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Storia e memoria

PONTEDERA-NOVARA 7 GIUGNO 1990

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Le notti magiche di Italia ’90 stanno per cominciare ma prima per ordine supremo, tutti i campionati professionistici devono terminare.

Il 3 giugno ad una sola giornata dal termine, la situazione nel campionato 1989/90 di serie C2 girone A è assai complicata: in vetta, dove sono previste due promozioni dirette senza play off, il Siena è già matematicamente promosso, mentre  Pavia e Pro Vercelli sono a pari punti e si giocheranno la promozione in C1, nell’ultima giornata oppure in un eventuale spareggio.

Nei bassifondi la situazione è molto più complicata: delle tre retrocessioni dirette solo una è già decretata, quella del Cuoiopelli.

Rimangono ancora due condanne e sette squadre coinvolte. Il Novara è messo malissimo e con la miseria di 28 punti occupa la penultima posizione in classifica insieme al Pontedera. Appena sopra La Palma, Rondinella e Pro Livorno a 29 punti. Oltrepò e Olbia a 30 punti.

Per ironia della sorte è la Pro Vercelli che potrebbe regalare la salvezza al Novara battendo il Pontedera ma si sa che oltre Sesia non brillano per generosità ed intelligenza ed infatti buttano al vento una promozione con una vergognosa sconfitta per 6-1 in terra toscana. Un mese più tardi, quella inopinata sconfitta avrà una spiegazione.

Il Novara fa il suo battendo in casa il Cecina per 3-0 davanti a 5.000 spettatori e l’incrocio dei risultati dell’ultima giornata, ci regala un ultima speranza: retrocede la Rondinella e noi finiamo il campionato al terzultimo posto appaiati al Pontedera. Anche gli scontri diretti in campionato sono in perfetta parità e si rende quindi indispensabile uno spareggio che le Federcalcio organizza in tempo record a Modena.

La città si mobilita, come sempre in questi casi e la società mette a disposizione dei pullman gratuiti che porteranno a Modena un migliaio di tifosi azzurri.

Il Pontedera è in grande forma avendo conquistato undici punti nelle ultime sette partite (con due punti a vittoria) mentre il Novara segna pochissimi gol e quella col Cecina è stata la prima vittoria dopo tre mesi.

Le sensazioni sono comunque positive e nessuno può accettare che il Novara per la prima volta nella storia venga retrocesso nei dilettanti.

E poi Mister Loris Fugirai ha le idee chiarissime:

“Sarà importante non perdere la testa. Chi segna per primo, in queste partite riesce quasi sempre a prevalere”

Infatti…dopo 90 secondi siamo già sotto di un gol e la partita praticamente finisce li:

“il primo gol, dopo appena novanta secondi di gioco, è stato favorito da un’incertezza di De Giorgi: sul pallone, lento, calciato da una trentina di metri, era fuori dai pali. Ci ha messo un’eternità a rientrare e quando lo ha fatto la palla era in fondo al sacco.”

Il secondo gol del Pontedera arriva a metà del primo tempo su un dubbio rigore: De Giorgi cerca di riscattarsi respingendo il tiro che però Caponi ribatte in gol.

E’ notte fonda.  Nel secondo tempo il gol del 1-2 di Rossini, della potenziale rimonta, viene castrato dall’immediata doppietta di Caponi.

Il 7 giugno 1990 il Novara è retrocesso ed i mondiali possono cominciare.

 

E mentre in Europa crollano gli ultimi muri dopo quello di Berlino, il Ministro della Sanità Italiana, impartisce lezioni di moralità, denunciando brogli e clientelismi. Tre anni dopo sarà travolto, insieme a tutta la classe politica da tangentopoli.

Dopo la sconfitta cominciano i processi ed immediatamente la parola d’ordine è: ripescaggio.

Il progressivo isolamento dalla città e dai tifosi, le scelte tecniche discutibili e lo scarso attaccamento ai colori sociali della maggioranza della squadra hanno prodotto la vergognosa caduta

 

Il Novara allora come ora è una società sana, incapace di costruire una squadra competitiva ma dai conti in ordine. Le regole dei ripescaggi nel 1990 sono chiari: la FIGC decide unilateralmente chi è meritevole di essere ripescata, punto.

Certo c’è bisogno di una società che fallisca e lasci il posto ad un’altra e finalmente per la prima volta nella loro storia i cugini si rendono utili fallendo e dando un senso alla sconfitta di giugno.

Tutto è bene ciò che finisce bene: il Novara viene ripescato grazie al fallimento ed alla cancellazione della Pro Vercelli.

Notti magiche anche per noi in quella estate del 1990: sparisce la Pro e  per la prima volta il Novara Calcio viene ripescato, evento mai più, come ben sappiamo, replicato…

 

Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.

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Giovanni da Caselle Lurani

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Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.

Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.

Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo  vide poche volte in campo.

Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.

Ciumi

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Ciao Maciste

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Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.

Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.

Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.

Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.

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il portiere più forte del mondo senza mani

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Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.

Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.

Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.

Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.

Ciumi

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