Analisi Tecnica
Tutto bene o quasi
Published
3 anni faon
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Jacopo
Erano le 21.29 di sabato quando mandavo il seguente messaggio al Sarto: ‘Sono abbastanza certo che domani quanto meno non perdiamo. Quelli dopo una rimonta da 3-0 a 3-3 secondo me sono per lo meno un filo scarichi mentalmente’. In realtà avevo totalmente cannato valutazione: non è che fossero scarichi, erano proprio scarsi come la morte, e probabilmente dovevo concentrarmi più sul fatto che alla prima giornata fossero riusciti a prendere 3 gol dalla Pergolettese prima di rimontare.
Detto questo, la prestazione di domenica mi ha comunque sorpreso in quanto a continuità e superiorità dimostrata. Dopo la sfuriata in conferenza di Banchieri e soprattutto con le scorie della sconfitta amara nel derby temevo quanto meno il ‘braccino’ con annessa partenza contratta e magari il classico gol del cazzo che ti manda in merda. Se da Lucca guardano Facebook probabilmente qualcuno si aspettava di trovare un ambiente che definire teso è poco. E invece il nostro Jo ha dimostrato di essere bravo e anche un po’ paraculo (nel senso buono neh, mister) a drammatizzare una situazione che probabilmente non è quella ideale ma sicuramente è molto lontana dal quadro catastrofico di orde di gente che non si regge in piedi che era emerso venerdì.
Buba mi è sembrato assolutamente in palla, Gonzo letteralmente un altro giocatore, con la bella variante dello spostamento a destra su cui tornerò più avanti. Davanti Panico in questa categoria ha dimostrato per l’ennesima volta di fare un altro sport, Zigoni ancora un po’ legato ma è sempre al posto giusto e se recupera un po’ di brillantezza il gol è sicuramente dietro l’angolo.
Quindi tutto bene? No. Perché l’idea di Gonzalez esterno col piede invertito mi piace molto ma non è sostenibile in una catena di destra con Pagani. L’unico vero pericolo infatti lo abbiamo corso su una palla persa male da Gonzo e relativo contropiede quasi letale, forse anche perché Gonzo tipicamente quando perde palla ha i tempi di reazione miei a calcetto, ma in generale la fase difensiva ha pesantemente scricchiolato da quella parte.
No, perché Bove e Bellich assieme, specie con a destra Pagani, non sono proponibili in questo momento contro una squadra seria e urge al più presto il famoso difensore sporco e cattivo, che dovrebbe essere Migliorini.
Anche in mezzo, tolta la gestione di Collodel che continuo a comprendere meno di un’intervista a Vito Crimi (penso sia la prima volta nella storia che un giocatore fa tutto il precampionato titolare e da capitano e alla seconda è già in panchina e entra per ultimo, pur con la moria di centrocampisti sbandierata) ci manca chiaramente qualcosa. Schiavi è davvero difficilmente inquadrabile tatticamente in questa rosa, o forse in qualsiasi rosa, perché dà sempre l’idea di metterci un sacco di impegno (e questo è encomiabile) ma di giocare una partita tutta sua che è libera dal ruolo e dal modulo, con tutti i rischi annessi e connessi. E per ora nessuno dei nuovi sembrano corrispondere al tipo di centrocampista che io definirei ‘alla Porcari’ e che, infortunio di Hrkac a parte, ci mancherebbe come il pane per avere il pacchetto completo.
Di Firenze tatticamente potremmo fare anche a meno a mio parere: sul reale valore di questo ragazzo ho versioni più discordanti di un pezzo dei primi Soundgarden, anche se in base a come evolve la vicenda rinnovi e qualche cessione last minute (che al momento in cui scrivo non è ancora da escludere) potremmo invece scoprire di aver bisogno di un giocatore così.
Abbiamo invece assolutamente bisogno di uno come Lanini come alternativa in attacco e per far rifiatare anche la batteria di esterni offensivi.
Dunque, ora arriva il bello. In base a quanto velocemente questi nuovi elementi si integreranno nell’ossatura della squadra dipenderà molto il tipo di campionato che faremo, con una magnitudo che va da stravincerlo ad arrivare decimi come due anni fa. Se tutto girerà come si deve nessun obiettivo ci è precluso, specie se stavolta ci ricordiamo di depositare la fideiussione.
