Editoriale
Il paradosso
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5 anni faon
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ilVannu
Un pullman nero con impresso a lato il nostro logo e l’indirizzo internet ufficiale fermo al parcheggio dell’autogrill di Parma, una trentina abbondante di persone sopra in attesa di una comunicazione ufficiale che chiarisca loro se proseguire verso la Toscana o tornare a Novarello. Questa l’immagine che meglio di tutte rappresenta questo periodo di follia collettiva, nato nel momento in cui il primo grado di giustizia sportiva una sera di Luglio ha emesso la prima sentenza a favore del Novara che, partito nella più totale solitudine e indifferenza generale, da quel momento si è trovato in quella che, anche senza l’uso di armi, ha presto preso le sembianze di una vera e propria guerra. Una guerra dalla quale apparentemente non c’è una via di fuga dal momento che, superato il punto di non ritorno identificato appunto nella prima sentenza, ci si è infilati in un vero e proprio paradosso in cui, anche volendo uscirne, qualcun altro ti ci ributta dentro. In quattro giorni il Catania prima, avendo indovinato la giusta strada suggerita martedì da Frattini, e la Pro Vercelli sabato col Tar del Lazio, non ci hanno consentito di mettere il punto a questa storia infinita.
Una parte di me indubbiamente sta esultando. Mi consideravo un dignitoso sconfitto di una guerra (quella della B a 22) che per forza di cose andava combattuta, e apprendere che non sia ancora persa, ma anzi le possibilità di vittoria in tal senso siano parecchio aumentate, non nascondo mi abbiano reso felice. Ma non a caso questa è l’estate in cui tutti abbiamo ascoltato per radio i “The giornalisti” dirci che la felicità è puttana e che dura solo un minuto, e infatti così è. L’altra parte di me non ce la fa proprio ad essere felice. Se fino alla (non) sentenza del Coni tutto sommato il rischio per il Novara era, se non nullo, almeno molto basso visto che la categoria di appartenenza era infatti la C e a quella alla peggio avremmo dovuto partecipare (la lunghezza della diatriba e le conseguenti difficoltà sul mercato hanno magari rappresentato un imprevisto comunque preventivabile), non si può sostenere la stessa cosa oggi, perché i concreti rischi che si iniziano a correre iniziano ad essere importanti e, se si vuole fare un’analisi seria e logica depurata dalle esternazioni bellicose uscite a caldo, vi è l’obbligo di sottolinearli.
Allo stato attuale non è stato decretato un nuovo rinvio della serie C ma solo delle 5 squadre coinvolte negli eventuali ripescaggi. Quindi, a chi è cosi sicuro degli effetti devastanti che la giornata di oggi potrebbe avere sul calcio italiano, mi permetto umilmente di ricordare che solo 10 squadre (5 + le 5 avversarie) professionistiche su 98 sono ferme. Abbiamo infatti una serie A che vive in un universo differente e che è concentrata solo sull’attesa del primo goal di CR7, una serie B che continua a giocare incurante dell’attività dei tribunali e una serie C che oggi inizia a scendere in campo. Diciamo che 5 partite rinviate sono certamente un’anomalia e un segnale di allarme, ma non potranno mai eguagliare l’eco di un’intera categoria bloccata. Se aggiungiamo il fatto che ad oggi nessun organo di giustizia è mai stato chiamato ad esprimersi su un mega allargamento ad una b a 24, e quindi almeno 2 squadre delle 5 prima o poi si aggregheranno alle altre, e che il Tar ieri non ha per nulla riportato la serie B al suo iniziale organico di 22 squadre ma ha solamente sospeso quanto emanato dal Coni martedì rimandando la decisione al 9 ottobre, ecco che i vari commenti “giusto così, bloccare il calcio era la sola cosa da fare” non trovano nessun riscontro con la realtà dei fatti. Nella sostanza non si è bloccato un bel nulla ma anzi con oggi è ufficialmente iniziato il campionato di calcio nel senso della sua interezza.
