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Inizia il nostro campionato … quale?

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Inizia il Campionato, già, ma quale campionato?

Quel campionato, di qualsiasi categoria fosse, che una volta la gente aspettava con ansia la domenica per vivere l’evento,  o quello che ora ti obbliga ad attendere il fine settimana in considerazione del frazionamento delle gare distribuite in ore e giorni più disparati, che si tratti di serie A, B o Lega Pro?

Quel campionato che ci ha sempre accompagnato con sapiente maestria e amore attraverso lo scorrere degli anni?

Quel campionato che seguivamo alla radio immaginando lo sviluppo delle azioni migliori per poi, il lunedì, guardare con occhi sbarrati le foto dei gol sui giornali e consultare le formazioni delle squadre?

Quel campionato che custodiva tra le pieghe delle sue funzioni anche la speranza di diventare ricchi con la schedina del totocalcio: nove partite di serie A, due di serie B e due di C le cui squadre pochi conoscevano, e che ti vedeva felice come un salmone scampato alle fauci dell’orso quando leggevi che il Novara era in schedina, e ti sentivi onorato che il nome della tua città venisse citato alla televisione.

Quel campionato che non se la tirava tanto con gli schemi … gli schemi …  mi vien da ridere; nessuno poteva vederne uno che uno applicato da qualche squadra; la tv di allora trasmetteva un tempo di una partita la domenica all’ ora di cena, mentre si mangiava la zuppa preparata con il brodo di carne avanzato dopo aver cucinato il risotto a mezzogiorno. Il materiale da visionare era quello, prendere o lasciare, almeno fino alla domenica sportiva che però iniziava troppo tardi per coloro che il lunedì mattina avrebbero dovuto timbrare il cartellino o presentarsi a scuola.

Quel campionato le cui squadre giocavano tutte con un uomo davanti al portiere … lo chiamavano “libero”, e stava posizionato tra il portiere, appunto, e il numero cinque che era lo “stopper”.

“I due centrali” li chiamano ora, sistemati orizzontalmente uno accanto all’altro come neanche due morosi!! … lo stopper e il libero … dai, vero che fa un pò vintage?

Quel campionato che all’ala sinistra, con il numero 11, ci metteva il secondo attaccante, di solito meno bravo del primo che aveva il 9, ma non sempre era il più bravo. E noi fiulìn si riservava quel ruolo all’ amico più imbranato che si aveva in squadra, per sostituirlo quando qualcuno si infortunava e lo si mandava là, relegato all’ala sinistra.

Quel campionato che numerava con il 4 la vigoria fisica, spesso miscelata a dovere con una buona dose di cattiveria. Quanto magnolavano i numeri 4, inutile citarli, si rischierebbe di tralasciarne troppi.

Il campionato il cui montepremi a partita era dotato di soli due punti, e alla fine della stagione lo scudetto lo si vinceva raggiungendo i 50 punti. E in quel campionato il portiere aveva sempre il numero 1 e la maglia nera, poi diventata grigia, poi verde, gialla e poi fantasia, come del resto gli arbitri ora in versione multicolor come le scarpette dei giocatori, una volta solo scure  che prendevano dal sangue dell’avversario un colore rosso vivo.

E certo, il colore! Piccolo particolare capace di cambiare abitudini, metodi e vezzi, adeguando le cose, calcio compreso, a nuove usanze e costumi. Del resto sono i piccoli particolari a fare le differenze: difatti le mosche e le api sono entrambe in grado di volare, però, guarda un po’, la differenza appunto è su cosa poi si posano.

Prima solo l’arbitro, poi la Moviola, ora la VAR, in futuro chissà? E pensare che noi si risolveva tutto con un semplicissimo compromesso: ogni tre calci d’angolo un calcio di rigore e finita lì.

E il futuro, si sa, è abitabile, anche se spesso è in grado di rendere obliquo il tempo che scorre come la pioggia quando il vento la spinge, quindi in piena trance tribunalistica e con l’abaco dotato di 19 palline anziché sedici, diciotto, venti, o ventidue, tra un impercettibile sorriso quasi leonardesco di Balata e un casto cinguettio twittato di Frattini, si è fatto partire un campionato sghembo a 19 squadre, che forse diventeranno 20 o 22 in corso di svolgimento, ma solo dopo aver aggiornato l’abaco, operazione che pare stiano ultimando.

E così con questo scenario alle spalle così surreale e terrificante, in un clima di incertezza pari a quello del giorno seguente la caduta di un meteorite, domenica potrebbe iniziare il nostro campionato, che il destino ha imposto, impostore com’è, avvenisse contro una squadra che non è figlia di nessuna terra, avulsa com’è dalla realtà di periferia che l’attende e considerata dai suoi stessi genitori alla stregua della sorella scema, che oltre a rappresentare l’obliquità dei tempi che stiamo vivendo, ne testimonia con la mano sulla Bibbia anche la fragilità.

