Pesca e ripesca dal gran ripescar m’ impazzo.
Riuscirà il Novara ad uscir vincitor da ‘odesto andazzo?
Il dubbio atroce accompagna lo scorrere di questa estate neanche tanto diversa dalle altre.
Saremo ripescati? Saremo riammessi? Giocheremo in lega pro o in serie B? Come se la cosa rivestisse una importanza pari a vivere o morire. Sia come sia cambierebbe poco o niente: Novara era, Novara è, Novara sarà, quindi …
Non per altro eh, solo per sapere quando potremo fare l’abbonamento; agosto, ferie, vacanze, poi verso la fine del mese inizierà il campionato … già ma quale? Dobbiamo programmare le trasferte, da quelle dietro l’uscio di casa fino ad arrivare in culo ai lupi … lupi che in Irpinia non se la stanno passando troppo bene, come del resto i galletti baresi, cucinati a fuoco lento per tre stagioni e ora bruciacchiati con gli scutiòn che puzzano di cremazione. Il Cesena però non se lo meritava, dai!! Non si fa fallire una squdra che da cinque anni ha i bilanci in rosso semaforo e puntualmente porta a termine campagne acquisti sontuose, suvvia, un po’ di rispetto per chi tenta di ciulare anche il Padreterno, o in alternativa almeno una dignitosa comprensione.
Poi, addirittura, esiste anche una classifica che determina i ripescaggi valutando la classifica finale del campionato e a quale turno dei play off sei stato eliminato, oltre a una serie infinita di valutazioni in cui ognuna conferisce un punteggio, come il numero medio dispettatori, la qualità dei vini della zona, e se la costata ai ferri è di razza Chianina o scottona o se il fritto è di soli anelli di calamaro o piuttosto di paranza.
Insomma, un gran casino.
E che dire poi di tutti gli acronimi che identificano i vari organi di giudizio, partendo dal TFN per arrivare al CAF, che non è il centro di assistenza fiscale a cui ti rivolgi per fare il 730, ma la Corte di Appello Federale, per poi transitare davanti al TAR rigorosamente del Lazio, il quale non si rifiuta di prendere in considerazione nemmeno la lista della spesa della sciura Armida che lamenta l’esosità del costo del sacchetto compostabile per portare a casa la verdura. In queste condizioni si giunge esausti al collegio di garanzia del CONI che non sa più cosa cazzo fare e quindi fa annullare tutte le sentenze dalla Sacra Rota.
Intanto si sono discussi una serie di ricorsi lunga quanto una coda sulla A26 la domenica che precede ferragosto.
Siena, Ternana, Pro Vercelli si coalizzano contro la sentenza pro Novara ( scusate il pro) che a sua volta tenta disperatamente di scrollarsi di dosso l’ingombrante presenza catanese che proprio come il più subdolo succhiaruota in ambito ciclistico, si piazza dietro al portaborraccia, che si è fatto un culo paragonabile a quello di Messner nella conquista del Nanga Parbat senza l’ausilio dei respiratori per portare lo sprinter agli ultimi 50 metri, per lanciarlo dopo essersi fatto da parte, sotto lo striscione dell’arrivo.
Intanto il Siena mette in Palio la bellezza della città, la Ternana non sa cosa giocarsi essendo una delle città più brutte d’Italia e alla Probelvedercelli attendono con rassegnazione l’arrivo di Secondo, che primo non arriverebbe mai nemmeno se corresse da solo.
Però all’orizzonte si intravede la sagoma del Vicenza, la quale scippò nel 2014, come solo un abile borseggiatore Rom sa fare ( mi spiace entrare nello specifico, ma mi stanno troppo sui coglioni), il sancito e sacrosanto diritto al ripescaggio. Determinante fu l’apporto di tal dirigente Bedin, il cui cognome, oltre a ribadire un chiaro indirizzo di provenienza regional etimologica, non lesinò a lasciare dietro di sè un fortissimo e persistente odore di merda.
Per fortuna la gloriosa società della città le cui coperte di lana hanno invaso il mondo, ha pensato bene di fondersi con quella sul cui ponte, come gorgheggiava una nota canzone, tutti ci si da la mano, salvo subito dopo mandarsi affanculo.
Irripescabile, dunque; altrimenti ci avrebbe pensato il “bastardo e disonesto” così attivo e autorevole nel 2014, a risolvere sto casino a vantaggio dei “magnagati”.
Un casino, un gran casino, dove solo gli esperti di diritto sportivo, dopo aver provato in vari modi un sin qui fallito eutanasiaco suicidio, sono in grado di capirci qualcosa.
Come il Foti Marco che da gran visir dell’IRPEF, e dopo essere riuscito a sopravvivere ai tentacoli polipeschi della depressione post retrocessoria, seguendo il consiglio del suo terapeuta, ha applicato la teoria che una diretta facebook al giorno toglie il mancato ripescaggio di torno. Ebbravo Marco, senza di te il Berlucchi, la chitarra in un angolo e la canottiera sarebbero solo oggetti senza personalità e storia da raccontare.
Non ci resta che aspettare, non ci resta che sperare, intanto vado a prendere un Saridon … non sapete cosa sia? E chi se ne frega!!!
Nonnopipo
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