Rincaro la dose. Al netto di interventi del Governo (tanto chiesti in queste settimane soprattutto da Catania) per il quale ho qualche legittimo dubbio che abbia l’autorità e la legittimazione giuridica per decidere il format di una campionato di calcio (ma potrei sbagliarmi, sia chiaro) o del duo Lega B/Figc (che non capisco in base a cosa arrivati a questo punto dovrebbero sconfessarsi se non lo hanno mai fatto prima), nella migliore delle ipotesi il Novara scenderebbe in campo almeno a metà Ottobre. Nel momento in cui una serie B ha già giocato qualcosa come 7 giornate di campionato e la serie C almeno 4. In questo mese che ci separerebbe dall’inizio del nostro campionato avremmo una squadra concretamente impossibilitata ad organizzare dignitose amichevoli causa mancanza di squadre disponibili ad affrontarci, proprio perché loro un campionato ce l’hanno da giocare. Dal punto di vista fisico e mentale questo ulteriore stop avrebbe sicuramente effetti devastanti, e mi dispiace che questo non riesca ad impensierire la maggior parte di tifosi che invece mi sembrano eccitati dall’idea di ottenere “giustizia” e, soprattutto, creare un danno al sistema. Questa è una stagione molto delicata per il Novara come per tutte le squadre che retrocedono. Non risalire immediatamente di categoria significherebbe probabilmente complicare il proprio futuro nel breve termine. E iniziare il campionato in condizioni di palese differenza fisica e mentale rispetto alle altre avversarie, è intuibile anche a chi non ha mai giocato a calcio che rappresenterebbe un’inevitabile emorragia di punti che ci potrebbe costare cara.
Questo mio scetticismo si basa su una previsione del tutto personale e non supportata da oggettive argomentazioni giuridiche (che con ieri volgono nuovamente a favore di una B a 22, va ribadito): esattamente come ho sostenuto nello scorso editoriale, e a maggior ragione oggi in considerazione dell’oggettivo problema dell’integrare 3 formazioni dopo 7 giornate di campionato, ritengo impossibile qualsiasi ripescaggio in corsa. Questa serie B sarà composta da 19 squadre e bisognerà prima o poi farsene una ragione. Altrimenti non si sarebbe arrivati a questo punto. Se nemmeno il Tar ad oggi ha preso una decisione concreta vuol dire che esiste un evidente vuoto legislativo che consente al sistema di mantenere una certa autonomia. Per quanto mi riguarda il Novara chiedendo di non giocare ha commesso un errore che, come spiegato, potrebbe costargli molto caro. Avrebbe dovuto giocare e poi, con una bella conferenza stampa, magari spiegare bene le motivazioni e provvedere contestualmente ad una massiccia causa legale per ottenere un risarcimento. Giocando apprendo che avremmo definitivamente perso la possibilità del ripescaggio, ma penso anche che sicuramente ne avremmo guadagnato in credibilità e soprattutto in competitività. Ma mi rendo anche conto che questa sarebbe stata una scelta impopolare anche perché, in certe guerre, non ti è concesso di scegliere alleati e strategie. E da carnefici è un attimo diventare vittime proprio per quel famoso paradosso nel quale ci siamo infilati, che quando vuoi uscirne fuori qualche altro ti ci ributta dentro.
Credo in generale che continuare una guerra infinita contro i mulini a vento non sia mai saggio. La nostra etica e correttezza, unita ad una certa dose di coraggio, l’abbiamo dimostrata provando a combattere questa guerra a differenza di altri che senza di noi probabilmente nemmeno ci sarebbero arrivati ad ipotizzarla. Ma bisogna saper accettare una sconfitta che, nel nostro caso, sarebbe stata assolutamente dignitosa. Ma questo rimane solo il mio pensiero che vale zero. Magari tutto questo ci porterà ad una clamorosa vittoria, e il Novara, ora insieme ad altre 4 Società, sarà ricordata per aver scritto la storia. Oltre ad aver rotto i coglioni. Nulla però potrà impedirmi di pensare una cosa: nessun tifoso militante come me e come tutti noi si merita un situazione del genere che non auguro nemmeno al mio peggior nemico. Ci viene privato l’elementare diritto di svolgere la nostra “professione” di tifosi. La nostra passione continua a rimanere soffocata da chi ci sta solamente usando per i propri scopi calpestando quotidianamente la dignità e il rispetto dovuto ad ogni singolo tifoso che ha già acquistato abbonamenti allo stadio e alla piattaforma tv che trasmette gli incontri della propria squadra. Comunque andrà a finire questa vicenda rimarrà solo una triste verità: fate schifo tutti.
