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Pensieri e parole

L’arbitra e il femminismo d’accatto

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A provare che il giornalismo sportivo italiano sia ormai alle canne non serviva certo la Frappart, ma, se fosse possibile, la prima direzione arbitrale in Champions di un arbitro donna (o forse dovrei dire arbitra, o arbitr* per non far incazzare quelle dei gruppi estremisti femministi su Facebook) ha dimostrato ulteriormente in quale stato comatoso versi la nostra carta stampata. Attesa da giorni più del Messia, questa minuta giovane francese si è trovata suo malgrado in mezzo all’orgia di eccitazione tipica del mood italico quando individua il personaggio simbolo per far parlare di un tema che è giustamente in cima all’agenda dei media, ma che viene trattato da questi con un misto di superficialità, paternalismo (o forse maternalismo) e piaggeria. Da incorniciare l’articolo di quella carta da parati rosa che risponde al nome di Gazzetta dello Sport, dove, all’interno di una lode bagnata della prestazione in una partita che vista la classifica del girone era più inutile di Pisa-Novara 3 a 0 l’anno di Sannino, si segnala della Frappart che ha corso addirittura ‘per l’intera partita da un lato all’altro del campo’. Wow, che emozione! Si supera il sito del Corriere, per cui non voglio rovinare la sorpresa ma mando direttamente il link (cliccando qui) perché citarlo sarebbe come cogliere fior da fiore .

Ma d’altronde basta accendere una puntata qualsiasi di Otto e Mezzo con la Gruber e il suo collo ormai talmente tirato da sembrare ET (a proposito di donne che non si curano minimamente dell’aspetto fisico perché puntano tutto sulla loro professionalità) per constatare questa tendenza a infilare ovunque come il prezzemolo il tema delle donne, con un atteggiamento di velata accusa verso il malcapitato ospite maschile di turno, che magari sta parlando di altro e per disgrazia scorda di mettere una ‘a’ alla fine di una parola e si trova suo malgrado sul banco degli imputati come rappresentante tipo dell’oppressore dei diritti femminili.

Eppure, se guardassimo un attimo i dati ufficiali, ci accorgeremmo che l’Italia, pur con ancora un gap verso i maggiori Paesi europei, è quello che sta facendo i maggiori progressi verso la parità di genere, con ben 10 punti % di indice di gender equality guadagnati in 10 anni. Le maggiori aziende italiane hanno in cima alle loro priorità target specifici di assunzioni e di percorsi di carriera per bilanciare gender mix e piramidi aziendali. Però di questo non si parla mai, e il quadro che emerge dai media mainstream è quello di un paese in cui le donne vengono solo ostracizzate, discriminate e marginalizzate, salvo poi bagnarsi copiosamente le mutande in questi casi. Peraltro, le paladine di questo neofemminismo sono le prime che non propongono mai un esempio positivo e non contestualizzano, ma pretendono che per osmosi, per esempio nel 50% d’Italia dove le mamme a casa fanno le battaglie per NON far fare il tempo pieno a scuola ai figli ma tenerli a casa coccolati e nullafacenti, improvvisamente sia pieno di donne emancipate, rispettate e ben pagate.

Ma sia mai che in Italia ci si conceda il lusso di guardare la realtà e smettere di tifare su qualsiasi argomento. Basta un asterisco alla fine di una parola e una donna che arbitra i maschi e ci si pulisce già la coscienza.

Jacopo

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Giügastron milanés

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E così dopo un anno trascorso tranquillamente ad osservare i soliti incensatori turibolari competere con i baciapile, a loro volta in competizione con i più esperti e inarrivabili barlèca balaüstri, ci aspetta un’altra estate la cui regia sarà nuovamente affidata a Dario Argento.

Ci tocca ancora una volta assistere ai movimenti impastati dei soliti escrementi che vagano da un tubo della fogna all’altro, senza andar d’accordo nemmeno con la carta igienica sporca.

Che si tratti di un imprenditore sanitario o di un giügastròn milanés, conta poco, anzi nulla.

Intanto i cugini d’oltresesia hanno già fissato il periodo per la preparazione in quota, che si svolgerà in Vigezzo, più precisamente a Druogno, mentre noi aspettiamo con ansia di conoscere a quali trafficoni, briganti o maneggioni verrà data in prestito la nostra maglia, che sia targata AC o FC non è importante, essendo questa materia da affidare alla prestigiosa tastiera del Depa.

Per ora accontentiamoci di sapere che si stanno valutando i curriculum di un Romano, un gruppo americano, di un’altro arabo e infine uno biellese. Ci manca il gatto, il topo e un’elefante e poi non manca più nessuno, ma si spera molto nei due leocorni.

Sembra una barzelletta o la solita battuta del cazzo, si è vero, ma dopo avere avuto a che fare con le false promesse NespoloDesalviane, il duo CianciRullo e il figàt in Ferrari Pavanati, io mi fiderei di più dei Leocorni, sicuramente più attendibili dela feccia sopracitata.

E “stu povr om” dal Ferranti, dove lo collochiamo nell’ album del calcio Novarese? In prima pagina di sicuro, posto che dell’FC Novara è stato il primo, colui che ha dato inizio alla nuova avventura ora così precocemente andata a puttane.

C’è da sperare che ci sia qualche altra pagina su cui continuare a scrivere qualche tranquilla pagina di calcio.

