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Pensieri e parole

Riflessioni di inizio anno di un anonimo esponente della gente da stadio.

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Novara Pontedera, 5 minuti dall’inizio, poche persone in coda ai tornelli di ingresso e uno Steward mi fa questioni perché in una tasca del giubbotto mi trova uno spray per la sinusite. Dopo 10 minuti dall’inizio un altro percorre 50 metri all’interno dello stadio per redarguire una persona che è stata vista accendersi una sigaretta con un accendino che, lo Steward di prima, non gli ha sequestrato evidentemente perché più interessato al mio spray. Due scene tanto assurde quanto frequenti che chi è solito andare allo stadio è abituato ad assistere ma che tutti gli altri invece ignorano, pensando che allo stadio venga concesso fare di tutto a chiunque.

Dopo i fatti successi nel pre gara di Inter Napoli abbiamo assistito ad un vero e proprio scontro di pensieri tra due mondi: la maggioranza degli indignati che ha vomitato tutto il proprio sdegno e condanna al mondo ultras che, per quanto ha potuto, si è difeso rispedendo ai mittenti le accuse. Ognuna delle parti con un crescendo di foga e astio che, per quanto mi riguarda, ha reso il dibattito inascoltabile.

Chi mi conosce sa che ho sempre difeso le generalizzazioni perché, il più delle volte, sono il solo modo a disposizione di chi racconta l’analisi di un fenomeno che diventa tale proprio quando assume i caratteri di massa. Che un Claudio a caso possa essere uno soggetto che, cinghia in mano, possa cercare lo scontro sarebbe irrilevante se non ci fossero in Italia tanti Claudio come lui. Quindi generalizzare sulla sua figura è un esercizio che, pur antipatico che sia, ha una sua logica. Un po’ meno lo ha etichettare come “Ultras” (o quantomeno farlo nell’accezione più delinquenziale possibile del termine) chiunque frequenti gli stadi. Cosa che ultimamente ho ascoltato fare in un modo assolutamente superficiale da troppe persone, alcune delle quali col diritto divino di parola nelle varie tv.

La verità è che poche persone sanno di cosa stanno parlando quando si riempiono la bocca della parola “ultras “. Più in generale penso che pure tra la gente da stadio ci sia difficoltà a trovare un accordo sul significato della stessa parola, visto che più o meno tutti si definiscono Ultras quando se ne parla in positivo. Figuriamoci se chi non ha mai messo piede in uno stadio può essere titolato a pontificare su un fenomeno complesso come quello degli Ultras quando questo si macchia di qualche fatto negativo. L’importante però è smarcarsi da loro in fretta e furia, non importa come e perché ma basta che la condanna sia forte, perché questo l’opinione pubblica italiana oggi chiede. E pazienza se tutto il Paese sta andando allo scatafascio. Per esempio è un mese che in Parlamento c’è una vergognosa rissa ogni giorno ma il Presidente Mattarella ovviamente la critica a reti unificate di fine anno la rivolge solo agli “Ultras”, dimenticandosi di condannare con pari enfasi quel costante e meraviglioso esempio di civiltà che i nostri Senatori e Deputati ci regalano.

Penso che siamo all’inizio di un periodo che si preannuncia parecchio difficile per la gente da stadio, nel quale delinquenti, Ultras, supporters, fans, tifosotti o semplici appassionati vengono messi tutti sullo stesso piano e colpiti in nome di un dissenso e un’indignazione popolare per una tragedia che ha colpito tutti e della quale sinceramente non ne avevamo proprio bisogno. Quello che mi preoccupa infatti non è tanto la sete di giustizia sommaria che si respira nell’aria, anche perché, a differenza di quegli stupidi luoghi comuni che sento nei discorsi al supermercato di esemplificativi esempi di italiani medi, per quei fatti di Via Novara molti pagheranno e pure molto caro. Mi preoccupa quell’inevitabile inasprimento dei rapporti che ci saranno tra le varie anime delle tifoserie organizzate e gli organi preposti alla gestione degli eventi, alla loro sicurezza e all’ordine.

Mi aspetto un periodo in cui molti tifosi, anche culturalmente e filosoficamente parecchio distanti dai profili più estremi, possano avere seri problemi per un semplice “vaffanculo” di troppo, o magari per un innocente adesivo appiccicato, proprio perché, la storia lo dice, a fronte di un evento estremo con morto ne consegue sempre una reazione estrema delle Istituzioni. Sono molto curioso di vedere Matteo Salvini come riuscirà a mediare in questa situazione in cui ha il dovere Istituzionale e legale di prendere le parti dei Questori ma, contemporaneamente, il dovere morale di difendere e tutelare gran parte del suo bacino di consensi, se non a livello di partito sicuramente a livello personale, cui è probabile accinga da una consistente parte del movimento ultras italiano. Con un altro Ministro degli Interni più “tradizionale” probabilmente la repressione nei confronti di questi movimenti sarebbe stata totale, forse decisiva per la fine di questo fenomeno. Con Salvini sono curioso di vedere che cosa succederà.

