Racconti
Il coraggio di una lettera.
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4 anni faon
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Nonnopipo
La mattina è di quelle particolarmente rigide. La nebbia, facendo il proprio dovere fino in fondo, abbassa considerevolmente quella che i meteorologi chiamano con enfasi ‘la temperatura percepita’. La città è umida e lanugginosa e la nebbia nasconde la punta della cupola che non la si scorge nemmeno ad esserci quasi sotto.
Sfioro pensieroso il ‘Dream Bar’, dove ti fanno un cappuccino che è un’opera d’arte … faccio rapidamente dietro front, esattamente come la Meloni ha fatto riguardo la disgraziata legge n. 92 del 28 giugno 2012, a firma dell’ allora Ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero, che la photoshoppatissima Giorgia e il suo partito votarono, e che ora si vanta di aver concorso a modificare.
E stavolta ci entro al Dream. Da dietro il banco il Giuliano non mi chiede nemmeno che cosa voglio, tanto già lo sa.
Mi sento toccare una spalla, mi giro, il volto pacioso e sorridente del Cècu, un amico con cui ho lavorato tempo fa, mi dispone al buon umore. Iniziamo a parlare del più e del meno; per due nonni come noi gli argomenti non mancano di certo, e liquidata velocemente la lista dei rispettivi acciacchi, si inizia a parlare dei nipoti.
Conoscendo la mia passione specifica per il calcio inizia a raccontarmi, in un misto di taliano e dialetto, di Diego che da qualche mese fa parte di una squadretta di periferia, sezione ‘primi calci’.
Non lo interrompo, e il suo racconto diventa rapidamente un fiume in piena:
-Mio figlio lo ha voluto iscrivere al corso propedeutico al cacio, nonostante gli avessi consigliato di scegliere un’altra disciplina … mi al Diego a giügà al fulbar i la vedi propi mia!! Gli altri fanno progressi, vedo bambini come lui tirare delle slecche da far paura, e lü l’è gnanca bon da curr e da sta in pè.
Un pomeriggio ho chiesto all’allenatore se fosse stato il caso di continuare: lo portiamo a fare sport perchè si svegli un po’, ma non vorremmo ottenere l’effetto opposto di farlo sentire inadeguato, per non dire brocco … insomma, voremmo evitare che si sentisse umiliato!!
Anche se a lui non pare così tragico essere il meno bravo, ti assicuro che par mi l’è propi un dispiasé.-
Ci sediamo ad un tavolino capendo entrambi che il discorso non sarebbe stato breve, troppi gli anni trascorsi senza incontrarci, e che dal cappuccino saremmo arrivati, pian piano, all’aperitivo. Difatti continua visibilmente prostrato:
-I altar nonu i fann i goff par i prudèssi di so nivud, pö dopu quand im ciaman “al to qual l’è?”, i vedi che fann di ghigni un po’ imbarassà, e la mùcan li int la solita manéra che son fin a stüf da sentì: “ in fund cul ca cünta l’è che is divertan!!”, ma andì da via ‘l cü, maniga da simpatigòn cume ‘l mal di call.-
Non posso che dargli ragione e per calmarlo non trovo di meglio che abbandonare gli argomenti legati al calcio per una piccola digressione generalista, quindi attacco:
-Ciapatla mia Cècu, non a caso ci si inizia a vantare fin dalla gravidanza: ‘è una settimana avanti rispetto alla normale gestazione’ oppure ‘Il ginecologo ha detto che si muove come un bimbo di quattro settimane più grande!!’ ‘ l’ecografista ha detto che è superdotato!!’ Anche custa ghè da sentì, per poi continuare con chi sta seduto a due mesi, chi dice “mamma” a tre, chi cammina a nove, chi scrive e legge a tre anni. E’ tutto un vantarsi!!
Intanto Mirella, vista l’ora, ci posa sul tavolo una serie di stuzzichini che confermano la giustezza delle mie previsioni; siamo arrivati all’aperitivo, e un buon prosecco non si rifiuta mai.