Jacopo
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“Sappiamo l’importanza della partita di domani, dobbiamo invertire il trend in casa per poter centrare l’obiettivo dei playoff. Dobbiamo essere molto più motivati dei nostri avversari”. M. Marchionni, intevista prepartita Novara – Feralpi, 15/04/23
Tradotto in pensieri alla luce di quanto visto in campo oggi: “Sono talmente sicuro di vincere visto che loro stanno a motivazioni zero che mi permetto di far giocare tutti gli uomini miei, da Benalouane a Ariaudo a Lazaar che partirà addirittura dall’inizio, e non ho intenzione di levarlo neanche quando avrà la tensione muscolare di un sollevatore di pesi che si gioca l’oro allo strappo alle Olimpiadi perché così la piantate di rompermi i coglioni con la storia che è un rottame. Giocherà Ciancio al posto di Calcagni, anche se l’ultimo passaggio lo ha azzeccato nell’amichevole del 30 marzo con la squadra milanese di prima categoria e l’ultimo cross appena dopo Natale. E Khailoti, che è l’unico mio di proprietà dietro e ho accuratamente bruciato facendogli fare il terzino in una partita in cui su quella fascia non sapevamo neanche dove stavamo girati, non vedrà il campo. Mi permetterò addirittura di fare turnover in attacco alla partita decisiva per l’accesso ai play off, riproponendo il fotomodello balcanico che non gioca da 4 mesi per dimostrare a tutti come sono bravo a rigenerare i cadaveri. Invece Margiotta lo metterò solo negli ultimi 10 minuti anche se è il più forte lì davanti, e a chi me lo rinfaccia dal rettilineo darò del cagacazzi che ce l’ho qui nel gozzo da un mese. Mi giocherò addirittura un Di Munno prima degli attaccanti come primo cambio a ben 15’ dalla fine in una partita che devo vincere per forza. Tutto questo perché, ragazzi, è evidente che abbiamo motivazioni troppo superiori a loro. Chi ha l’occhio se ne accorgerà già intorno al 13’ del primo tempo, quando il loro esterno invece di avventarsi su una palla che sta andando sul fondo e metterla in mezzo tesa alla punta che non aspetta altro che appoggiarla in porta, la lascerà placidamente scorrere in corner. O ancora verso la fine del primo tempo, nell’unica vera potenziale occasione da gol costruita con una giocata ragionata dalla Feralpi, quando il quasi omonimo del nostro bellissimo e pettinatissimo puntero biondo si getterà di testa su una palla pericolosissima messa in mezza con la stessa cattiveria del Sarto a Pasquetta al 25esimo Campari. Tanto poi nel post-partita potrò comunque dire che la Feralpi è stata ‘la squadra che mi ha impressionato di più fino ad oggi’, anche se ha giocato con la stessa tensione agonistica che c’è a una manifestazione dei Fridays for Future e, dopo aver tirato zero volte in porta, siamo riusciti a vincerla solo per un autogol a 5’ dalla fine che speriamo vedano meno persone possibile in Procura Federale”.
Pensieri e parole, in una giornata che mi riconferma tanti dubbi e perplessità sul signore che sta in panchina. Ma siamo virtualmente nei play off (a meno di remote sorprese probabilistiche legate alla perdente della finale di Coppa) e sono sicuramente io ad essere cagacazzi e maicuntent.
Jacopo

Non so se mi abbia fatto più incazzare la prestazione di oggi oppure la solita manfrina post-partita al suono di ‘abbiamo staccato la spina’, ‘è una questione mentale’, ‘non c’eravamo di testa’ che ci viene propinata dal mister ogni volta che si perde. Sì, perché, senza essere mai entrato a Coverciano ma avendo frequentato al massimo il calcetto del lunedì sera, a me è bastata la prima imbarcata su palla persa dopo 8 minuti per capire che in campo avevamo l’equilibrio di un malato di labirintite al decimo Negroni. E, anche se ammetto che dal primo momento in cui è tornato Marchionni aspettavo di vedere il modulo dello scorso anno, ho sempre sostenuto che finché non avessimo avuto due esterni nel loro ruolo e non inventati o a piede invertito, il 3-4-1-2 non ce lo potevamo permettere. Mi chiedo quindi cosa volesse ottenere Marchionni partendo a due in mezzo, con i due che erano il nostro regista grimpeur e uno che le sta giocando tutte ma, non dimentichiamoci, è reduce da 9 presenze in due stagioni e da un crociato a 30 anni, due esterni ancora una volta adattati per piede o posizione, e due punte e mezza di cui uno è un 37enne a cui io voglio bene come se fosse mio padre ma che per caratteristiche fisiche ormai gioca allo stesso modo sia che entri a 10 dalla fine sia che parta dall’inizio, ossia è efficace solo e soltanto a palla scoperta in situazione di riconquista e superiorità in mezzo. E, sia chiaro, merita già una statua solo per il fatto che questo lavoro riesce a farlo per 90 minuti in C, figuriamoci se dobbiamo chiedergli pure di saltare l’uomo nell’1 contro 1 o inventarsi la giocata a palla coperta come a un Galuppini.
