Analisi Tecnica
Dieci ragazzi per me …
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5 anni faon
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Ciumi
È uno schieramento sbagliato quello schierato per circa 60 minuti oggi al Piola, l’ennesimo tentativo di sparigliare le carte dove cuore, intraprendenza e coraggio hanno supplito ad una evidente carenza tattica.
Non significa che non si sia visto un buon Novara ma, al di là della vittoria (importante per il morale ed il rinsaldamento del rapporto con il popolo dei tifosi), la copertura del campo vista per un tempo e moneta ci ha lasciato diverse perplessità. Spesso una vittoria diventa la panacea di tutti i mali ma dobbiamo essere coscienti che quella di oggi è solo frutto dell’abnegazione dei dieci in campo (poi spieghiamo dopo, non è un refuso) … e di un po’ di culo.
Dieci perché il giocatore più importante del nostro organico ( Cacia ) in campo non ci è mai entrato, prigioniero dei malanni che lo attanagliano ( evidente il disappunto raccolto dal suo labiale all’uscita del campo ) e innervosito dal fatto di aver realizzato che certi acciacchi, ad una certa età, sono difficili da smaltire.
Archiviato l’argomento Cacia, argomento che rimandiamo ormai a gennaio ( dobbiamo lasciargli il tempo di recuperare sia per non sporcarne il ricordo che per sfruttarne col caldo quelle potenzialità fino ad oggi viste a sprazzi ), ritorniamo – brevemente – sul fatto che schierare un centrocampo ( tra mediana e trequarti ) fatta da nani senza far partire , palla a terra, l’azione dal portiere è semplicemente demenziale e ti mette, costantemente, nella condizione di dover recuperare la palla senza poterla gestire. Così come è difficile da digerire un modulo ad albero di Natale ( che si deve fare rigorosamente dopo sant’ambrogio) che diventa sterile sia per la statura dei due trequartisti che per la mancanza assoluta di due esterni bassi che siano in grado di interpretare la fascia con qualità.
Completamente diversa l’ultima mezz’ora quando, pur con un Cattaneo sacrificato a punta, il centrocampo a quattro ( e l’ingresso di Bianchi a sostituire uno sfiancato Fonseca ) ha dimostrato la stessa qualità e quantità vista a Chiavari domenica scorsa.
Continuiamo ad essere convinti, a maggior ragione dopo aver visto per la prima volta anche Nardi, che abbiamo un organico fatto da un quartetto di centrocampo importante con valide alternative in corso d‘opera… siamo altrettanto convinti che, pur dovendo supplire al suo disordine tattico, Cattaneo possa diventare una valida alternativa ai quattro … siamo convinti insomma che tutti sti cambi di modulo da parte di Viali ci hanno un po’ rotto il cazzo e che, forse, sarebbe ora di cominciare ad abbandonare il sogno del trequartista perseguendo una impostazione più quadrata, forse meno ispirata, ma più solida e proiettata ( perché è di quelli abbiamo bisogno ) a fare punti importanti, punti brutti sporchi e cattivi.
Si vedrà …. ad majora
Ciumi
Analista tecnico delle partite e sfanculatore ufficiale del blog. Convive con una sana passione per le Converse All Star sgualcite e scolorite e per la scarsa considerazione sul genere umano. Severo ma giusto.

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Onestamente mi ero illuso che col Padova, su un campo difficile, da sfavoritissimi, di fronte a una squadra che poteva avere la pancia un minimo piena dopo due vittorie di fila, ci fossero le condizioni per sorprenderli e portare a casa almeno un punto. E invece è successo esattamente il contrario, e soprattutto, si è avuta la dimostrazione che provare a proporre calcio per Buba non è un vezzo ma un’assoluta necessità che deriva dal fatto che non siamo in grado di amministrare pressoché nulla. Ieri, a differenza delle scorse partite in cui abbiamo cercato di portare la pressione all’estremo coi terzini per aumentare il peso offensivo, si è scelto di bloccare i terzini ma di optare per un (a mio parere) discutibile doppio regista e per un 4-2-3-1 con Bagatti (sempre a mio parere) assolutamente sprecato e non adatto al ruolo di raccordo nei 3 dietro a Rossetti, perché è palesemente un interno di centrocampo in tutto e per tutto. Immagino che lo scopo di questo assetto fosse quello di rischiare meno difensivamente nelle ripartenze a differenza delle ultime due partite e di aumentare il fosforo in mezzo provando ad addormentare la partita senza rinunciare a controllarla, colpendo nel momento giusto.
