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Pensieri e parole

La pandemia ha davvero pesato sulle finanze dei club?

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Chissà se, tra iscrizione del Novara Calcio ed eliminazione della Francia, almeno questa notte la piazza novarese sia riuscita ad andare a letto non dico serena, ma quanto meno con una parvenza di sorriso stampata in faccia. Lo spero vivamente anche se non mi illudo. Archiviata la questione iscrizione, riflettevo invece sulla situazione generale del calcio italiano dal punto di vista finanziario. Ricordo molto bene il dibattito che si era sviluppato in primavera 2020, in cui si ipotizzava, anzi si dava per certo, che tantissimi club sarebbero falliti a causa degli effetti della pandemia sulle loro casse e, soprattutto, su quelle delle aziende dei relativi proprietari. Alcuni addirittura prevedevano una serie C ad un solo girone a causa di tante mancate iscrizioni e fallimenti che avrebbero ridisegnato la geografia del calcio nazionale di terza serie. Finiscono i playoff 2020, inizia la telenovela iscrizioni col risultato che, a conti fatti, salta solo il Trapani (che peraltro era riuscito ad iscriversi). Qualche altra promossa dalla D rinuncia alla categoria ma viene immediatamente rimpiazzata. Iniziano i campionati 2020/2021, l’epidemia non arretra anzi avanza galoppando, e qualche Club è in difficoltà, ma comunque riesce a terminare la stagione anche se con l’addebito di qualche punto di penalizzazione. Si è detto che gli effetti della pandemia si sarebbero visti nel medio termine, e infatti un po’ tutte le Società negli ultimi mesi hanno chiesto interventi ed aiuti da parte dello Stato, argomentando la richiesta coi grossi problemi che avrebbero avuto in fase di iscrizione al campionato successivo. Si è concluso ieri sera l’iter di presentazione delle domande di ammissione alla stagione 2021/2022 (solo le neopromosse dalla D hanno ancora qualche giorno per presentare le dovute garanzie) col risultato che, per quanto è dato a sapere leggendo i vari organi di informazione, solo la Casertana non avrebbe prodotto la fideiussione e sarebbe prossima all’esclusione. Qualcuno , poi, sostiene che il Gozzano non si iscriverà, portando a 2 le squadre in deficit. 2 su 60, col non trascurabile fatto che, da oggi, si aprirà la bagarre per ottenere la riammissione in C con tantissime squadre interessate.

Perdonatemi, ma qualcosa non mi torna. Lunge da me fare il negazionista finanziario da Covid ma i fatti dicono inequivocabilmente che la situazione finanziaria delle squadre di calcio professionistiche Italiane è evidentemente rosea. Perché se alle continue denunce degli addetti ai lavori fossero seguiti gli eventi da loro ipotizzati, tra lo scorso anno e questo avremmo assistito ad un penoso stillicidio di Società. Mi pare evidente. Eppure, anche in assenza di sostanziosi aiuti ed incentivi, che sebben ci sono stati non hanno però cambiato la vita di nessuno (anzi, a inizio campionato hanno pure rivisto il criterio del minutaggio addirittura penalizzando squadre come il Novara), mi pare che, pur con difficoltà, la quadra l’abbiano trovata ancora tutti. In realtà parecchie squadre hanno già intrapreso, o sono prossime a farlo, un ridimensionamento del budget e degli obiettivi, tuttavia il quadro che emerge è quello di una situazione complessiva che ha tenuto in maniera encomiabile a questa crisi. Per ora.  E se era prevedibile nelle due primarie categorie, sinceramente mi sembra sorprendente che il sistema abbia tenuto in serie C. L’alternativa a questa conclusione di ragionamento può essere solo che continuino a iscrivere Società senza i requisiti necessari, ma abbiamo imparato sulla nostra pelle quanto non sia così semplice produrre le garanzie richieste. Quindi del valore in queste Società, e in chi le possiede, evidentemente c’è.

Quando sento le Società di calcio piangere reclamando soldi e aiuti (guardando in casa nostra penso ad esempio alla doppia intervista in diretta Rai di Rullo e Nespoli, nell’intervallo ad Alessandria, spesa solo a piangere miseria) non è che non gli creda, ma mi viene da pensare che tendano a metterla sempre giù più grave di quello che è per provare ad ottenere qualcosa in più. Un po’ come le associazioni di coltivatori che puntualmente, al primo temporale, reclamano lo stato di calamità naturale e il disastro con immediata richiesta di una cifra enorme. Insomma chiedo 100 sapendo che se ottengo poi 10 è già tanto. Ragionando seriamente, penso invece che i veri effetti si potranno vedere ma in un arco temporale più lungo. Per esempio mi fa molto più paura la poca sostenibilità del sistema calcio, ma a prescindere dalla pandemia. Come ci siamo già detti e come ci ha spiegato in maniera molto approfondita il Dg Civitarese, è inevitabile un processo di cambiamento culturale che deve riguardare tutti, prima che si vada in default. Ma, e mi ripeto, se tornassi indietro di 16-12 mesi, e allora mi avessero detto che le squadre professionistiche che nell’ultimo anno solare avrebbero rinunciato ad iscriversi le avremmo potute contare sulle dita di una mano, non ci avrei mai creduto.