Claudio Vannucci
Fondatore dei Blog Novara Siamo Noi e Rettilineo Tribuna, Vice Presidente del Coordinamento Cuore Azzurro e fraterno amico di chiunque al mondo consideri lo stadio la sua seconda casa. O addirittura la prima. Editorialista estremista, gattaro.

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Editoriale
Accettiamo la sfiga o crediamo nella sfiga?
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6 giorni faon
18 Settembre 2023By
ilVannu
“se perderemo le prime 5 saremo tutti dei coglioni”. Simone Di Battista ha ripetuto questo concetto diverse volte nel corso dell’estate, quasi a voler metter le mani avanti nel prevedere una sorta di scotto che questo gruppo avrebbe potuto pagare all’inizio. E infatti siamo proprio in questa situazione dove tutto va male, anche più di ciò che ci meritiamo. Possiamo raccontarcela come vogliamo, ma i due dati di fatto attuali sono principalmente l’appellarci ai recenti precedenti di chi lo scorso anno è partito male per poi finire bene, ovviamente senza alcun tipo di certezza che possa succedere anche a noi, e la fiducia in Buzzegoli che, sempre per essere intellettualmente onesti, non fosse stato lui l’avremmo già massacrato tutti. E parto da lui proprio per dire che questo Novara è molto strano. E’ stato concepito sulla menzogna del giocare intorno alla parola “ridimensionamento”, quando nei fatti si è costruita una squadra sulla base dei minimi sindacali di salario. L’anno di Viali è stato un anno di “ridimensionamento”, questo è un anno dove si è provveduto a spendere il meno possibile. Col grosso paradosso, ma che ad oggi rappresenta un’assoluta aggravante, che chi sta mancando all’appello non sono per lo più quel branco di giovani alla prima esperienza nel professionismo o quasi, ma proprio quelle scelte o conferme di giocatori più esperti che avrebbero dovuto emergere per far esaltare la forza dei nuovi ingressi. Si è puntato tutto su Ranieri quando ad oggi il suo apporto è stato per lo più nullo, si sono comprati due attaccanti di categoria ma che, sempre ad oggi, insieme non ne fanno uno. Si è deciso di confermare parecchio del pacchetto difensivo che in tre partite ne ha combinate di ogni, portiere compreso che, pur giovane che sia, rappresentava una certezza, che però è colpevole ieri di un goal che non è proprio previsto dagli standard del professionismo che si possa prendere. Una papera capita ai migliori, ma il goal preso ieri è oggettivamente preoccupante e imbarazzante. Ma questo gruppo, bisogna essere chiari, può solo funzionare con Buzzegoli guida e Di Battista DS, che hanno costruito insieme una squadra con caratteristiche precise. Possiamo anche perderne altre 7 di fila, ma sostituendo eventualmente l’allenatore con un altro otterremmo probabilmente solo di peggiorare la situazione. Come fai a mettere anche nelle mani di un allenatore più esperto, questa compagine fatta di gente che nessuno conosce? Ecco perché Buba ne deve uscire in primis da questa situazione, magari ragionando seriamente sull’opportunità di reiterare un 4-3-3 estremo che è evidente non sta portando, ad oggi , da nessuna parte. A me pare che l’atteggiamento di un Trento o di una Pro Patria sia l’ottimale per salvarsi senza problemi, mentre mi pare che il nostro sia quello che dovremmo avere se fossimo una squadra predisposta ad ammazzare il campionato. Cosa che evidentemente non siamo.
