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L’È TUTTO SBAGLIATO… L’È TUTTO DA RIFARE!

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L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!! (Gino Bartali)

Questa settimana, parlando per lavoro al telefono con un belga residente in Lussemburgo, alla sua domanda iniziale “che fate di bello in Italia oggi? ho risposto “vediamo gli altri giocare il mondiale”. Avrei anche potuto rispondere che respingevamo navi delle Ong o che asciugavamo i sassi dentro il Ticino, ma ho preferito buttarla sul ludico parlando degli altri, perché purtroppo ci troviamo in quel periodo del menga dove di nostro c’è davvero poco da raccontare. Tra un Di Mariano che finalmente ottiene le soddisfazioni che si merita vincendo il primo premio al torneo di beach soccer organizzato nella spiaggia del resort di Varadero (trofeo giustamente e meritatamente mostrato sul suo profilo Istagram e che ora gli da finalmente un senso a questa stagione sciagurata), e un Ludi che ce la sta mettendo tutta per vendere e quindi negarci il divertimento e la giuoia di riabbracciare nuovamente gli eroi del 2017/2018 al ritiro di Luglio, di Novara e sul Novara avremmo già finito di parlare. E quindi parliamo degli altri.

Questa che ci apprestiamo ad iniziare è una settimana fondamentale perché comprende la famosissima e temutissima giornata del 26 giugno. Che cosa succede quel giorno? Facendola un po’ più breve e semplice di com’è realmente, avviene che la lega, la Covisoc, la Figc  e una serie di altre Istituzioni si mettono d’accordo e guardano i movimenti dei conti correnti delle squadre. Se per quella data risultano pagati gli stipendi, le tasse allo Stato e i contributi di tutti i dipendenti e i tesserati, allora danno il via libera all’iter per iscrivere le squadre al prossimo campionato (cosa che si concretizzerà attraverso pagamento della quota di iscrizione ecc ecc.). Chi non ha pagato, oltre ad incorrere al deferimento e ad una successiva penalizzazione di punti variabile in base al numero di mesi arretrati, ha un serio problema perché gli viene (temporaneamente) negata l’iscrizione. Nella fattispecie, la lente d’ingrandimento verrà messa sul quadrimestre Marzo Giugno, visto che quelli precedenti, ai fini di eventuali penalizzazioni, sono già stati controllati ed eventualmente sanzionati (vedi Bari nei momenti imminenti al playoff). Se è vero che è prassi abbastanza diffusa posticipare a fine Giugno il pagamento degli ultimi quattro mesi, il Novara ad esempio ha pagato l’arretrato ai giocatori in settimana più per “sgarbo” agli eroi della retrocessione che per reali esigenze di cassa (possiamo discutere poi sulla scelta di far giocare l’ultimo fondamentale mese di campionato senza la “tranquillità” dell’accredito dello stipendio, ma è un discorso sul quale non mi sento di prendere posizione o di contestare), è altresì vero che almeno due squadre pare avranno serissimi problemi a rispettare la scadenza citata: Cesena e Bari.

Cesena: sono sincero: la lettera di Lugaresi inviata inizio settimana dopo aver appreso della bocciatura del Fisco alla loro proposta di accordo mi ha fatto molta impressione. Leggere frasi di questo tenore:

 «Quando leggerete questo scritto io sarò morto. Non essere riuscito a salvare il Cesena per me è una sconfitta insopportabile. Molte persone a me care resteranno senza lavoro. Ho rovinato la mia famiglia, ogni mio bene verrà messo all’asta. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato nel Cesena calcio. Ero certo che con la ristrutturazione del debito ci saremmo messi a posto per sempre».

fanno effetto. Ma al di là della drammaticità delle parole, credo occorra fare un’analisi approfondita che per forza di cose deve andare oltre l’umana compassione a Lugaresi ed essere severa (ma giusta) per il dovere di essere seri e di rispettare chiunque, con immani fatiche e rinunciando magari a giocare campionati di ben altro tenore, riesce a far quadrare i conti e soprattutto ad onorare le scadenze. Il Cesena, secondo dati pubblicati il 21 Giugno sul “Resto del Carlino” e riportati dal portale TuttoCesena, ha una situazione debitoria odierna certificata dall’Agenzia delle Entrate di 73,2 mln di Euro, clamorosamente aumentata dopo che la stessa certificò al 31 Marzo la cifra di 40,3 mln. Che cosa ha nuovamente proposto la Società romagnola dopo il primo rifiuto alla proposta di piano di risanamento e rientro? Il versamento di una fideiussione di 5 mln (1 mln ad anno per 5 anni) e sconto del 50% del debito (però al 31 marzo) più imprecisate garanzie di rientro nel tempo. Ecco, credo che non serva essere fini intenditori di finanza per comprendere la follia di una situazione che, un mondo normale, avrebbe già da anni fermato con un fallimento. In un contesto reale italiano in cui, chiunque sfori anche di un euro il proprio conto corrente, si vede chiamato immediatamente dalla banca per rientrare, è vergognoso constatare quanto al Cesena sia stato concesso di disputare campionati e di fare sistematicamente mercato. Vergogna è la sola parola che mi viene in mente.