Dopo aver assaggiato le bollicine il Cècu passa in modalità ‘accusa’ e mi racconta di genitori che vanno a lamentarsi dall’allenatore se il proprio figlio ha giocato cinque minuti meno di un altro, o se è stato in panchina per far posto a un altro ancora che è pure scarso; piuttosto che essere così, meglio essere genitore o nonno di quello più scarso.
Dopo aver spazzolato il tagliere e liquidato il prosecco, il Cècu, consultando l’orologio strozzato da un polsino della camicia stretto quanto lo possono essere le manette del tenente Colombo, si alza di scatto quasi bisbigliando: “ Ussignur, l’è bèli mèssdì, sarà mei ch’ i scapi a cà, se da no la dòna am fa curr!!”
Ci salutiamo con un abbraccio mentre lui, già con un piede fuori dalla porta, si volta e mi lascia definitivamente con un “ Nonnopipo, forsa Nuara tüta la vita!!”. Gli sorrido un po’ commosso, non potrei essere altrimenti.
Arrivato a casa ripenso all’incontro che ho avuto in mattinata, soffermandomi sulle tematiche discusse riguardanti il calcio quando viene giocato dai bambini, tutti, anche quelli che una selezione purtroppo spietata e cattiva tende ad escludere. Penso a Cècu e al suo nipotino che mai diventerà calciatore, magari grande medico o ingegnere, o un ottimo contadino, ma calciatore mai. E ci rimango un po’ male, perchè inevitabilmente il confronto con i più bravi lo collocherà prima in panca, poi fuori dal contesto.
Però è giusto che possa provare, è giusto che giochi punto e basta, senza guardare a un possibile sbocco professionistico.
E improvvisamente mi ricordo di avere letto tempo fa, su qualche social, una lettera scritta da un allenatore di una squadretta di bambini di un paesino, indirizzata a una mamma intenzionata a togliere il proprio figlioletto dalla squadra in quanto non all’altezza tecnica e fisica degli altri bambini.
La pubblico tal quale di seguito, convinto che tutti e sottolineo tutti: tifosi, genitori, nonni, calciatori professionisti e dilettanti, pedatori brocchi o eccelsi, mestieranti e dirigenti sportivi e non, giornalisti, fino ad arrivare a chi del calcio non glie ne frega niente, dalle righe che seguiranno avremo di sicuro qualcosa da imparare.
Salve signora!Per me che ho allenato un anno suo figlio ,sapere che è sua intenzione quella di interrompere l’attività, e’ un piccolo-grande fallimento da allenatore. Un fallimento non solo come tecnico,ma anche come persona,indipendentemente da quelle che sono le problematiche singole del bambino,della famiglia. Non essere riuscito a coinvolgerlo a pieno,a stimolarlo,ad integrarlo al meglio all’interno della squadra, a fargli migliorare quei limiti quel tanto che sarebbe bastato,a farlo considerare “più bravo” da se stesso,ma anche da sua madre..Volevo comunque dirle che suo figlio non sarà stato il migliore fisicamente,tecnicamente, tatticamente….. ma eccelleva, era il più bravo,per la sua attenzione,per l’applicazione delle direttive dategli. Per il rispetto che ha sempre dimostrato nei miei confronti,durante gli allenamenti ed alle partite. In questo era il migliore. E’ sicuramente il migliore, basta farlo continuare a giocare, se è quello che lui vuole! Con tutte queste qualità umane,si può migliorare tantissimo, lavorando per colmare i suoi limiti. Glielo dice uno che, una volta, non aveva spazio a Passaggio di Bettona, nella squadra dei suoi amici e coetanei. A 14 anni stavo per smettere, andai a giocare in un altro ambiente, a Cannara, e trovai il modo di esprimere al meglio quello che avevo dentro.Di migliorare,di vincere tante partite, tante quante ne avevo perse a Passaggio quando, oltretutto, non venivo molto considerato dall’ambiente e dall’ allenatore. A Passaggio di Bettona ci sono tornato a 20 anni,dopo aver vinto anche un campionato juniores nazionale per squadre dilettanti,con il Cannara.Ci sono tornato, perché m’ hanno cercato loro (evidentemente qualcuno non mi aveva considerato quanto meritavo in passato) ed ho giocato e vinto tanto. Ho vinto anche un campionato anche a Passaggio, prima di infortunarmi e di smettere di giocare