Oggi però è probabilmente tutto davvero più brutto di quello che potrebbe essere la realtà. Perché non si può parlare di sfortuna se Scappini a porta vuota a un metro dalla linea di testa la tira fuori, diverso è il palo sullo 0-0 ad Alessandria o quello di ieri che avrebbe pareggiato il match prima dell’intervallo. Sappiamo perfettamente tutti che il calcio ruota intorno agli episodi, e questi citati sono due che hanno indirizzato i due match in un certo modo. L’errore che non si deve commettere oggi è quello di non attendere questi ragazzi e di eccedere in critiche. Il gruppo va accompagnato in questa fase di transizione, ma va appunto sottolineato quanto ciò che non sta funzionando è più strutturale di una “semplice” necessità di prendere le misure ad una categoria come la serie C. E se il pubblico per ora sembra davvero inattaccabile, ritorno ad esprimere il mio dissenso e la forte critica per la gestione del passaggio di proprietà, che è evidente non permette alle figure tecniche apicali di avere la certezza di avere tempo a disposizione. Qualcuno di voi ha sentito per esempio Altamimi, Massa, Nitti o chi per loro esprimersi totalmente in difesa del Mister? A me risulta invece che su domanda diretta abbiano dribblato la risposta, lasciando però intendere possibili piani B con figure a loro più vicine. Avete inoltre per caso sentito Ferranti dire di aver avuto garanzie sul proseguo tecnico? A me non pare. 1+1 lo so fare bene, ed è per questo che mi sento autorizzato a guardare il passato (era Rullo) e credere che in caso di cessione societaria qualcuno potrebbe cambiare almeno guida tecnica. E ai miei occhi questo certificherebbe la totale assurdità di aver accettato in silenzio la costruzione di una rosa a costo zero, con tutti i rischi che ne conseguono, per poi dare la colpa ad un allenatore che è il solo che può farla girare in qualche modo.
Oggi è più giusto, e forse più terapeutico, parlare dell’inizio penoso della Virtus Verona e della Pro Sesto dello scorso anno, con la preghiera però di non eccedere troppo in questa argomentazione che ha senso solamente nel caso si ripetesse a nostro beneficio. Ma mi piacerebbe che si limitasse anche questa noiosa litania sul fatto che noi novaresi siamo abituati a soffrire, che siamo figli di Fiorenzuola, dello spareggio perso a Modena col Pontedera e di tutte le annate e partite più sfigate della storia. Queste sono tutte stronzate. Il 90% di chi è davvero figlio di quelle stagioni o di quelle partite ha abbandonato da tempo il Piola. Oggi c’è uno zoccolo duro fatto da una curva che ad oggi è ancora molto vicina alla squadra, e di un resto di stadio che ieri non aveva nemmeno la forza di aprire bocca da quanto era spaventato, deluso e frustrato. Sapevamo sarebbe stata dura, è vero che siamo abituati a soffrire, ma vedere in tutto questo qualcosa di bello è un gioco perverso di ostentazione della sfiga, del vittimismo e di esaltazione dell’essere perdenti. Solo i veterani del Vietnam, e parlo di quelli che poi non si sono ammazzati per depressione o sono diventati delinquenti, mostrano le cicatrici con orgoglio. Gli altri hanno tutti voltato pagina e si sono costruiti una vita migliore. Proviamo a guardare con costruttività al futuro, e ad ambire a qualcosa di meglio per il nostro Novara. Abbiamo davanti 8 mesi di campionato ancora, e guardando la classifica possiamo solo migliorare. Siamo pure sempre il Novara, una piazza ancora vista come un plus da giocatori ed addetti al lavoro. Per favore non facciamo gli sfigati noi tifosi più di quanto alla sfiga già piaccia Novara di suo.
