Pensieri e parole
La piccola vedetta lombarda
Published
2 anni faon
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Ciumi
Sulle figure di merda fatte sino ad ora dai vari sindaci, avvocati, direttori di banca ( e non ) in merito alla “cordata” ci siamo già espressi qualche giorno fa e su quell’argomento ci torneremo esclusivamente a vicenda conclusa, non abbiamo sinceramente tempo da perdere.
Sulla qualità, perspicacia, competenza, serietà e capacità comunicativa del trio dirigenziale che governa, sino ad oggi, il Novara calcio ci esprimeremo a giorni a bocce ferme ( sempre che si fermino ) .. troppo comodo sarebbe per noi sparare oggi sulla croce rossa elencando tutte le stronzate che il trio è riuscito a combinare in termini di gestione operativa (non stiamo parlando di calcio mercato) nell’ultimo mese.
Sulle qualità morali e patrimoniali della nostra proprietà ci attiveremo non appena sarà depositato il bilancio 2019 …. troppi nodi aperti e troppi interrogativi da noi sollevati sono rimasti disattesi o inevasi … oggi spareremmo nel mucchio e non è nostra consuetudine… anche qui aspettiamo.
E allora in questo bailamme, ma sarebbe più adeguato chiamarlo casino, l’unico baluardo che ci è rimasto, probabilmente obtorto collo per molti, è Jo … la nostra piccola vedetta lombarda.
Lasciato lì solo su un albero a cercare il nemico, scrutando con un occhio l’orizzonte e con l’altro parandosi il culo ( perché il nemico non sempre ti arriva di fronte ) Simone Banchieri ha dimostrato nell’ultimo mese di essere l’unico a Novarello in grado di parlare, e pensare, sempre col cuore in mano mettendo al primo posto il bene del Novara.
Inviso a parecchi, dentro e fuori dallo spogliatoio, ha mantenuto comunque in questi giorni il suo aplomb da vecchio Piemonte portando avanti il suo lavoro e districandosi in un percorso irto, pieno di ostacoli che il suo stesso”management” ( usiamo questa parola senza credere che abbiamo un management … ma ci veniva comoda ) ha ben pensato di mettere in campo
Gli han fatto fare tutta la preparazione con un’ossatura di squadra cambiandogliela poi in corso d’opera …
Hanno continuato a comprargli punte e esterni quando aveva bisogno di difensori …
Gli hanno cambiato i convocati venti ore prima della partita con il pasticcio “garanzia fideiussoria” … e la prima partita, giocando pure di merda, non l’ha persa solo Jo ma, oltre a quelli che sono andati in campo, l’hanno fatto soprattutto quei soggetti ( su cui torneremo … come promesso ) che avevano il solo compito di creare un ambiente sereno e favorevole all’esordio in campionato … pensiamo che sarebbe bastato quello per dimostrare, sul campo, nonostante gli stracciamenti di vesti da ” retrocessione sicura” che il blocco dei Soloni ha già prefigurato, che comunque quest’anno saremo protagonisti sul campo forse più di quanto lo siamo stati lo scorso anno.
Noi non siamo mai stati teneri con nessun allenatore , alla fine li abbiamo sfanculati e maledetti tutti, e probabilmente in futuro non lo saremo nemmeno con Banchieri pronti a demolirlo alla prima serie di cazzate perpetrate … ma ci siamo sinceramente rotto i coglioni di sentirci raccontare la favola del “premiato oltre i suoi meriti” o del “salvato dagli anziani” …
Sino ad oggi Jo ci ha portati, culo o non culo, a tre centimetri dalla finale per andare in serie B; ha fatto giocare per un anno un ragazzino di 17 anni che il Novara ha venduto per cifre inimmaginabili dodici mesi fa; ha impiegato tutti i giovani a sua disposizione portando a casa “bonus da minutaggio” come se non ci fosse un domani …
quindi per il momento grazie Jo se non altro perché hai dimostrato che quello scudetto rossocrociato sul petto l’hai sempre rispettato .. in questi periodi bui, con tutta la merda che abbiamo dovuto mangiare in questi anni, ci basta già.
Certo ti porti dietro due sconfitte del cazzo consecutive nel derby e, probabilmente, qualcuno non te lo perdonerà mai.
Ma i derby passano e il Novara resta … già sapere, o intuire, che abbiamo uno a Novarello che non spala merda sugli altri come è stato fatto finora, cercando di mantenere in equilibrio una barca forse alla deriva, ci fa dormire un po’ più tranquilli.
Poi verrà il tempo della resa dei conti e allora saranno cazzi veramente amari per molti.
