andava a nozze, e ti permetteva di tenere comunque la difesa avversaria sotto pressione e di tenere alta la squadra. Quindi per evitare di far sbattere 90 minuti la nostra punta inutilmente, e dando per assodato che uno con le caratteristiche fisiche di Bortolussi non lo abbiamo, servono delle alternative. Possono queste alternative arrivare solo da Gerardini, che finché gioca con l’RG Ticino prende una stecca leggera dopo un tempo e mezzo mentre nelle partite vere già al secondo doppio passo ce lo ritroveremo matematico steso con l’impronta dei tacchetti del marpione di categoria di turno su un punto a caso della gamba? È sufficiente avere dall’altra parte un Donadio che arriva all’anca del terzino medio di C? La risposta a mio parere è no. Sì, ci sono Corti e Catania, ma entrambi per motivi diversi (il primo perché a mio parere ancora acerbo, il secondo perché arriva da un infortunio importante) sono due discrete incognite. E sto volutamente omettendo Buric perché, oltre a non essere un esterno, né una puntà, né un qualsiasi ruolo in uso nel calcio dai tempi di Fergus Suter, vedendo come è entrato negli ultimi 20 minuti mi pare evidente che sia giusto pronto per la serata al Ryan’s di stasera.

D’altra parte, basta saper fare un po’ di conto. Considerando che abbiamo due attaccanti centrali che realisticamente più di 7-8 gol a testa difficilmente faranno guardando il loro trend (e sto largo) abbiamo due altri modi per essere decisivi (tolto qualche sporadico gol da calcio da fermo). O con gli esterni, o con gli inserimenti di Bagatti e Prinelli, che hanno sì dimostrato di avere svariati bonus in canna, ma sempre in serie D. Insomma, per me almeno un esterno con caratteristiche fisiche sopra la media, che può portarti via l’avversario di prepotenza senza andare a sbatterci contro come la pallina del flipper e trovare qualche gol pesante e qualche assist, secondo me ad oggi è la prima esigenza per essere candidati credibili a giocarcela con tutti. Poi, per carità, se l’obiettivo è fare un punto in più della quintultima e giocarci una salvezza a brucio come una Pergolettese qualunque possiamo pure rimanere così, ma considerando il materiale di cui disponiamo negli altri reparti grazie al lavoro di Di Battista, sarebbe un grosso peccato restare con questo senso di incompiutezza.

Jacopo

PS: Pablo ti voglio bene

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Il cubo di Rubik

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Onestamente mi ero illuso che col Padova, su un campo difficile, da sfavoritissimi, di fronte a una squadra che poteva avere la pancia un minimo piena dopo due vittorie di fila, ci fossero le condizioni per sorprenderli e portare a casa almeno un punto. E invece è successo esattamente il contrario, e soprattutto, si è avuta la dimostrazione che provare a proporre calcio per Buba non è un vezzo ma un’assoluta necessità che deriva dal fatto che non siamo in grado di amministrare pressoché nulla. Ieri, a differenza delle scorse partite in cui abbiamo cercato di portare la pressione all’estremo coi terzini per aumentare il peso offensivo, si è scelto di bloccare i terzini ma di optare per un (a mio parere) discutibile doppio regista e per un 4-2-3-1 con Bagatti (sempre a mio parere) assolutamente sprecato e non adatto al ruolo di raccordo nei 3 dietro a Rossetti, perché è palesemente un interno di centrocampo in tutto e per tutto. Immagino che lo scopo di questo assetto fosse quello di rischiare meno difensivamente nelle ripartenze a differenza delle ultime due partite e di aumentare il fosforo in mezzo provando ad addormentare la partita senza rinunciare a controllarla, colpendo nel momento giusto.

In realtà l’unico risultato è stato quello di scollare totalmente i reparti, sguarnendo di copertura la difesa e prestando il fianco non al contropiede ma alle accelerazioni di volta in volta dei vari Varas, Favale, Liguori, e, purtroppo, di uno come Bortolussi che peraltro da almeno tre anni non ha più nella velocità esplosiva la sua arma migliore. Ma ha tecnica e soprattutto intelligenza, e ha capito che partendo venti metri dietro, nel momento in cui Savini e Ranieri non avevano palesemente impatto fisico per reggerlo in progressione, poteva farci malissimo: una volta è arrivata la chiusura in extremis di Khailoti, la seconda volta il gol.

