Campionato
Autospia di una stagione
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6 mesi faon
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Jacopo
E’ probabilmente un esercizio fine a sé stesso, ma provo a mettere i miei 2 cents sull’analisi di questa stagione, con la speranza che chi di dovere, senza avere la pretesa di insegnare il mestiere del calcio a nessuno, possa evincerne qualche spunto di riflessione.
Partiamo dal presupposto, su cui credo tutti ormai concordiamo, che vi sono due peccati originali nel concepimento del Novara 2022-’23: 1) la conferma forzata di Marchionni: solo ora risulta comprensibile, alla luce di una clausola nel contratto che legava il rinnovo biennale alla eventuale promozione dalla D, ma la storia della Ferrari e del disaccordo sul reale valore della rosa era pura fuffa. La questione è molto più semplice: c’era un allenatore di cui palesemente la proprietà non era convinta e che è stata fino all’ultima indecisa sulla scelta se affidargli o meno le chiavi della macchina, consapevole però in caso non lo avesse fatto di avere due anni di suo ingaggio (mi dicono discretamente alto per la categoria) sul groppone. E’ evidente che l’errore è stato a monte nella formulazione del contratto alla nascita della società, ma sono errori di inesperienza che purtroppo si pagano, in tutti i sensi, e lo vedremo ora con i soldi da sborsare per la rescissione. 2) la poca chiarezza nella ownership del mercato e dei ruoli: alla indecisione sulla conferma del mister si è sommata quasi subito una palese insofferenza di Marchionni, probabilmente consapevole di una forza contrattuale post rinnovo, per quello che io chiamo ‘rispetto dei ruoli’ di fronte a un ds come Zebi che aveva evidentemente idee diverse dalle sue sui profili dei giocatori da portare a Novara. Immagino che su alcuni nomi abbia deciso di accontentare le richieste di Marchionni (Rocca, Ciancio), ma che su altri ci sia stata alla fine un’impuntatura che ha poi portato al definitivo naufragare del rapporto e all’esonero del mister.
GESTIONE CEVOLI
Continuo a sostenere che l’inizio promettente non sia stata pura illusione e che sei partite siano abbastanza per sostenere che quella squadra ai nastri di partenza, quanto meno a livello di valori assoluti e di gioco espresso quando tutti remavano (o fingevano di farlo) dalla stessa parte, potesse giocarsela per un traguardo importante, specie in un campionato che si è poi rivelato il più livellato (non per forza verso il basso ma in senso assoluto) che io ricordi. In un iniziale contesto di rispetto dei ruoli e spazi in campo distribuiti per meriti e stimoli, anche gente che poi ha ampiamente deluso le attese (Buric, Marginean, Tavernelli, Peli, Tiago) stava dimostrando di poterci stare e di dare un apporto più che proporzionale rispetto al minutaggio ottenuto. La sconfitta in Coppa Italia e il calo in campionato hanno fatto uscire dei malesseri che erano evidentemente sopiti: come sempre succede quando le cose vanno bene, anche chi non è a suo agio trangugia l’amaro calice sull’altare dell’onda buona, per poi far uscire le paturnie tutte assieme quando conviene. Ho sempre sostenuto che la chiave di volta in negativo per Cevoli sia stata Padova: è paradossale dirlo in corrispondenza di quella che è stata una vittoria, ma è stata la prima volta in cui il mister per salvare il posto ha abdicato al suo credo calcistico in un processo progressivo di snaturamento col passaggio alla difesa a 3. Da lì in poi, a ogni sporadica vittoria ottenuta giocando l’anticalcio, è seguito un tentativo di ritorno alle origini fallimentare a cui è corrisposta una sconfitta e subito dopo un ulteriore snaturamento ancora più estremo, fino ad arrivare all’ultima debacle di Crema dove abbiamo giocato un imbarazzante 3-5-2 con Urso e Ciancio nel pacchetto di centrocampo e Galuppini che tornava a fare il play basso per prendersi un pallone.
