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Pensieri e parole

Dopo queste righe per voi solo il silenzio. A mai più.

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Avrei voluto scrivere in dialetto

tre o quattro righe piene di dolore

perchè ho ancora forte dentro al petto

una grande rabbia che morir non vuole

 

ma poi ho pensato con dispetto

ai giocatori … a quei quattro cessi,

mi son detto: “non capiscono il dialetto”

son solo dei somari un poco fessi …

 

Così ho preso in prestito al Pierangelo

una canzone tra le sue più belle

e ora che tra le stelle lui è un angelo

la modifico per descriver certe brelle …

 

… Canterò il mio Novara per la strada

ed affronterò la C a muso duro

senza più ascoltar guerrieri con la spada

con lo sguardo sempre in alto

e la fede proiettata nel futuro …

… ed avrò con mè gli amici a fare il coro

e le voci  di chi mai ho incontrato

e alla fine di tutte di queste rime

potrò dire che il Novara l’ ho amato.

   

… e adesso io non so non so che dire

sarà che mi son rotto un poco il cazzo

sarà che non c’è punto da cui partire

per dirvi quanto sono in imbarazzo

 

tra un po’ di tempo inizia il campionato

e non ho smaltito ancor la delusione

ho provato ma non sono ancor uscito

da questa ormai latente depressione

 

andrò di certo a rifar l’abbonamento

che volete!! non potrei mai rinunciare

lo vivrei come fosse un tradimento

sol per colpa di gentaglia da dimenticare …

 

… Canterò il mio Novara per la strada

ed affronterò la C a muso duro

senza più ascoltar guerrieri con la spada

con lo sguardo sempre in alto

e la fede proiettata nel futuro …

… ed avrò con mè gli amici a fare il coro

e le voci  di chi mai ho incontrato

e alla fine di tutte di queste rime

potrò dire che il Novara l’ ho amato

 

punito e offeso da sporchi mercenari

capaci solo di rubare uno stipendio

brutta gente losca e  pavida senza pari

che al lor schifo non riuscirà a porvi rimedio

 

e riportare a mente la difesa

un brutto incubo mi par di attraversare

per poi trovarmi solo come un coglione

a chiedermi in quale cesso li puoi trovare

 

Sciaudone dai piedi tristi di carta velina

invertebrato di cuore e di coraggio

frequentando sia il campo e la panchina

lascia il ricordo d’ esser un brutto personaggio …

 

… Canterò il mio Novara per la strada

ed affronterò la C a muso duro

senza più ascoltar guerrieri con la spada

con lo sguardo sempre in alto

e la fede proiettata nel futuro …

… ed avrò con mè gli amici a fare il coro

e le voci  di chi mai ho incontrato

e alla fine di tutte di queste rime

potrò dire che il Novara l’ ho amato

 

e Orlandi sempre impegnato coi capelli

la maglia linda, pulita e mai sudata

al punto che i passaggi suoi più belli

in orizzontal son sempre stati una cagata

 

e per finire con ste figure di squallore intriso

non vorrei tralasciar di scriver di Ronaldo

personaggio senza coglioni e assai inviso

disposto a vendere la sua dignità in saldo

 

ma ora mi sovvien di declamare

del centroattacco le gesta di Maniero

che al calcio preferisce di più magnare

ed è è grasso più di un maiale tutto intero …

 

… Canterò il mio Novara per la strada

ed affronterò la C a muso duro

senza più ascoltar guerrieri con la spada

con lo sguardo sempre in alto

e la fede proiettata nel futuro …

… ed avrò con mè gli amici a fare il coro

e le voci  di chi mai ho incontrato

e alla fine di tutte di queste rime

potrò dire che il Novara l’ ho amato

 

e una rima la indirizzo al capitano

di sicuro capitan mai coraggioso

la fascia tienla pure stretta in mano

e che ti punga il mio augurio velenoso

 

e a quel bestemmiatore incallito

col dieci impataccato sulla schiena

che come calciatore è un fallito

e come uomo mi fa alquanto pena

 

poi c’è Sansone mitologico guerriero

che ahimè non è capace a far la guerra

più fumo che arrosto per davvero

assai è il tempo che lui lo passa a terra

 

mentre a Dickman  qualcun altro ha già spedito

una lettera di saluti e di commiato

tanto lui che di categoria è già salito

ha lasciato solo noi ad aver pagato

 

or la chiusura la riservo al proprietario

che certamente di colpe ne ha più d’una

si prenda in mano un grosso calendario

e con il dito la smetta di puntar la luna …

 

… Canterò il mio Novara per la strada

ed affronterò la C a muso duro

senza più ascoltar guerrieri con la spada

con lo sguardo sempre in alto

e la fede proiettata nel futuro …

… ed avrò con mè gli amici a fare il coro

e le voci  di chi mai ho incontrato

e alla fine di tutte di queste rime

potrò dire che il Novara lo amo ancora.