Ciumi
Analista tecnico delle partite e sfanculatore ufficiale del blog. Convive con una sana passione per le Converse All Star sgualcite e scolorite e per la scarsa considerazione sul genere umano. Severo ma giusto.

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Un fortissimo abbraccio a Roberto Cevoli con auguri di pronta guarigione. Nella storia del Novara Roberto non entrerà per i risultati ma sulla sua onestà e dedizione non si può eccepire nulla. Pacato e mai sopra le righe si è trovato a dover gestire una situazione difficile suo malgrado e come spesso accade nel calcio si sono riversate su di lui tutte le colpe. Probabilmente ha commesso qualche errore ma non era certo il colpevole assoluto. Persona piacevole con cui interloquire e discutere senza dover alzare mai i toni.
Un grandissimo in bocca al lupo dai tifosi azzurri per poter tornare ad una vita serena in cui tu possa sederti su una panchina probabilmente da avversario ma con tutto il nostro rispetto.
Siviersson

Pavanati e De Salvo sono falliti. Non riesco ancora a prenderla come una buona notizia, anzi rabbia e indignazione sono ancora predominanti per una vicenda truffaldina che ci ha privato della storia del nostro Novara Calcio 1908.
Ora per lo meno la strada è tracciata: Pavanati e De Salvo sono falliti, dovranno probabilmente rispondere di bancarotta fraudolenta e sinceramente spero che la giustizia una volta tanto, vada fino in fondo facendogli pagare fino all’ultimo centesimo.
L’iter fallimentare prevede che tutti i beni materiali della società (Coppe, Trofei, Maglie Storiche e tutti i cimeli del Novara Calcio 1908) dovranno essere messi all’asta per risarcire i creditori.
E questo è il primo punto: bisogna evitare che un privato o un collezionista se ne impossessi. Le associazioni ed i club vicini al Novara Calcio, penso al Coordinamento e ai Fedelissimi ma anche al Panathlon Club Novara attuale con Presidente Carlo Accornero oppure lo stesso Comune di Novara devono recuperare tutto questo patrimonio e restituirlo alla città. Passeranno parecchi mesi prima dell’asta fallimentare ma sarebbe utile cominciare a pensarci ed organizzarci.
Il secondo punto è la restituzione del titolo sportivo alla società che in questo momento rappresenta il calcio a Novara. Può sembrare un banale capriccio sentimentale ma in realtà è l’unico modo per restituire la Storia del Novara Calcio ai suoi tifosi. Insisto e ripeto l’esempio più banale: festeggiare il record di gol realizzati da Gonzalez è un’ipocrisia che tale rimarrà finché il titolo sportivo del Novara Calcio 1908 non verrà assegnato al FC Novara.
L’art. 52, 2° comma, delle N.O.I.F. è chiaro “il titolo sportivo di una società cui venga revocata l’affiliazione, può essere attribuito ad altra società con delibera del presidente della F.I.G.C.” ma perché questo avvenga qualcuno con le carte in regola deve richiederlo e l’unico ad averle è il FC Novara.
Non ho mai sentito Ferranti esporsi su questo argomento forse perché attendeva la sentenza di fallimento definitiva. Adesso è arrivato il momento di far sapere le sue intenzioni. Questa sarà la sua partita più importante, l’unica veramente da vincere e così finalmente capiremo se sta diventando un “nuares” o viceversa se al di la di tante parole il FC Novara è soltanto un bel passatempo.
Vinci per noi Massimo Ferranti!

La parola “amore” può essere riferita talmente a tante cose e situazioni, che è impossibile definirne in modo compiuto un significato generale, ed è possibile spiegarla solo osservandone i vari aspetti che la caratterizzano nelle situazioni specifiche a cui la si può associare.
E queste situazioni non sempre sono determinate dai classici rapporti umani nei quali si stabiliscono relazioni che convenzionalmente definiamo amorose. A volte sono passioni di diverso genere, verso cose, attivitá spesso di lavoro, insomma ogni cosa che fa riferimento a tutto lo scibile possibile e immaginabile.
Eppure in molti casi si determina un rapporto amoroso che risulta più intenso e duraturo di quello che si può stabilire in una relazione di coppia.
Esiste, per esempio, un amore che spesso nasce nel periodo in cui si accendono quei rapporti che dureranno tutta la vita, ovvero l’infanzia, dove sará pressocché impossibile successivamente abbandonarlo e che ti seguirá fedelmente per tutta la vita: l’amore per il calcio.
Questo sentimento nasce, appunto, solitamente da piccoli, quando è più facile dare fuoco alle fantasie create dalla purezza d’ animo che accompagna, mano nella mano, i sogni che più avanti si trasformeranno in speranze: scatta la scintilla e si viene assaliti da una irresistibile voglia di emulare le gesta e le imprese dei giocatori della tua squadra del cuore e di provare a diventare come loro; ed è così, proprio con queste motivazioni e queste aspettative che si inizia a giocare a calcio, magari in una squadretta di periferia, non prima di aver calcato ogni tipo di terreno improvvisato.