GESTIONE SEMIOLI
E’ quella che personalmente mi sento di assolvere maggiormente, per la situazione in cui si è trovato a lavorare e per il numero di mestrui e rotture di cazzo extra campo che ha dovuto affrontare. In tutto questo ha comunque cercato di ridare un’identità stabile alla squadra, che piacesse o meno. Possiamo poi discutere dell’offensivismo o del difensivismo: tutti discorsi che a mio parere lasciano il tempo che trovano quando hai almeno tre dei cardini su cui è stata costruita la rosa che ti remano contro. Altro merito, quello di essersi inventato quel Calcagni terzino che poi è tornato molto utile quando abbiamo avuto moria di quinti a centrocampo causa infortuni con Marchionni. Rispedito ad allenare le giovanili senza quasi neanche un grazie, umanamente mi spiace molto per come è stato gestito.
GESTIONE MARCHIONNI: non è un mistero, per il preambolo estivo e per il periodo dal suo ritorno, è quella a cui attribuisco le colpe maggiori. Probabilmente reduce dal lungo periodo in cui ha fatto le veci di Di Bari l’anno scorso, ha pensato di aver trovato il contesto giusto per gestire da factotum parte tecnica, tattica, di mercato, atletica (non dimentichiamoci chi è il suocero), esperienza da rivendersi molto bene in caso di successo. Ha fatto per tramite di Pitino un mercato a gennaio composto per metà da suoi ex compagni o gente che aveva già allenato (Ariaudo, Varone, Vuthaj), e che andava ad aggiungersi ai vari Ciancio, Rocca e Benalouane. Una rosa nei suoi propositi di esperti con un rapporto quasi di dipendenza diretta più che di tramite tecnico con la società, che si sono poi rivelati un mix di bolsi cavalli a fine corsa e, a parte qualche eccezione accuratamente parcheggiata quasi sempre in panchina, ceppe di minchia conclamate. Unica cosa intelligente che ha fatto (o che forse si è trovato costretto a fare per evitare che finisse tutto definitivamente in merda) è stato recuperare alla causa Galuppini. Il resto è stata ortodossia tattica da 3-5-2 e personale sui suoi uomini fidati anche a fronte di chiare evidenze di inadeguatezza, che ha portato a un ulteriore impoverimento patrimoniale della rosa (vedere alla voce ‘Khailoti bruciato dopo averlo messo a fare il terzino contro uno che andava al doppio’), valore patrimoniale già provato dalle cessioni di Bortolussi e Tiago a gennaio e dal rimpiazzo fatto solo da over 30 e prestiti. In sintesi: più danni della grandine
Jacopo
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Centimetro dopo centimetro raggiungiamo il Fiorenzuola e abbandoniamo l’ultimo posto solitario. Guadagniamo un punto anche dalla quota per la salvezza diretta. Sarebbero bastati due pareggini al posto di qualcuna delle sette sconfitte per stare un po’ più tranquilli, così come, banalmente sarebbe bastato vincere con la Giana invece di essere raggiunti nei minuti finali e pareggiare una partita già vinta. Catalano è sempre dietro l’angolo.
– 0 punti dall’ultimo posto
– 6 punti dalla salvezza diretta
-10 punti dai play off
23 partite da disputare e 69 punti a disposizione
Il primo tempo di Lumezzane-Novara è stato orribile, logica conseguenza di due squadre che si sono affrontate pensando solo alla fase difensiva, giocando sempre con undici uomini dietro la linea della palla con il risultato di non tirare mai nello specchio della porta per 45 minuti. All’inizio del secondo tempo il jolly pescato dal Lumezzane ha sbloccato la partita e le occasioni da gol sono arrivate per entrambe le squadre. Pareggio giusto, rappresentato anche dai numeri: possesso palla 45% Lumezzane, 55% Novara. Tiri verso la porta: 10 Lumezzane, 8 Novara. Indice XG 1,67 per entrambe le squadre.