Il nostro problema enorme ad oggi è proprio questo. Come quando uno prova a fare per la prima volta il cubo di Rubik, e mette a posto una faccia ma se non conosce il teorema poi scombina tutte le altre, la sensazione è che come la giri la giri questa squadra non riesca a trovare un suo equilibrio: se proponi ti inculano in contropiede sulle palle perse in fase di costruzione, se amministri ti inculano in accelerazione centralmente sull’inferiorità numerica (e ieri anche fisica) a centrocampo.

Ma la cosa più preoccupante è stato l’atteggiamento imbarazzante del secondo tempo, in cui non siamo riusciti a creare una sola palla gol nitida, mentre almeno nel primo tempo sull’1-0 avevamo dimostrato per l’ennesima volta in quella doppia occasione prima con la punizione di Urso e poi con il salvataggio sulla linea, di avere almeno l’alibi di stare sui coglioni pesantemente a Gesù Cristo in persona, che non è una consolazione ma almeno sai con chi prendertela. E invece nella ripresa è sembrato che non vedessimo l’ora che finisse il supplizio, con anche i subentrati che hanno veramente faticato, in particolare Calcagni a cui evidentemente hanno portato sfiga, visto che dalle critiche immaginarie in settimana siamo passati alle critiche vere che gli verranno fatte ora per non aver azzeccato un singolo cazzo di pallone nel primo quarto d’ora che è stato in campo.

Che fare dunque? Onestamente non lo so. Cambiare modulo è una strada, anche se parliamoci chiaro, con un organico così imbottito di esterni, mezze punte, sottopunte o sottoceppe, non giocare a 3 davanti equivale a vanificare almeno un quinto del patrimonio umano a disposizione. Passare a tre dietro escludo che Buba lo farà mai, più per credo calcistico che altro, anche se avrebbe Boccia che il braccetto a Torre del Greco mi dicono lo ha fatto, pur con modesti risultati, e Migliardi non sarebbe a mio parere un malvagio quinto con le caratteristiche di spinta che ha. Un centrocampo a 4 per me è inattuabile, non avendo giocatori adatti a reggerlo per dinamismo, struttura e forza fisica. Rimane la soluzione di giocare con un 4-3-1-2, magari avvicinando D’Orazio alla porta o provando il tandem Scappini – Rossetti con D’Orazio trequartista, o in alternativa Gerardini che comunque mi pare a parte D’Orazio quello con più intraprendenza nel provare la giocata tra tutte le sopracitate mezze punte, sottopunte o sottoceppe.

Il punto è che da adesso in poi la squadra possiamo girarla come vogliamo, ma serve anche un cambio di passo a livello mentale, perché questa brutta sensazione di partire già sotto 1-0 anche se fai tu la partita, perché tanto al primo soffio di vento crolli, inizia ad essere ingombrante. Deve trovare Buba il teorema per risolvere questo cubo di Rubik, e anche in fretta

Jacopo

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Sette fette di polenta

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Che questa squadra avesse un problema con la fase difensiva lo aveva già intuito dopo Alessandria chi di tattica capisce ben più di me (e non ci vuole molto) che a calcio non ho mai giocato neanche un minuto. Agevolo a questo proposito qui sotto il fotogramma segnalatomi poco dopo l’uscita della mia analisi scorsa, in cui è rappresentato il nostro schieramento nell’occasione concessa ai grigi dopo pochissimi minuti e poi sprecata da Pagliuca.

E’ evidente l’enorme distanza dalla parte opposta a dove sta andando a contrasto Bertoncini tra Bonaccorsi (ultimo uomo), Migliardi (in alto a sinistra) e il rispettivo interno (Gerbino). Il tutto in una situazione in cui già Boccia è molto alto e quindi Migliardi avrebbe dovuto essere decisamente più basso e stretto per chiudere la diagonale vicino al centrale. Onestamente non ci avevo assolutamente fatto caso, vuoi per l’inquadratura TV, vuoi per la mia istintiva carogna verso il povero Di Munno autore del retropassaggio assassino, vuoi perchè di calcio appunto capisco il giusto, ma è una situazione che, amplificata a un numero di potenza a caso, chiunque dotato di vista ha potuto riscontrare riprodotta dal vivo contro una squadra come la Pro Patria, molto più scafata dell’Alessandria e soprattutto chiusa dietro a 5 con tanti uomini pronti a ripartire appena riconquistata la palla: il peggio del peggio che possa capitare giocando a 4-3-3 se la squadra non è in tiro perfettamente a livello difensivo.

