Strano periodo il novembre 1969: fascisti e comunisti in Italia se le danno di santa ragione mentre dall’altra parte del mondo vanno per la seconda volta sulla Luna. Ma anche in America la Luna sta passando di moda e i giovani hanno una gran voglia di protestare contro tutti e tutto
I Rolling Stones cantano Honky Tonk Women ma in testa alla hit parade c’è la smielata Sugar Sugar ed in Italia domina Mario Tessuto che non rispecchia certo il clima delle piazze con “Lisa dagli occhi blu”.
Il Novara disputa il campionato di serie C 1969/70, siamo giunti alla decima giornata del girone di andata ed il calendario prevede un grande classico: Novara-Pro Patria. Con i tigrotti ci siamo affrontati in tutte le categorie e con più frequenza di qualsiasi altro avversario: è il nostro derby d’Italia.
Dopo un inizio stentato con soli 4 punti nelle prime cinque giornate, gli azzurri infilano 4 vittorie consecutive e si presentano al match con la Pro Patria in testa alla classifica.
Protagonista a sorpresa di questo inizio campionato è il portiere trentaseienne Tato Lena che ogni settimana si gioca il posto da titolare con il giovane Pulici e che nella domenica precedente ha parato un rigore, consentendo al Novara di vincere sul campo della Solbiatese, concorrente diretta per la promozione.
“Lena dopo aver parato un rigore è stato chiamato in causa altre due volte su difficili palloni. Il portiere, 36 anni in dicembre, lo spirito (ed il fisico) di un giovanotto, in entrambi i casi è letteralmente volato andando a bloccare dapprima un pallone a terra, quindi un secondo, addirittura all’incrocio dei pali”
11’ Punizione al limite di Vivian, Lombardi respinge corto, riprende Giannini che infila di potenza e precisione.
34’ Gabetto riceve un rimando dalla propria difesa, parte a tre quarti di campo, anticipa Parini di testa, salta Nocentini e poi attende l’uscita del portiere per segnare: 2-0
63’ Carrera parte da metà campo, allunga a Calloni, questi a Gavinelli che poi rimanda la palla al centro al compagno. Calloni entra in area ed è gol
Il 17 novembre 1969 massacriamo i bustocchi. Non c’è proprio partita, dopo mezz’ora siamo già sul 2-0 e la differenza in campo è talmente evidente che gli azzurri rallentano, suscitando le lamentele dell’esigente pubblico dell’Alcarotti che evidentemente ha ancora nella mente le gesta delle formazioni che hanno calcato i campi di serie A e B e pretende goleade tutte le domeniche per diritto acquisito…
Strani tipi i Fedelissimi del Novara: brontolano anche quando la squadra vince 3-0, in fila la terza vittoria consecutiva, rimane in testa al comando del campionato insieme al Legnano
Santino Tarantola è più interessato ai numeri che agli unori dei tifosi:
Noi – dice Tarantola – preferiamo le giornate di nebbiose. Il sole ci porta via sempre due-tremila spettatori. Anche se la squadra marcia bene, spiegandosi a suon di gol.
Tre a zero, tutti a casa e primo posto confermato. E così sarà fino alla fine della stagione che decreterà il ritorno in serie B degli azzurri
Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.
Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.
Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.
Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo vide poche volte in campo.
Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.
Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.
Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.
Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.
Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.
Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.
Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.
Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.
Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.
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