Ed ora tocca alla corazzata LR Vicenza. Tra Azzurri e Biancorossi ci sono 15 punti di differenza, gol fatti e gol subiti nettamente a favore del Vicenza e anche tutti i numeri medi analizzati sono a favore dei nostri avversari. Anzi per i numeri (tiri fatti e subiti e per l’indice XG) il Vicenza dovrebbe trovarsi al primo posto in classifica insieme al Mantova. Aggiungiamo che i veneti hanno già perso contro l’ultima in classifica e sarà quindi difficile il ripetersi dello stesso errore tattico e di concentrazione da parte dei veneti. Pronostico a senso unico e nulla da perdere, quindi la situazione è eccellente.

Dopo quattordici partite e centosessantotto tiri verso la porta avversaria finalmente è arrivata la prima vittoria.
Ed è assolutamente normale che la vittoria sia arrivata nella partita dove non abbiamo segnato se non su rigore e nella partita in cui i numeri raccontano un equilibrio assoluto: possesso palla 50% a testa (nonostante la Pergolettese abbia il secondo miglior possesso palla del girone), quindici tiri verso la porta a testa, e un indice XG (gol attesi) e quindi anche XGA (gol incassati probabili) praticamente identico: 1,94 Novara e 2,04 Pergolettese. Era una partita che “doveva” finire 2-2 ed invece è finita due a uno per gli azzurri. Era ora.
In generale le statistiche dicono che tiriamo spesso verso la porta avversaria, molto più di quasi tutte le squadre del nostro girone e questo è indiscutibilmente un fatto positivo. È negativo invece non tradurre in gol tutte le occasioni create. Sogno di non subire neanche un tiro in porta, schierando il modulo più difensivo possibile e sogno di vincere quella partita con due tiri in porta anziché venti ma purtroppo è altamente improbabile che accada se non hai in squadra Ronaldo o Lescano.
La ricerca del gioco è l’unico modo che abbiamo per vincere o per pareggiare, anche rischiando qualcosa in difesa. Mister Gattuso è arrivato a questa conclusione e come ha spiegato in conferenza stampa è tornato al 4-3-3 dopo aver provato tutti i moduli possibili per dare più solidità alla fase difensiva, che hanno però peggiorato le cose perché le caratteristiche dei giocatori a disposizione sono quelle che sono e gli errori individuali e di posizione si ripetono indipendentemente dal modulo.
E ora pensiamo al Lumezzane che dopo quattro sconfitte consecutive, ha vinto due partite e ne ha pareggiato un’altra senza incassare gol…Mister Franzini utilizza un 4-3-3 con un centrocampo di grandissima esperienza e sostanza con i nostri ex Simone Pesce e Marco Moscati ai quali si aggiunge il trentunenne Ilari che si alterna con un altro ex azzurro, Manuel Malotti. Al Lumezzane non interessa il possesso palla (38% nell’ultima vittoriosa partita) e nonostante non abbia grandi numeri, sicuramente peggiori dei nostri nei tiri fatti/subiti e negli indici XG/XGA, segna più gol di noi e ne incassa molti meno, indice di una buona organizzazione difensiva e precisione in attacco.
La vittoria di domenica consente agli azzurri di portarsi ad un punto dall’ultimo posto e fa guadagnare punti sia sulla zona salvezza che da quella play off. Non serve molto, serve vincere.
-1 punti dall’ultimo posto
– 7 punti dalla salvezza diretta
-9 punti dai play off
24 partite da disputare e 72 punti a disposizione
Campionato
Minutaggio giovani calciatori in serie C: quanto guadagnano le società?
