Fallisce, non fallisce, si trascinerà in prima, seconda o terza categoria, o forse ripartirà dalla serie D?
Mah, chi può dirlo, chi potrà mai prevedere uno straccio di futuro quando si parla del gruppo “The Bimbominchias e i Chaltrones”.
Il Bimbominchia, che del gruppo è il frontman, è un vero leader, voce di spicco capace di interpretare qualsiasi genere, spaziando dal “farabuttos ” alla “ernia do discos” con una disinvoltura che neanche Salvini riuscirebbe a eguagliare quando passa da una figura di merda all’altra.
Ed è così che il Bimbominchia dopo una serie di interpretazioni da solista, tutto sommato oneste e accettabili, come il pezzo autocelebrativo “il guerriero”, decide di fondare un gruppo tutto suo scovando nei peggiori bar di Caracas i più imbarazzanti soggetti musicocalcistici session man esistenti.
Così convince un paio di componenti del noto gruppo sud tedesco bavaro calabrese, i Rullo’s, ad entrare nel complesso, affidando al funambolico Cianci Mino la composizione musicale dei pezzi, mentre i testi avrebbero potuto godere della classe sopraffina e della parlata sciolta e fluente di Maurizio.
Dunque con il Bimbominchia Mercury alla voce, Cianci Mino Clapton alla chitarra solista e Mauri Jack Bruce alla chitarra basso, emerse la palese mancanza di un tastierista e un batterista di pregio.
Venne ingaggiato a pestar sui tasti bianchi e neri Urlando Orbano Emerson, dirottando alle percussioni Pavanardo Leonati Di Cioccio, noto latrin lover. (perdonami Franz per il tristo accostamento).
La band così costituita ha inanellato una serie di interpretazioni formidabili che hanno infiammato i cuori degli spettatori che affollavano i loro concerti lanciando cori di approvazione a braccia levate in segno di osanna.
Scene di isterismo collettivo si ripetevano ogni qualvolta il gruppo compariva pubblicamente, mentre i fan più accesi stazionavano in attesa dei loro idoli perfino davanti all’hotel che ospitava il gruppo prima delle esibizioni più importanti. Applausi a pugno chiuso e spontanei ringraziamenti alle genitrici per aver procreato si tanta nobile mercanzia.
Ma come è capitato per altre band, anche per i “ The Bimbominchias e i suoi Chaltrones”, qualcuno fa le bizze e succedono cose strane o quantomeno imprevedibili: il Bimboninchia non vuole pagare l’IRPEF, il Mino Cianci viene fermato dalla Guardia di Finanza con una borsa biodegradabile dell’ Esselunga contenente una cifra di euro di quelle cospicue, probabile compenso di qualche concerto: passi per gli sghèi, ma il sacchetto giallo della Esselunga no eh, mentre il bassista Mauri presentava fidejussioni che neanche a Paperopoli avrebbero accettato. Nel frattempo Orbano Urlando veniva licenziato e sostituito dall’ uomo buono per tutte le stagioni, quello che si accoppia bene con il caffè, il Borghetti.
Intanto i Nespoli fiorivano a primavera, proprio nel periodo in cui i cervi di Cocciante rinascono.
Abbiamo scherzato, dai!! Per fortuna è arrivato un musico che ci ha restituito la voglia di canzonarci e di assistere a un concerto vero e con un nuovo logo, che per quanto mi riguarda è nato nel 1908. Avete capito bene: Questo è il mio Nuara, che con qualsiasi tipo di logo o titolo che dir si voglia, è stato, lo è ora, e lo sarà par tüta la vita.
I “The Bimbominchias e i Chaltrones” potranno arrivare con il logo l’originale e i titoli ufficiali di “gran pezzi di merda” ma non cambierà nulla. Che si impicchino, gli regalerò io la corda … rigorosamente azzurra.
Grazie Ferranti tüta la vita.
Nonnopipo
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