Claudio Vannucci

Oggi è un lunedì un po’ più lunedì del solito, di quelli che mostrano le meraviglie delle varie tipologie di novaresità estrema che siamo tanto bravi a tirare fuori in certi momenti. C’è quello che lo aveva detto che sarebbe stato un anno di merda; poi c’è quello che invece lo ha capito solo ora che sarà un anno di merda e quello che, invece, ha in mente tutte le statistiche mondiali che mostrano tutte le partenze orrende di squadre che poi hanno trionfato e le usa per dire che gli altri non hanno capito niente. La verità è che oggi è un lunedì più brutto del solito perché, possiamo raccontarcela come vogliamo, ma ieri abbiamo assistito a tratti di gara preoccupanti perché ha messo in evidenza tutti i possibili limiti e carenze strutturali che vanno ben oltre ad un tasso tecnico magari non eccelso, cui avevamo capito tutti ci sarebbe stato da convivere. La difesa difende poco, il centrocampo non filtra e non propone, e l’attacco fa poco anche perché di palle giocabili ne vede ancora meno. Prima di Alessandria pensavo che indovinare l’undici base sarebbe stato più difficile di beccare un 6 al Superenalotto, ma lo stesso ho pensato ieri e credo che Buba stesso si trovi nella stessa situazione in cui, probabilmente, oggi ha non più di 5 giocatori “sicuri” di giocare, e tutti gli altri, il cui valore potrebbe non essere così diverso tra loro, che a turno vengono usati. E’ evidente quindi che si debba trovare un minimo di quadra anche dal punto di vista dello schieramento, perché in 2 partite siamo passati da giocare a 2 in avanti per poi metterci a 3 e viceversa, ruotando almeno 6 giocatori di attacco. Il che va bene da un certo punto di vista, ma da un altro da l’idea che si brancoli nel buio e si provi a cambiare le carte in tavola sperando che vada bene. Buba ha oggi due grossi enormi e fondamentali vantaggi: il primo è che appunto è Buba. Può permettersi di dire, fare, sbagliare, provare e riprovare quanto vuole perché tanto, per ora, ha sempre ragione. I paragoni lasciano sempre il tempo che trovano ma è nel dna novarese, dopo due partite così, dire “l’allenatore non ci sta capendo nulla”. Cosa che finalmente non sta avvenendo. La seconda è che, con le varie diverse sfumature, bene o male Buba beneficia della narrazione diametralmente opposta fatta da Ferranti lo scorso anno. Nessuno può sostenere di non essere stato messo al corrente che sarebbe stato difficile, che ci saremmo esposti ad un possibile inizio complicato e che l’enorme ridimensionamento sarebbe stato il nostro manta. E sempre conoscendo la nostra piazza, è un enorme vantaggio.
Il vero problema di oggi è trovare un punto di equilibrio tra la razionalità ed evidenza dei fatti nel breve, ed una visione più paziente nel medio lungo condita magari da una speranza che le cose possano migliorare. In questi casi la differenza la fa molto la testa. Tutto sta nell’essere bravi a non guardare solo le casistiche negative, perché a fronte di una Pro Sesto e una Virtus Verona che sono partite malissimo lo scorso anno e poi han fatto meraviglie, ce ne sono altre che son partite male e per loro è finita peggio. Ma ho l’impressione che la maggior parte della piazza in questo momento sia più proiettata all’ottimismo nonostante si viva la quotidianità con una spada di Damocle di una cessione societaria ricca di incognite. Siamo in un mondo che sta convivendo con quella cosa che si chiama Intelligenza Artificiale, che il sottoscritto ha utilizzato per fare qualche interrogazione su Al Tamimi. Le prime tre fonti riportate dall’AI sono state Novara Siamo Noi, La Voce di Novara e Forza Novara.net. Il che significa che, nel mondo, gli unici che hanno realmente trattato e raccontato della sua persona siamo stati noi a Novara. Il che può voler dire nulla, ma certamente vuol dire che comunque non stiamo parlando di persona nota e conosciuta che “ha fatto cose” ovunque. A parte fare l’influencer su IG. Eppure, chi più chi meno, siamo tutti portati a vedere il lato positivo idealizzando la speranza che non sia un perda balle (cit curva dell’Alessandria sul loro Pres Benedetto). L’amico Depa, in maniera un po’ fetente, ha scritto che non abbiamo nulla da perdere perché tanto Ferranti è a scadenza e abbiamo già perso tutto due anni fa. La cosa è senza dubbio vera ma, come spesso succede a Depa, considera solo l’aspetto romantico del calcio e non quello pratico. Perdere tutto ora significherebbe probabilmente perdere il calcio, la piazza ed azzerare realmente tutto. Due anni fa, in proporzione, si è perso davvero poco dal punto di vista concreto. A parole è sempre molto facile dire che si riparte dalla terza categoria, un po’ più complesso è farlo realmente quando ci si trova dentro, e state certi andrei a contare poi se davvero tutti i duri e puri che si dichiareranno in quel momento saranno presenti nel derby contro le varie San Martinese, San Rocco, Union Novara ecc ecc. Non scherziamo, c’è da perdere tutto.