qualche anno fa ma smettere di giocare e’ una delle poche cose che cambierei del mio passato, glielo assicuro! Anche perché nel calcio sono riuscito a dimostrare me stesso che con la passione ed il lavoro si possono ottenere grandi soddisfazioni personali, senza sotterfugi di sorta,in maniera pulita. Solo facendosi “un culo così”,insomma. Aggiungo che le qualità che ha suo figlio, non sono assolutamente secondarie all’interno di un contesto di gruppo. Cosi’ come e’ giusto cercare di educare, punire, ma non emarginare, un bambino dotato tecnicamente, ma maleducato, e’ altrettanto giusto permettere a che è dotato di altre qualità, e meno di altre,d i potersi comunque esprimere.Oltretutto in un contesto come la Real Virtus. Una società che offre un servizio alle famiglie ed ai bambini del posto,più per funzione sociale ,che per spirito competitivo,di vittoria,di primato.E’ bello vedere che gli amici del paese,possano avere un luogo di ritrovo,per la propria crescita,visto che il nostro paese non ne offre di tantissimi. Le qualità di suo figlio, sia nella vita settimanale del gruppo, che nella domenica di gara, sono molto importanti per la squadra. Anche per raggiungere quei risultati che,ogni tanto, fanno bene al gruppo stesso. Perche’ suo figlio, sopratutto grazie a voi genitori e’ un bambino che è contento di giocare anche solo 5 minuti.Si impegna, col sorriso. Fa un po’ da contraltare rispetto a chi, dotato tecnicamente, gode della fiducia del mister, a volte,non meritandosela. E gioca magari controvoglia. Non so se c’era quando fece gol; io mi ricordo bene.È stato molto bello, vederlo esultare. Una scena quasi da film….chi l’avrebbe mai detto?Forse neanch’io,di certo….però il calcio e’ anche questo. Se ha avuto quella piccola gioia, se l’e’ sudata tutta, suo figlio. Per questo è più bella! Non lo privi di quei 5 minuti se per lui sono importanti.
Alla squadra mancherebbe anche un genitore come lei. In un contesto dove tutti gli animi sono esagitati, c’è maleducazione,esasperazione, persone che credono di essere mamma e papà di Messi, Maradona e Van Basten, la sua voce fuori dal coro ed il suo profilo basso sono un esempio per gli altri genitori. Ma forse, mi permetta di dirglielo, e’ un po’ troppo fuori dal coro.Talmente tanto che finisce per uniformarsi al coro stesso…se lascia perché suo figlio “e’ scarso” diventa come quelli che credono di avere il figlio “forte” e sbraitano da fuori alla rete, peggio dei cani randagi, pretendendo spazio e importanza. E questa fine non se la meriterebbe, non la rappresenterebbe. Nel calcio ci vorrebbero più bambini come suo figlio e più genitori come lei. Pensaci e pensateci, anzi:ripensateci!”
Nonnopipo
Novara perchè è la mia città, il Novara calcio perchè è la squadra della mia città, il dialetto perchè se il futuro è una porta il passato è la chiave per aprirla. Forsa Nuara tüta la vita.

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Presidente Ferranti, intervista ma non troppo.
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3 mesi faon
16 Marzo 2023By
Nonnopipo
NSN- Buon giorno Presidente;
Sono Nonnopipo della redazione di “Novara siamo noi”. Premetto che questa intervista è stata autorizzata dal Capo Redattore Claudio Vannucci, detto Vannu, suo amico carissimo e forse anche consulente personale privato, cioè nel senso che è privato di ogni considerazione.
Dunque Dottor Ferrante, mi dicono che Lei …
P- No no, senta, io mi chiamo Ferranti, e sono contento che tu mi intervisti, così farò chiarezza sulle cose ingiuste che voi giornalai di tutta Europa avete scritto su di me e sul mio Novara.Anche la Pravda ha scritto che russo, ma non è assolutamente vero, dormo tutta la notte come un bimbo con il mio peluche stretto al petto, chiedete a mia moglie, quando la mattina mi sveglia e mi trova avvinghiato a Pitino, il mio pupazzetto preferito. Le Figaro invece non lo leggo mai essendo il quotidiano preferito da Pavanati. Ma … senti, Nonnopippa, abbattiamo le barriere della formalina, dammi pure del Voi, così entriamo subito in sintonia.
