Altrimenti ci incazziamo
Civitarese non farci sorprese
Published
2 anni faon
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Ciumi
Anche se la governi da tre giorni quando entri in carica in una società, qualsiasi sia, oneri ed onori sono tuoi. Per gli onori, al di là dei complimenti di rito peraltro non gratuiti, ci sarà tempo e saranno i risultati ad asseverarli …
Ma per gli oneri il tempo è sempre tiranno …
Non ci occupiamo della rosa ( che è sorvegliata dagli accordi di settore e dalla lega ) ma di quello sparuto gruppo di dipendenti ( dai magazzinieri al settore giovanile ) che da due mesi non vedono il becco di un quattrino.
Spettava sicuramente al decaduto direttore generale dare indicazioni … certo … ma ora che è decaduto ci aspettiamo ( entro domani ) che il signor Civitarese ( il cui curriculum su invito siamo andati a leggere ) spenda due parole ( e magari due lire ) per indicare una data certa entro la quale questo primo aspetto della sua gestione venga risolto .
La salute e la serenità mentali, come predicato, sono estremamente importanti per dare tutto te stesso, in qualsiasi ambiente e situazione … ma la salute e la serenità mentale con la pancia vuota e le bollette da pagare non la potrai raggiungere mai.
Per il momento attendiamo fiduciosi … per il momento .
Ciumi
Analista tecnico delle partite e sfanculatore ufficiale del blog. Convive con una sana passione per le Converse All Star sgualcite e scolorite e per la scarsa considerazione sul genere umano. Severo ma giusto.

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Altrimenti ci incazziamo
Potrebbe andare peggio, potrebbe piovere
Published
1 mese faon
18 Febbraio 2023By
Jacopo
La voglia di spendere anche solo mezz’ora per scrivere la mia irrilevantissima opinione, di questi tempi, è davvero dura da trovare. Non ci sono riuscito dopo Lecco, non dovrei farlo neanche oggi se non per il puro esercizio di sfogo della bile accumulata nelle ultime settimane.
Adesso sarebbe facile dire ‘lo abbiamo detto’. E infatti è esattamente quello che farò. Lo abbiamo detto, porca puttana, che mandare a troie una stagione per tre sconfitte di fila in campionato era una minchiata. E qualcuno un giorno dovrà venirci a spiegare esattamente chi ha remato contro (anche se forse lo intuiamo tutti), chi ha costretto un bravo cristiano e probabilmente anche buon allenatore come Cevoli che stava giocando un calcio che non vedevamo da anni ad avere talmente pochi punti di riferimento in rosa da dover snaturare totalmente fisionomia e interpreti per tirare a campare. Qualcuno ci dovrà spiegare perché ci siamo trovati a rimandare ad allenare i bimbi uno che si era messo in testa di ridare una fisionomia stabile alla squadra e che stava avendo una media punti migliore del fenomeno che abbiamo adesso in panchina, a fronte di mezzo spogliatoio che giocava a chi aveva il caso peggiore di dismenorrea senza che un ds potesse prederli a vargate sui denti visto che aveva la preoccupazione in primis di salvarsi le sue di chiappe. Ma soprattutto, qualcuno dovrà spiegarci come cazzo è possibile legarsi mani e piedi a quello che l’estate scorsa voleva mettere bocca anche sulla tinta del nero della terza maglia, che è stato allontanato per questo e che ora non solo è stato richiamato ma gli si è data anche una delega in bianco sul mercato (perché non venitemi a dire che Pitino decide qualcosa), dopo il quale ci ritroviamo con una specie di misto tra il De Pagave e il reparto di traumatologia dell’Ospedale Maggiore, salvo ovviamente dare la colpa ai predecessori che hanno cannato la preparazione.
Il mercato fatto a gennaio si è rivelato addirittura peggiore di quello che ci si aspettava alla vigilia, anticipato dagli arrivi estivi del compare di Parma e del protetto di Foggia. Una sequenza di ex giocatori, amici, rottami vari e mancate comparse televisive di un episodio di Gomorra, col solo tratto in comune di ricevere qualche mese di ingaggio di cui sanno perfettamente a chi devono essere grati, a fronte della cessione dei pochi elementi futuribili, con mercato o margini di monetizzazione (tolto Khailoti), per andare sostanzialmente solo su semestrali o prestiti. In tutto questo, la statuina in panchina stavolta ha trovato pure il coraggio di farsi una grassa risata verso chi gli chiedeva di dare una sveglia a questa manica di scappati di casa, che peraltro non riesce neppure a far rendere al meglio nella loro pochezza, visto che è partito tenendo fuori gli unici due che sembravano avere una vaga alba di cosa significhi metterci almeno i coglioni, ossia Margiotta e Calcagni, e ha operato una strategia di cambi che definire comica è un complimento, bruciandosi uno slot insensato a 10’ dalla fine del primo tempo.
