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Pensieri e parole

L’importanza della presenza.

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Ad oggi non esiste e non può esistere un futuro con i Rullo al comando, e per chi continua ad incaponirsi sostenendo che un’alternativa reale non ci sia, a mio avviso dovrebbe invece combattere con tutti noi nel creare le condizioni affinché questa alternativa si concretizzi. E il solo modo che mi viene in mente è quello di portare Rullo all’esasperazione emotiva, di metterlo nelle condizioni di capire che il calcio non è il suo mestiere e di, finalmente, agevolare la cessione invece di ostacolarla nei fatti con (si dice) richieste economiche pretenziose. L’esasperazione emotiva 11 gennaio2021

Siamo arrivati al punto di non ritorno. Non è più una questione di simpatie o antipatie personali, e nemmeno di risultati sportivi. La Proprietà Rullo ha imboccato un escalation di fatti deprecabili che hanno contribuito ad affliggerci un danno reputazionale senza precedenti, culminato ieri con la notizia della denuncia per ricettazione a Pres Cianci, beccato con 200.000 eur in contanti nascosti nel suo Suv. A Locri, dove notoriamente si gira con questa liquidità nel portafoglio. Maurizio Rullo dal suo insediamento ha portato nel CDA, oltre a se stesso e alla figlia, Massimo Cianci (qualche problema per la vicenda Ex Benberg e ora con questa chicca); Tommaso Leone (le cui cronache parlano di una condanna per truffa); l’avvocato Pasciuti (a sua volta denunciato dai Rullo per, tra le altre cose, presunto furto di soldi). Oltre a Urbano Orlando recentemente defenestrato. Delle due una: o Rullo è complice con tutte le malefatte di questi personaggi oppure è semplicemente imbecille ad essersi circondato da persone discutibili, il cui curriculum professionale, e soprattutto giudiziario, è quantomeno singolare. In ogni caso appare evidente quanto sia inopportuno, e aggiungo impossibile, un futuro con lui e la sua famiglia al comando del Novara Calcio. Il costante smarcamento immediato da questi personaggi, a fatti accaduti, comunque non solleva Patron Rullo dalle precise responsabilità di aver collocato in ruoli apicali queste figure. Colpe che, nel caso di Cianci, appaiono eclatanti in considerazione del fatto lo stesso sia chiaramente identificabile come la persona di fiducia e primo socio in affari di tutte le attività imprenditoriali della famiglia. Posso comprendere l’invito al garantismo e al necessario (ed inevitabile) corso che la magistratura dovrà fare, ma dobbiamo essere chiari e onesti con noi stessi e preparaci al peggio. L’escalation di fatti deprecabili è inarrestabile, ed ogni nuovo evento di cronaca sportiva o non è sempre peggiore.

Nella mia vita ho partecipato spesso alle varie contestazioni. Ultimamente ho smesso, più che altro perché la mia esperienza mi ha fatto realizzare che (quasi) mai hanno portato a qualcosa di concreto. Se non un po’ di sollievo personale per aver vomitato in faccia al bersaglio di turno le frustrazioni del momento o, quando è andata male, qualche ammaccatura sulla pelle a causa di qualche botta presa. Ma ci sono dei momenti, ben precisi, in cui credo che la presenza di chi si sente parte in causa sia fondamentale, e proprio per questo mi auguro che la città risponda all’adunata della tifoseria organizzata nel presentarsi domenica fuori dallo stadio. Indossatevi la mascherina, mettetene due se lo ritenete ma, come scrivevo a inizio gennaio, dobbiamo portare questa proprietà all’esasperazione emotiva. E questa volta non possono bastare i soliti 30, e nemmeno una solitaria campagna via web, benché questa sia chiaro è importante alimentarla incessantemente. Dobbiamo per una volta mostrare un’immagine di piazza compatta, decisa, innamorata del Novara, che lancia un messaggio forte e chiaro indirizzato non solo a Rullo ma a tutta la città, soprattutto alla sua componente politica ed imprenditoriale. Quello che è successo ieri, benché non direttamente collocabile al Novara Calcio ma limitato alla singola persona, è il momento più basso della nostra storia dal punto di vista dell’immagine. In tutta Italia il nome del Novara Calcio è stato associato ad un fatto (presumibilmente) criminoso, paragonabile a quelle cose che ogni tanto capitava di leggere associate solo a squadre minori del profondo sud col management indagato o, peggio, arrestato. E’ una vergogna che getta macchia sulla nostra storia ultra centenaria impostata sull’onore, orgoglio e tanta onestà e per questo, per una volta, tutti siamo chiamati a fare la nostra parte.

Le alternative a questa proprietà ci sono. Fatevene una ragione anche voi che continuate a non crederci. Ma devono maturare le condizioni affinché si concretizzi un passaggio di proprietà ad oggi work in progress. Possiamo per una volta contribuire fattivamente per un qualcosa che torni a far brillare la gloriosa maglia azzurra. Non facciamo i soliti novaresi.