Bari. Qui la situazione è sicuramente meno grave del Cesena ma più difficile da raccontare visto che si fa francamente fatica a capire chi sia il proprietario visto che ogni anno cambia, chi mette i soldi, quale sia la situazione economica. Si legge che addirittura siano stati nascosti i libri contabili fatto sta che dopo una fresca penalizzazione, ad oggi gli stipendi dell’ultimo quadrimestre non sono stati ancora pagati e senza un aumento di capitale di 5 mln da concretizzarsi entro il 26 Giugno pare non si possano iscrivere. Difficile capire se questo caos si possa risolvere o meno, attendiamo gli eventi in settimana.

Sugli inadempimenti fiscali non sono mai stato d’accordo con l’idea comune in voga tra la tifoseria novarese in base alla quale solo il Novara ha sempre pagato perché non corrisponde al vero. La storia degli ultimi anni racconta di una marea di Società penalizzate e non ho dubbi che anche questa volta chi non rispetterà le scadenze verrà sanzionato. Semmai ci sono due problemi fondamentali che aumentano la percezione dell’ingiustizia: il primo è che, di fatto, basti solo rispettare le scadenze sulle imposte, sui contributi, e sugli stipendi per poter giocare un campionato, e non ci sia un qualcosa di simile al Fair Play Finanziario dell’Uefa che, se non rispettato, consenta alla Federazione stessa di escludere una Società da un campionato o di limitarne il mercato. Al Cesena, in sostanza, è bastato pagare sempre gli stipendi e i contributi per tirare a campare, e solo ora che la situazione è crollata si piange. Il secondo problema è che, a causa di una penalizzazione anche minima e tutto sommato non grave afflitta parecchi anni indietro, si debba essere esclusi da eventuali griglie di ripescaggi (lo so che la riammissione è un’altra cosa, ma non è questo il punto) in virtù di un’ipocrita e iniqua norma che allo stato attuale mette al primo posto della classifica di ripescaggi Società magari arrivate a metà classifica della categoria inferiore.

Ma la settimana entrante non sarà importante solo per Cesena e Bari. Capiremo se il Foggia, al primo grado di giudizio, verrà confermata la richiesta della Procura Federale di retrocessione in serie C. Onestamente è difficile prendere posizione senza essere al corrente della situazione. Qui non si parla di un mancato o ritardato pagamento, ma si parla di un deferimento di 37 tesserati e della Società per “avere reimpiegato nell’attività gestionale e sportiva del Foggia calcio, nel corso delle stagioni sportive 2015-2016 e 2016-2017 quantomeno – allo stato degli atti – un importo monetario molto ingente, sia a mezzo di bonifici, sia a mezzo di denaro contante, proventi di attività illecite di evasione e/o elusione fiscale, alcune delle quali integranti anche reato”. (fonte Repubblica) 

Che volete che vi dica? Possiamo buttarla sul fatto che sia tutto un attacco del potere contro il Foggia oppure metterla sul fatto che un deferimento non arriva mai per caso ma il capo d’imputazione arriva solitamente a ragion veduta. Siccome in questo Paese sono sempre tutti garantisti ma solo col buco del culo e quando riguarda gli altri, dico che è saggio attendere che la giustizia faccia il suo corso. La storia recente, che ci ha toccato in prima persona per fatti non analoghi ma comunque spiacevoli, ci racconta che non è vero che poi si è sempre colpevoli. Jimmy Fontana, per esempio, (e non lo dico io ma i tribunali), ha vinto la sua battaglia. Altri l’hanno persa. Questo non vuol dire che lui sia stato realmente santo e gli altri diavoli, ma quello che conta è sempre e solo la sentenza finale che, come noto, si può non condividere ma va accettata.

Non ho scritto questo pippone per arrivare alla conclusione che il Novara meriti di restare in B, e nemmeno per lodare la corretta e giudiziosa gestione di MDS, perché tra retrocedere fissandosi su un pareggio di bilancio e creare un buco di 73 milioni c’è in mezzo un mondo. Ma questo calcio messo così fa davvero schifo. Può essere pure che il Cesena riesca ad iscriversi, e così il Bari, il Foggia e magari anche chi, come l’Avellino, riuscirà a terminare il prossimo campionato nonostante i dubbi manifestati dalla proprietà. Ma in Federazione pensano realmente di andare avanti così ancora per molto?  E’ credibile un campionato che parta con queste premesse?

