Pensieri e parole
Acciacchi e speranze
Published
3 anni faon
By
Nonnopipo
Sono uno a cui è sempre e solo bastato sapere che la palla rotolasse, non è mai stato importante essere consapevole della bontà e efficienza di chi ci fosse a dirigere le danze, chi fosse il proprietario. Era sufficiente che qualcuno, con la mia maglia indosso, lottasse per Lei e per me.
Ma il tempo passa e pretende sempre di più.
E ti preoccupi del tuo stato fisico, della tua salute, dei tuoi cari e dei tuoi amici, insomma di tutte quelle cose che hanno sempre fatto parte della tua vita e che da sole o insieme ad altre determinano il tuo stato psicofisico.
E tra queste cose il Novara Calcio 1908 trova un posto fisso e fondamentale.
Ne abbiamo passate tante insieme, inutile ricordarle tutte, non basterebbe lo spazio su questo impertinente e innamorato blog, ma nonostante gli alti e gli inevitabili bassi, mai ho rivolto uno sguardo pieno di paura, alle sorti della mia maglia azzurra, nemmeno quando incombeva una possibile caduta tra le file del dilettantismo.
Ora mi ritrovo con gli anni che, in modo assai più veloce rispetto a prima, scorrono rapidi come un frecciarossa, uno dopo l’altro.
E se i piccoli segnali che il corpo lancia quotidianamente alimentano qualche preoccupazione riguardo lo stato di salute, potete immaginare quanto le voci, più o meno attendibili, che circolano in questo particolare momento storico, godano di una precisa proprietà transitiva, ovvero: dalle pagine di questo blog, che ha il pregio e il coraggio di esporle, raggiungono rapidamente, minandola, la mia stabilità emotiva, custode da sempre di una delle costanti della mia vita: il Novara Calcio 1908, appunto. Si, 1908, perchè da quell’anno così lontano nel tempo, il Novara non è mai fallito. E questo è bene ricordarlo a tutti i partecipanti a questa gita.
Quanto sia importante per me (noi), quanto sia fondamentale questa verginità, traspare da un pezzo in lingua novarese, scritto e pubblicato, sempre su questo blog, lingua che già dal 1908 veniva parlata abitualmente e che ancor oggi sta a significare nonchè certificare storia, cultura e dignità, come tutti i dialetti d’Italia. “Se la leggessero i CianciRullo” si intitolava.
E allora mi rivolgo direttamente alla nuova proprietà, a chi altrimenti?
Avete letto quelle righe? Ve le siete fatte tradurre? Il vostro nuovo ufficio stampa riuscirà sicuramente a trovare qualcuno in grado di farlo, certo non in un bar della movida, ma sarebbe sufficiente entrare in un’ osteria per trovare qualcuno in grado di farlo.
Non disprezzate quelle rime, esse racchiudono la nostra storia che oggi ha incrociato la vostra, pronte a distribuire valori a rilascio lento, come un farmaco che cura tutti gli acciacchi.
Vi ho difesi su questo blog, nel periodo post lockdown, con un altro pezzo intitolato ”sfigati del cazzo!!”, quando ogni vostra scorreggia veniva dalla piazza data per certa essere bagnata, e che terminava con un monito semplice ma concreto che non fa male ricordarvi: “…Detto ciò, se mai tra un paio di mesi avvertissimo quel tipico odore nauseabondo che sa di presa per il culo, allora saremo pronti a differire, a coloro che della nostra fede incondizionata si sono approfittati, un trattamento come mai si è riservato a nessuno su questo blog.
Ma ora io sto con i CianciRullo.”
I due mesi scadranno il 6 agosto, proprio il giorno successivo a una data di importanza vitale per il nostro, e sottolineo “nostro”, futuro. Così, giusto per la coincidenza e per il rispetto dovuto a chi vive per quelle undici maglie azzurre che corrono dietro a un pallone che rotola.
Nonnopipo
Novara perchè è la mia città, il Novara calcio perchè è la squadra della mia città, il dialetto perchè se il futuro è una porta il passato è la chiave per aprirla. Forsa Nuara tüta la vita.

