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Storia e memoria

1975/76 LE PRIME QUATTRO PARTITE

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Il campionato di serie B 1975/76 vede come favorite le tre retrocesse dalla serie A, Lanerossi Vicenza, Ternana e Varese, ma soprattutto il Genoa che ha costruito una vera e propria corazzata per tornare in serie A dopo due anni di purgatorio.

Le altre squadre accreditate per lottare per la serie A sono Il Catanzaro che ha sfiorato la promozione l’anno precedente, perdendo lo spareggio con il Verona, l’Atalanta ed il Palermo.

Il Novara parte a fari spenti, i timori che questa volta Tarantola abbia fatto qualche errore di valutazione sono tanti.

“Molti sono dell’avviso che Tarantola abbia osato troppo immettendo un così folto gruppo di “nuovi” alcuni dei quali all’esordio nella serie cadetta.”

Il bilancio degli azzurri in Coppa Italia non è stato certo edificante: tre sconfitte ed un pareggio hanno causato le prime polemiche e qualche contestazione per l’impegno di alcuni giocatori.

29 SETTEMBRE 1975 GIORNATA 1: Il Novara invece comincia bene e a Taranto ottiene un ottimo pareggio. Difesa e Centrocampo promossi a pieni voti mentre rimane qualche perplessità sul reparto offensivo

“A Taranto il Novara ha presentato una buona formazione, forte in difesa, duttile a centrocampo, fragile solo all’attacco dove Fiaschi è immaturo per la serie B e Morelli è più bello che utile”

5 OTTOBRE 1975 GIORNATA 2: l’esordio casalingo è atteso come sempre con grande curiosità dai tifosi. Il Commandos Club si è autotassato ed ha acquistato un centinaio di bandiere, tamburi e megafoni e chiede l’aiuto di tutto il pubblico novarese.

Purtroppo le attese rimangono deluse e contro la neo promossa Modena i novaresi assistono ad una partita povera di contenuti:

“novanta minuti tecnicamente indescrivibili, la sagra del calcio scorretto degli errori”

Si salva solo il vecchio Udovicich che conquista gli elogi del cronista:

“Dai Roberto, lascialo indietro quel vecchio” E’ il primo minuto di gioco di Novara-Modena, ad urlare è un tifoso modenese. Roberto è Bellinazzi centravanti dei gialloblù, autore di una doppietta la domenica precedente. Il vecchio è lo stopper Giovanni Udovicich. Nei successivi 89 minuti con il vecchio alle costole, Bellinazzi non tocca più palla. Gli applausi alla fine sono tutti per Giovanni Udovicich.

12 OTTOBRE 1975 GIORNATA 3: Il Novara gioca ancora in casa, contro il Lanerossi Vicenza ed è ancora zero a zero, il terzo consecutivo che certifica l’ottima difesa azzurra e la sterilità dell’attacco azzurro.

La partita, giocata sotto una pioggia battente è comunque ben giocata dal Novara che ha cercato con insistenza il primo gol stagionale

“Due pali, un salvataggio a porta vuota, un pallone stregato che non riesce ad entrare in rete, testimoniano della costanza aggressiva del Novara che ha giocato molto meglio di quanto ci si aspettasse.”

17 OTTOBRE 1975 GIORNATA 4: cresce la fiducia nella giovane squadra azzurra e mister Giorgis intuisce che la squadra sta migliorando e la via del gol verrà presto ritrovata.

Infatti servono solo 7 minuti al Novara per sbloccarsi: Giannini batte dalla bandierina a centroarea, Fiaschi corre incontro al pallone, lo aggancia di destro ed in mezza rovesciata insacca.

Tre minuti dopo il Novara potrebbe raddoppiare ma Vivian calcia debolmente un rigore concesso per atterramento di Fiaschi.

Il Novara trova il secondo gol al 27’ della ripresa: doppio scambio tra Giannini e Fiaschi che entra in area e lascia partire un gran tiro che si insacca alle spalle di Grosso. Sembra fatta ma 5 minuti dopo la Spal accorcia le distanze con Manfrin, l’ultimo quarto d’ora si soffre ma si riesce a portare a casa una vittoria che entusiasma finalmente la tifoseria azzurra e che ci proietta nelle zone alte della classifica.

E così mentre il Novara si gode la prima vittoria del campionato, un altro evento di cronaca nera tiene banco: il massacro del Circeo, per circa 36 ore due ragazze subirono ogni tipo di violenze: bastonate, segregate in bagno, strozzate con lacci al collo. Rosaria Lopez morì mentre Donatella Colasanti si finse morta. I corpi delle due ragazze, vennero messi nel portabagagli dell’auto di Gianni Guido con cui i ragazzi fecero ritorno a Roma.

Donatella Colasanti, quando si rese conto che a bordo dell’auto non c’era nessuno e che l’avevano ritenuta morta iniziò dunque a gridare, attirando l’attenzione di un metronotte che passava di lì il quale avvisò la polizia. Nelle ore successive Izzo e Guido finirono in manette, ma non Ghira che riuscì a fuggire grazie a una soffiata.

Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.

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Giovanni da Caselle Lurani

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Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.

Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.

Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo  vide poche volte in campo.

Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.

Ciumi

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Ciao Maciste

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Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.

Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.

Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.

Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.

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il portiere più forte del mondo senza mani

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Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.

Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.

Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.

Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.

Ciumi

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