Claudio Vannucci

Fondatore dei Blog Novara Siamo Noi e Rettilineo Tribuna, Vice Presidente del Coordinamento Cuore Azzurro e fraterno amico di chiunque al mondo consideri lo stadio la sua seconda casa. O addirittura la prima. Editorialista estremista, gattaro.

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Una storia di contingenza e progettualità

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La contingenza è quella situazione o circostanza per cui sei chiamato a far fronte ad uno o più specifici problemi che hanno totalmente alterato quella condizione di normalità, o di standard,  cui si era predisposti ad affrontare. In tal senso, l’era Marchionni 2.0 è stata, e lo è ancora, oggettivamente caratterizzata dal dover far fronte a situazioni paradossali. Faccio un esempio: in almeno due partite ci si è trovati nella situazione di aver seria difficoltà a schierare 11 giocatori di categoria, per non parlare poi del tema sostituzioni in corso d’opera per le quali, se credenti, la sola cosa da fare era il farsi un segno della croce. In quel momento era crollato pure l’ambiente, da taluni visto come concausa dei problemi del Novara FC, che ha certamente reso più difficile il compito dell’allenatore. Ecco, mi permetto però di far notare come in un certo senso quel moto di orgoglio visto nelle due ultime vittorie consecutive sia casualmente proprio coinciso con due precisi interventi: “contestazione” della curva e del pubblico (la parola contestazione è volutamente tra virgolette perché molti che parlano di contestazione forse non sanno altrove a che livello della stessa si può arrivare, ma vabbè) e conferenza stampa del Pres, da me criticata e che ancora oggi considero concettualmente fuori luogo, durante la quale ha sostanzialmente “contestato” pure lui tutta la sua squadra. Con questo voglio dire, anzi, mi rivolgo apertamente a chi tutte le volte che la tifoseria alza i toni tende a far partire una stucchevole difesa di ufficio basata su un concetto tutto particolare di tifo in base al quale debba sempre andare tutto bene, che talvolta è proprio toccando nell’orgoglio un gruppo apparentemente demotivato e stanco che si possono trovare quegli stimoli di rivalsa. E questo è proprio uno dei motivi per cui, più si alza l’asticella tecnica, e più il contesto, nel bene e nel male, fa la differenza. Non è un caso che, certe piazze con poco tifo, quando vincolo lo fanno solo perché trovano l’annata in cui sono davvero più forti di tutti, ma altrimenti, pur in un contesto di stagione assolutamente positiva, arrivano al bello e perdono anche perché le motivazioni alla lunga scemano e la pressione può fare la differenza. Quando è sempre tutto un paradiso, quando sia che si vinca o si perda “ma chissenefrega, sono bravi ragazzi e gli vogliamo bene”, alla lunga scatta qualcosa per cui anche tra i giocatori “ma chissenefrega è andata cosi, pazienza”. E per chi non crede a quanto dico, sappiate che lo faccio sulla base di innumerevoli testimonianze ricevute da tanti giocatori cui negli anni ho avuto il piacere di chiacchierare. I calciatori sono così, ognuno poi si alimenta le proprie amicizie, ma fondamentalmente sono ragazzi e come tali vanno gestiti col bastone e con la carota. Solo che è quando li gestisci col bastone che capisci realmente chi ha la stoffa e vuole reagire ma anche chi, tra la piazza, probabilmente non ce l’ha e gli va bene sempre tutto. San Giuliano e la Juve di ieri sono state due squadre scarse, o meglio grame grame, ma quante altre volte abbiamo perso contro altrettante squadre penose? Quindi merito ai nostri giocatori ma anche chi tra la tifoseria ha saputo evidentemente toccare le corde giuste.