In realtà l’unico risultato è stato quello di scollare totalmente i reparti, sguarnendo di copertura la difesa e prestando il fianco non al contropiede ma alle accelerazioni di volta in volta dei vari Varas, Favale, Liguori, e, purtroppo, di uno come Bortolussi che peraltro da almeno tre anni non ha più nella velocità esplosiva la sua arma migliore. Ma ha tecnica e soprattutto intelligenza, e ha capito che partendo venti metri dietro, nel momento in cui Savini e Ranieri non avevano palesemente impatto fisico per reggerlo in progressione, poteva farci malissimo: una volta è arrivata la chiusura in extremis di Khailoti, la seconda volta il gol.
Il nostro problema enorme ad oggi è proprio questo. Come quando uno prova a fare per la prima volta il cubo di Rubik, e mette a posto una faccia ma se non conosce il teorema poi scombina tutte le altre, la sensazione è che come la giri la giri questa squadra non riesca a trovare un suo equilibrio: se proponi ti inculano in contropiede sulle palle perse in fase di costruzione, se amministri ti inculano in accelerazione centralmente sull’inferiorità numerica (e ieri anche fisica) a centrocampo.
Ma la cosa più preoccupante è stato l’atteggiamento imbarazzante del secondo tempo, in cui non siamo riusciti a creare una sola palla gol nitida, mentre almeno nel primo tempo sull’1-0 avevamo dimostrato per l’ennesima volta in quella doppia occasione prima con la punizione di Urso e poi con il salvataggio sulla linea, di avere almeno l’alibi di stare sui coglioni pesantemente a Gesù Cristo in persona, che non è una consolazione ma almeno sai con chi prendertela. E invece nella ripresa è sembrato che non vedessimo l’ora che finisse il supplizio, con anche i subentrati che hanno veramente faticato, in particolare Calcagni a cui evidentemente hanno portato sfiga, visto che dalle critiche immaginarie in settimana siamo passati alle critiche vere che gli verranno fatte ora per non aver azzeccato un singolo cazzo di pallone nel primo quarto d’ora che è stato in campo.
Che fare dunque? Onestamente non lo so. Cambiare modulo è una strada, anche se parliamoci chiaro, con un organico così imbottito di esterni, mezze punte, sottopunte o sottoceppe, non giocare a 3 davanti equivale a vanificare almeno un quinto del patrimonio umano a disposizione. Passare a tre dietro escludo che Buba lo farà mai, più per credo calcistico che altro, anche se avrebbe Boccia che il braccetto a Torre del Greco mi dicono lo ha fatto, pur con modesti risultati, e Migliardi non sarebbe a mio parere un malvagio quinto con le caratteristiche di spinta che ha. Un centrocampo a 4 per me è inattuabile, non avendo giocatori adatti a reggerlo per dinamismo, struttura e forza fisica. Rimane la soluzione di giocare con un 4-3-1-2, magari avvicinando D’Orazio alla porta o provando il tandem Scappini – Rossetti con D’Orazio trequartista, o in alternativa Gerardini che comunque mi pare a parte D’Orazio quello con più intraprendenza nel provare la giocata tra tutte le sopracitate mezze punte, sottopunte o sottoceppe.
Il punto è che da adesso in poi la squadra possiamo girarla come vogliamo, ma serve anche un cambio di passo a livello mentale, perché questa brutta sensazione di partire già sotto 1-0 anche se fai tu la partita, perché tanto al primo soffio di vento crolli, inizia ad essere ingombrante. Deve trovare Buba il teorema per risolvere questo cubo di Rubik, e anche in fretta
Jacopo

Che questa squadra avesse un problema con la fase difensiva lo aveva già intuito dopo Alessandria chi di tattica capisce ben più di me (e non ci vuole molto) che a calcio non ho mai giocato neanche un minuto. Agevolo a questo proposito qui sotto il fotogramma segnalatomi poco dopo l’uscita della mia analisi scorsa, in cui è rappresentato il nostro schieramento nell’occasione concessa ai grigi dopo pochissimi minuti e poi sprecata da Pagliuca.