Scelti per te

Un fortissimo abbraccio a Roberto Cevoli con auguri di pronta guarigione. Nella storia del Novara Roberto non entrerà per i risultati ma sulla sua onestà e dedizione non si può eccepire nulla. Pacato e mai sopra le righe si è trovato a dover gestire una situazione difficile suo malgrado e come spesso accade nel calcio si sono riversate su di lui tutte le colpe. Probabilmente ha commesso qualche errore ma non era certo il colpevole assoluto. Persona piacevole con cui interloquire e discutere senza dover alzare mai i toni.
Un grandissimo in bocca al lupo dai tifosi azzurri per poter tornare ad una vita serena in cui tu possa sederti su una panchina probabilmente da avversario ma con tutto il nostro rispetto.
Siviersson

Pavanati e De Salvo sono falliti. Non riesco ancora a prenderla come una buona notizia, anzi rabbia e indignazione sono ancora predominanti per una vicenda truffaldina che ci ha privato della storia del nostro Novara Calcio 1908.
Ora per lo meno la strada è tracciata: Pavanati e De Salvo sono falliti, dovranno probabilmente rispondere di bancarotta fraudolenta e sinceramente spero che la giustizia una volta tanto, vada fino in fondo facendogli pagare fino all’ultimo centesimo.
L’iter fallimentare prevede che tutti i beni materiali della società (Coppe, Trofei, Maglie Storiche e tutti i cimeli del Novara Calcio 1908) dovranno essere messi all’asta per risarcire i creditori.
E questo è il primo punto: bisogna evitare che un privato o un collezionista se ne impossessi. Le associazioni ed i club vicini al Novara Calcio, penso al Coordinamento e ai Fedelissimi ma anche al Panathlon Club Novara attuale con Presidente Carlo Accornero oppure lo stesso Comune di Novara devono recuperare tutto questo patrimonio e restituirlo alla città. Passeranno parecchi mesi prima dell’asta fallimentare ma sarebbe utile cominciare a pensarci ed organizzarci.
Il secondo punto è la restituzione del titolo sportivo alla società che in questo momento rappresenta il calcio a Novara. Può sembrare un banale capriccio sentimentale ma in realtà è l’unico modo per restituire la Storia del Novara Calcio ai suoi tifosi. Insisto e ripeto l’esempio più banale: festeggiare il record di gol realizzati da Gonzalez è un’ipocrisia che tale rimarrà finché il titolo sportivo del Novara Calcio 1908 non verrà assegnato al FC Novara.
L’art. 52, 2° comma, delle N.O.I.F. è chiaro “il titolo sportivo di una società cui venga revocata l’affiliazione, può essere attribuito ad altra società con delibera del presidente della F.I.G.C.” ma perché questo avvenga qualcuno con le carte in regola deve richiederlo e l’unico ad averle è il FC Novara.
Non ho mai sentito Ferranti esporsi su questo argomento forse perché attendeva la sentenza di fallimento definitiva. Adesso è arrivato il momento di far sapere le sue intenzioni. Questa sarà la sua partita più importante, l’unica veramente da vincere e così finalmente capiremo se sta diventando un “nuares” o viceversa se al di la di tante parole il FC Novara è soltanto un bel passatempo.
Vinci per noi Massimo Ferranti!