Adesso si ride davvero, perché come sempre succede nel calcio, quando le cose potrebbero andare male vanno ancora peggio, e ci sono i due ulteriori infortuni di Urso e soprattutto Bonaccorsi (in bocca al lupo Samu) a dimostrarlo. Non vedo come questa squadra possa riuscire nell’impresa di vincere una partita, e domenica arriva quel Padova che è stato il crocevia del nostro girone d’andata, e che sarà, come sostengo già da qualche settimana, il crocevia di tutta nostra stagione. Ci arriviamo come peggio non potevamo, anche se pure loro non se la passano benissimo. I risvolti inquietanti e le similitudini con l’ultima retrocessione dalla B iniziano ad essere tanti e con assonanze particolarmente sinistre, se possibile con l’aggravante di un’infermeria che non ha precedenti a mia memoria dei miei quasi 30 anni da tifoso. Sembra incredibile dirlo oggi quando siamo almeno formalmente ancora nei play off, ma per salvare questa squadra servirà un’impresa. Un’impresa pari quasi a quella compiuta da questa società nello sbagliare ogni singola scelta dalla scorsa estate ad oggi.
Jacopo
Altrimenti ci incazziamo
Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è una merda
Published
2 mesi faon
14 Gennaio 2023By
Jacopo
Non riesco davvero a parlare razionalmente di una partita come quella di ieri senza che mi salga il crimine. Non c’è analisi che tenga quando il tuo terzino destro titolare è uno che ha fatto già nell’ordine la mezzala, l’esterno del centrocampo a cinque, e infine l’esterno e quello di mezzo del centrocampo a quattro, e l’unico criterio per cui lo scegli è che è l’unico di cui ti puoi un minimo fidare perché almeno correrà come un tarantolato come fa sempre. Non c’è analisi che tenga quando, per dinamiche di mercato che fanno sì che metà del tuo pacchetto difensivo sia perfettamente in grado di giocare ma è o non convocato o bullonato in panchina senza possibilità di entrare (e quindi mi chiedo che cazzo ci stiano a fare questi ultimi in distinta), ti trovi a sostituire uno dei tuoi due centrali con uno che ha 9 minuti effettivi nell’ultimo anno e mezzo. Non c’è analisi che tenga quando nella partita in cui devi dare il colpo di grazia a un’avversaria più morta che viva, prendi il gol dopo TREDICI SECONDI, su un appoggio del tuo centrale che, se non avessi piena fiducia nell’onestà professionale derivante dal fedele rispetto della Dottrina di Carillo, mi farebbe istantaneamente pensare a una fortissima puntata alla SNAI – e avrei voluto vedere se l’avesse fatta a Messina l’anno scorso in che punto della città e in che condizioni l’avrebbero ritrovato ieri sera.
Mi spingo a dire che a livello di squadra questa è stata tutt’altro che la peggiore prestazione stagionale. A parte una certa inconcludenza nell’ultimo passaggio e nella scelta finale, ho visto anche un discreto progresso a livello di personalità e propositività di alcuni dei giocatori che ho più criticato nei mesi scorsi (Urso e Tavernelli in primis). La sensazione è che se in una delle situazioni pericolose create tra la metà del secondo tempo e l’ 80esimo fossimo riusciti a buttarla dentro in qualche modo, sicuramente i tre punti glieli avremmo fatti sudare, e forse saremmo pure riusciti a pareggiarla. Ma non sarebbe cambiato nulla, e non può cambiare nulla, nell’analisi di una partita affrontata nella situazione di organico accennata all’inizio.
Questa è una squadra che a sue fragilità già note, riconosciute e denunciate e che emergono con drammatica plasticità in trasferta (e ricordo sommessamente che l’ultimo gol, peraltro inutile, lontano dal Piola risale a più di due mesi fa), sta aggiungendo una totale confusione programmatico – gestionale nel mercato, e che fa seguito a una serie di vicissitudini a livello di figure tecniche e dirigenziali (ds cambiati come camicie d’estate, allenatori cacciati a due settimane dall’inizio del campionato, giocatori improvvisamente bruciati dopo una amena conversazione nel sottopassaggio). Vicissitudini che, diciamoci la verità, fossero capitate con una delle gestioni precedenti sarebbero bastate per avere la polizia a presidiare Novarello per l’ira dei tifosi. Dal mio punto di vista il semestre bianco (che ormai è diventato un anno e mezzo) derivante dalla gratitudine per averci salvato le chiappe è finito, e pretendo ora di capire dal famoso padrone del vapore o da chi per lui se ha titolo per spiegare le strategie, in che razza di direzione stiamo andando, perché onestamente fatico a capirlo. E per spiegazione intendo qualcosa di diverso da Zebi che ci racconta quanto siano tutti consapevoli del fatto che non stiamo facendo bene e non ci stanno dormendo la notte, e che stanno cercando di capire, e tutta una serie di verbi coniugati con un gerundio, quelli che il mio vecchio capo sgamava subito al lavoro perché erano il segnale inconfondibile di una colossale supercazzola.
Jacopo

Dopo i 5 consigli non richiesti che mi sono permesso di dare a Ferranti lo scorso anno, ne propongo oggi “solo” 4. La premessa è la stessa di sempre: Ferranti & Co sono liberi di farne quello che credono, compreso il non leggerli o accartocciarli mettendoli nel dimenticatoio. Ma secondo me, se quanto meno li leggessero e spendessero 3 minuti del loro tempo per una breve riflessione, male non gli farebbe.
