Pensieri e parole
Un pezzo di ferro vecchio
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3 anni faon
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Nonnopipo
E così, come afferma la mia amica Marinella Ferrara, il giorno dei sogni impossibili è arrivato.
Buoni o cattivi che siamo stati, sotto l’albero e davanti al presepe ( prima che qualche difensore delle tradizioni si incazzi), abbiamo trovato quello che ci siamo meritati. Funziona così da sempre.
Però quest’anno ho ricevuto un regalo che non mi aspettavo, uno di quei regali che mai avrei immaginato arrivasse così preciso per tempistica e precisione. Un pacchettino anonimo, confezionato un po’ alla sveltina, con tanto nastro adesivo a mascherare le pieghe più evidenti della carta un tantino stropicciata.
Bello eh!! Un pacco anonimo proprio per Natale! Chi sarà mai ??!! Lo avete aperto? Avete buttato la carta nella differenziata? Dai, aprite sta scatola un po’ ruvida, rimuovete il materiale dell’imballaggio che non si sa mai in quale cassonetto conferirlo, non c’è dentro niente? Impossibile, che scherzo del ca… cavolo (è Natale e non si dicono parolacce), si tratta? Ah ecco, lì sul fondo c’ è qualcosa, fammi vedere … ma cos’è? Un pezzo di ferro vecchio, arrugginito, un toch da fèrr végg!! Anche voi avete trovato la stessa cosa? Vabbè dai ammettetelo, nell’ottica dei cambiamenti, dal carbone si è passati al ferro arrugginito, sarà contenta la Greta, visto che il ferro è riciclabile mentre il carbone inquina. E dopo esservi sentiti utili alla causa tesa al salvataggio del pianeta, cosa fate lì come ebeti con quel pezzo di ferro in mano? Bom, avete fatto i cattivi tutto l’anno, avete rotto le balle al mondo intero a giorni alterni e ora cosa pretendete, un voucher per le Maldive valevole per due persone? Una bottiglia di Franciacorta per festeggiare? Dai, un pezzo di ferro e pedalare.
Non sei convinto? Allora rituffi le mani dentro a quello scatolone cercando disperatamente qualcosa che certifichi il mittente, dai, San Tommaso che non sei altro, guarda bene, cagadübi di mè bali, non ti accorgi che c’è un bigliettino da visita? E aprilo no!!?? Vero che non vedi l’ ora di scoprire chi ti ha preso per il culo spedendoti un pezzo di ferro … una fotografia, ti hanno spedito la foto di una famiglia che non conosci : Due giovinotti, un signore mediamente anziano, una bèla fiola ti sorridono da questa fotografia … iniziano ora le indagini, e ti affidi al Mossad che c’è in te, che poi equivale a ciapà in man al telefono e chiamare subito il tuo amico, quello che ti accompagna al Piola a vedere la partita.
“ Ciau barlafüs, ti sè ancura ciuch da ier sera? Deh, ma ti sè cus’ i son truvà dentar un a scatulon fai sü ben? Un toch da fèrr végg”
-Anca mi, vigliaca logia, un toch d’una ringhiera … ma am sa che al ciucatòn ti sè ti, pusibil che ti sè mia stai bon da capì chi l’è ch’ ìn cui dla futugrafia? Alura vöra dì che ti s’è ancura ciuch adèss … ma ti vedi mia ch’ l’è la famiglia che l’è cumprà al NOSTAR Nuara?? …
Ritorno alla lingua ufficiale, anche perchè non vorrei mai che nella remota possibilità la nuova proprietà malauguratamente leggesse le righe di questo blog, pensasse :“uh Signur indua i suma capità!!!”
Bel regalo, non c’è che dire, e tornando a essere serio (cosa difficilmente possibile) mi sento di affermare che sono contento, si, contento del regalo ricevuto, soprattutto perchè ora esiste una proprietà che sarà, nel bene e nel male, presente al nostro fianco.
Quali alternative avrei, posto che MDS da circa un paio di anni si è reso latitante e che solo una buona dose di culo, unitamente alle indiscusse capacità della copia Nespoli Zebi, ha fatto si che attraverso i risultati ottenuti sino a oggi, si sia evitata un’altra stagione di sofferenze?
E allora io ci credo e nutro fiducia, e sono convinto che presto si potrà fare trasloco cambiando abitazione. Non nominerò mai quella dannata lettera dell’alfabeto che la paura mi impedisce di scrivere, ma la speranza è iniziata proprio nel giorno dei sogni impossibili.
Forsa Nuara tüta la vita.
Nonnopipo
Novara perchè è la mia città, il Novara calcio perchè è la squadra della mia città, il dialetto perchè se il futuro è una porta il passato è la chiave per aprirla. Forsa Nuara tüta la vita.

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La Sampdoria costerà ai nuovi proprietari (Andrea Radrizzani-Matteo Manfredi) qualcosa come 156 milioni: aumento di capitale (40 milioni di euro), saldo dei concordati (26 milioni di euro), pagamento debiti pregressi (90 milioni di euro). Poi ci saranno investimenti valutati in 35 milioni di euro per far ripartire la società Doriana e riportarla prontamente in serie A. Se gli investimenti sono ipotizzati (35 milioni di euro), i 156 milioni di euro spesi per acquistare la società e chiudere il capitolo Ferrero sono certi.
