Analisi Tecnica
L’equilibrio sopra la follia
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2 mesi faon
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Jacopo
Non posso dire di essere sorpreso dal risultato di ieri. Forse un po’ nelle proporzioni e nella superiorità dimostrata, ma il binomio che pronosticavo tra ‘partita aperta’ e condizione fisica che già a Busto mi pareva eccellente, ha fatto più gap del previsto. O almeno, per quel che si può prevedere in questo campionato che è sempre più un sottile equilibrio sopra la follia. Il resto lo ha fatto una struttura di squadra e di interpreti che finalmente, per la seconda volta in questa stagione dopo il breve interregno Semioli ma senza che a questo giro ci fossero nubi nere incombenti per chi sta in panchina alla prima stecca, sta cominciando a stabilizzarsi una volta recuperata una situazione infortuni vagamente somigliante a una rosa di C e non a un day hospital. Ed è la riprova, a prescindere dal fatto che uno sia fan di un modulo di gioco o di un allenatore (e io non lo sono né del 3-5-2 né di Marchionni), che quando si sceglie una strada a livello tecnico va perseguita senza farsi influenzare in maniera troppo pesante dai risultati negativi, ma vanno mixate in modo intelligente a livello comunicativo aspettative, tensioni eventuali coi tifosi, pressioni varie per mantenere la rotta in mezzo a eventuali tempeste, che poi a Novara non sono mai nulla rispetto agli tsunami che capitano in altre piazze, ma questa è storia vecchia.
A livello di singoli, non posso non partire dall’ elogio di un giocatore che ho apprezzato dal primo minuto in cui ha vestito la maglia azzurra, ossia Roberto Ranieri. Sarà per quel suo fisico da grimpeur o per quei suoi 25 anni portati peggio di Minala (si scherza Roby) o per quella sua tendenza a non mostrare mai un atteggiamento o una parola fuori posto (anzi, se non richiesto proprio a non dire nulla, che così non ci si sbaglia) ma a parlare solo e soltanto con le prestazioni in campo. Non ho mai capito il motivo per cui è stato messo in discussione nelle varie gestioni di quest’anno (o meglio, immagino sia stato per un tema di struttura fisica e interdizione in mezzo, ma non l’ho mai condiviso), perché un giocatore con le sue caratteristiche in un centrocampo per me è imprescindibile se si vuol provare a proporre calcio. C’è da dire che fino a gennaio, non avevamo mai avuto un elemento con le caratteristiche di Varone a dare quell’equilibrio in mezzo che mancava. Quindi per una volta, un plauso a Marchionni per essere tornato sui suoi passi, visto che col suo ritorno c’è stato un momento in cui sembrava fuori da giochi e a un passo dalla cessione.
E l’altro non può che essere il giocatore per cui ho ormai un rapporto di odio/amore paragonabile a quello che c’è in una relazione tossica, ossia Galuppini. Calcisticamente non è mai stato in discussione, e probabilmente gli serviva solo una sveglia seria come quella subìta nel post Padova che non era ancora arrivata nonostante la meritasse ben prima. Rimane incomprensibile per me come abbia gettato tutte le occasioni che si sono presentate in moltitudine per riappacificarsi a livello emotivo tramite un’esultanza, un gesto, una dichiarazione, con una piazza che, parliamoci chiaro, ad oggi lo sostiene solo perché quel sinistro non ce l’ha nessuno in categoria. Forse è fatto così, forse non gli interessa, forse sa di essere di passaggio, ma rimane un peccato perché davvero la voglia di fare la parte di ‘scurdammoce o passato’ è tanta a mio parere da parte della piazza ma rimane questo blocco emotivo che non si scioglie ma che potrebbe davvero trasformare la relazione tossica in un grande amore.
Ieri ho sentito più volte dire che questa squadra può essere la mina vagante dei play off. Mi pare ancora un po’ ardita come affermazione, per due motivi. Il primo riguarda le condizioni molto particolari in cui si è sviluppata la partita di ieri e che sostenevo all’inizio. Il secondo riguarda il fatto che per le alternative che abbiamo oggi (o meglio che non abbiamo) sugli esterni, almeno fino al rientro in una condizione soprattutto di testa più presentabile rispetto al brevissimo spezzone a Busto di Lazaar, questa squadra ancora non ha soluzioni di costruzione a parte il giro palla rapido e la verticalizzazione. È vero che c’è sicuramente ora con Varone e Rocca in mezzo una struttura di centrocampo che anche a livello di riconquista e ripartenza dà delle alternative importanti e permette tra l’altro a Galuppini di partire più da lontano come gli piace fare innescando il suo sinistro. Ma anche ieri credo che l’unico vero pericolo dalla fascia sia arrivato per la prima volta nel secondo tempo su quel tocco sottomisura se non sbaglio proprio di Ranieri dopo un bell’uno-due sulla destra. Mi pare evidente quindi che un allenatore avversario che con non sia così così scemo da giocare a due in mezzo e che parta francobollando Ranieri e tenendo subito la pressione molto alta per limitare anche l’impostazione da dietro (esattamente quello che non ha fatto ieri Stefani), ci toglierebbe al momento quasi del tutto il pallino del gioco.
