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Pensieri e parole

Come vincere il campionato di serie C con 350 tifosi

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Tranquilli, non ho la minima idea di come si faccia a vincere il campionato di serie C, non ho formule magiche, non conosco moduli vincenti a prescindere.

Posso solo ricordare come abbiamo vinto gli ultimi due campionati di serie C e come ha vinto la FeralpiSalò, perché per fare campionati mediocri le strade sono infinite e le soluzioni nelle tasche di tutti ma per vincere i campionati bisogna rispettare alcune regole non scritte che ricorrono quasi sempre nelle squadre/società vincenti.

Il comune denominatore sono i soldi: sfatiamo subito il mito che la FeralpiSalò ha vinto con le idee e non con i soldi. Perché se è vero che il monte ingaggi della FeralpiSalò è stato nettamente inferiore a quello del Vicenza e del Pordenone ed il valore di mercato della sua rosa è il sesto del girone A (molto vicino a quello del FC Novara) è altrettanto vero che la potentissima proprietà (Feralpi Siderurgica SPA da quasi un miliardo di fatturato…) è da 13 anni che mantiene la società in Lega Pro e negli ultimi 6 anni ha investito almeno 12 milioni di euro solamente in monte ingaggi per programmare la scalata in serie B.

Entrambi i Novara vincenti degli anni passati furono costruiti investendo un sacco di soldi in ingaggi e cartellini. Non c’è paragone tra il costo delle rose 2009-10, 2014-15 targate De Salvo e quella 2022-23 targata Ferranti. È brutto e fastidioso scriverlo (ed immagino leggerlo) ma è la verità. Ferranti ha tutto il diritto di investire ciò che vuole nel Novara: per noi tifosi, per una città come Novara, dopo quello che abbiamo passato e con 350 tifosi presenti contro il Mantova, il mantenimento della categoria e del professionismo è già un buon traguardo ma evidentemente il Presidente ha sbagliato i conti se pensava di aver comprato una Ferrari: i soldi investiti quest’anno, anche se in assoluto sono già tantissimi, non sono sufficienti per vincere un campionato al primo assalto.

Senza soldi e con buone idee si possono fare buoni campionati, anche ottimi come quello che ha fatto la Pro Sesto ma le probabilità di salire di categoria si avvicinano al “livello miracolo”. Il Vicenza quest’anno ed il Padova l’anno scorso insegnano che comunque i soldi da soli non bastano ma rimangono la base sulla quale costruire.

Altro dato in comune tra i due Novara vincenti è l’allenatore: entrambe le squadre avevano un allenatore con esperienza e caratterialmente adeguato a gestire situazioni di vertice. Non è una regola certa, perché spesso falliscono anche gli allenatori “strutturati” ma le due esperienze passate, insegnano che un allenatore come Bisoli, per esempio, è più adatto allo scopo di un allenatore come Cevoli. Personalmente preferirei un allenatore “giochista” come il giovane De Zerbi che cominciò la sua carriera a Foggia in Lega Pro oppure più semplicemente allenatori come Andreoletti e Aimo Diana da scoprire prima che se ne accorgano tutti anche se ammetto che questo profilo di allenatore non ha mai avuto fortuna dalle nostre parti.

Il modulo non è determinante: Toscano vinse con un prudente 3-5-2 anche perché in attacco aveva a disposizione giocatori fuori categoria che risolvevano la partita in ogni momento. Tesser vinse con un modulo spregiudicato con quattro giocatori offensivi contemporaneamente in campo che può essere anche considerato un unicum non ripetibile ma che indubbiamente funzionò e dominò oltre ogni dubbio e insinuazione un campionato di serie C molto competitivo con rivali attrezzati come noi per vincere il campionato.

Entrambe le squadre avevano lo spogliatoio unito, il cosiddetto gruppo. A questo proposito però bisogna sfatare un altro mito: il gruppo si forma con le vittorie. Non ho mai visto una squadra perdente con un gruppo unito. Sono le vittorie che cementano il gruppo e non viceversa. Infine, sia i due Novara vincenti che la Feralpisalò avevano una società strutturata e molto organizzata con le persone giuste a tutti i livelli.

Quindi per vincere il campionato (non per partecipare, non per arrivare secondi, non per arrivare decimi ma per vincere) come prima cosa ci vogliono i soldi, come seconda i soldi, come terza i soldi. Poi a seguire il DS, l’allenatore giusto e una società ben organizzata. Solo così i 350 tifosi diventeranno magicamente 10.000.