Però, se dobbiamo essere positivi, siamolo fino alla fine. Nonostante 1 punto in 2 partite direi una bugia se sostenessi di aver visto Novara apatici. C’è una base sulla quale lavorare e le cose possono davvero solo migliorare. Ho visto ieri la corazzata Vicenza dominare a Gorgonzola, e penso che in un campionato con dentro il Novara di Tesser e Mimmo Toscano, i veneti potevano tranquillamente arrivare tra il decimo e l’ottavo posto. Questo per dire che il livellamento tecnico è talmente verso il basso che possiamo anche permetterci di soffrire a settembre, con la speranza che le cose miglioreranno. Forza Buba, sei davvero oggi la nostra unica certezza.
Claudio Vannucci
Editoriale
Se non hanno pane che mangino cinghiali. E caviglie e polpacci.
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4 settimane faon
28 Agosto 2023By
ilVannu
Dopo un’estate che a definire infinita è un eufemismo, finalmente si entra nella settimana che porterà alla prima di campionato. Ovviamente, per ricordarci di quanto è atroce la vita del tifoso del Novara, ci toccherà aspettare il posticipo del lunedì sera, non escludo per la gioia di chi, e lo so che si nasconde tra la nostra tifoseria, brinderà in virtù del fatto che “avremo un giorno in più per preparare la partita”. Parlo di un’estate infinita perché, ad esempio quando si è giocata la finale di Champions League, il Novara era già in vacanza da un mese e mezzo, a testimonianza del totale scollamento tra il calcio dei grandi e quello di serie C. Il paradosso è che alla fine dei nostri campionati quasi sempre evidenziamo il rischio di finire in quel buco nero informativo, che uccide un po’ quel modo di vivere che per 8 mesi ci accompagna. Un minuto dopo il triplice fischio finale dell’ultima partita i giocatori spariscono, e tutto ciò che riguarda il Novara sembra non esistere più, visto che tutto finisce presto nel dimenticatoio collettivo di un mondo che, giustamente, va avanti insistendo su altri interessi. Date atto a chi, come il nostro blog ma anche a testate quali ForzaNovara o VaNovaraVa (cito le due che leggo maggiormente), provano a mantenere viva la fiammella della passione di qualche migliaio di tifosi. Parlavo di paradosso perché, ultimamente, quando si trovano invece argomenti che ti accompagnano nell’estate, sono praticamente sempre tutti angoscianti. Quindi vai avanti prima a sperare che qualcuno parli di Novara, e quando accade è purtroppo per ricordarti che è sempre una sofferenza e rischi il peggio. Se esiste un karma o una legge divina del contrappasso, la prossima vita tiferemo per una superpotenza mondiale, ovviamente trovando motivi per rompere i coglioni anche a quella.