Claudio Vannucci

 

Fondatore dei Blog Novara Siamo Noi e Rettilineo Tribuna, Vice Presidente del Coordinamento Cuore Azzurro e fraterno amico di chiunque al mondo consideri lo stadio la sua seconda casa. O addirittura la prima. Editorialista estremista, gattaro.

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Forza Mister

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Un fortissimo abbraccio a Roberto Cevoli con auguri di pronta guarigione. Nella storia del Novara Roberto non entrerà per i risultati ma sulla sua onestà e dedizione non si può eccepire nulla. Pacato e mai sopra le righe si è trovato a dover gestire una situazione difficile suo malgrado e come spesso accade nel calcio si sono riversate su di lui tutte le colpe. Probabilmente ha commesso qualche errore ma non era certo il colpevole assoluto. Persona piacevole con cui interloquire e discutere senza dover alzare mai i toni.

Un grandissimo in bocca al lupo dai tifosi azzurri per poter tornare ad una vita serena in cui tu possa sederti su una panchina probabilmente da avversario ma con tutto il nostro rispetto.
Siviersson

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La Partita

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Pavanati e De Salvo sono falliti. Non riesco ancora a prenderla come una buona notizia, anzi rabbia e indignazione sono ancora predominanti per una vicenda truffaldina che ci ha privato della storia del nostro Novara Calcio 1908.

Ora per lo meno la strada è tracciata: Pavanati e De Salvo sono falliti, dovranno probabilmente rispondere di bancarotta fraudolenta e sinceramente spero che la giustizia una volta tanto, vada fino in fondo facendogli pagare fino all’ultimo centesimo.

L’iter fallimentare prevede che tutti i beni materiali della società (Coppe, Trofei, Maglie Storiche e tutti i cimeli del Novara Calcio 1908) dovranno essere messi all’asta per risarcire i creditori.

E questo è il primo punto: bisogna evitare che un privato o un collezionista se ne impossessi. Le associazioni ed i club vicini al Novara Calcio, penso al Coordinamento e ai Fedelissimi ma anche al Panathlon Club Novara attuale con Presidente Carlo Accornero oppure lo stesso Comune di Novara devono recuperare tutto questo patrimonio e restituirlo alla città. Passeranno parecchi mesi prima dell’asta fallimentare ma sarebbe utile cominciare a pensarci ed organizzarci.

Il secondo punto è la restituzione del titolo sportivo alla società che in questo momento rappresenta il calcio a Novara. Può sembrare un banale capriccio sentimentale ma in realtà è l’unico modo per restituire la Storia del Novara Calcio ai suoi tifosi. Insisto e ripeto l’esempio più banale: festeggiare il record di gol realizzati da Gonzalez è un’ipocrisia che tale rimarrà finché il titolo sportivo del Novara Calcio 1908 non verrà assegnato al FC Novara.

L’art. 52, 2° comma, delle N.O.I.F. è chiaro  “il titolo sportivo di una società cui venga revocata l’affiliazione, può essere attribuito ad altra società con delibera del presidente della F.I.G.C.” ma perché questo avvenga qualcuno con le carte in regola deve richiederlo e l’unico ad averle è il FC Novara.

Non ho mai sentito Ferranti esporsi su questo argomento forse perché attendeva la sentenza di fallimento definitiva. Adesso è arrivato il momento di far sapere le sue intenzioni. Questa sarà la sua partita più importante, l’unica veramente da vincere e così finalmente capiremo se sta diventando un “nuares” o viceversa se al di la di tante parole il FC Novara è soltanto un bel passatempo.

Vinci per noi Massimo Ferranti!

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Stranamore

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La parola “amore” può essere riferita talmente a tante cose e situazioni, che è impossibile definirne in modo compiuto un significato generale, ed è possibile spiegarla solo osservandone i vari aspetti che la caratterizzano nelle situazioni specifiche a cui la si può associare.

E queste situazioni non sempre sono determinate dai classici rapporti umani nei quali si stabiliscono relazioni che convenzionalmente definiamo amorose. A volte sono passioni di diverso genere, verso cose, attivitá spesso di lavoro, insomma ogni cosa che fa riferimento a tutto lo scibile possibile e immaginabile.

Eppure in molti casi si determina un rapporto amoroso che risulta più intenso e duraturo di quello che si può stabilire in una relazione di coppia.

Esiste, per esempio, un amore che spesso nasce nel periodo in cui si accendono quei rapporti che dureranno tutta la vita, ovvero l’infanzia, dove sará pressocché impossibile successivamente abbandonarlo e che ti seguirá fedelmente per tutta la vita: l’amore per il calcio.