Il decimo posto raggiunto quest’anno non è stato un risultato da buttare per una neopromossa. È stato un fallimento in base alle premesse e promesse, uno spreco per i soldi investiti, un disastro per il gioco espresso (prime sei partite escluse), una grande delusione per la mancanza di empatia e di attaccamento alla maglia di quasi tutti i giocatori, una fitta al cuore vedere solo 350 tifosi presenti in Novara-Mantova.

Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.

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La cordata ….

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Valuteremo, non appena lo stesso sarà depositato, il bilancio del Novara FC per verificarne, come abbiamo fatto con le precedenti gestioni, la bontà; il capitolo della gestione ex Ferranti, di conseguenza, lo affronteremo a tempo debito senza nessuno sconto.

Non è ancora giunto il tempo per tirare le somme anche se i presupposti (ci resta da verificarne solo l’epilogo) non sono dei migliori principalmente per quanto, da puri osservatori a volte completamente disinteressati, abbiamo toccato con mano in questi ultimi 20 mesi.

Venti mesi di disastri gestionali che si sono aggiunti ai 36 del trio meraviglia … una somma di mesi nel corso dei quali i nostri coglioni si sono ingigantiti a dismisura.

Ma anche questo è un argomento su cui ritornare a tempo debito e a mente fredda; una mente e un tempo che tanti di noi non si sono regalati in questi anni pronti a gettarsi nelle braccia di chiunque arrivasse pur di partecipare al banchetto, orgogliosi del  loro ruolo di cortigiani, obnubilati nel contempo da un potere che non avevano perdendo così   il senso della realtà delle cose: sono quattro anni che ci facciamo prendere per il culo da chiunque arrivi e che alzi la mano giurando, su una maglia per tanti di noi ancora sacra, di essere spinto solo da amore e passione.

Ci siamo frantumati i coglioni delle ansie e delle speranze estive così come ci siamo scassati la minchia di dover mostrare gratitudine a chiunque arrivi perché così ci risolve il problema di come gestire il week end.

Il Novara Calcio ( ritorniamo a chiamarlo con il Suo Nome ) merita qualcosa di più per quella che è stata la sua storia … piantiamola di parlare di cordate, da chiunque siano formate, piantiamola …. romani, arabi, americani o indigeni … il Novara non si compra per passione o per amore ma solo per una solida e prospettica lungimiranza da sviluppare nel tempo, senza proclami e senza dichiarazioni di amore… quello ce lo mettiamo noi.

Ciumi

 

 

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Vendesi, offresi, cercasi

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La Sampdoria costerà ai nuovi proprietari (Andrea Radrizzani-Matteo Manfredi) qualcosa come 156 milioni: aumento di capitale (40 milioni di euro), saldo dei concordati (26 milioni di euro), pagamento debiti pregressi (90 milioni di euro). Poi ci saranno investimenti valutati in 35 milioni di euro per far ripartire la società Doriana e riportarla prontamente in serie A. Se gli investimenti sono ipotizzati (35 milioni di euro), i 156 milioni di euro spesi per acquistare la società e chiudere il capitolo Ferrero sono certi.

Una cifra enorme se si pensa che a zero euro, il sindaco di Genova, tra qualche settimana, avrebbe potuto affidare alla stessa coppia di imprenditori il titolo sportivo, facendo ripartire la “FC Doria” dalla serie D. In pratica il duo Radrizzani-Manfredi ha pagato 156 milioni di euro per il marchio Sampdoria, per il titolo sportivo, per la sua Storia e per un paio di stagioni calcistiche in categorie inferiori alla serie B. Complimenti.

A Novara per poco meno di 6 milioni di euro di debiti (quasi tutti con lo Stato), la centenaria Storia del Novara Calcio è stata cancellata e a due anni di distanza, rischiamo di ritrovarci nella stessa merda nella quale ci aveva lasciato il trio De Salvo-Rullo-Pavanati. Ne valeva la pena? Non era meglio provare a salvare la Storia piuttosto che la categoria?

In ogni caso oggi il FC Novara è una società sana, con pochi debiti che verranno in ogni caso onorati da Ferranti, con bassi costi di gestione grazie ad una struttura snella con pochi dipendenti, con una rosa di solo 14 giocatori sotto contratto e senza conti da saldare con il Fisco. Uno stadio da 15.000 spettatori, un campo in sintetico in via di rifacimento a spese del Comune ed un centro sportivo pronto per essere utilizzato a costi contenuti.

Per un imprenditore sano (novarese, italiano, straniero o marziano non importa) che volesse investire nel mondo del calcio, oggi il FC Novara è un’occasione unica e irripetibile, un vero grande affare. Sarebbe un affare sia per un investimento che puntasse ad un ritorno economico nel breve-medio termine sia per un investimento a lungo termine di radicamento sul territorio. Purtroppo, per gli stessi motivi è anche la preda ideale per iene ed avventurieri alla Pavanati.