NSN – Beh, se “Voi” vi chiamate Ferranti allora devo precisare che il mio nickname è Nonnopipo e soprattutto le barriere sono quelle delle formalità …
P- Vedi che anche tu hai un pupazzetto preferito a cui hai dato un nome bellissimo: Nickname è molto originale e dolce, lo porti anche tu a letto e ti addormenti con lui come faccio io?
NSN- Certo, ma lasciamo perdere. Parliamo invece dell’ ultima conferenza stampa in cui “avete”, in un certo qualsenso, tirato le orecchie ai giocatori.
P- Innanzi tutto la conferenza si è tenuta nella sala stampa di Novarello o eravamo allo stadio, non ricordo bene, di sicuro non a “qualsenso”, e quando vedo un microfono confesso di non capire più niente e quindi parlo a ruota libera, e una strigliatina amorevole ai giocatori ogni tanto non guasta. In quella occasione ho persino ammesso che sto cercando almeno tre soci che mi accompagnino in questa nuova avventura: sono stufo di giocare sempre da solo a “solitario”, mi piacerebbe fare una partita a scopa ogni tanto. Magari con un … come dite qui a Nuara … mezzo litro di vino rosso?
NSN- “Mèss litar da cul russ” Presidente.
P- Ecco bavo, e magari se tu ci stai, io prendo Galuppini come socio, che con i numeri che ha lui a carte, in giro se ne trovano pochi, e se sbaglia lo faccio mettere fuori rosa, contro te e il Vannu, che non avete mica la faccia di essere furbi eh! E non incazzatevi se Galùp vi farà il verso della paperella quando sicuramente vinceremo ai 21 punti.
NSN- Presidente, in questa sua avventura novarese “Voi” avete licenziato più DS, DG, allenatori, baristi, custodi, che lavoratori la Whirlpool, la Ilva di Taranto e Alitalia messe insieme. “Voi” vi svegliate alla mattina e dopo aver consultato l’oroscopo che “vi” consiglia di circondarvi esclusivamente di persone fidate, scegliete a caso o per sorteggio chi silurare?
P- Applico tassativamente la conta “ambarabà ciccì coccò tre allenatori sul comò che facevano cagare e tre DS da licenziare, il Direttore si ammalò ambarabà ciccì coccò”, e a chi tocca, ciao ciao … però adesso che mi ricordo, ce n’è un’altra che mi piace assai relativa agli allenatori: “sotto il ponte di Baracca c’è Marchionni a far la cacca, ci sta Cevoli che la misura, la misura 33, anche Semioli fora di pé.
NSN- Sentite, Presidente: È vero che in seguito alla promessa di puntare alla serie B fatta a inizio stagione, passando poi attraverso la conferma durante la cena natalizia del coordinamento, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, Le ha chiesto di mettere a disposizione gli armamenti che ha usato per sparare simili cagate e spedirli in Ucraina?
P- E no! Io sono un uomo di pace, anzi, di pace e amen, almeno riguardo alla promozione in serie B soprattutto amen.
NSN- Adesso Dottor Ferranti parliamo un po’ di “Voi”: sfrutti questa intervista per farsi conoscere meglio dai tifosi. Ci dica quali sono i suoi hobby, per esempio.
P- Allora le confesso che io sono un amante del giardinaggio, mi piace coltivare ogni genere di ortaggio, tipo le rape che poi regalo ai miei allenatori. Pensa che il portiere titolare non l’ho mica scelto per le sue qualità, ma bensi per il suo cognome.
NSN- Per rimanere in ambito calcistico, “Vi” piacerebbe che il suo Novara giocasse con il centrocampo a rombo?