Questo sentimento nasce, appunto, solitamente da piccoli, quando è più facile dare fuoco alle fantasie create dalla purezza d’ animo che accompagna, mano nella mano, i sogni che più avanti si trasformeranno in speranze: scatta la scintilla e si viene assaliti da una irresistibile voglia di emulare le gesta e le imprese dei giocatori della tua squadra del cuore e di provare a diventare come loro; ed è così, proprio con queste motivazioni e queste aspettative che si inizia a giocare a calcio, magari in una squadretta di periferia, non prima di aver calcato ogni tipo di terreno improvvisato.

Ma inevitabilmente quando si cresce, questa sensazione diventa ancor più forte, fino ad assumere i tratti della dipendenza, come una droga, davanti alla quale assume i tratti di un’impresa titanica dovervi rinunciare.

Ma se risulta sacrosanto fuggire dalle droghe che creano dipendenza e provocano danni inimmaginabili, dalla dipendenza dal calcio, sarebbe buona cosa non fuggire, anzi, favorire l’introduzione di un ragazzo a questa disciplina di carattere sportivo significherebbe offrire a lui una importante opportunitá di crescita.

Più importante peró sarebbe che i genitori non pretendessero di avere dopo pochi mesi, un piccolo futuro campione in casa, somigliando a quei tifosi che si convincono di avere nella rosa della propria squadra campioni da cui pretendere sempre prestazioni di alto livello.

Da questa esperienza si possono imparare tante cose come l’importanza del gioco di squadra e la imprescindibilità del reciproco sostegno nonché aiuto, e che da questa universale disciplina, a patto che si rispettino i criteri fondamentali di rispetto e lealtà nei confronti dell’avversario, si possono provare tutte quelle gioie che tutti conosciamo avendole almeno una volta provate, come vincere un torneo o una coppa, magari segnare un gol decisivo e subito trovarsi a celebrare, attraverso un abbraccio collettivo, uno di quei momenti che per sempre resteranno impressi.

Quanto sopra rappresenta il top delle emozioni, ma esistono altresi anche quelle piccole soddisfazioni quotidiane come i miglioramenti e progressi tangibili che in allenamento si possono percepire come conquiste di cui essere orgogliosi che segnalano inequivocabilmente la qualità del lavoro svolto con passione.

Bisogna però mantenere un certo equilibrio e non temere di esibire un buon livello di onestà intellettuale nel parlare di queste cose, quindi si deve sottolineare che, come dice il proverbio, non sono tutte rose e fiori, e chiarire subito che dal calcio le emozioni che si possono provare non sono solo quelle positive, anzi sono statisticamente più frequenti quelle negative, basti pensare alla recente e bruciante eliminazione dai mondiali della nostra Nazionale come esempio macroscopico.

Comunque, nonostante questi alti e bassi, il calcio entra nella vita e nell’essere di chi lo pratica, così profondamente al punto che risulta essere poi molto difficile, se non addirittura quasi impossibile, sostituire con altra materia sportiva, o dimenticare, forse anche da accantonare temporaneamente.

Non credo di sbagliare nell’affermare che per molti il calcio viene considerato più che uno sport, più che uno sfogo psicofisico, addirittura come una seconda vita.

Mi è capitato di dover difendere la mia personalissima posizione dall’attacco di chi giudica sciocco e infantile innamorarsi di uno sport il cui scopo sia quello di correre appresso una palla, e come sia possibile spendere così tanti soldi e tempo per seguire allo stadio la propria squadra, addirittura accompagnandola in trasferta.

È propabile che sia superfluo tentare una risposta, quasi certo che qualunque sia la controteoria esposta, sarà pressocché impossibile fare breccia nel qualunquismo dal quale nascono queste affermazioni.

Mai potrà capire e fare propria la gioia che si prova quando la tua squadra vince, o più ancora quando ciò avviene grazie a un gol spettacolare o anche attraverso il classico gollonzo, chi ti formula queste accuse lui si, probabilmente, è uno di quelli che è nato e vive in perenne fuorigioco!!

Per non parlare poi dell’adrenalina e della tensione tributate all’attesa di una partita importante della tua squadra, anche se tutte le partite sono importanti!

Penso che gli amanti del calcio dentro di sè, posseggano e custodiscano qualcosa di perverso o di sadico e magari di autolesionistico, in quanto il meno che ti possa capitare è una sorta di malessere fisico e comportamentale, senza voler citare quella stranissima e spiacevole sensazione intestinale di budella contorte prima di ogni appuntamento con i tuoi sacri colori.

In definitiva il calcio è si solo correre dietro a una palla, e per questo è un amore ben strano; ma in fianco a quella palla molto spesso corre anche la vita.

E se a quella palla tu riuscissi mai a dare il calcio giusto, quello che fa la differenza rispetto a quanti calci ne prendi in culo sovente dalla vita, vedrai quella palla infilarsi nella porta per accompagnarti a braccetto con lei alla vittoria.

Il Novara rappresenta tutto questo e tanto altro.

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