Una cifra enorme se si pensa che a zero euro, il sindaco di Genova, tra qualche settimana, avrebbe potuto affidare alla stessa coppia di imprenditori il titolo sportivo, facendo ripartire la “FC Doria” dalla serie D. In pratica il duo Radrizzani-Manfredi ha pagato 156 milioni di euro per il marchio Sampdoria, per il titolo sportivo, per la sua Storia e per un paio di stagioni calcistiche in categorie inferiori alla serie B. Complimenti.
A Novara per poco meno di 6 milioni di euro di debiti (quasi tutti con lo Stato), la centenaria Storia del Novara Calcio è stata cancellata e a due anni di distanza, rischiamo di ritrovarci nella stessa merda nella quale ci aveva lasciato il trio De Salvo-Rullo-Pavanati. Ne valeva la pena? Non era meglio provare a salvare la Storia piuttosto che la categoria?
In ogni caso oggi il FC Novara è una società sana, con pochi debiti che verranno in ogni caso onorati da Ferranti, con bassi costi di gestione grazie ad una struttura snella con pochi dipendenti, con una rosa di solo 14 giocatori sotto contratto e senza conti da saldare con il Fisco. Uno stadio da 15.000 spettatori, un campo in sintetico in via di rifacimento a spese del Comune ed un centro sportivo pronto per essere utilizzato a costi contenuti.
Per un imprenditore sano (novarese, italiano, straniero o marziano non importa) che volesse investire nel mondo del calcio, oggi il FC Novara è un’occasione unica e irripetibile, un vero grande affare. Sarebbe un affare sia per un investimento che puntasse ad un ritorno economico nel breve-medio termine sia per un investimento a lungo termine di radicamento sul territorio. Purtroppo, per gli stessi motivi è anche la preda ideale per iene ed avventurieri alla Pavanati.
Indipendentemente dall’iscrizione al prossimo campionato la strada ora è tracciata: Il FC Novara è in vendita. E se a queste condizioni, nessuno fosse interessato, sarebbe opportuno meditare seriamente sulla possibilità che a Novara oggi non sia possibile partecipare ad un campionato professionistico.
Lunga vita al Novara Calcio 1908.

Nel Novara di Banchieri edizione 2019/20 esordì un sedicenne (Pinotti) e un diciasettenne (Barbieri); giocarono con regolarità due diciottenni (Zunno e Capanni) e ben DODICI under 21. A parte Cagnano e Collodel i giovani azzurri erano tutti alla prima esperienza in un campionato professionistico. Non c’erano fenomeni e ancora oggi, a parte Cagnano e Cassandro giocano tutti al massimo in serie C.
Ricordo bene l’impressione che ebbi nel primo allenamento estivo vedendo tutti quei ragazzini che avevano volto e fisico da bambino. C’era anche un 36enne (Buzzegoli) un 34enne (Gonzalez) e un 30enne (Bianchi) come è giusto che sia in una squadra di giovani.
Quest’anno il FC Novara ha schierato con regolarità OTTO over 30, tra i quali un 37enne (santo subito) un 36enne e un 35enne. In alcune partite siamo entrati in campo con un’età media di 30 anni. E questo pensando di aver ingaggiato i “migliori” vecchietti sul mercato.
Saidi (17 anni) ha giocato 2 minuti come Pinotti nel 2019/20, il diciottenne Lanzarotti 5 minuti, Babacar Diop (19 anni) un’oretta in tutto e solo due under 21 (Marginean e Khailoti) hanno giocato con regolarità.
Il Novara 2019/20 fu costruito (da Zebi) con l’obbiettivo di contenere i costi, valorizzare il settore giovanile e incassare più soldi possibili dal regolamento sull’utilizzo dei giovani calciatori che premia soprattutto i giovani provenienti dal proprio settore giovanile. Arrivò anche un risultato sportivo impensabile come la semifinale play off, non so se con fortuna o grazie agli aiuti dei senatori ma è un fatto incontrovertibile il risultato sportivo che ottenne Banchieri, con la rosa tra le più giovani di tutta la serie C.
Purtroppo, l’anno seguente invece di continuare nel solco della linea tracciata, la nuova proprietà (la banda Rullo) provò la stessa giocata a poker di quest’anno: all inn. Uno per uno i giocatori presi nel 2020/21 così come quelli del 2022/23 erano buoni e con un curriculum interessante. Ma alla prova dei fatti si rivelarono solamente una raccolta di figurine ingestibili, come quest’anno. Banchieri, inizialmente “sopportato” dalla nuova dirigenza, poi messo da parte, poi richiamato, riuscì a raddrizzare una situazione ben peggiore di quella di quest’anno in una situazione societaria che ben conosciamo.
