La vittoria di Ferrara contro la Spal ha convinto tutti e anche se l’obbiettivo dichiarato da Tarantola e Giorgis continua ad essere la salvezza, il Presidente convoca i tifosi azzurri al vecchio Comunale per stringersi attorno alla squadra
Il successo di Ferrara offre soltanto la conferma che abbiamo lavorato bene e che vale la pena stringersi attorno agli azzurri. Spero che i millequattrocento spettatori paganti della gara con il Vicenza siano soltanto un ricordo amaro, cancellato da una buona affluenza di pubblico domenica prossima per l’incontro con il Palermo ed in futuro. Noi non chiediamo di meglio che di divertire gli spettatori, divertendoci noi stessi. Se l’ambiente ci sosterrà potremo riuscirci
Tra pochi giorni si aprirà il mercato di riparazione che durerà per ben una settimana e le voci degli acquisti e delle cessioni cominciano ad occupare le fantasie dei tifosi: Veschetti al Perugia, il ritorno di Bachlechner, l’acquisto di una punta importante tra Desolati o Speggiorin o in alternativa Erasmo Jacovone dal Mantova. Chiaramente allora come ora nessuna di queste voci si concretizzerà.
26 ottobre 1975 giornata 5: il Novara contro il Palermo vince e convince: un gol, due pali, due occasioni clamorosamente mancate ed un gran numero di palle gol.
E’ ancora Ennio Fiaschi a siglare il gol della vittoria:
Giannini batte dalla sinistra una punizione per un fallo su Ferrari. La lunga parabola si spegne davanti alla porta difesa da Trapani e mentre il portiere si accinge all’uscita, dietro alle spalle di Viganò sbuca rapidissimo il solito Fiaschi che con un maligno colpo di testa mette a segno il suo terzo gol personale della stagione.
Ora il Novara può affrontare le due trasferte di Avellino e di Pescara con serenità, mentre si concretizzano gli acquisti novembrini: dalla Juventus arriva in prestito il centrocampista Alberto Marchetti e dalla Fiorentina l’attaccante Piccinetti. La rosa ora è completa e pronta ad affrontare la stagione.
2 novembre 1975 giornata 6: il Novara perde l’imbattibilità in campionato ma conferma anche su un campo difficile come quello irpino, le buone trame di gioco fatte vedere fino ad ora.
Sul piano strettamente tecnico il Novara ha giocato meglio dell’Avellino, interpretando schemi limpidi e veloci e precisi con una mentalità moderna che non è facile trovare, specialmente nel campionato di serie B.
Il gol del vantaggio irpino, arrivato a 9 minuti dal termine è stato piuttosto fortuito e questo accresce il rammarico per il punto perso
Il portiere Garella respingeva corto un tiro di Franzoni; la palla veniva deviata da Vivian ma proprio sui piedi dell’accorrente Musiello che la sfiorava centrando il bersaglio a porta vuota.
La squadra ora risale la penisola senza rientrare a Novara. Disputerà in settimana un amichevole a Macerata in preparazione alla partita con il Pescara.
9 novembre 1975 giornata 7: il Novara corre, combatte, crea tante occasioni da gol ma perde anche a Pescara
Dai piedi dell’esordiente Piccinetti passano le occasioni per passare in vantaggio prima e per pareggiare dopo ma un po’ per sfortuna (Nobili salva sulla linea uno splendido pallonetto che aveva scavalcato il gigantesco portiere Piloni) e un po’ per troppa precipitazione dell’attaccante, il gol non arriva.
L’imprecisione sotto porta è il difetto principale di questa squadra ma non preoccupa il mister:
Nel calcio ci vuole anche fortuna e noi in questa doppia trasferta non ne abbiamo avuta. Comunque non mi dispero perché la squadra ha dimostrato di giocare e di non essere inferiore a quelle sin qui incontrate. Ora dobbiamo rifarci vincendo domenica contro un Catania galvanizzato e poi vedremo quale sarà la nuova situazione.
Dopo sette giornate di campionato si cominciano a delineare le gerarchie: il Genoa capolista solitario e alle sue spalle un gruppo di pretendenti. Il Novara dopo due sconfitte è scivolato dal secondo posto a centro classifica. Ma il campionato è ancora molto lungo.
In Italia si ascolta sempre e solo Claudio Baglioni mentre dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti c’è solo l’imbarazzo della scelta: Elton John, David Bowie, Rod Steward, Eagles e Pink Floyd.
La cronaca nera è sempre al centro dell’attenzione, questa volta è il delitto di Pier Paolo Pasolini a colpire al cuore l’opinione pubblica italiana.
Pier Paolo Pasolini fu uno degli intellettuali più acuti, discussi e vivaci del nostro Paese, sicuramente uno dei più grandi e originali, dei più contraddittori. Il suo omicidio ancora oggi, non è stato chiarito.
Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.
Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.
Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.
Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo vide poche volte in campo.
Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.
Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.
Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.
Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.
Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.
Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.
Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.
Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.
Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.
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