E noi abbiamo dimostrato di non esserlo minimamente, con Migliardi quasi sempre proiettato in avanti alla ricerca di un po’ di peso offensivo che evidentemente non riusciamo a portare con gli esterni, e con addirittura a volte dall’altra parte pure Boccia a buttarsi dentro come se non ci fosse un domani, o come se non ci fosse una squadra di fronte che in qualsiasi momento potesse ripartire con 7 uomini. La cosa paradossale è che i gol non li abbiamo presi in due delle tante ripartenze, ma in situazioni di difesa praticamente schierata. Entrambe le volte con Bonaccorsi, in condizioni fisiche che onestamente a me e a chi stava vicino a me sono sembrate preoccupanti da 5 minuti dopo che la partita era iniziata (e non capisco come questo non fosse chiaro a chi lo ha mandato in campo), a rincorrere inutilmente l’uomo che mette in mezzo il pallone. Ma mentre almeno sul primo gol c’era l’attenuante di una bella sovrapposizione e della dormita di Bertoncini sull’attaccante in area, il secondo è totalmente incomprensibile, con Bonaccorsi che si fa scavalcare alle spalle da una rimessa laterale e poi invece di entrare in scivolata per chiudere lo spazio (cosa che evidentemente anche Migliardi si aspetta e per questo rimane nella zona in cui poteva arrivare una deviazione), lascia lo spazio per mettere la palla in mezzo verso l’uomo che sta arrivando a rimorchio.

La sensazione è che Buba non sappia cosa inventarsi per supplire a quella che è palesemente ormai una carenza di peso offensivo, con due punte che per motivi diversi (Scappini per struttura fisica, Rossetti perché è in condizioni non ancora ottimali, e chissà quando lo sarà) non possono reggere da sole il peso dell’attacco. Considerando anche che sugli esterni abbiamo una serie di bravissimi ragazzi con doti tecniche anche notevoli nell’uno contro uno ma che non sono propriamente dei colossi per riempire l’area e che stanno all’attacco del secondo palo come Sartorio sta alla danza. Escludendo da qualsiasi considerazione il povero Catania al rientro dall’infortunio che ora capisco perché Buba non l’abbia rischiato già ad Alessandria, visto che probabilmente ho più muscolatura io nelle gambe di lui. Un solo giocatore finora ha dimostrato di avere sfrontatezza, coraggio, tecnica e gamba per fare la differenza sugli esterni, e ovviamente si tratta di D’Orazio, che a questo punto si candida chiaramente a una maglia da titolare.

Detto questo, non voglio rompere oltremodo i coglioni, perché credo davvero che una volta sistemato almeno uno dei due esterni con un giocatore che possa darci quel che finora ci è mancato e limate le pecche difensive, questa sia una squadra che a livello di singoli abbia da invidiare poco o nulla a quasi tutte le concorrenti. Ma serve un bagno di consapevolezza (e mi pare che Buba stesso in conferenza ne abbia preso coscienza) sul fatto che controllare le partite ha senso se le partite si determinano. Mio nonno, quando uno era duro di comprendonio, diceva che gli ci volevano sette fette per capire che era polenta. Speriamo che il mezzo schiaffo di Alessandria e il ceffone di ieri siano serviti per svegliarci subito.

Jacopo

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Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane

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Sapevamo che sarebbe stata una partita complicata. Tante le motivazioni essendo un derby, tanta la gente col dente avvelenato, partendo dal loro presidente per arrivare al lavandino che giocava sulla fascia destra, tanta la differenza di carico fisico di amichevoli che a freddo sapevamo avrebbe favorito loro, se non altro per quella fisiologica dose di foga agonistica che si mette in campo quando gli automatismi scarseggiano ma la gamba nel breve è più fresca. Insomma, io un pari alla viglia lo avrei accolto a braccia aperte viste le contingenze, ma per come è maturato mi lascia parecchio amaro in bocca. Perché la mia modesta opinione è che ce la saremmo potuta giocare molto meglio.