P- Guardi eh, con il materiale tecnico che io stesso ho scelto e pagato con i miei soldi, più che lo schema a rombo, al massimo potremmo applicare quello a rimba, che è uno schema assai ambìto, quindi rimbambito! Dai, questa non è male, vero? Però non lo scriva!
NSN- Presidente, per poter applicare questo schema, servirebbero un paio di esterni bassi disponibili a fare sia la fase difensiva e quella offensiva avanzando a turno sulle fasce. Non le pare che un paio di elementi sia giusto investirli di maggiore responsabilità?
P- Si, credo proprio che dovrebbero essere investiti, magari anche sulle strisce pedonali se accompagnati da Marchionni. In alternativa lavorare sulla testa dei giocatori, nel senso di rifilare certe bastonate a chi se le merita.
NSN- Ultima domanda, Presidente: Mi dica che impressione le ha fatto vedere Pablo Gonzalez in queste condizioni.
P- Con la faccia contornata da quella barba da frate ho subito pensato che a Novarello, oltre al Santuario, ci fosse anche un convento di frati.
NSN “Vi” ringrazio Presidente Ferranti per la disponibilità e mi auguro di rivederla presto.
P- Grazie a te, ma non dimenticarti la partita a scopa, io e Galuppini contro te e il Vannu!!
Nonnopipo

Ce sta quarcuno tra de voi che m’ha cazziato,
perchè er dialetto de Nuara n’ha capito,
allora me sò tosto un po’ attrezzato,
e un toscano-romanesco ho partorito.
Or passate a la lettura co’ la mente e ‘l cor leggero
che da voi ad esse letti c’è d’ annà ad esse fiero.
Un pensier di dubbio atrosce gira a zonzo pè lo capo
come può er guerriero indomito svanir come uno svapo?
raccolti fummo dalla terziaria serie dopo li anni dé lo Signore
portati in alto dè lo cielo a giocar di calcio co’ l’ onore
“Venghino Siori venghino” urlò a gran la vosce il guerrier giostraro
che di giri ne garantisco sol’ uno e se va bene forse un paro
Finì co’ lo “va de retro”, lo tentar de frequentà l’ azzurro cielo
che su lo esito finale mejo sarebbe stende uno pietoso velo
ma lo guerrier giostraro, li cortigiani a leccar ben il su culetto
d’alterigia e rancor tronfio a li sudditi tifosi meditò uno dispetto
“me ne vado, li mortacci, m’ avete rotto li cojoni
in fin dè conti la A v’ho dato e anco un par de promozioni
si, l’è vero, me par che disi che la A v’ ho da ridare
o suvvia se scherzava, pè chiede scusa che v’ ho da fare?
Lo sapete, ce si conosce, a vorte me va de fà er bullo
pronta c’ ho una famigliola con a capo il Patron Rullo
che l’ha detto e confermato lui c’ ha sordi e patrimonio
che se disce una buggia che lo furmini er demonio”
fu ‘osì che in un momento se ritrovò inscenerito
che de sano un rimanea nè una unghia e manco un dito
mentre lo astuto Cianci assai serio ma nun troppo
nè la borsa dè la Cooppe ce trovarono er malloppo
“tre soldini oh perbacco !! icchè volete mai che ssia
l’è la mancia dé le bibbite che venduto ho a la mi zia”
E pè corre a li ripari senza trovasse impreparati
tra ‘na bionda ‘na roscia e mora sarta fori er Pavanati
che a dì er vero l’anno prima, ce provò con lo Pescara
e a cacciallo a carci ’n culo la città fasceva a gara
E tra ‘na fidejussione zozza, e uno credito de imposta
a finire in quarta serie pare l’avesser fatto apposta
Ma il destin che nun perdona e che nulla lassa a tèrga
tra capo e collo e giù pè la schiena colpirà co’ la su’ vèrga
Pè fortuna che da lo sterco s’ è esciti tutti quanti
porgiam grazia e la man tesa a chi dé nome fa Ferranti
che l’è omo de passione ma nun se sa dé quanti sordi
che se spera sian tanti e che de noi lui nun se scordi
ecchè noi si è assai boni, riservati e assai pazienti
e lo coltello nun lo portamo nè in tasca nè tra li denti
l’è che siam sospettosi e nun ce piasce d’esser zimbello
e come a lui ce frega un cazzo de’ titoli coppe e Novarello
noi la storia la portamo ben marchiata in su la pelle
trasferte fatte co’ fatica alcune oribbili altre belle
e così l’è giunto er tempo dé mette mano a lo portafoglio
pè riavécce a te e a noi sia speranza e pure orgoglio
Stian bene i tre infamoni tra le nutrie a Novarello
che a stà co li propi simili a vorte pò esser pure bello
Nonnopipo

Si può scrivere “cazzo” senza urtare la “perbenità” di qualcuno?