E’ tutto comunque paradossale, perché il Novara è come se stesse vivendo due vite parallele. La prima, quella guidata da Di Battista e Buba, che stanno provando a convincerci del fatto che brutti, sfigati, giovani e un po’ seghe sia bello, buono e giusto. E personalmente mi sono pure convinto abbiano ragione. La seconda, quella di Ferranti, che ancora oggi alla mattina vorrebbe vendere per poi cambiare idea nel pomeriggio. E ripartire da capo la mattina successiva. In realtà nel Pres qualcosa sta cambiando. E’ stato un po’ più distaccato in queste ultime settimane, e non perché fosse in vacanza o stesse per vendere (magari anche quello chi lo sa) ma perché probabilmente qualcuno ha iniziato ad educarlo, e a fargli capire che un sano distacco possa anche essere positivo. Non si è infatti visto nemmeno un giorno nel lungo raduno a Bellinzago, si è visto anche poco in città, tanto è vero che nelle varie immagini pubblicate in questi ultimi due mesi chi è emerso è sempre stato il Direttore Di Battista. Il Novara oggi è chiaramente lui, e chi mette i soldi (per poco tempo o tante settimane lo scopriremo solo vivendo) si vede poco. Per me questo è un bene, ed è quasi un peccato che una quadra organizzativa la si sia trovata in un momento storico in cui potrebbe cambiare tutto. Ma Ferranti non mi ha ancora convinto sul fatto che voglia davvero cedere a questi interlocutori. Le vacanze estive che avrebbero posticipato la cessione sono solo una scusa, peraltro il Novara FC è nato proprio nei giorni prossimi al Ferragosto quindi i fatti dimostrano che un notaio lo si trova, sempre volendo. Non mi ha convinto per una serie di motivi puramente razionali, cosa che con Ferranti è un azzardo far riferimento, e più volte ribaditi da tutti: una proprietà idealmente forte ed ambiziosa non può accettare un mercato per lo più di soli giovani subentrando a settembre, a mercato chiuso, subendo solo sulla loro pelle il rischio di una stagione deludente. Inoltre Ferranti stesso, a quanto mi raccontano, pare ancora troppo determinato in alcune indicazioni circa lo sfoltimento della rosa. E questo mi pare poco credibile se lo stesso davvero si trovasse a pochi giorni o settimane dalla cessione. Perché impuntarsi sulla eventuale rescissione di X quando tra quindici giorni vendi e te ne vai? Ecco, sicuramente sbaglio, ma dovessi scommettere oggi il solito bicchiere di acqua minerale naturale, lo farei sul non deal. Peraltro pare che qualche altro piano B rispetto ad Al Tamimi sia ancora attuale, ma il Pres sembrerebbe rifiutare pure di parlarne. Il che potrebbe voler dire che ha già deciso di vendere come di non vendere.
Detto questo, che Dio benedica la trasferta di Alessandria, che forse è pure un bene che coincida con la prima di campionato. Un bus è già pieno, un altro in corso di riempimento, e questo dimostra ancora una volta come lo zoccolo duro abbia nuovamente sposato un nuovo progetto. Certo, una possibile debacle avrebbe effetti probabilmente pesanti, ma occorre accettare questo rischio proprio perché, al contrario, una vittoria potrebbe seriamente indirizzare i prossimi mesi di campionato. Sinceramente ad oggi credo che ha poco senso parlare di mercato e di cosa ci manca. Nel senso che, se la buttiamo sul punto di visto tecnico, è evidente che ci manca tanta esperienza e tecnica. Che non potrai colmare con un singolo possibile acquisto che ci rimane da fare. In tanti non hanno compreso come la rosa finale dovrà essere di 24, e quindi non è che piazzando tutti gli attuali esuberi ci sarà spazio per nuovi acquisti. Gli esuberi sono già extra rosa. Quindi la loro eventuale cessione andrebbe solo vista in chiave risparmio economico del Pres. In fin dei conti abbiamo sempre detto (più che altro avete sempre detto, ma ormai faccio parte del comune pensiero quindi dico abbiamo) che è meglio spendere poco e bene e che è meglio un giovane di una categoria inferiore purché sia affamato, ora abbiamo una squadra di giovani con gli ormoni a mille e con una fame che si sconfanerebbero un cinghiale ogni giorno, per cui tifiamo per loro incondizionatamente. Anzi, se hanno fame diamo loro da mangiare. Qualcuno tempo fa disse che se non hanno più pane allora mangino brioches. Ecco, allora diamo a questi ragazzi non solo brioches ma anche cinghiali per dargli più forza. E già che ci siamo, pure qualche polpaccio e caviglia degli avversari.
Claudio Vannucci
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