Indipendentemente dall’iscrizione al prossimo campionato la strada ora è tracciata: Il FC Novara è in vendita. E se a queste condizioni, nessuno fosse interessato, sarebbe opportuno meditare seriamente sulla possibilità che a Novara oggi non sia possibile partecipare ad un campionato professionistico.

Lunga vita al Novara Calcio 1908.

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Cosa posso fare?

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Nel Novara di Banchieri edizione 2019/20 esordì un sedicenne (Pinotti) e un diciasettenne (Barbieri); giocarono con regolarità due diciottenni (Zunno e Capanni) e ben DODICI under 21. A parte Cagnano e Collodel i giovani azzurri erano tutti alla prima esperienza in un campionato professionistico. Non c’erano fenomeni e ancora oggi, a parte Cagnano e Cassandro giocano tutti al massimo in serie C.

Ricordo bene l’impressione che ebbi nel primo allenamento estivo vedendo tutti quei ragazzini che avevano volto e fisico da bambino. C’era anche un 36enne (Buzzegoli) un 34enne (Gonzalez) e un 30enne (Bianchi) come è giusto che sia in una squadra di giovani.

Quest’anno il FC Novara ha schierato con regolarità OTTO over 30, tra i quali un 37enne (santo subito) un 36enne e un 35enne. In alcune partite siamo entrati in campo con un’età media di 30 anni. E questo pensando di aver ingaggiato i “migliori” vecchietti sul mercato.

Saidi (17 anni) ha giocato 2 minuti come Pinotti nel 2019/20, il diciottenne Lanzarotti 5 minuti, Babacar Diop (19 anni) un’oretta in tutto e solo due under 21 (Marginean e Khailoti) hanno giocato con regolarità.

Il Novara 2019/20 fu costruito (da Zebi) con l’obbiettivo di contenere i costi, valorizzare il settore giovanile e incassare più soldi possibili dal regolamento sull’utilizzo dei giovani calciatori che premia soprattutto i giovani provenienti dal proprio settore giovanile. Arrivò anche un risultato sportivo impensabile come la semifinale play off, non so se con fortuna o grazie agli aiuti dei senatori ma è un fatto incontrovertibile il risultato sportivo che ottenne Banchieri, con la rosa tra le più giovani di tutta la serie C.

Purtroppo, l’anno seguente invece di continuare nel solco della linea tracciata, la nuova proprietà (la banda Rullo) provò la stessa giocata a poker di quest’anno: all inn. Uno per uno i giocatori presi nel 2020/21 così come quelli del 2022/23 erano buoni e con un curriculum interessante. Ma alla prova dei fatti si rivelarono solamente una raccolta di figurine ingestibili, come quest’anno. Banchieri, inizialmente “sopportato” dalla nuova dirigenza, poi messo da parte, poi richiamato, riuscì a raddrizzare una situazione ben peggiore di quella di quest’anno in una situazione societaria che ben conosciamo.

Oggi sarebbe impossibile riproporre la lungimirante strada della stagione 2019/20 perché manca e mancherà per tanto tempo il fondamento sul quale costruire: il settore giovanile. Il confronto tra il giovane Novara 19/20 ed il vecchio Novara 22/23 è significativo per la direzione che una società vuole percorrere. Lecite e condivisibili tutte e due le strade indipendentemente dai risultati poi ottenuti.

Il problema oggi è proprio la direzione da prendere. Il FC Novara mi ricorda un mio amico di tanti anni fa che all’ennesimo rimprovero della compagna sbottava: podi mia bev, podi mia fumà, podi mia ciulà, cusa podi fa alura?

Cosa può fare Ferranti?

Non può puntare sui giovani perché non ha e non avrà il settore giovanile

Non ha contatti ed entrature per avere giovani prestiti di valore

Non può provare un altro all in per mancanza di risorse

Non può programmare una stagione di transizione perché significherebbe erodere inutilmente altre risorse

Non può vendere per mancanza di compratori credibili (Pavanati/Rullo no grazie, abbiamo già dato).

Non può chiudere baracca perché oltre ad essere una brava persona si è impegnato con le Istituzioni cittadine.

Cosa può fare Ferranti? In questo momento una sola cosa: essere sincero e chiarissimo con la gente, dichiarare serenamente intenzioni e direzione qualsiasi esse siano, senza scuse e giustificazioni che conosciamo benissimo: mancanza di pubblico, mancanza di sponsor, mancanza di aiuti pubblici e dell’imprenditoria locale. Non servono le giustificazioni ma solo la direzione, se possibile, con un minimo di speranza per il futuro.

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