Non credo che serva spendere tempo e parole per l’ovvietà di condannare chi allo stadio usa coltelli o, peggio ancora, abbia accellerato per calpestare volutamente un ragazzo. L’Italia è un Paese strano che è stato capace di intitolare una sala del Parlamento in memoria di chi, a Genova incappucciato e con un estintore in mano pronto a colpire un Carabiniere, è rimasto a terra senza vita. Ma quando il morto invece è un Ultras ecco che allora tutti avrebbero accelerato o sparato se si fossero trovati lì in mezzo in divisa. Quindi mi pare stupido star qui a difendere l’indifendibile o condannare solo per il gusto di allinearmi all’opinione preponderante. Ognuno si sarà fatta un’idea personale e quindi va bene così.

Mi auguro solo che varcare un tornello di uno stadio non diventi ancora più complicato di quanto lo è già ora. Mi auguro che affrontare una trasferta non diventi una cosa impossibile. Mi auguro che venga ancora concesso di vivere la propria passione nel modo che ognuno preferisce, perché penso che fino a quando non arreca un danno ad altri, nessuno può impedire ad un libero cittadino di vivere lo stadio come meglio crede, in nome di una presunta e ipocrita superiorità etica e morale. Mi auguro, quindi, che per una volta Istituzioni e politica non colpiscano tutti per pulirsi una coscienza parecchio sporca.

Lunga vita alla gente da stadio. Sempre e comunque.

Claudio Vannucci

Fondatore dei Blog Novara Siamo Noi e Rettilineo Tribuna, Vice Presidente del Coordinamento Cuore Azzurro e fraterno amico di chiunque al mondo consideri lo stadio la sua seconda casa. O addirittura la prima. Editorialista estremista, gattaro.

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Pensieri e parole

… per tirare su un po’ il morale …

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Buon giorno Singnor Dottore Eviro Naser Mohamed Ali Mohamed Altamimi, sono Nonnopipo Retired-Dialect Expert- Nonnopipo- Worksite Assistant- Pilato Ponzio.

Intanto la ringrazio per aver concesso questa intervista al Blog “Novara siamo Noi” il cui direttore generale (minuscolo), Vannucci Claudio, sarà penalmente unico responsabile dei contenuti a venire.

Per facilitare la dizione dei suoi nomi e cognomi mi limiterò a riferirmi a Lei chiamandola amichevolmente Eviro, in quanto proveniente dagli Evirati Arabi.

Le chiedo dunque se Ella preferisce rispondere alle mie domande in italiano o inglese o in arabo.

Eviro: Sta mia lì a gni mat, al dialèt nuares al va benone

NSN: Ma allora Lei non solo conosce l’Italiano, ma addirittura il dialetto novarese, sono veramente              sorpreso!!

Eviro: Am l’ha mustrà cul che ti ti ciami al “giügastron Milanés” che m’ha ubligà a imparà al dialèt da Milàn, da lì a imparà anca cul da Nuara l’è stai un giöch da fiulìn 

NSN: Allora Eviro, da dove nasce questo interesse per il Novara fc?

Eviro: Interèss?? Qual interèss? Al mè ziu che l’è sciùr mè ‘l mar, l’è un grand Eviro parchè gh ha la belèssa da vutantacinq nivùt, tüti lasaròn che i gh han mia voja da lavrà a parte mi. Ben, al mè ziu, sò mia cume, l’è ricevù una cartulina che la rivava da Nuara, spedì da un so amis che al gh ha un negossi d’articul arabi propi in cità, roba pregià eh, mia cume cula bataria che i vendan i cinés. La cartulina la mustrava un campanil alt püssè da cent métar, e lü m’ha urdinà d’andà a Nuara par cumprala. I n’ho parlà cunt al Sindich … ‘mè l’è ch as ciama … ah ècu … ‘dèss im ricordi …  Scagnelli, ma pürtrop m’ ha rispundü che sta turr da cemént, par adèss, l’è mia in vendita, magari as na parlarà la prossima legisladüra, ma mi ho mia capì cus’ al vuréva dì, cus’ l’è la legisladüra? Alura al Sindich m’ ha dì: “ Ch’ al senta brav om, igh fo una pruposta: al Giügastron Milanés l’è in vià a cercà un quai povar diavul dispost a cumprà al Nuara dal balòn, cul dal fulbar, parchè al vöra andà in pension e al deva siguì i cantiér di lavùr cume tüti i pensiunà che is rispètan”

NSN Dunque, Eviro, il vostro desiderio non era quello di acquistare il Novara fc. ma bensì la Cupola di San Gaudenzio, se ho ben capito! Lei, caro Eviro, non si rende conto del valore storico, artistico, simbolico, che questa costruzione rappresenta per la città di Novara e per i novaresi, un capolavoro di Alessandro Antonelli!!