E’ evidente l’enorme distanza dalla parte opposta a dove sta andando a contrasto Bertoncini tra Bonaccorsi (ultimo uomo), Migliardi (in alto a sinistra) e il rispettivo interno (Gerbino). Il tutto in una situazione in cui già Boccia è molto alto e quindi Migliardi avrebbe dovuto essere decisamente più basso e stretto per chiudere la diagonale vicino al centrale. Onestamente non ci avevo assolutamente fatto caso, vuoi per l’inquadratura TV, vuoi per la mia istintiva carogna verso il povero Di Munno autore del retropassaggio assassino, vuoi perchè di calcio appunto capisco il giusto, ma è una situazione che, amplificata a un numero di potenza a caso, chiunque dotato di vista ha potuto riscontrare riprodotta dal vivo contro una squadra come la Pro Patria, molto più scafata dell’Alessandria e soprattutto chiusa dietro a 5 con tanti uomini pronti a ripartire appena riconquistata la palla: il peggio del peggio che possa capitare giocando a 4-3-3 se la squadra non è in tiro perfettamente a livello difensivo.
E noi abbiamo dimostrato di non esserlo minimamente, con Migliardi quasi sempre proiettato in avanti alla ricerca di un po’ di peso offensivo che evidentemente non riusciamo a portare con gli esterni, e con addirittura a volte dall’altra parte pure Boccia a buttarsi dentro come se non ci fosse un domani, o come se non ci fosse una squadra di fronte che in qualsiasi momento potesse ripartire con 7 uomini. La cosa paradossale è che i gol non li abbiamo presi in due delle tante ripartenze, ma in situazioni di difesa praticamente schierata. Entrambe le volte con Bonaccorsi, in condizioni fisiche che onestamente a me e a chi stava vicino a me sono sembrate preoccupanti da 5 minuti dopo che la partita era iniziata (e non capisco come questo non fosse chiaro a chi lo ha mandato in campo), a rincorrere inutilmente l’uomo che mette in mezzo il pallone. Ma mentre almeno sul primo gol c’era l’attenuante di una bella sovrapposizione e della dormita di Bertoncini sull’attaccante in area, il secondo è totalmente incomprensibile, con Bonaccorsi che si fa scavalcare alle spalle da una rimessa laterale e poi invece di entrare in scivolata per chiudere lo spazio (cosa che evidentemente anche Migliardi si aspetta e per questo rimane nella zona in cui poteva arrivare una deviazione), lascia lo spazio per mettere la palla in mezzo verso l’uomo che sta arrivando a rimorchio.
La sensazione è che Buba non sappia cosa inventarsi per supplire a quella che è palesemente ormai una carenza di peso offensivo, con due punte che per motivi diversi (Scappini per struttura fisica, Rossetti perché è in condizioni non ancora ottimali, e chissà quando lo sarà) non possono reggere da sole il peso dell’attacco. Considerando anche che sugli esterni abbiamo una serie di bravissimi ragazzi con doti tecniche anche notevoli nell’uno contro uno ma che non sono propriamente dei colossi per riempire l’area e che stanno all’attacco del secondo palo come Sartorio sta alla danza. Escludendo da qualsiasi considerazione il povero Catania al rientro dall’infortunio che ora capisco perché Buba non l’abbia rischiato già ad Alessandria, visto che probabilmente ho più muscolatura io nelle gambe di lui. Un solo giocatore finora ha dimostrato di avere sfrontatezza, coraggio, tecnica e gamba per fare la differenza sugli esterni, e ovviamente si tratta di D’Orazio, che a questo punto si candida chiaramente a una maglia da titolare.
Detto questo, non voglio rompere oltremodo i coglioni, perché credo davvero che una volta sistemato almeno uno dei due esterni con un giocatore che possa darci quel che finora ci è mancato e limate le pecche difensive, questa sia una squadra che a livello di singoli abbia da invidiare poco o nulla a quasi tutte le concorrenti. Ma serve un bagno di consapevolezza (e mi pare che Buba stesso in conferenza ne abbia preso coscienza) sul fatto che controllare le partite ha senso se le partite si determinano. Mio nonno, quando uno era duro di comprendonio, diceva che gli ci volevano sette fette per capire che era polenta. Speriamo che il mezzo schiaffo di Alessandria e il ceffone di ieri siano serviti per svegliarci subito.
Jacopo
Analisi Tecnica
Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane
Published
3 settimane faon
5 Settembre 2023By
Jacopo
Sapevamo che sarebbe stata una partita complicata. Tante le motivazioni essendo un derby, tanta la gente col dente avvelenato, partendo dal loro presidente per arrivare al lavandino che giocava sulla fascia destra, tanta la differenza di carico fisico di amichevoli che a freddo sapevamo avrebbe favorito loro, se non altro per quella fisiologica dose di foga agonistica che si mette in campo quando gli automatismi scarseggiano ma la gamba nel breve è più fresca. Insomma, io un pari alla viglia lo avrei accolto a braccia aperte viste le contingenze, ma per come è maturato mi lascia parecchio amaro in bocca. Perché la mia modesta opinione è che ce la saremmo potuta giocare molto meglio.