Se possibile, Marchionni ha fatto addirittura peggio quando ha cambiato Ciancio di fascia passando a 4 dietro per rinforzare il centrocampo con Calcagni, perché, oltre a lasciare campo libero su quella corsia senza un avversario di ruolo a Bariti che era palesemente il più in palla, ha aggiunto confusione a confusione con l’assurdità appunto di Khailoti spostato terzino, con cui infatti abbiamo retto la bellezza di circa 60 secondi prima di prendere lo 0-2. Il risultato è stato bruciarci Omar, che Marchionni è stato costretto a sostituire per palese mancanza di lucidità psico fisica a fine primo tempo, e impedirci di fare quello che secondo me era necessario per correggere la cagata iniziale ma quando eravamo ancora sullo 0-1, ossia levare una punta per mettere Rocca e tornare al 3-5-2 solito. Poi qualcuno dirà che con quello stesso assetto abbiamo fatto l’1-2, ma detto in maniera molto franca a me frega un cazzo di fare un gol su sviluppo di una spizzata a seguito di una dormita della difesa avversaria quando ho rischiato di prenderne 6 dopo ogni singolo ribaltamento di fronte.
A questo punto, tanto valeva partire subito con la difesa a 4, pur con Ciancio a sinistra e Calcagni adattato terzino che tanto ormai è come la pelle del cazzo (cit. per pochi) e almeno evitavi di andare in inferiorità numerica a centrocampo. Ma probabilmente siamo noi che non abbiamo capito un cazzo e tutto questo bordello era solo per preparare il terreno ideale all’ingresso dell’ uomo degli ultimi 15 minuti, quel Lazaar che probabilmente sarà pronto a giocare una partita intera intorno a Ferragosto e che al primo tocco di palla ci ha deliziato con una cagata che è costata il giallo a Benalouane, mentre il secondo è stato una punizione (che dovrebbe essere uno dei suoi pezzi forti) che deve ringraziare il padre eterno sia stata impattata dall’uomo più esterno in barriera evitandogli un’ulteriore figura di merda da quanto faceva cagare.
O, più probabilmente, sarebbe bastato fare la cosa più logica che qualsiasi pirla avrebbe immaginato alla vigilia: mettere Pablo (o Margiotta che sono evidentemente l’unico a considerare il giocatore più completo del pacchetto offensivo) al posto dell’infortunato Galuppini, riproponendo esattamente lo schieramento di Piacenza, con Rocca che se è stato in grado di fare i secondi 45 minuti + recupero devo desumere fosse in grado di fare almeno i primi 45. Forse così ci saremmo evitati di vedere un primo tempo che sembrava il calcetto del lunedì sera quando nessuno ha voglia di stare fisso dietro.
Jacopo

Non posso dire di essere sorpreso dal risultato di ieri. Forse un po’ nelle proporzioni e nella superiorità dimostrata, ma il binomio che pronosticavo tra ‘partita aperta’ e condizione fisica che già a Busto mi pareva eccellente, ha fatto più gap del previsto. O almeno, per quel che si può prevedere in questo campionato che è sempre più un sottile equilibrio sopra la follia. Il resto lo ha fatto una struttura di squadra e di interpreti che finalmente, per la seconda volta in questa stagione dopo il breve interregno Semioli ma senza che a questo giro ci fossero nubi nere incombenti per chi sta in panchina alla prima stecca, sta cominciando a stabilizzarsi una volta recuperata una situazione infortuni vagamente somigliante a una rosa di C e non a un day hospital. Ed è la riprova, a prescindere dal fatto che uno sia fan di un modulo di gioco o di un allenatore (e io non lo sono né del 3-5-2 né di Marchionni), che quando si sceglie una strada a livello tecnico va perseguita senza farsi influenzare in maniera troppo pesante dai risultati negativi, ma vanno mixate in modo intelligente a livello comunicativo aspettative, tensioni eventuali coi tifosi, pressioni varie per mantenere la rotta in mezzo a eventuali tempeste, che poi a Novara non sono mai nulla rispetto agli tsunami che capitano in altre piazze, ma questa è storia vecchia.