La prova del nove di tutte queste belle elucubrazioni mentali sarà Piacenza. È la classica partita in cui sembrano essersi allineati gli astri a nostro favore: piazza storica in disarmo, squadra disperata costretta a vincere ad ogni costo e che quindi rischierà più del dovuto lasciandoci inevitabilmente spazi. E infatti è la classica partita da dito in culo, come la avrebbe definita il Sergione. Specie in un campionato come questo giocato tutto sull’equilibrio della follia.
Jacopo
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“Sappiamo l’importanza della partita di domani, dobbiamo invertire il trend in casa per poter centrare l’obiettivo dei playoff. Dobbiamo essere molto più motivati dei nostri avversari”. M. Marchionni, intevista prepartita Novara – Feralpi, 15/04/23
Tradotto in pensieri alla luce di quanto visto in campo oggi: “Sono talmente sicuro di vincere visto che loro stanno a motivazioni zero che mi permetto di far giocare tutti gli uomini miei, da Benalouane a Ariaudo a Lazaar che partirà addirittura dall’inizio, e non ho intenzione di levarlo neanche quando avrà la tensione muscolare di un sollevatore di pesi che si gioca l’oro allo strappo alle Olimpiadi perché così la piantate di rompermi i coglioni con la storia che è un rottame. Giocherà Ciancio al posto di Calcagni, anche se l’ultimo passaggio lo ha azzeccato nell’amichevole del 30 marzo con la squadra milanese di prima categoria e l’ultimo cross appena dopo Natale. E Khailoti, che è l’unico mio di proprietà dietro e ho accuratamente bruciato facendogli fare il terzino in una partita in cui su quella fascia non sapevamo neanche dove stavamo girati, non vedrà il campo. Mi permetterò addirittura di fare turnover in attacco alla partita decisiva per l’accesso ai play off, riproponendo il fotomodello balcanico che non gioca da 4 mesi per dimostrare a tutti come sono bravo a rigenerare i cadaveri. Invece Margiotta lo metterò solo negli ultimi 10 minuti anche se è il più forte lì davanti, e a chi me lo rinfaccia dal rettilineo darò del cagacazzi che ce l’ho qui nel gozzo da un mese. Mi giocherò addirittura un Di Munno prima degli attaccanti come primo cambio a ben 15’ dalla fine in una partita che devo vincere per forza. Tutto questo perché, ragazzi, è evidente che abbiamo motivazioni troppo superiori a loro. Chi ha l’occhio se ne accorgerà già intorno al 13’ del primo tempo, quando il loro esterno invece di avventarsi su una palla che sta andando sul fondo e metterla in mezzo tesa alla punta che non aspetta altro che appoggiarla in porta, la lascerà placidamente scorrere in corner. O ancora verso la fine del primo tempo, nell’unica vera potenziale occasione da gol costruita con una giocata ragionata dalla Feralpi, quando il quasi omonimo del nostro bellissimo e pettinatissimo puntero biondo si getterà di testa su una palla pericolosissima messa in mezza con la stessa cattiveria del Sarto a Pasquetta al 25esimo Campari. Tanto poi nel post-partita potrò comunque dire che la Feralpi è stata ‘la squadra che mi ha impressionato di più fino ad oggi’, anche se ha giocato con la stessa tensione agonistica che c’è a una manifestazione dei Fridays for Future e, dopo aver tirato zero volte in porta, siamo riusciti a vincerla solo per un autogol a 5’ dalla fine che speriamo vedano meno persone possibile in Procura Federale”.
Pensieri e parole, in una giornata che mi riconferma tanti dubbi e perplessità sul signore che sta in panchina. Ma siamo virtualmente nei play off (a meno di remote sorprese probabilistiche legate alla perdente della finale di Coppa) e sono sicuramente io ad essere cagacazzi e maicuntent.