Immagino che il forfait nel prepartita di Bagatti abbia un po’ scombinato i piani, che comunque per il mio modesto parere erano già più che opinabili. Partire con Prinelli trequartista invece di lasciarlo a fare il suo ruolo da interno era già rischioso, farlo sapendo di non avere un’alternativa a lui come interno oltre a Bagatti out e forzando un giocatore che non ha palesemente il passo per quel ruolo come Di Munno, il tutto per incaponirsi su un modulo, il 4-3-1-2, provato una volta in un’amichevole peraltro persa malamente, mi è parso un azzardo poco comprensibile. Credo che la scelta di partire con due punte sia stata dettata dalla volontà di mantenere un peso offensivo più elevato per far fronte a quella che dall’inizio di questo precampionato è sembrata la lacuna più grossa di questa squadra: la capacità di far male davanti. E pure io sono sempre stato dell’idea che qualcosa mancasse per caratteristiche a questa squadra, ma sugli esterni offensivi, nella misura di un giocatore che, invece di tentare costantemente la giocata tecnica nel breve partendo da fermo (perché ne abbiamo da buttare con quelle caratteristiche) sapesse strappare in velocità sulla media distanza grazie a doti fisiche di esplosività negli spazi: evidentemente però un elemento simile non è arrivato per un comprensibilissimo tema di budget (perché i Lanini-like purtroppo costano). Poi ovvio che pure alla voce prime punte avrei gradito qualcuno con qualche gol in più all’anno in canna in categoria, ma anche qui sappiamo bene quello che ci potevamo permettere in questo calciomercato, per cui mi faccio andare benissimo Scappini e Rossetti. Due giocatori che a mio parere, per motivi diversi, riescono a dare il meglio se possono essere alternati in corsa in modalità staffetta, il primo perché ormai c’ha una certa, il secondo perché dopo un anno di quasi totale non titolarità deve recuperare i 90 minuti di partita vera, quella in cui ballano i tre punti. Per questo, non comprendo perché forzare una scelta a due punte, il che significa giocarcene di sicuro una in un cambio per il passaggio a 3 davanti nel momento in cui il gol non lo facciamo (cosa che a naso capiterà spesso quest’anno), tenendo l’altra a sfiancarsi fino al 94’ quando palesemente non ne ha più – e mi sarebbe piaciuto vedere ad esempio un Rossetti fresco su quella palla a 5 minuti dalla fine su cui ha sbagliato il controllo in area per palese incapacità di riuscire a stare ancora in piedi. Senza contare che con 5 esterni offensivi di ruolo che abbiamo in rosa, a me pare onestamente un peccato di dio giocarcene solo come subentranti 2 o al massimo 3 nel finale se passi al 4-2-3-1 come fatto ieri, pur conscio del fatto che alcuni come Gerardini non stavano al 100% per partire dall’inizio.
D’altra parte, abbiamo visto che dove si è scelto di non complicare il pane abbiamo già un’ossatura di squadra molto affidabile. La catena terzino / mezzala a sinistra Migliardi – Gerbino ha funzionato molto bene, con quest’ultimo che essendo un 2004 se continuerà a giocare con continuità si tradurrà in discreti soldini per il minutaggio. Peggio invece a destra dove ho visto Boccia più determinante in fase offensiva ma in difficoltà sulle palle mezza e mezza e a contrasto in fase difensiva, sicuramente non favorito nei tempi di uscita dal fatto che da quella parte Di Munno nel ruolo di interno stava a suo agio come un biker alla festa dei 40 anni di Freddie Mercury. Sono certo che, per quanto non lavori da un po’ con la squadra, Calcagni in quel ruolo anche con una gamba sola avrebbe fatto meglio di quello che è (e dovrebbe rimanere) la riserva di Ranieri.
Detto questo, e guadagnatami la palma di cagacazzi subito all’esordio, portiamo a casa il punto, ma da domenica io tornerei alle origini e al naturale assetto rodato per tante partite da questa squadra nel precampionato, infortuni e stato di forma degli interpreti permettendo: ok essere cerebrali, ma senza complicare troppo il pane
Jacopo
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Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane

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