Nonnopipo

Novara perchè è la mia città, il Novara calcio perchè è la squadra della mia città, il dialetto perchè se il futuro è una porta il passato è la chiave per aprirla. Forsa Nuara tüta la vita.

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Pensieri e parole

Il tempo è scaduto

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Adesso ci siamo davvero. Il Tribunale di Novara ha fissato per il 29 novembre l’inizio della vendita all’asta di “CIMELI, PREMI, PUBBLICAZIONI ED AFFINI, tra cui coppe, trofei, raccolte, vestiti mascotte e riconoscimenti vari come da perizia”. L’asta sarà aperta fino al 13 dicembre, poco prima del 115° anniversario della nascita del Novara Calcio 1908.

Sono ormai più di due anni che cerco di stimolare, tramite questo spazio di libertà, istituzioni e associazioni pubbliche e private, facendo nomi e cognomi di chi potrebbe fare qualcosa e sono, forse illudendomi, ancora convinto che qualcuno di questi, nel silenzio, stia organizzando qualcosa per aggiudicarsi  l’asta.

13.620 euro (10.000 + IVA + Oneri). Questa è la base d’asta e trattandosi di “aggiudicazione definitiva senza possibilità di rilancio” chi indicherà la cifra più alta vincerà l’asta. Il destino e la Magistratura hanno tolto dalla competizione il Presidente della Pro Novara ma ciò non toglie che collezionisti e speculatori potrebbero essere interessati ad aggiudicarsi il lotto.

Contrariamente al Tribunale di Verona per il Chievo, quello di Novara non ha messo all’asta il “titolo sportivo” e a questo punto, molto probabilmente non lo metterà più all’asta. Questo significa che la matricola storica rimane nella disponibilità della FIGC che potrebbe decidere di chiuderla definitivamente. Se così fosse si concluderebbe senza alcun dubbio la storia del Novara Calcio 1908 e le società che rappresenteranno il calcio cittadino, FC Novara in primis, continueranno la tradizione sportiva del Novara Calcio 1908 così come successo per la maggior parte delle società calcistiche fallite.

Romanticamente ho sempre sperato di recuperare la matricola 33790 per riannodare il filo della nostra storia ma me ne farò una ragione. Ora però riportiamo a casa ciò che nella Storia abbiamo conquistato.

 

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Pensieri e parole

Fino a quando batte il cuore c’è ancora speranza!