Ci tocca appunto la Juventus B, per la gioia dei tanti doppiosciarpisti che saranno obbligati a rivivere, in piccolo, i disagevoli ricordi dell’ultimo campionato di serie A, quando il Piola era zeppo di bianconero, anziché essere d’azzurro vestito.

Intanto il mondo del calcio ha già conosciuto il peggio di ciò che poteva capitargli: DAZN, se lo conosci lo eviti!!

Nonnopipo

Novara perchè è la mia città, il Novara calcio perchè è la squadra della mia città, il dialetto perchè se il futuro è una porta il passato è la chiave per aprirla. Forsa Nuara tüta la vita.

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I numeri di Virtus Verona-Novara

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La Virtus Verona affronta il Novara con un modulo diverso da quello utilizzato fino ad ora schierando un 4-3-2-1. Il Novara gioca con due punte e la sottopunta Donadio che si posiziona sulla fascia sinistra senza mai esercitare il ruolo di trequartista, in un 4-3-3 anomalo, ancora più offensivo del solito, ma funzionale. Nel secondo tempo la Virtus tornerà al 3-4-1-2 prendendo possesso del centrocampo.

È stata una bella partita, entrambe le squadre hanno giocato a ritmi elevati e anche se la Virtus Verona è stata più pericolosa il Novara non ha mai rinunciato al suo gioco e ad attaccare. È raro vedere in serie C una partita così intensa e piena di emozioni. Per uno spettatore neutrale è stato sicuramente uno spettacolo godibile, per noi tifosi non sono mancati i soliti santi e madonne per errori, pericoli e svarioni arbitrali.

Da sottolineare che il Novara ha rinunciato a cinque “presunti” titolari per tutta la partita (Khailoti, Migliardi/Urso, Ranieri, D’orazio e Gerardini) senza modificare intensità e qualità di gioco. Rimangono gli errori/amnesie individuali (almeno tre se non quattro anche venerdì sera) che possono vanificare in qualsiasi momento le buone prestazioni.

I numeri questa volta sono tutti a favore del nostro avversario: possesso palla Virtus Verona 56% Novara 44%. Tiri in porta Virtus Verona 13 Novara 6. Indice XG Virtus Verona 1,96 Novara 0,99.

Secondo l’algoritmo il risultato doveva essere 2-1 per la Virtus, secondo me il pareggio è più che giusto.

Come vengono misurati i dati e calcolati gli indici era stato spiegato nella “prima puntata” che trovate qui. Aggiungo che l’indice XG è calcolato (non da me chiaramente) tramite un algoritmo che utilizza una combinazione di fattori: precisione del tiro (in/off target, dentro o fuori la porta), frequenza dei tiri (numero di tiri), pericolosità e posizione dell’attacco, pressione d’attacco complessiva. Capisco che possa sembrare strano che il Novara risulti la squadra con il migliore indice Xg (gol previsti) del girone A ma i criteri sono uguali per tutti le squadre e almeno i dati (che non sono miei ma di società specializzata) non dovrebbero essere in discussione.

L’interpretazione dei dati può essere invece individuale e personale. Può essere negativa: se creiamo tanto e segniamo poco significa che l’attacco fa schifo, che chi arriva al tiro non ha la freddezza, la precisione o la forza di segnare. Ovvero può essere critica sul modo di giocare: creiamo e attacchiamo tanto ma lasciamo spazi per il contropiede avversario, meglio coprirsi e rinunciare al gioco d’attacco per conservare il risultato. Oppure l’interpretazione può essere positiva: se creiamo tanto vuol dire che la struttura di gioco funziona, fa arrivare la squadra tante volte al tiro, cosa rara in serie C e che migliorando la finalizzazione le cose possono migliorare. Sicuramente un elevato indice Xg non significa che siamo i migliori, che è solo sfortuna se non vinciamo le partite e che nei prossimi match segneremo e vinceremo tutte le partite. Questo non è mai stato scritto.

Sabato affronteremo la Pro Sesto allenata da Parravicini che è una squadra molto diversa da quella impostata da Andreoletti nella scorsa stagione. Ultimi nella classifica del possesso palla, penultimi in quella dei tiri verso la porta avversaria e come indice Xg, hanno subito i nostri stessi gol; eppure, hanno quattro punti in più di noi.

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I numeri di Novara-Giana Erminio

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Se lasci il controllo della palla al tuo avversario per 25 minuti, non superi più la metà campo e non hai la difesa dell’Inter è molto probabile che il tuo avversario anche se di basso livello come la Giana Erminio segni un gol impossibile al novantesimo. Errore da matita rossa per Buzzegoli che, come tutta la squadra, deve crescere ed imparare dagli errori.