Ma inevitabilmente quando si cresce, questa sensazione diventa ancor più forte, fino ad assumere i tratti della dipendenza, come una droga, davanti alla quale assume i tratti di un’impresa titanica dovervi rinunciare.
Ma se risulta sacrosanto fuggire dalle droghe che creano dipendenza e provocano danni inimmaginabili, dalla dipendenza dal calcio, sarebbe buona cosa non fuggire, anzi, favorire l’introduzione di un ragazzo a questa disciplina di carattere sportivo significherebbe offrire a lui una importante opportunitá di crescita.
Più importante peró sarebbe che i genitori non pretendessero di avere dopo pochi mesi, un piccolo futuro campione in casa, somigliando a quei tifosi che si convincono di avere nella rosa della propria squadra campioni da cui pretendere sempre prestazioni di alto livello.
Da questa esperienza si possono imparare tante cose come l’importanza del gioco di squadra e la imprescindibilità del reciproco sostegno nonché aiuto, e che da questa universale disciplina, a patto che si rispettino i criteri fondamentali di rispetto e lealtà nei confronti dell’avversario, si possono provare tutte quelle gioie che tutti conosciamo avendole almeno una volta provate, come vincere un torneo o una coppa, magari segnare un gol decisivo e subito trovarsi a celebrare, attraverso un abbraccio collettivo, uno di quei momenti che per sempre resteranno impressi.
Quanto sopra rappresenta il top delle emozioni, ma esistono altresi anche quelle piccole soddisfazioni quotidiane come i miglioramenti e progressi tangibili che in allenamento si possono percepire come conquiste di cui essere orgogliosi che segnalano inequivocabilmente la qualità del lavoro svolto con passione.
Bisogna però mantenere un certo equilibrio e non temere di esibire un buon livello di onestà intellettuale nel parlare di queste cose, quindi si deve sottolineare che, come dice il proverbio, non sono tutte rose e fiori, e chiarire subito che dal calcio le emozioni che si possono provare non sono solo quelle positive, anzi sono statisticamente più frequenti quelle negative, basti pensare alla recente e bruciante eliminazione dai mondiali della nostra Nazionale come esempio macroscopico.
Comunque, nonostante questi alti e bassi, il calcio entra nella vita e nell’essere di chi lo pratica, così profondamente al punto che risulta essere poi molto difficile, se non addirittura quasi impossibile, sostituire con altra materia sportiva, o dimenticare, forse anche da accantonare temporaneamente.
Non credo di sbagliare nell’affermare che per molti il calcio viene considerato più che uno sport, più che uno sfogo psicofisico, addirittura come una seconda vita.
Mi è capitato di dover difendere la mia personalissima posizione dall’attacco di chi giudica sciocco e infantile innamorarsi di uno sport il cui scopo sia quello di correre appresso una palla, e come sia possibile spendere così tanti soldi e tempo per seguire allo stadio la propria squadra, addirittura accompagnandola in trasferta.
È propabile che sia superfluo tentare una risposta, quasi certo che qualunque sia la controteoria esposta, sarà pressocché impossibile fare breccia nel qualunquismo dal quale nascono queste affermazioni.
Mai potrà capire e fare propria la gioia che si prova quando la tua squadra vince, o più ancora quando ciò avviene grazie a un gol spettacolare o anche attraverso il classico gollonzo, chi ti formula queste accuse lui si, probabilmente, è uno di quelli che è nato e vive in perenne fuorigioco!!
Per non parlare poi dell’adrenalina e della tensione tributate all’attesa di una partita importante della tua squadra, anche se tutte le partite sono importanti!
Penso che gli amanti del calcio dentro di sè, posseggano e custodiscano qualcosa di perverso o di sadico e magari di autolesionistico, in quanto il meno che ti possa capitare è una sorta di malessere fisico e comportamentale, senza voler citare quella stranissima e spiacevole sensazione intestinale di budella contorte prima di ogni appuntamento con i tuoi sacri colori.
In definitiva il calcio è si solo correre dietro a una palla, e per questo è un amore ben strano; ma in fianco a quella palla molto spesso corre anche la vita.
E se a quella palla tu riuscissi mai a dare il calcio giusto, quello che fa la differenza rispetto a quanti calci ne prendi in culo sovente dalla vita, vedrai quella palla infilarsi nella porta per accompagnarti a braccetto con lei alla vittoria.
Il Novara rappresenta tutto questo e tanto altro.
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