Presentazione della squadra. Parto in anticipo considerando che ci sono ancora 15 giorni di mercato, quattro giocatori almeno da prendere e, nel momento in cui sto scrivendo, anche un allenatore. Ma un mini evento pubblico, che può essere al castello, in piazza o allo stadio con presentazione alla città della rosa è cosa buona e giusta. Non necessariamente si deve organizzare qualcosa di imponente, ma un minimo sindacale di evento volto anche a rimarcare la presenza e il legame con la città dovrebbe essere un’abitudine perché aiuta a creare interesse e permette di rinsaldare il legame con la propria Piazza. Se questo fosse già in programma ne sarei felice, al contrario sarebbe bene pensarci visto che il tempo non manca.
Presentare la maglia da gara 2022/2023. Il tema maglia da sempre non ammette vie di mezzo tra la tifoseria. Ad alcuni interessa zero, ad altri è di vitale importanza. Tuttavia la curiosità per capire le novità di una maglia che noi tifosi “presteremo” ai giocatori di quest’anno affinché ci rappresentino in questo campionato è decisamente comune. A tutti è capitato di chiedersi “ma come sarà la maglia di quest’anno?” Al 22 di agosto (se non ci fosse stata la grana Campobasso ieri avremmo giocato la Coppa Italia) non è stato scritto sui Social o mostrato ancora nulla. Nessuna indiscrezione, nessuna creazione di aspettativa o hype commerciale. Da questo punto di vista mi permetto di dire che si può e deve migliorare. Quasi ovunque la presentazione della maglia è già stata fatta a testimonianza del fatto che il tema non sia così stupido. Presentarla insieme alla presentazione pubblica della squadra può essere un buon suggerimento.
Migliorare la biglietteria. È dai tempi di Faccioli DG che mi sento dire che il box biglietteria necessita di cablaggio reti perché Internet è lento. Altre volte il problema è stato la mancanza di pc o stampanti. Rimane il fatto che credo debba essere umiliante per una Società constatare che un centinaio di tifosi sabato abbiano desistito e siano tornati a casa dopo oltre un’ora di coda. Intendiamoci: con me sfondate una porta aperta quando fate notare che c’era la prevendita su internet ma a Novara è una guerra persa, bisogna farsene una ragione. Preferiscono fare tutti le coda e, se possibile, pagare in contanti. Credo ve ne sarete accorti anche voi, ma sappiate che il passo è molto breve tra il passare dal “sono orgoglioso di essere stato uno di quelli che si è fatto 3 ore di fila per sottoscrivere il primo abbonamento”, al “vanno capiti è normale che manchi organizzazione” per arrivare al “che Società di merda, davvero assurdo”. Lo so che è impietoso, ma spesso la credibilità e il seguito si basa su “cazzate” (o percepite tali) che magari in buona fede non vengono analizzate a dovere perché tanto “è ferragosto”.
Valorizzare il ritiro. Noi siamo tifosi e non atleti. Per noi tifosi il raduno in valle interessa poco che sia il periodo in cui la squadra accumula fiato e possa ossigenarsi meglio. Per noi il ritiro è un momento di aggregazione, la possibilità di una gita per scoprire il primo nuovo Novara. Il ritiro è iniziato lunedì 18 luglio ed è terminato sabato mattina 30 luglio con il trasferimento a Monza per giocare contro Galliani. Significa che si è avuto un solo weekend completo a disposizione speso con un’amichevole a pagamento contro il Cameri il sabato (massimo rispetto per la formazione ma sempre Cameri rimane) e, assurdità, una domenica libera in cui il Novara non si è nemmeno allenato. La sola domenica a disposizione in ritiro , dove la gente non lavorava e avrebbe potuto passare una giornata insieme alla squadra, si è deciso di sparire dalla circolazione. Non è stato speso dalla Società nessun vero invito pubblico a raggiungere il ritiro, nessuna indicazione stradale, nessun suggerimento di ristorazione, che peraltro cose sempre fatte molto bene negli anni “d’oro”. Solo la comunicazione di due amichevoli di cui appunto una in giornata lavorativa. Anzi, alcuni tifosi mi hanno personalmente segnalato un pochino di diffidenza da parte di alcune persone dello staff che si sono viste l’arrivo di qualche tifoso una mattina. Per come la vedo io, in ritro estivo la domenica non ti devi permettere di spostarti dal campo di allenamento, altroché il giorno libero per andare in gita. Ci vai il lunedì. Per fare un ritiro così, quasi privato e così poco raccontato o mostrato in video, allora si fa prima a stare a Novarello. Occasione buttata, peccato.
Sperando che arrivi in Società l’intento assolutamente propositivo di questo articolo, non ci resta che rimboccarci(vi) le maniche e migliorare. La perfezione non esiste ma l’approssimazione invece è aspetto molto più tangibile e rilevabile. Attenzione perché siamo (siete) molto meglio di come talvolta appariamo (apparite).
Claudio Vannucci
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