Per la prima volta quest’anno i nostri avversari hanno avuto un possesso palla superiore (54% Giana 46% Novara). La differenza comunque è minima ed indica un equilibrio tra le due squadre.Il Novara ha tirato di più verso la porta avversaria (13 tiri del Novara contro 6 della Giana) ma l’indice XG nonostante un lieve vantaggio del Novara, spiega che il pareggio non è stato così ingiusto: Novara 1,56 Giana 1,24.

Il Novara si conferma una squadra che crea molte occasioni da gol, è addirittura al vertice nella classifica generale dei gol attesi e nettamente prima in quella dei gol attesi in casa (vedi tabella). Probabilmente non apprezziamo abbastanza questa dote degli azzurri, giustamente offuscata dai pessimi risultati ma il confronto con i dati delle nostre rivali, quelle in lotta per non retrocedere, induce ad un certo, flebile ottimismo. Creare occasioni da gol è merce rara nella terza serie: Alessandria, Pro Sesto, la stessa Giana creano pochissimo e raccolgono di conseguenza. Al Novara manca lo step successivo: freddezza sotto porta (Scappini deve mangiarsi tre gol per farne uno) e un pizzico di fortuna, quattro legni in cinque partite fanno oggettivamente la differenza, soprattutto sul fondo della classifica.

La prossima avversaria del Novara sarà la Virtus Verona che normalmente gioca con un 3-4-1-2 ed un trio d’attacco molto insidioso (Danti – Casarotto – Gomez). Alla Virtus non interessa il possesso palla, lasciato spesso e volentieri all’avversario, non eccelle in nessun indice, tira in porta molto meno del Novara e subisce mediamente molti più tiri in porta del Novara; eppure, la classifica parla chiaro, i veneti hanno già otto punti in più del Novara. È una squadra cinica che gioca a memoria, una vera montagna da scalare per questo Novara.

 

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I numeri di Padova-Novara

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Se nelle prime tre partite i numeri raccontavano una storia diversa da quella del campo, contro il Padova anche i numeri certificano la disfatta azzurra.

Il possesso palla è stato pressoché identico (51% Novara 49% Padova). Soprattutto nel primo tempo il Padova ha lasciato il pallino del gioco al Novara per poi colpirlo al momento giusto, come da programma. La preparazione della partita dei nostri avversari sta diventando fin troppo semplice per la ripetitività delle lacune difensive del Novara.

Il Novara è stato inesistente in fase offensiva: solo quattro tiri verso la porta avversaria in novantacinque minuti anche se due di questi sono stati occasioni da gol importanti (indice XG 0,71). Il nuovo modulo proposto da Buzzegoli oltre a non migliorare per niente la fase difensiva ha annullato il peso offensivo della squadra.

In fase difensiva il Novara ha subito tredici tiri con un indice XGa di 1,71. È troppo facile segnare a questa squadra, ormai i nostri avversari conoscono i difetti del nostro assetto e con calma aspettano il momento giusto per punirci. Nelle ultime tre partite i nostri avversari hanno overperformato approfittando della fragilità del Novara.

Il nostro prossimo avversario, la Giana Erminio si può considerare come una squadra del nostro livello. Ha un bassissimo potenziale offensivo (tira mediamente 7,5 volte in porta a partita con un indice XG di 1,24) il più basso della categoria insieme all’Alessandria ma subisce mediamente poco con un indice XGa tra i migliori della categoria anche se ha già preso undici gol, indice di una certa fragilità difensiva. Gioca con un 3-5-2 classico con due punte centrali.

La classifica generale dei vari indici comincia a gratificare le squadre di vertice. Il Mantova fa del possesso palla il suo punto di forza (72% contro la Giana, 67,50% di media in quattro partite). Il Vicenza ed il Padova dominano in fase difensiva mentre in fase offensiva troviamo ai vertici Vicenza e Triestina insieme a Novara e Pergolettese. Anomali i dati della Virtus Verona che non eccelle in nulla ma ha ben dieci punti in classifica.

Il Novara è una squadra giovane ma è da sfatare il mito che i giovani stanno giocando per la regola del minutaggio. Alessandria, Pro patria e addirittura Trento hanno affrontato il Novara con un minutaggio di giocatori giovani superiore agli azzurri. Nelle prime quattro partite il Novara non si è mai avvicinato al minutaggio massimo consentito (450 minuti) contrariamente a quanto avveniva al Novara di Banchieri che si avvicinava sempre al massimo minutaggio consentito. Con questa tendenza anche l’obbiettivo di incassare soldi con la regola del minutaggio è vanificato.

I giovani giocano per scelta e non per convenienza. Questo è un altro problema.

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