Published
2 settimane faon
17 Novembre 2023
Nel 2019/20 la Lega Pro Serie C introdusse un meccanismo di contribuzione per le società virtuose che avrebbero schierato giocatori “under” gratificando soprattutto le società con giocatori giovani provenienti dal settore giovanile. Molte società, anche le più piccole ed in difficoltà economica, snobbarono quella novità mentre le società più attente sfruttarono subito l’occasione e portarono a casa un bel tesoretto.
Nelle stagioni successive tutte le società senza ambizioni di promozione si sono organizzate per far giocare il più possibile giocatori under e soprattutto i giovani provenienti dal settore giovanile che sono un importante moltiplicatore di punteggio.
Sono considerati “giocatori giovani” quelli nati successivamente al 01/01/2001. Il minutaggio minimo per accedere al punteggio è di 270 minuti a partita. Il minutaggio massimo è di 450 minuti a partita (al di sopra di questa soglia verranno comunque considerati 450 minuti a partita) Il minutaggio dei giovani giocatori è “rivalutato” in base all’anno di nascita (da 0,80 per la classe 2001 ma con un massimo di due giocatori per partita, fino a 1,40 per la classe 2004 e seguenti). La quota risultante verrà ulteriormente rivalutata del 200% per i giovani calciatori provenienti dal settore giovanile. Per esempio 90 minuti di un giovane del 2001 valgono 72 (90 x 0,80) mentre 90 minuti di un giovane del 2004 valgono quasi il doppio (90 x 1,40 = 126) e se questo giovane proviene dal settore giovanile il quadruplo (90 x 1,40 + 200% = 252)
La Lega Pro per le prime sette giornate di campionato ha già distribuito € 839.551,64 per ogni girone (€ 2.518.654,92 in totale che diventeranno circa € 12.000.000 alla fine della stagione). Per molte società di serie C il contributo per i giovani calciatori diventerà la voce più importante del proprio bilancio, superiore agli importi incassati dagli sponsor e dagli abbonamenti.
Il girone A ed il girone B sono omogenei e poche società hanno rinunciato ai contributi non schierando i giovani calciatori. Diversa invece la situazione del girone C dove molte squadre non utilizzando i giovani hanno favorito le altre società creando una disparità economica importante con le società degli altri gironi. A parità di minutaggio il Novara nel girone A e la Recanatese nel girone B hanno incassato la stessa cifra (€ 43.247 e € 43.784) ma nel girone C con lo stesso minutaggio ponderato di Novara e Recanatese, il Picerno ha incassato € 65.822
GIRONE A
L’AlbinoLeffe è la società più virtuosa del girone A e porta a casa € 92.863 che diventeranno probabilmente a fine anno circa 450.000 euro. Oltre ad avere una rosa con tanti giovani, molti di questi provengono dal proprio settore giovanile contribuendo notevolmente ad aumentare il suo punteggio. La Pro Vercelli ha il miglior rapporto tra i soldi incassati per i giovani calciatori e la posizione in classifica. Il Mantova primo in classifica ed il Novara ultimo hanno incassato una cifra simile per l’utilizzo dei giovani calciatori. Padova, Triestina e Vicenza hanno completamente rinunciato all’utilizzo dei giovani calciatori per un minutaggio minimo.
GIRONE B
Sestri Levante (€ 77.669), Pontedera (€ 72.797) ed il Pescara di Zeman (€ 68.323) sono le società che hanno incassato maggiormente ma anche il Cesena primo in classifica ha valorizzato molti giovani incassando € 61.360. Torres, Carrarese e Perugia rinunciano ai soldi della Lega, chiarendo le loro ambizioni.
GIRONE C
Nel girone C sono addirittura sei le società, tra le quali il Monterosi Tuscia ultima in classifica che non fanno giocare i giovani calciatori per un minutaggio sufficiente, rinunciando così ai soldi della Lega Pro. Orientata ai giovani invece la Turris che incassa € 91.951 e anche il Benevento che con grandi ambizioni di promozione si posiziona comunque al secondo posto per il minutaggio giovani ed incassa € 88.297
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