Immagino che il forfait nel prepartita di Bagatti abbia un po’ scombinato i piani, che comunque per il mio modesto parere erano già più che opinabili. Partire con Prinelli trequartista invece di lasciarlo a fare il suo ruolo da interno era già rischioso, farlo sapendo di non avere un’alternativa a lui come interno oltre a Bagatti out e forzando un giocatore che non ha palesemente il passo per quel ruolo come Di Munno, il tutto per incaponirsi su un modulo, il 4-3-1-2, provato una volta in un’amichevole peraltro persa malamente, mi è parso un azzardo poco comprensibile. Credo che la scelta di partire con due punte sia stata dettata dalla volontà di mantenere un peso offensivo più elevato per far fronte a quella che dall’inizio di questo precampionato è sembrata la lacuna più grossa di questa squadra: la capacità di far male davanti. E pure io sono sempre stato dell’idea che qualcosa mancasse per caratteristiche a questa squadra, ma sugli esterni offensivi, nella misura di un giocatore che, invece di tentare costantemente la giocata tecnica nel breve partendo da fermo (perché ne abbiamo da buttare con quelle caratteristiche) sapesse strappare in velocità sulla media distanza grazie a doti fisiche di esplosività negli spazi: evidentemente però un elemento simile non è arrivato per un comprensibilissimo tema di budget (perché i Lanini-like purtroppo costano). Poi ovvio che pure alla voce prime punte avrei gradito qualcuno con qualche gol in più all’anno in canna in categoria, ma anche qui sappiamo bene quello che ci potevamo permettere in questo calciomercato, per cui mi faccio andare benissimo Scappini e Rossetti. Due giocatori che a mio parere, per motivi diversi, riescono a dare il meglio se possono essere alternati in corsa in modalità staffetta, il primo perché ormai c’ha una certa, il secondo perché dopo un anno di quasi totale non titolarità deve recuperare i 90 minuti di partita vera, quella in cui ballano i tre punti. Per questo, non comprendo perché forzare una scelta a due punte, il che significa giocarcene di sicuro una in un cambio per il passaggio a 3 davanti nel momento in cui il gol non lo facciamo (cosa che a naso capiterà spesso quest’anno), tenendo l’altra a sfiancarsi fino al 94’ quando palesemente non ne ha più – e mi sarebbe piaciuto vedere ad esempio un Rossetti fresco su quella palla a 5 minuti dalla fine su cui ha sbagliato il controllo in area per palese incapacità di riuscire a stare ancora in piedi. Senza contare che con 5 esterni offensivi di ruolo che abbiamo in rosa, a me pare onestamente un peccato di dio giocarcene solo come subentranti 2 o al massimo 3 nel finale se passi al 4-2-3-1 come fatto ieri, pur conscio del fatto che alcuni come Gerardini non stavano al 100% per partire dall’inizio.

D’altra parte, abbiamo visto che dove si è scelto di non complicare il pane abbiamo già un’ossatura di squadra molto affidabile. La catena terzino / mezzala a sinistra Migliardi – Gerbino ha funzionato molto bene, con quest’ultimo che essendo un 2004 se continuerà a giocare con continuità si tradurrà in discreti soldini per il minutaggio. Peggio invece a destra dove ho visto Boccia più determinante in fase offensiva ma in difficoltà sulle palle mezza e mezza e a contrasto in fase difensiva, sicuramente non favorito nei tempi di uscita dal fatto che da quella parte Di Munno nel ruolo di interno stava a suo agio come un biker alla festa dei 40 anni di Freddie Mercury. Sono certo che, per quanto non lavori da un po’ con la squadra, Calcagni in quel ruolo anche con una gamba sola avrebbe fatto meglio di quello che è (e dovrebbe rimanere) la riserva di Ranieri.

Detto questo, e guadagnatami la palma di cagacazzi subito all’esordio, portiamo a casa il punto, ma da domenica io tornerei alle origini e al naturale assetto rodato per tante partite da questa squadra nel precampionato, infortuni e stato di forma degli interpreti permettendo: ok essere cerebrali, ma senza complicare troppo il pane

Jacopo

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