Eviro: Si, i la so, ma anca al Nuara d’ un para d’ani fa, prima da quest, l’era un patrimoni dla cità, ma l’è stai rubà da una banda da giargianés senssa vargogna, in cunfrunt dl’ uspedalier, dal rutamat e dal figàt, mi i son una garansia … ma ch’ am disa un po’, in che squadra al giöga stu Alessandro Antonelli che i la cumpri sübit?

NSN: Allora Signor Eviro, lasciamo perdere la Cupola, l’Antonelli e il Sindaco impegnato com’è a far iniziare (?) i lavori del ponte XXV aprile, mi dica: la trattativa è a buon punto?

Eviro: Mia trop! Al Giügastron milanes al vuraria che mi igh dò i sold che l’è spendü l’ han passà par la squadra, cui dal telepass da Milàn a Nuara e anca al rimburs dla bensina e cul di scuntrìn dl’Autogrill. I sold dal regal par la cresima dal so nivut però igh i a dò mia, as na parla gnanca.

NSN: Posso chiederle quali progetti avete riguardo al Novara fc?

Eviro: Prugèt? Quai prugèt? i Prugèt i a fan j ingegnér, cui che duvrian rifà cul punt che al diséva prima, mia i pruprietari di squadri dal fulbar. Nün i vuruma che la squadra la giöga ben, e la fa divertì al püblich, che m’han dì i hin i solit tri gat. Nün dai nostri squadri i vuruma al méj : insuma i vuruma l’ ecelénsa.

NSN: No scusi Eviro Altamimi, cosa intende per Eccellenza? non sarà mica la categoria nella quale finirà il Novara fc, vero?

Eviro: Mah, cus ti vöri ch’ it disi!! Mai limità la forsa dla pruvidénssa, anca la squadra d’un’ isula meravigliusa cume Capri la giöga in Ecelénssa, se la giöga lé, poda giügà anca al Nuara.

NSN: beh, ammetta almeno che non è un bel biglietto da visita quello che sta dicendo …

Eviro: No no, alura ti sè capì na got, no … na got a la disa al giügastron milanes … alura ti capissi gnenta, it la spieghi una volta par tüti: i sold che i servivan par cumprà la cüpula, che da nün l’ avrìan sbatà giò da almenu trent’ani par fa sü un bèl céntar cumercial, i sèrvan par cumprà al Nuara, pagà i vissi dal giügastron, cumprà un palassi cunt la curt che as ciama Brulèt, e una deséna da laghèt che m’ han dì che is ciaman risèri, che i trasfurmarò int una piscina granda granda cun la spiagia. Pö dopu, cul ch’ a rèsta i a dopri par vénd i giügadur.

NSN: Mi scusi Signor Eviro Altamimi Moha … vebbè lasciamo stare le parole crociate, forse voleva dire “acquistare” i giocatori!!

Eviro: no no, véndai, però i paghi mì chi i a cumpra, parchè nissüna al pìa giügadur cusì, ma as sa, cunt i dané as poda fa tüt. Senta un po’, ma cul palassiòn gross in Piassa dla Repüblica ti sè mia  quala l’è l’agensìa imubiliar che la vénda? Pö cun calma t’im a spieghi cusa vöra dì “Repubblica”.

NSN: Credo che sarebbe meglio finire qui l’intervista. La ringrazio, ma l’aspetto dopo il “closing” per verificare la bontà delle sue intenzioni, non ci deluda e rispetti la nostra maglia. Le auguro di riuscire ad acquistare il Novara fc anche perchè, altrimenti, il Giügastron milanés se non venderà a Lei, a fine stagione cederà la società al primo che passerà per strada.

Eviro: Ch’ as preocupa mia, ‘ndarà tüt ben …  però ch’ a ma spiega una roba: cusa l’è al “closing” sarà mia un quai trüch dal Giügastron?

NSN: No, tranquillo, mi riferivo alla chiusura della contrattazione in corso per l’acquisizione del Novara fc.

Eviro: ah, cusì va bén, però sti bén in campana a mia püblicà futugrafji prutegiü dal “copyright” senssa al mè permès, parchè vüaltar i si fürb e iv fasì püblicità cun la mè facia.

NSN: Caro Eviro non si preoccupi, noi non siamo dei “barlafüs”, forse un po’ giügastron si, lo ammetto. Grazie e a presto.

Nonnopipo

NdR: La fotografia a corredo di questo articolo viene scelta dal capo redazione Vannucci. Mi dissocio se tale foto risultasse protetta da copyright.