Jacopo

Non so se mi abbia fatto più incazzare la prestazione di oggi oppure la solita manfrina post-partita al suono di ‘abbiamo staccato la spina’, ‘è una questione mentale’, ‘non c’eravamo di testa’ che ci viene propinata dal mister ogni volta che si perde. Sì, perché, senza essere mai entrato a Coverciano ma avendo frequentato al massimo il calcetto del lunedì sera, a me è bastata la prima imbarcata su palla persa dopo 8 minuti per capire che in campo avevamo l’equilibrio di un malato di labirintite al decimo Negroni. E, anche se ammetto che dal primo momento in cui è tornato Marchionni aspettavo di vedere il modulo dello scorso anno, ho sempre sostenuto che finché non avessimo avuto due esterni nel loro ruolo e non inventati o a piede invertito, il 3-4-1-2 non ce lo potevamo permettere. Mi chiedo quindi cosa volesse ottenere Marchionni partendo a due in mezzo, con i due che erano il nostro regista grimpeur e uno che le sta giocando tutte ma, non dimentichiamoci, è reduce da 9 presenze in due stagioni e da un crociato a 30 anni, due esterni ancora una volta adattati per piede o posizione, e due punte e mezza di cui uno è un 37enne a cui io voglio bene come se fosse mio padre ma che per caratteristiche fisiche ormai gioca allo stesso modo sia che entri a 10 dalla fine sia che parta dall’inizio, ossia è efficace solo e soltanto a palla scoperta in situazione di riconquista e superiorità in mezzo. E, sia chiaro, merita già una statua solo per il fatto che questo lavoro riesce a farlo per 90 minuti in C, figuriamoci se dobbiamo chiedergli pure di saltare l’uomo nell’1 contro 1 o inventarsi la giocata a palla coperta come a un Galuppini.
Se possibile, Marchionni ha fatto addirittura peggio quando ha cambiato Ciancio di fascia passando a 4 dietro per rinforzare il centrocampo con Calcagni, perché, oltre a lasciare campo libero su quella corsia senza un avversario di ruolo a Bariti che era palesemente il più in palla, ha aggiunto confusione a confusione con l’assurdità appunto di Khailoti spostato terzino, con cui infatti abbiamo retto la bellezza di circa 60 secondi prima di prendere lo 0-2. Il risultato è stato bruciarci Omar, che Marchionni è stato costretto a sostituire per palese mancanza di lucidità psico fisica a fine primo tempo, e impedirci di fare quello che secondo me era necessario per correggere la cagata iniziale ma quando eravamo ancora sullo 0-1, ossia levare una punta per mettere Rocca e tornare al 3-5-2 solito. Poi qualcuno dirà che con quello stesso assetto abbiamo fatto l’1-2, ma detto in maniera molto franca a me frega un cazzo di fare un gol su sviluppo di una spizzata a seguito di una dormita della difesa avversaria quando ho rischiato di prenderne 6 dopo ogni singolo ribaltamento di fronte.
A questo punto, tanto valeva partire subito con la difesa a 4, pur con Ciancio a sinistra e Calcagni adattato terzino che tanto ormai è come la pelle del cazzo (cit. per pochi) e almeno evitavi di andare in inferiorità numerica a centrocampo. Ma probabilmente siamo noi che non abbiamo capito un cazzo e tutto questo bordello era solo per preparare il terreno ideale all’ingresso dell’ uomo degli ultimi 15 minuti, quel Lazaar che probabilmente sarà pronto a giocare una partita intera intorno a Ferragosto e che al primo tocco di palla ci ha deliziato con una cagata che è costata il giallo a Benalouane, mentre il secondo è stato una punizione (che dovrebbe essere uno dei suoi pezzi forti) che deve ringraziare il padre eterno sia stata impattata dall’uomo più esterno in barriera evitandogli un’ulteriore figura di merda da quanto faceva cagare.
O, più probabilmente, sarebbe bastato fare la cosa più logica che qualsiasi pirla avrebbe immaginato alla vigilia: mettere Pablo (o Margiotta che sono evidentemente l’unico a considerare il giocatore più completo del pacchetto offensivo) al posto dell’infortunato Galuppini, riproponendo esattamente lo schieramento di Piacenza, con Rocca che se è stato in grado di fare i secondi 45 minuti + recupero devo desumere fosse in grado di fare almeno i primi 45. Forse così ci saremmo evitati di vedere un primo tempo che sembrava il calcetto del lunedì sera quando nessuno ha voglia di stare fisso dietro.