Ok, si può scrivere.
Tanto siamo tutti tra di noi, pochi intimi innamorati di ciò che rimane del calcio.
Quindi posso serenamente dire che non si capisce più un cazzo!!
Di cosa? Di tutto quel caravanserraglio che ormai è diventato il mondo del pallone.
Senza voler disturbare il sonno ristoratore di chi ha pensato bene di spacchetare il calcio in episodi manco fosse uno sceneggiato tipo Beautiful: non meritano nemmeno un va da via ‘l cü, che risparmio; non si sa mai tornasse utile nel corso di questo articolo.
Quello che mi fa incazzare come un furioso Emilio Fede nello storico fuorionda in cui mandava a cagare la redazione del suo penoso TG4, è la frammentazione delle date e degli orari in cui verranno trasmesse le gare di serie A, serie B e Lega Pro, nonchè su quali emittenti verranno proposte.
Roba che, per avere tutto sotto controllo e poter assistere dall’inizio a una partita, ci vorrebbe un file collegato a una sveglia, però di quelle che trillano come l’allarme nella caserma dei vigili del fuoco.
Campionato di serie A; una volta tutte le partite iniziavano alle 14:30, almeno in inverno, cazzo, che figo che era!!: serie A e serie B iniziavano e finivano tutte alla stessa ora, anche la serie C.
Certo, non si vedevano in diretta come ora, ma si sentivano alla radio, “Tutto il calcio minuto per minuto” … “Scusa Ameri, sono Ciotti da San Siro…”
Altri tempi non più riproponibili, ma se il progresso ci ha condotto, prendendoci per mano, dentro questo contesto in cui le partite giocate in contemporanea sono al massimo due, forse dobbiamo prendere atto di aver avuto un pessimo compagno di viaggio.
Si comincia a volte addirittura il venerdì con qualche anticipo, mentre sabato, giorno che chiude la settimana lavorativa e che dedichi alle spese di cui la famiglia abbisogna, se la tua squadra gioca in serie B sei ciulato: o rinunci agli acquisti o alla partita, non ci sono alternative.
Sera, ore 20:45, l’anticipo di serie A: frettolosa fine della cena famigliare perchè, come tutti i sabati, c’è l’ anticipo, e poco me ne fotte se gioca la Cremonese contro il Verona; è calcio? Si, è calcio, e allora lo guardo, cazzo!! (abbiamo stabilito che si può sempre dire), poi negli scaligeri gioca Montipò, un pezzo di Novara, dunque “i vischi” il televisore, “im sèti sü l’ ütümana” con un calice di quello “vansà” a cena, e la prima immagine che compare mi informa che se voglio televedere sta cazzo (mi avete autorizzato eh!) di partita devo acquistare il pacchetto proposto da una piattaforma su cui gira DAZN (e a me invece girano i coglioni esattamente come quel circolino che smetterà di girare all’ 85mo), che però si pronuncia “DAZUN”, emittente spaventosa e spaventata, che trasmette le gare riprendendole con il telefonino e che è riuscita nell’impresa di fare apparire la Leotta attraente quanto Platinette.
Recupero affannosamente il “va da via ‘l cü” risparmiato in precedenza, per farne dono a questa cazzo di emittente che, il mio consulente informatico (mio genero Nico), mi conferma trasmettere in “striming” … qui, però l’ unico a “strimìss” (spaventarmi) sono io quando vengo informato che dovrò sottoscrivere un nuovo abbonamento se vorrò avere accesso a tutte le gare della serie A.