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Escono da scuola, vocianti e allegri. Corrono dando sfogo a quella vitalità imbrigliata e poi sopita nelle regole da rispettare.
Gridano, saltano, si sfogano, appunto.
Una multietnia confusa ma interessante che mischia senza problemi i diversi colori della pelle su quelle faccine ancora libere da condizionamenti imposti dall’egoismo dei grandi.
Si liberano dagli indumenti imposti, mentre gli zaini, pesanti come quelli portati a schiena di mulo dagli alpini, giacciono offrendo una sensazione di abbandono anche se temporaneo.
Da sotto quei grembiuli spuntano maglie di calcio, alcune originali altre tarocche, altre ancora improvvisate, altre impossibili da sintonizzare sulle frequenze del calcio.
Basta un pallone, a patto che rotoli colpito da qualche calcione ben assestato, a patto che si rispettino le regole improvvisate anch’esse, a patto …
Strisciate le maglie, tutte, che senza il nero verticale sarebbero rosse, bianche e blu, si blu, perché l’azzurro che abita in questa città è ben diverso. Il nero che hanno in comune le identifica come ospiti, almeno per me.
Ma loro giocano ugualmente, indifferenti alle differenze, dribblano anche le panchine e le convenzioni intrise di razzismo, mentre allo scivolo ci passano sotto, poi un tiro finisce contro un cestino dei rifiuti il cui compito straordinario è quello di fare il palo a sua insaputa, l’altro non esiste, o meglio, esiste nel diritto di ogni bambino di immaginarlo piantato dove meglio crede.
Ed è incredibile come una porta senza traversa e senza un palo, riesca nell’impresa di fare accettare, a chi lo ha subíto, un gol non gol senza discussioni e soprattutto senza il quarto uomo e la VAR.
Magie dell’innocenza, miracoli prodotti dalla sola voglia di dare un calcio non tanto ad un pallone, che potrebbe colpire un cestino saltuariamente svuotato dall’immondizia, ma spingere quella sfera al di la della realtá di tutti i giorni, portandola a superare la linea della porta oltre la quale esistono i sogni che solo i bambini sanno fare ad occhi aperti.
Gioca!! Gabriele, gioca finché puoi sognare un calcio libero da condizionamenti, un calcio costruito solo per te su un terreno che sia pieno di ostacoli gioiosi come solo quelle giostrine impiantate su questo prato sanno esserlo, e fino a quando la tua maglietta azzurra, con quello scudo, bianca la croce in campo rosso, che posizionato sul cuore, registrerà sempre la tua fede come sa fare un holter cardiaco.
Il nostro scudetto sarà rispettato e considerato valoroso e nobile al pari di quello posto su quelle maglie strisciate e foreste che noi, come ti ho insegnato, non disprezziamo, in quanto vengono anch’esse sudate dalla gioia di chi le indossa.
Mezz’ ora dura lo svago, mezz’ora rubata ai compiti ma restituita alla fantasia e alla libertà, però ora ti devo chiamare, anche se so che farai finta di non sentire, lo facevo anch’io quando la nonna Rina urlava dal fondo del campetto dell’oratorio di Veveri chiamandomi … non sentivo, proprio come stai facendo tu, non sono mica nonno per caso eh, li conosco tutti questi trucchetti, sono stati il mio salvagente, il mio diritto a richiedere che mi venisse accordato l’orario lungo per giocare a calcio fino a quando l’oscuritá imponeva la ritirata.
Quarantacinque minuti ormai, il tempo che misura la metà di una partita, la sera cala lentamente su quei calci offerti a una sfera che rotola, di qua e di la senza avere apparentemente una destinazione precisa e forse avendo i minuti contati.
Andiamo, le maglie sono sparite ognuna verso destini giá scritti ma ancora da interpretare, ognuna sulle ali della speranza piú che sulle giovani spalle di ragazzini appartenenti alle piú varie etnie.
Sali, Gabry, sali in macchina e occhio alla cartella, (io la chiamo ancora così) come è andata oggi a scuola? Cosa hai mangiato a pranzo? Le solite domande, quelle che ti pongo tutti i giorni … no, oggi no, oggi non ti chiedo nulla, oggi indossi quella maglia che è un lasciapassare per i sentimenti piú belli, proprio in questa settimana che porterá a quella che è celebrata non come una semplice partita, ma “LA PARTITA!!!”
E tu mi chiedi di ascoltare quel CD che spesso ti nego all’ascolto tutto preso come sono a guidare nel traffico o a pensare ai cavoli miei che talvolta sono di una grandezza esagerata, questi cavoli!!
Oggi no, oggi ti voglio più bene del solito, ti amo più del solito, oggi non so perché ma è cosi.
E allora te lo metto il tuo CD, te le metto le tue due canzoni preferite, io le ho già sentite tante volte al punto che quando si arrivava a casa le suonavo entrambe con la chitarra mentre tu ascoltavi incuriosito quanto la mia interpretazione fosse curiosamente distante dall’originale.
Vabbè dai!! ascoltale pure e alza il volume, anzi sparalo a mille, anche se magari qualcuno ci manderà affanc…ops, scusa, non si dicono parolacce in presenza di bambini … ci manderà a quel paese!!
Parte la batteria cadenzata al ritmo di marcetta, la nostra marcetta, Gabry, quella che mi chiedi di ascoltare tutti i giorni all’uscita da scuola e io ti accontento quando non sono inverso.
Canti sottovoce accompagnando quell’incedere musicale, che si confonde con i battiti disordinati del mio cuore, aiutandoti con le dita della mano sinistra, intanto che il ritmo della musica compie il suo percorso naturale verso quei sentimenti più spontanei e liberi che ci hanno consentito di amare quell’azzurro colore.
Un minuto e trentotto secondi dura questa melodia, ma tu prima che finiscano le note mi chiedi con garbo misto a preoccupazione : “Nonno, perché stai piangendo??”
Nonnopipo

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Pensieri e parole

Schiavi di una fede

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Siamo schiavi di una fede.

E la cosa buffa (ma neanche tanto!!) è che non ci dispiace affatto.

Che strano peró, dover riconoscere che il grafico del nostro umore risulta legato all’andamento di una squadra!!!

Ed è a questo punto che la matassa si sbroglia fornendo una veritá indiscutibile: non si tratta solo di una squadra.

Sarebbe intollerabilmente riduttivo e semplicistico se cosí fosse, e tutto venisse attribuito esclusivamente a un discorso legato al tifo.

Perchè il tifo e, conseguentemente il suo interprete principale che è il tifoso, è composto da quegli ingredienti naturali che si chiamano passione e amore.

E la passione e l’amore sono immortali, infiniti, insensibili al dubbio e all’incertezza.

Li trovi negli occhi di chi esulta e nelle lacrime di una delusione, nel pallone che gonfia la rete o nel palo che soffoca in gola l’urlo liberatore.

Perchè, come disse lo scrittore argentino Jorge Luis Borges, “ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per strada, lì ricomincia la storia del calcio”

 

Forsa Nuara tüta la vita

 

Nonnopipo

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