A livello di singoli, non posso non partire dall’ elogio di un giocatore che ho apprezzato dal primo minuto in cui ha vestito la maglia azzurra, ossia Roberto Ranieri. Sarà per quel suo fisico da grimpeur o per quei suoi 25 anni portati peggio di Minala (si scherza Roby) o per quella sua tendenza a non mostrare mai un atteggiamento o una parola fuori posto (anzi, se non richiesto proprio a non dire nulla, che così non ci si sbaglia) ma a parlare solo e soltanto con le prestazioni in campo. Non ho mai capito il motivo per cui è stato messo in discussione nelle varie gestioni di quest’anno (o meglio, immagino sia stato per un tema di struttura fisica e interdizione in mezzo, ma non l’ho mai condiviso), perché un giocatore con le sue caratteristiche in un centrocampo per me è imprescindibile se si vuol provare a proporre calcio. C’è da dire che fino a gennaio, non avevamo mai avuto un elemento con le caratteristiche di Varone a dare quell’equilibrio in mezzo che mancava. Quindi per una volta, un plauso a Marchionni per essere tornato sui suoi passi, visto che col suo ritorno c’è stato un momento in cui sembrava fuori da giochi e a un passo dalla cessione.
E l’altro non può che essere il giocatore per cui ho ormai un rapporto di odio/amore paragonabile a quello che c’è in una relazione tossica, ossia Galuppini. Calcisticamente non è mai stato in discussione, e probabilmente gli serviva solo una sveglia seria come quella subìta nel post Padova che non era ancora arrivata nonostante la meritasse ben prima. Rimane incomprensibile per me come abbia gettato tutte le occasioni che si sono presentate in moltitudine per riappacificarsi a livello emotivo tramite un’esultanza, un gesto, una dichiarazione, con una piazza che, parliamoci chiaro, ad oggi lo sostiene solo perché quel sinistro non ce l’ha nessuno in categoria. Forse è fatto così, forse non gli interessa, forse sa di essere di passaggio, ma rimane un peccato perché davvero la voglia di fare la parte di ‘scurdammoce o passato’ è tanta a mio parere da parte della piazza ma rimane questo blocco emotivo che non si scioglie ma che potrebbe davvero trasformare la relazione tossica in un grande amore.
Ieri ho sentito più volte dire che questa squadra può essere la mina vagante dei play off. Mi pare ancora un po’ ardita come affermazione, per due motivi. Il primo riguarda le condizioni molto particolari in cui si è sviluppata la partita di ieri e che sostenevo all’inizio. Il secondo riguarda il fatto che per le alternative che abbiamo oggi (o meglio che non abbiamo) sugli esterni, almeno fino al rientro in una condizione soprattutto di testa più presentabile rispetto al brevissimo spezzone a Busto di Lazaar, questa squadra ancora non ha soluzioni di costruzione a parte il giro palla rapido e la verticalizzazione. È vero che c’è sicuramente ora con Varone e Rocca in mezzo una struttura di centrocampo che anche a livello di riconquista e ripartenza dà delle alternative importanti e permette tra l’altro a Galuppini di partire più da lontano come gli piace fare innescando il suo sinistro. Ma anche ieri credo che l’unico vero pericolo dalla fascia sia arrivato per la prima volta nel secondo tempo su quel tocco sottomisura se non sbaglio proprio di Ranieri dopo un bell’uno-due sulla destra. Mi pare evidente quindi che un allenatore avversario che con non sia così così scemo da giocare a due in mezzo e che parta francobollando Ranieri e tenendo subito la pressione molto alta per limitare anche l’impostazione da dietro (esattamente quello che non ha fatto ieri Stefani), ci toglierebbe al momento quasi del tutto il pallino del gioco.
La prova del nove di tutte queste belle elucubrazioni mentali sarà Piacenza. È la classica partita in cui sembrano essersi allineati gli astri a nostro favore: piazza storica in disarmo, squadra disperata costretta a vincere ad ogni costo e che quindi rischierà più del dovuto lasciandoci inevitabilmente spazi. E infatti è la classica partita da dito in culo, come la avrebbe definita il Sergione. Specie in un campionato come questo giocato tutto sull’equilibrio della follia.
Jacopo
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