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Volare alto

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Vi ricordate De Salvo padre e figlio? Vi ricordate Rullo padre e figlia? Nespoli, Cianci, Lisi, Inverso, Civitarese, Bonanno ve li ricordate? E Pavanati ve lo ricordate? Li abbiamo visti, li abbiamo conosciuti e sappiamo bene cosa hanno fatto al nostro Novara.

Perché quindi dovrei avere paura o dovrei avere preconcetti su Genny Savastano, Kim Jong-un e Al Tamini?

Cosa può succedere di peggio di quello che già è successo? Quello che c’era da proteggere, da tutelare e da difendere non c’è più. Il 1908 è stato annientato da quelle brave, rispettabili e italianissime persone di cui sopra. Se andrà male ricominceremo nuovamente da zero, ci sarà un nuovo Sporting Novara, un Real Novara oppure una Pro Novara con un nuovo illuminato imprenditore di qualsiasi provenienza ma chiaramente non novarese che ci farà ripartire dalla serie D o magari dalla terza categoria, dalla quale saremmo già dovuti ripartire tre anni fa.

Quindi ben venga Al Tamini che Emiro non è ma che qualche soldino da buttare ce l’ha di sicuro e quasi sicuramente non ha i precedenti penali ed i fallimenti alle spalle di molti ex proprietari del Novara. Ben venga la sua corte di persone pittoresche, ben venga il fatto che non hanno alcun legame con Novara e con i novaresi, ben venga che provenga dall’altra parte del mondo. Che siano benvenuti i nuovi barbari!

Il bottino da depredare non c’è, non ci sono entrate ma solo spese, non c’è storia ma solo presente e futuro. Chi arriverà dovrà investire un sacco di soldi e ricostruire da zero una società senza strutture, senza settore giovanile, senza personale. Nessuna entrata è prevista almeno finché la categoria sarà questa.

Non ci sono alternative, non c’è nulla da perdere ma tutto da guadagnare. Questa storia me la voglio proprio godere, hai visto mai che riusciamo a fare un altro giro di giostra?

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Ma la mappa per andare dove?

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L’espressione ‘mettersi sulla mappa’ l’ho sentita per la prima volta dal grande Federico Buffa nelle sue Storie Mondiali. Peccato che parlasse del grande Uruguay del primo Mondiale del 1930 di Nasazzi e Andrade, e sinceramente risentire la stessa espressione ieri dal potenziale nuovo proprietario di una squadra di C al termine di un’amichevole con la Caronnese mi ha provocato la stessa reazione di quando guardo un qualsiasi film della commedia all’italiana: un sorriso tipo quello che si produce per contrazione sul letto di morte e tanta tanta malinconia da decadenza. Le tre parole dette in inglese stentato da Altamimi mi hanno ricordato molto la scena dell’adolescente che esce la prima volta con la tipa e cerca di dire tutto quello che può compiacerla nella speranza di ricavarci almeno un limone e un po’ di petting spinto e ripete a pappagallo tutto quello che vuol sentirsi dire: e allora ‘il Novara non è come le altre nostre società, ‘non cambieremo nome alla squadra’, ‘la qualità della città, dei servizi e della GENTE’ (come se avesse conosciuto un cristiano a parte Ferranti che novarese non è e un paio di esponenti politici locali), e poi il mirabolante ‘we want to put Novara in the world map’. L’ho detto bene? Adesso mi fai almeno una pippa, per favore?

Peccato che il personaggio sia talmente ambizioso da essersi assicurato di fare il potenziale closing a calciomercato finito perché i soldi per svincolare un paio di scarti dello scorso anno e fare spazio in rosa per prendere almeno un elemento di alto livello per la categoria che guadagni più di 50K netti l’anno col cazzo che si è sognato di metterli. Ma sicuramente sono io che non capisco la grande sensibilità di questo Ronn Moss in kandura che, come uniche credenziali nella vita, oltre a una spiccata passione per lo sport ribadita circa 350 volte, ha quella di aver fatto basket a livello professionale e judo, e che evidentemente non ha voluto rompere i delicatissimi equilibri sportivi dietro a questo Novara povero ma bello che sta nascendo.

Aspettiamo dunque, il tempo per metterci sulla mappa ci sarà. Per ora la mappa è quella per andare a far ridere i polli. E, a proposito di personaggi politici locali, io la foto del taglio del nastro accompagnati dal fratello con le ossa grosse di Genny Savastano e da quello che va a tagliarsi i capelli dal parrucchiere di Kim Jong-Un me la sono salvata. Così, per ogni evenienza futura, nel caso in cui alla prossime elezioni di polli non ne avessimo fatti ridere abbastanza.

Jacopo

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