Jacopo

Non era facile vincere una partita come quella di oggi, per come si era messa, senza andare in frenesia. In questo senso nel suo svolgimento mi ha ricordato molto quella col Piacenza, con la differenza che lì eravamo già sull’1-1 e non sullo 0-0 e che l’espulsione era arrivata più tardi, con meno tempo a disposizione quindi per portarla a casa. In quell’occasione avevamo regalato la parità numerica con la cagata del capofamiglia, qui non ci siamo per fortuna mai neppure andati vicini, anche se l’arbitro nella sua direzione ha dato più volte l’impressione di voler abbondantemente compensare. Eppure, io ho avuto in più fasi molta paura che in una ripartenza o su uno dei palloni che a centrocampo abbiamo regalato con un po’ troppa superficialità, una squadra con la testa leggera e nessuna ansia da prestazione come la Juve minore potesse punirci nel più classico dei modi e poi mettere le barricate.
Barricate che ci sono comunque state, ma che siamo stati molto bravi e maturi a tirare giù colpo dopo colpo con pazienza. Il mister ha fatto comprendere agli scettici (come me, che lo rimango, e lo specifico solo per non essere poi tacciato di salire sulla barca vincente) il motivo per cui vuole così tanto gli uomini ‘suoi’. Perché, quando vede che l’inerzia è cambiata, può permettersi di prendere un Di Munno che gli deve chiaramente tutto perché altrimenti quest’anno il campo non lo avrebbe mai visto nemmeno col binocolo, e sostituirlo al 33’, evitandosi le paturnie e i mestrui plateali tipici di chi viene levato in corso primo tempo per motivi che non siano fisici. In questo senso, mentre non avevo minimamente compreso la logica di giocarsi lo slot con la Pro Sesto, qui mi è parsa una scelta più comprensibile, perché era evidente che continuando a puntare su quel giro palla un po’ sterile avremmo fatto a tendere molta fatica. Anche perché, parliamoci chiaro, siamo ancora dei mezzi convalescenti, e per tanti versi lo rimarremo ancora per un po’. Perché a meno che Lazaar non sorprenda tutti, saremo ancora per lunghissimi tratti con un esterno adattato come Calcagni che anche lui ci mette tutta la buona volontà ma non ha mai i tempi per mettere in mezzo un pallone sulla corsa senza aver prima puntato l’uomo, e in questo modo arrivano quasi solo palloni da attaccare sul primo palo o molto radenti che a difesa schierata sono sempre degli avversari. Perché Ciancio le uniche cose buone che fa in fase offensiva le fa quando rientra sul destro. E perché in mezzo Varone, che pure ci mette tutta la buona volontà e la grinta del caso, ha delle pause importanti, e anche negli inserimenti è ancora lontano dall’essere efficace.
Tutto questo per dire che dobbiamo assolutamente aumentare il nostro peso offensivo. A questo giro Marchionni ha potuto permettersi di farlo con gradualità, forte dell’uomo in più e della certezza che a meno di un colpo apoplettico a tutta la nostra difesa in contemporanea, quegli altri da soli non avrebbero mai segnato. Lo ha fatto passando prima a 3 davanti mantenendo il suo assetto solito, poi mettendosi a 4 dietro e aggiungendo uomo in mezzo per ridare energia alla mediana e infine buttando dentro Gonzalez giocandosi il tutto per tutto col 4-2-4, e vincendo lui il banco. Ma non sarà sempre così e quindi serve partire da quelli che offrono più garanzie. In questo senso, l’ho detto dopo il Padova e lo ripeto ora, a mio parere non si può fare a meno di Margiotta. Un giocatore che non ha struttura fisica imponente così come non ce l’ha Vuthaj, ma che ha esperienza, duttilità e velocità di pensiero e di giocata anche in assistenza che Dardan purtroppo non possiede in questa categoria. Avere in campo contemporaneamente Galuppini, Dardan e Margiotta per me è ad oggi l’unico modo per poter avere un peso offensivo che prescinda dalla giocata della domenica di Galuppini e dell’episodio estemporaneo. Senza dimenticare che abbiamo un Pablo commovente che può entrare e con le squadre lunghe inventarti l’assist decisivo come ha fatto oggi e uno Spalluto che con l’iniezione di fiducia del gol può pure dare il suo contributo.
Il dubbio è che per come siamo messi oggi in mezzo, almeno finché non avremo il miglior Varone e almeno uno dei due quinti nel proprio ruolo con confidenza e abitudine a fare le due fasi efficacemente come stava iniziando a fare Urso prima dell’infortunio, questo sia un lusso che non possiamo permetterci. Servirà andare per gradi, innestando pian piano chi ricomincia ad essere funzionale nel suo ruolo come fatto con i vari Ariaudo e Varone. Se sapremo reggere nel frattempo come abbiamo fatto oggi, questa macchinina potrebbe arrivare in condizioni ottimali proprio per il rush finale. Sperando di avere ancora qualcosa da giocarci in seguito.
Jacopo
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