Dove è davvero stato un bagno di sangue è nelle categorie dilettantistiche. Più si scende e più la pandemia ha davvero avuto effetti devastanti. Sinceramente non ho la minima idea di quante squadre si iscriveranno ai prossimi campionati di terza, seconda o prima categoria, o anche qualche categoria più in sù, e in tal senso i danni sono stati davvero enormi. Per loro si che servirebbero davvero aiuti immediati. In ogni caso noi ci siamo, che è poi quello che conta. Tutto il resto è un problema di altri.

Claudio Vannucci

 

 

Fondatore dei Blog Novara Siamo Noi e Rettilineo Tribuna, Vice Presidente del Coordinamento Cuore Azzurro e fraterno amico di chiunque al mondo consideri lo stadio la sua seconda casa. O addirittura la prima. Editorialista estremista, gattaro.

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Forza Mister

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Un fortissimo abbraccio a Roberto Cevoli con auguri di pronta guarigione. Nella storia del Novara Roberto non entrerà per i risultati ma sulla sua onestà e dedizione non si può eccepire nulla. Pacato e mai sopra le righe si è trovato a dover gestire una situazione difficile suo malgrado e come spesso accade nel calcio si sono riversate su di lui tutte le colpe. Probabilmente ha commesso qualche errore ma non era certo il colpevole assoluto. Persona piacevole con cui interloquire e discutere senza dover alzare mai i toni.

Un grandissimo in bocca al lupo dai tifosi azzurri per poter tornare ad una vita serena in cui tu possa sederti su una panchina probabilmente da avversario ma con tutto il nostro rispetto.
Siviersson

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La Partita

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Pavanati e De Salvo sono falliti. Non riesco ancora a prenderla come una buona notizia, anzi rabbia e indignazione sono ancora predominanti per una vicenda truffaldina che ci ha privato della storia del nostro Novara Calcio 1908.

Ora per lo meno la strada è tracciata: Pavanati e De Salvo sono falliti, dovranno probabilmente rispondere di bancarotta fraudolenta e sinceramente spero che la giustizia una volta tanto, vada fino in fondo facendogli pagare fino all’ultimo centesimo.

L’iter fallimentare prevede che tutti i beni materiali della società (Coppe, Trofei, Maglie Storiche e tutti i cimeli del Novara Calcio 1908) dovranno essere messi all’asta per risarcire i creditori.

E questo è il primo punto: bisogna evitare che un privato o un collezionista se ne impossessi. Le associazioni ed i club vicini al Novara Calcio, penso al Coordinamento e ai Fedelissimi ma anche al Panathlon Club Novara attuale con Presidente Carlo Accornero oppure lo stesso Comune di Novara devono recuperare tutto questo patrimonio e restituirlo alla città. Passeranno parecchi mesi prima dell’asta fallimentare ma sarebbe utile cominciare a pensarci ed organizzarci.

Il secondo punto è la restituzione del titolo sportivo alla società che in questo momento rappresenta il calcio a Novara. Può sembrare un banale capriccio sentimentale ma in realtà è l’unico modo per restituire la Storia del Novara Calcio ai suoi tifosi. Insisto e ripeto l’esempio più banale: festeggiare il record di gol realizzati da Gonzalez è un’ipocrisia che tale rimarrà finché il titolo sportivo del Novara Calcio 1908 non verrà assegnato al FC Novara.

L’art. 52, 2° comma, delle N.O.I.F. è chiaro  “il titolo sportivo di una società cui venga revocata l’affiliazione, può essere attribuito ad altra società con delibera del presidente della F.I.G.C.” ma perché questo avvenga qualcuno con le carte in regola deve richiederlo e l’unico ad averle è il FC Novara.

Non ho mai sentito Ferranti esporsi su questo argomento forse perché attendeva la sentenza di fallimento definitiva. Adesso è arrivato il momento di far sapere le sue intenzioni. Questa sarà la sua partita più importante, l’unica veramente da vincere e così finalmente capiremo se sta diventando un “nuares” o viceversa se al di la di tante parole il FC Novara è soltanto un bel passatempo.

Vinci per noi Massimo Ferranti!

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Stranamore

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La parola “amore” può essere riferita talmente a tante cose e situazioni, che è impossibile definirne in modo compiuto un significato generale, ed è possibile spiegarla solo osservandone i vari aspetti che la caratterizzano nelle situazioni specifiche a cui la si può associare.

E queste situazioni non sempre sono determinate dai classici rapporti umani nei quali si stabiliscono relazioni che convenzionalmente definiamo amorose. A volte sono passioni di diverso genere, verso cose, attivitá spesso di lavoro, insomma ogni cosa che fa riferimento a tutto lo scibile possibile e immaginabile.

Eppure in molti casi si determina un rapporto amoroso che risulta più intenso e duraturo di quello che si può stabilire in una relazione di coppia.

Esiste, per esempio, un amore che spesso nasce nel periodo in cui si accendono quei rapporti che dureranno tutta la vita, ovvero l’infanzia, dove sará pressocché impossibile successivamente abbandonarlo e che ti seguirá fedelmente per tutta la vita: l’amore per il calcio.