A parte che non capisco il motivo per cui, al fine di vedere (se tutto fila liscio) sette partite, per giunta in ritardo di 5/7 minuti rispetto alla realtà, devo pagare subito una trentina di euro al mese, mi chiedo quale sia l’elaborazione del pensiero che induce una emittente, che trasmette in modalità “spavento” (striming), a risparmiare una vocale dal suono primordiale come la U, dal suo nome ufficiale. E non mi si venga a dire che si tratta di un acronimo, se fa cagare ne inventi un altro di nome.
Vabbè, sono cose a cui ci stiamo abituando e ce ne faremo una ragione. Come avverrà per la Champions, teatro di bugie consumate sul palcoscenico dei promo di SKY, che garantiva il possesso dell’esclusiva, e invece una gara del martedì la trasmette l’emittente Tizia, la migliore del Mercoledì che vede in campo una italiana verrà trasmessa da Caia, e meno male che Sempronia non si è ancora accorta di niente, ma prima o poi …
Esiste poi il dramma riguardante l’ora e il giorno in cui si consumerà l’evento più importante della settimana calcistica, overo la partita del Novara. Ideale sarebbe un’ ora tipo 17:30; Cazzo ( non è più una “parulascia”), orario perfetto che mi accompagnerà dritto all’aperitivo, anzi all’apericena.
Tutto pronto: computer collegato alla SmartTv, (mica bau bau micio micio), salam dla duja, frittatina rugnusa tiepida e gnocco fritto con il felino (mia al gatt eh, i son mia da Vicensa”, ma al salàm) … si … adesso vi informo sul vino che non può che essere un buon … si illumina il 55 pollici, e, a questo punto, potrebbe esserci anche la cunigrìna ad accompagnare il tutto che tanto andrebbe “ben l’istéss “… clicco sull’icona della partita e … “collegamento terminato!” Collegamento terminato cosa??? Cazzo (più che giustificato), ho pure fatto l’abbonamento a un’altra emittente “strimì” che gira anch’essa su una cazzo di piattaforma in grado di farmi girare i coglioni, ho speso un’ altra cinquanta euro, vaca boia, non potete trattarmi così!!
Mi rendo conto di aver avuto assai da fare negli ultimi giorni, non disponendo del tempo necessario per apprendere dai social o dai passaparola, lo spostamento dell’orario della gara alle 14:30. Andrà a finire così, lo sento!
Mi ritengo una vittima di questi tempi frenetici e di una manica di coglioni bastardi e disonesti, che, per questa volta, non sono gli arbitri, quindi, paziente, attendo il posticipo di serie A che, come al solito, metterà in scena un più che probabile zero a zero.
E allora cena famigliare anticipata alle ore 19:45, caffè alle 20:34, original mirto sardo alle 20:39, “i rivischi” il 55 pollici solo per rendermi tragicamente conto di trovarmi sull’emittente sbagliata, quindi, dando sfoggio della mia abituale inadeguatezza a trattare app, HDM1, e connessioni varie, mi ritrovo dentro l’avvenimento quasi nel bel mezzo del primo tempo e sul due a zero di una partita di cui non me ne frega una minchia, come sempre avvenuto nei secoli dei secoli … amen.
Non importa, dai, vedremo altri gol in questa partita che, se al 15’ del primo tempo è già sul due a zero, promette spettacolo e gol in quantità industriale!! Risultato finale: due a zero e zero tiri in porta, mentre i due telecazzocronisti vogliono convincermi che la partita è stata … diciamo così, interessante ma che dico interessante, bella, ma che dico bella, meravigliosa, ecco meravigliosa: una cagata direi io, si, praticamente una colica addominale presagio di un solenne imminente squarào.
“Passiensa”, tanto martedì e mercoledì ci riscatteremo con le italiane impegnate in “Ciempions Lig” …
… avrete intuito come andrà a finire: lo scorso anno le partite iniziavano tutte alle 20:45 …ora invece … mah, basterà informarsi ?, e io questa volta mi “informatizzerò” per bene, cazzo!!
Nonnopipo
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