Oggi sarebbe impossibile riproporre la lungimirante strada della stagione 2019/20 perché manca e mancherà per tanto tempo il fondamento sul quale costruire: il settore giovanile. Il confronto tra il giovane Novara 19/20 ed il vecchio Novara 22/23 è significativo per la direzione che una società vuole percorrere. Lecite e condivisibili tutte e due le strade indipendentemente dai risultati poi ottenuti.
Il problema oggi è proprio la direzione da prendere. Il FC Novara mi ricorda un mio amico di tanti anni fa che all’ennesimo rimprovero della compagna sbottava: podi mia bev, podi mia fumà, podi mia ciulà, cusa podi fa alura?
Cosa può fare Ferranti?
Non può puntare sui giovani perché non ha e non avrà il settore giovanile
Non ha contatti ed entrature per avere giovani prestiti di valore
Non può provare un altro all in per mancanza di risorse
Non può programmare una stagione di transizione perché significherebbe erodere inutilmente altre risorse
Non può vendere per mancanza di compratori credibili (Pavanati/Rullo no grazie, abbiamo già dato).
Non può chiudere baracca perché oltre ad essere una brava persona si è impegnato con le Istituzioni cittadine.
Cosa può fare Ferranti? In questo momento una sola cosa: essere sincero e chiarissimo con la gente, dichiarare serenamente intenzioni e direzione qualsiasi esse siano, senza scuse e giustificazioni che conosciamo benissimo: mancanza di pubblico, mancanza di sponsor, mancanza di aiuti pubblici e dell’imprenditoria locale. Non servono le giustificazioni ma solo la direzione, se possibile, con un minimo di speranza per il futuro.

Mi spiace tornare a battere sempre sullo stesso punto, col rischio di sembrare classista, snob, o preteso auto elevato intellettualmente rispetto al prototipo del calciatore ignorante. Ma devo constatare con sempre più convinzione che esiste una cosa chiamata ‘intelligenza emotiva’, che sia chiaro non c’entra nulla con la cultura o il grado di scolarizzazione, di cui evidentemente il 90% buono di quelli che intorno ai 15 o 16 anni scoprono di avere una discreta confidenza con una sfera in cuoio, perdono progressivamente e non riacquistano più. Non mi spiego altrimenti il fiorire di fotografie (che non agevolo qui per evitare casini, ma basta consultare il sito di qualche noto locale della zona o il profilo instagram di qualche nostro eroe che ha vestito la maglia azzurra quest’anno) che ritraggono giocatori azzurri intenti a festeggiare e a godersi l’intensa movida novarese e milanese.
Ora, lungi da me sostenere che i calciatori debbano essere dei chierichetti che 5 giorni su 7 tornano dall’allenamento e alle 21.30 sono a letto dopo aver consumato un parco pasto a base di fettina di pollo e insalata o che nel week end quando escono dopo la partita debbano andare a acqua gassata e gallette di riso. Sappiamo tutti che così non è e ricordiamo tutti, noi che qualche anno di stadio lo abbiamo, dei Novara super vincenti (vedi quello di Borgo) i cui protagonisti nei locali serali di Novara facevano cose che noi umani con una vita sessuale e sociale standard o più spesso in modo desolante sotto la media, manco con 10 inteventi di chirurgia estetica e un bonifico a sei zeri ci saremmo mai trovati a fare. Ma la parola chiave è proprio quella: vincenti. Ecco, quando termina una stagione disgraziata come questa, in cui perdi 16 partite su 38 di cui 4 con penultima e terzultima del girone, ti qualifichi ai play off solo grazie a un complicato sistema di specchi e leve con il quarto monte ingaggi del girone dopo aver perso un’ultima gara indegna in cui non sei neanche sceso in campo, ed esci al primo turno prendendo 3 pere dalla squadra di un oratorio di Verona, forse un minimo di contegno e discrezione in più sarebbero dovuti. E se ti metti in pose da adolescente con la bocca a culo di gallina per un fotografo, sapendo che quella roba andrà poi a finire sul sito del locale, ti mancano entrambi, e non puoi pretendere che gente che si è fatta il sangue amaro per una stagione perché mettere la gambetta ti scocciava visto che a fine giugno te ne tornavi a casa madre dopo il prestito, dica ‘ma sì, in fondo so’ ragazzi’.
E non voglio neanche buttarla sulla retorica ‘eh, se stavi in una piazza qualsiasi da Roma in giù vedevi cosa ti succedeva’. Perché quello che è successo ieri a Foggia, tanto per fare un esempio, è vergognoso e, tra l’altro, a mio parere è pure inutile perché c’è una differenza abissale tra la sana pressione di una piazza che con un po’ di ‘moral suasion’ ti mette il pepe al culo, e la pura aggressione fisica che ti fa solo pregare di scappare il prima possibile da quell’inferno. Però una sana via di mezzo a volte non sarebbe male. Perché ci sono dei momenti in cui anche la più calma e placida delle persone (cosa che, ammetto, di mio non sono) a un certo punto fa come il mitico Mario Magnotta che, alla quarta telefonata in cui cercano di appioppargli la lavatrice, sbrocca e minaccia di ‘ishcriversi ai terrorishti’.
Jacopo
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