Questo sentimento nasce, appunto, solitamente da piccoli, quando è più facile dare fuoco alle fantasie create dalla purezza d’ animo che accompagna, mano nella mano, i sogni che più avanti si trasformeranno in speranze: scatta la scintilla e si viene assaliti da una irresistibile voglia di emulare le gesta e le imprese dei giocatori della tua squadra del cuore e di provare a diventare come loro; ed è così, proprio con queste motivazioni e queste aspettative che si inizia a giocare a calcio, magari in una squadretta di periferia, non prima di aver calcato ogni tipo di terreno improvvisato.

Ma inevitabilmente quando si cresce, questa sensazione diventa ancor più forte, fino ad assumere i tratti della dipendenza, come una droga, davanti alla quale assume i tratti di un’impresa titanica dovervi rinunciare.

Ma se risulta sacrosanto fuggire dalle droghe che creano dipendenza e provocano danni inimmaginabili, dalla dipendenza dal calcio, sarebbe buona cosa non fuggire, anzi, favorire l’introduzione di un ragazzo a questa disciplina di carattere sportivo significherebbe offrire a lui una importante opportunitá di crescita.

Più importante peró sarebbe che i genitori non pretendessero di avere dopo pochi mesi, un piccolo futuro campione in casa, somigliando a quei tifosi che si convincono di avere nella rosa della propria squadra campioni da cui pretendere sempre prestazioni di alto livello.

Da questa esperienza si possono imparare tante cose come l’importanza del gioco di squadra e la imprescindibilità del reciproco sostegno nonché aiuto, e che da questa universale disciplina, a patto che si rispettino i criteri fondamentali di rispetto e lealtà nei confronti dell’avversario, si possono provare tutte quelle gioie che tutti conosciamo avendole almeno una volta provate, come vincere un torneo o una coppa, magari segnare un gol decisivo e subito trovarsi a celebrare, attraverso un abbraccio collettivo, uno di quei momenti che per sempre resteranno impressi.

Quanto sopra rappresenta il top delle emozioni, ma esistono altresi anche quelle piccole soddisfazioni quotidiane come i miglioramenti e progressi tangibili che in allenamento si possono percepire come conquiste di cui essere orgogliosi che segnalano inequivocabilmente la qualità del lavoro svolto con passione.

Bisogna però mantenere un certo equilibrio e non temere di esibire un buon livello di onestà intellettuale nel parlare di queste cose, quindi si deve sottolineare che, come dice il proverbio, non sono tutte rose e fiori, e chiarire subito che dal calcio le emozioni che si possono provare non sono solo quelle positive, anzi sono statisticamente più frequenti quelle negative, basti pensare alla recente e bruciante eliminazione dai mondiali della nostra Nazionale come esempio macroscopico.

Comunque, nonostante questi alti e bassi, il calcio entra nella vita e nell’essere di chi lo pratica, così profondamente al punto che risulta essere poi molto difficile, se non addirittura quasi impossibile, sostituire con altra materia sportiva, o dimenticare, forse anche da accantonare temporaneamente.

Non credo di sbagliare nell’affermare che per molti il calcio viene considerato più che uno sport, più che uno sfogo psicofisico, addirittura come una seconda vita.

Mi è capitato di dover difendere la mia personalissima posizione dall’attacco di chi giudica sciocco e infantile innamorarsi di uno sport il cui scopo sia quello di correre appresso una palla, e come sia possibile spendere così tanti soldi e tempo per seguire allo stadio la propria squadra, addirittura accompagnandola in trasferta.

È propabile che sia superfluo tentare una risposta, quasi certo che qualunque sia la controteoria esposta, sarà pressocché impossibile fare breccia nel qualunquismo dal quale nascono queste affermazioni.

Mai potrà capire e fare propria la gioia che si prova quando la tua squadra vince, o più ancora quando ciò avviene grazie a un gol spettacolare o anche attraverso il classico gollonzo, chi ti formula queste accuse lui si, probabilmente, è uno di quelli che è nato e vive in perenne fuorigioco!!

Per non parlare poi dell’adrenalina e della tensione tributate all’attesa di una partita importante della tua squadra, anche se tutte le partite sono importanti!

Penso che gli amanti del calcio dentro di sè, posseggano e custodiscano qualcosa di perverso o di sadico e magari di autolesionistico, in quanto il meno che ti possa capitare è una sorta di malessere fisico e comportamentale, senza voler citare quella stranissima e spiacevole sensazione intestinale di budella contorte prima di ogni appuntamento con i tuoi sacri colori.

In definitiva il calcio è si solo correre dietro a una palla, e per questo è un amore ben strano; ma in fianco a quella palla molto spesso corre anche la vita.

E se a quella palla tu riuscissi mai a dare il calcio giusto, quello che fa la differenza rispetto a quanti calci ne prendi in culo sovente dalla vita, vedrai quella palla infilarsi nella porta per accompagnarti a braccetto con lei alla vittoria.

Il Novara rappresenta tutto questo e tanto altro.

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