La parola “amore” può essere riferita talmente a tante cose e situazioni, che è impossibile definirne in modo compiuto un significato generale, ed è possibile spiegarla solo osservandone i vari aspetti che la caratterizzano nelle situazioni specifiche a cui la si può associare.
E queste situazioni non sempre sono determinate dai classici rapporti umani nei quali si stabiliscono relazioni che convenzionalmente definiamo amorose. A volte sono passioni di diverso genere, verso cose, attivitá spesso di lavoro, insomma ogni cosa che fa riferimento a tutto lo scibile possibile e immaginabile.
Eppure in molti casi si determina un rapporto amoroso che risulta più intenso e duraturo di quello che si può stabilire in una relazione di coppia.
Esiste, per esempio, un amore che spesso nasce nel periodo in cui si accendono quei rapporti che dureranno tutta la vita, ovvero l’infanzia, dove sará pressocché impossibile successivamente abbandonarlo e che ti seguirá fedelmente per tutta la vita: l’amore per il calcio.
Questo sentimento nasce, appunto, solitamente da piccoli, quando è più facile dare fuoco alle fantasie create dalla purezza d’ animo che accompagna, mano nella mano, i sogni che più avanti si trasformeranno in speranze: scatta la scintilla e si viene assaliti da una irresistibile voglia di emulare le gesta e le imprese dei giocatori della tua squadra del cuore e di provare a diventare come loro; ed è così, proprio con queste motivazioni e queste aspettative che si inizia a giocare a calcio, magari in una squadretta di periferia, non prima di aver calcato ogni tipo di terreno improvvisato.
Ma inevitabilmente quando si cresce, questa sensazione diventa ancor più forte, fino ad assumere i tratti della dipendenza, come una droga, davanti alla quale assume i tratti di un’impresa titanica dovervi rinunciare.
Ma se risulta sacrosanto fuggire dalle droghe che creano dipendenza e provocano danni inimmaginabili, dalla dipendenza dal calcio, sarebbe buona cosa non fuggire, anzi, favorire l’introduzione di un ragazzo a questa disciplina di carattere sportivo significherebbe offrire a lui una importante opportunitá di crescita.
Più importante peró sarebbe che i genitori non pretendessero di avere dopo pochi mesi, un piccolo futuro campione in casa, somigliando a quei tifosi che si convincono di avere nella rosa della propria squadra campioni da cui pretendere sempre prestazioni di alto livello.
Da questa esperienza si possono imparare tante cose come l’importanza del gioco di squadra e la imprescindibilità del reciproco sostegno nonché aiuto, e che da questa universale disciplina, a patto che si rispettino i criteri fondamentali di rispetto e lealtà nei confronti dell’avversario, si possono provare tutte quelle gioie che tutti conosciamo avendole almeno una volta provate, come vincere un torneo o una coppa, magari segnare un gol decisivo e subito trovarsi a celebrare, attraverso un abbraccio collettivo, uno di quei momenti che per sempre resteranno impressi.
Quanto sopra rappresenta il top delle emozioni, ma esistono altresi anche quelle piccole soddisfazioni quotidiane come i miglioramenti e progressi tangibili che in allenamento si possono percepire come conquiste di cui essere orgogliosi che segnalano inequivocabilmente la qualità del lavoro svolto con passione.
Bisogna però mantenere un certo equilibrio e non temere di esibire un buon livello di onestà intellettuale nel parlare di queste cose, quindi si deve sottolineare che, come dice il proverbio, non sono tutte rose e fiori, e chiarire subito che dal calcio le emozioni che si possono provare non sono solo quelle positive, anzi sono statisticamente più frequenti quelle negative, basti pensare alla recente e bruciante eliminazione dai mondiali della nostra Nazionale come esempio macroscopico.
Comunque, nonostante questi alti e bassi, il calcio entra nella vita e nell’essere di chi lo pratica, così profondamente al punto che risulta essere poi molto difficile, se non addirittura quasi impossibile, sostituire con altra materia sportiva, o dimenticare, forse anche da accantonare temporaneamente.
Non credo di sbagliare nell’affermare che per molti il calcio viene considerato più che uno sport, più che uno sfogo psicofisico, addirittura come una seconda vita.
Mi è capitato di dover difendere la mia personalissima posizione dall’attacco di chi giudica sciocco e infantile innamorarsi di uno sport il cui scopo sia quello di correre appresso una palla, e come sia possibile spendere così tanti soldi e tempo per seguire allo stadio la propria squadra, addirittura accompagnandola in trasferta.
È propabile che sia superfluo tentare una risposta, quasi certo che qualunque sia la controteoria esposta, sarà pressocché impossibile fare breccia nel qualunquismo dal quale nascono queste affermazioni.
Mai potrà capire e fare propria la gioia che si prova quando la tua squadra vince, o più ancora quando ciò avviene grazie a un gol spettacolare o anche attraverso il classico gollonzo, chi ti formula queste accuse lui si, probabilmente, è uno di quelli che è nato e vive in perenne fuorigioco!!
Per non parlare poi dell’adrenalina e della tensione tributate all’attesa di una partita importante della tua squadra, anche se tutte le partite sono importanti!
Penso che gli amanti del calcio dentro di sè, posseggano e custodiscano qualcosa di perverso o di sadico e magari di autolesionistico, in quanto il meno che ti possa capitare è una sorta di malessere fisico e comportamentale, senza voler citare quella stranissima e spiacevole sensazione intestinale di budella contorte prima di ogni appuntamento con i tuoi sacri colori.
In definitiva il calcio è si solo correre dietro a una palla, e per questo è un amore ben strano; ma in fianco a quella palla molto spesso corre anche la vita.
E se a quella palla tu riuscissi mai a dare il calcio giusto, quello che fa la differenza rispetto a quanti calci ne prendi in culo sovente dalla vita, vedrai quella palla infilarsi nella porta per accompagnarti a braccetto con lei alla vittoria.
Il Novara rappresenta tutto questo e tanto altro.
Forsa Nuara tüta la vita
Nonnopipo
Cerca nel blog
NSN on Facebook

Telegram
Lo sprint finale

L’equilibrio sopra la follia

Presidente Ferranti, intervista ma non troppo.

la VIDEO-MOVIOLA di Pro Patria-Novara

Lascia un commento