Si svegli alla sveltina il Giügastron Milanés, si dia da fare per convincere velocemente con i fatti i più scettici come il sottoscritto, che il suo “legame” con Novara e il suo new Novara sia stato da tifoso vero, anche se di passaggio, consegnando il suo “balocco” a gente seria a cui lei stesso ha passato ai raggi x, TAC, e risonanza magnetica la loro serietà.

Perchè una società che vuole coagulare amore e interesse (sono sue parole), soprattutto in un momento di bisogno come l’attuale, non esita a rompere gli indugi e agire saggiamente correndo anche eventuali rischi personali.

Se ne vada, se può, con onore, dottore, la ricorderemo con misurato piacere direttamente proporzionale alle credenziali che potrà esibire la nuova proprietà a cui affiderà il nostro passato, la nostra maglia e i nostri sogni.

Ci pensi dottore, ci pensi.

Nonnopipo

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La cordata ….

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Valuteremo, non appena lo stesso sarà depositato, il bilancio del Novara FC per verificarne, come abbiamo fatto con le precedenti gestioni, la bontà; il capitolo della gestione ex Ferranti, di conseguenza, lo affronteremo a tempo debito senza nessuno sconto.

Non è ancora giunto il tempo per tirare le somme anche se i presupposti (ci resta da verificarne solo l’epilogo) non sono dei migliori principalmente per quanto, da puri osservatori a volte completamente disinteressati, abbiamo toccato con mano in questi ultimi 20 mesi.

Venti mesi di disastri gestionali che si sono aggiunti ai 36 del trio meraviglia … una somma di mesi nel corso dei quali i nostri coglioni si sono ingigantiti a dismisura.

Ma anche questo è un argomento su cui ritornare a tempo debito e a mente fredda; una mente e un tempo che tanti di noi non si sono regalati in questi anni pronti a gettarsi nelle braccia di chiunque arrivasse pur di partecipare al banchetto, orgogliosi del  loro ruolo di cortigiani, obnubilati nel contempo da un potere che non avevano perdendo così   il senso della realtà delle cose: sono quattro anni che ci facciamo prendere per il culo da chiunque arrivi e che alzi la mano giurando, su una maglia per tanti di noi ancora sacra, di essere spinto solo da amore e passione.

Ci siamo frantumati i coglioni delle ansie e delle speranze estive così come ci siamo scassati la minchia di dover mostrare gratitudine a chiunque arrivi perché così ci risolve il problema di come gestire il week end.

Il Novara Calcio ( ritorniamo a chiamarlo con il Suo Nome ) merita qualcosa di più per quella che è stata la sua storia … piantiamola di parlare di cordate, da chiunque siano formate, piantiamola …. romani, arabi, americani o indigeni … il Novara non si compra per passione o per amore ma solo per una solida e prospettica lungimiranza da sviluppare nel tempo, senza proclami e senza dichiarazioni di amore… quello ce lo mettiamo noi.

Ciumi

 

 

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Vendesi, offresi, cercasi

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La Sampdoria costerà ai nuovi proprietari (Andrea Radrizzani-Matteo Manfredi) qualcosa come 156 milioni: aumento di capitale (40 milioni di euro), saldo dei concordati (26 milioni di euro), pagamento debiti pregressi (90 milioni di euro). Poi ci saranno investimenti valutati in 35 milioni di euro per far ripartire la società Doriana e riportarla prontamente in serie A. Se gli investimenti sono ipotizzati (35 milioni di euro), i 156 milioni di euro spesi per acquistare la società e chiudere il capitolo Ferrero sono certi.

Una cifra enorme se si pensa che a zero euro, il sindaco di Genova, tra qualche settimana, avrebbe potuto affidare alla stessa coppia di imprenditori il titolo sportivo, facendo ripartire la “FC Doria” dalla serie D. In pratica il duo Radrizzani-Manfredi ha pagato 156 milioni di euro per il marchio Sampdoria, per il titolo sportivo, per la sua Storia e per un paio di stagioni calcistiche in categorie inferiori alla serie B. Complimenti.

A Novara per poco meno di 6 milioni di euro di debiti (quasi tutti con lo Stato), la centenaria Storia del Novara Calcio è stata cancellata e a due anni di distanza, rischiamo di ritrovarci nella stessa merda nella quale ci aveva lasciato il trio De Salvo-Rullo-Pavanati. Ne valeva la pena? Non era meglio provare a salvare la Storia piuttosto che la categoria?

In ogni caso oggi il FC Novara è una società sana, con pochi debiti che verranno in ogni caso onorati da Ferranti, con bassi costi di gestione grazie ad una struttura snella con pochi dipendenti, con una rosa di solo 14 giocatori sotto contratto e senza conti da saldare con il Fisco. Uno stadio da 15.000 spettatori, un campo in sintetico in via di rifacimento a spese del Comune ed un centro sportivo pronto per essere utilizzato a costi contenuti.

Per un imprenditore sano (novarese, italiano, straniero o marziano non importa) che volesse investire nel mondo del calcio, oggi il FC Novara è un’occasione unica e irripetibile, un vero grande affare. Sarebbe un affare sia per un investimento che puntasse ad un ritorno economico nel breve-medio termine sia per un investimento a lungo termine di radicamento sul territorio. Purtroppo, per gli stessi motivi è anche la preda ideale per iene ed avventurieri alla Pavanati.

Indipendentemente dall’iscrizione al prossimo campionato la strada ora è tracciata: Il FC Novara è in vendita. E se a queste condizioni, nessuno fosse interessato, sarebbe opportuno meditare seriamente sulla possibilità che a Novara oggi non sia possibile partecipare ad un campionato professionistico.

Lunga vita al Novara Calcio 1908.

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