E poi c’è la progettualità futura, che a meta marzo dovrebbe già essere tema di primaria importanza. In un recentissimo incontro tra Ferranti e la tifoseria organizzata, a mia precisa domanda circa il futuro ha risposto così: “3 scenari. 1 rimango io ma con budget molto limitato stile Alessandria questa stagione, 2 entrano due Soci (ovviamente non novaresi), 3 vendo”. Tralasciamo l’opzione 3 che mi pare irreale o comunque una storia ancora tutta da scrivere, e tralasciando anche  lo scenario 2 per il quale è evidente che arriverebbero ingenti investimenti, ad oggi lo scenario 1 è il più credibile ed attuale sul quale ragionare. A caldo ammetto di essermi fatto un po’ prendere dallo sconforto, ma poi ragionandoci su ho capito che Ferranti va sempre letto con ausilio della pagina 777 del televideo e poi messo su Google Translate, perché dice una cosa ma nella sua testa magari pensa altro. Infatti un conto sarebbe stato quello di partire da zero con budget come quello dell’Alessandria, e un altro quello di partire con una base di rosa intervenendo sulle caselle mancanti. Al netto della delusione attuale e dell’ambizione di ognuno di noi, ad oggi abbiamo una serie di giocatori che ragionevolmente faranno parte o potranno far parte del futuro, e tra questi inserisco per esempio figure come Pelagotti, Illanes, Margiotta e Varone i cui contratti saranno tutti da siglare ma che, immagino, possano concretizzarsi in maniera naturale visto quella sorta di “riconoscenza” verso il Novara che avranno perché in un certo senso li abbiamo rilanciati. Ai quali aggiungiamo i vari Ranieri, Urso (buona guarigione), Tentoni, Ciancio (talvolta discutibile ma di fatto tra i più utilizzati), un Galuppini sul quale andrà comunque fatta una riflessione seria (il diritto di riscatto è nostro) e un Khailoti che, se non ce lo ruberanno, è sicuramente di alto profilo per la categoria. Oltre a Vuthay che almeno in un parco di 5-6 attaccanti ci può pure stare. Lavorando su questo gruppo, in un contesto magari meno folle e con un direttore sportivo coi controcoglioni (o aiutato da analoga figura consulenziale), non è vero che si è destinati a far male senza ingenti immissioni di liquidità. Certo, una grossa riflessione andrà comunque fatta su Marchionni, che al netto del problema contingente, qualche grossa lacuna la sta dimostrando.

Insomma, crisi finita? assolutamente no, ma non possiamo nemmeno essere ipocriti e non rilevare come in soli 7 giorni la nostra situazione sia diametralmente cambiata. Viviamo la giornata tifando Novara con in mano un bastone e in tasca una carota. Che tanto male evidentemente non fa.

Claudio Vannucci

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Eravamo quattro amici al bar

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Tendenzialmente tutti i Presidenti mi sono sempre stati sulle scatole, ma è un problema mio. I soli due cui ho realmente voluto bene sono stati Armani e Ferranti. Perché a Ferranti, nonostante tutto ciò successo quest’anno voglio davvero bene. Concordo con l’amico Mauro e i suoi messaggi che mi ha inviato a caldo, oggi il Pres non mi ha fatto incazzare e non mi ha nemmeno deluso più di tanto. Mi ha fatto quasi pena, nell’accezione più affettuosa possibile di questo termine. Ho visto un uomo distrutto, triste, che però ha perfettamente dato dimostrazione del perché le cose non vanno e su dove deve migliorare. E’ stata messa in scena quasi una drammatica opera teatrale, peraltro con aggravante di diretta, in cui tutti hanno potuto assistere ad una sorta di chiacchierata al bar tra amici, nella quale il Presidente, tra le altre cose, si prende le critiche,  questa volta dai giornalisti in sala, di ascoltare troppa gente, ma che in questa occasione sono stati gli stessi giornalisti a commettere lo stesso errore nel continuare a dirgli nuovamente e platealmente cosa fare: “riprendi Di Bari”. Questo è il primo aspetto che non va: a casa nostra c’è una visione distorta del concetto di provincialismo e di democrazia in base alla quale ognuno ha il diritto di dire la propria opinione e lui di sentirsi obbligato ad ascoltarla, perché “sono nuovo, devo imparare, ascolto tutti”. Lui deve smettere di chiedere consigli e ascoltare la chiunque, e la chiunque deve smetterla di continuare a dirgli cosa cazzo deve fare. Questo che dico non è fascismo ma è corretta gestione di una squadra di calcio. Al di là di oggi, nasce proprio da questo equivoco di base la maggior parte dei problemi, probabilmente (e non di poco conto) peggiorato poi dal fatto che evidentemente abbia dato retta più a chi era meglio si occupasse di altro.

Aggiungo, e carico ancora di più: oltre a volergli bene, gli riconosco la buona fede generale e quella di oggi nella sua volontà di raccontare a tutti a cuore aperto cosa è successo. Ma è stata una enorme cazzata, quanto meno in questi termini. Perché lo sfogo con 4 amici al bar, deve rimanere confinato ai 4 amici e al bar. Non può avvenire in una conferenza pubblica con diretta Facebook. A Galuppini, per esempio, del coglione glielo posso dare io che sono tifoso. Glielo può dare anche lui che è il datore di lavoro, ma il tutto deve accadere dentro uno spogliatoio, non appunto in “mondo visione”. Ora che Galuppini sa che è considerato un coglione pure da chi lo paga, e soprattutto sa che tutti noi sappiamo essere considerato da Ferranti un coglione,  qualcuno mi spiega come potrà tornarci utile alla causa da qui a fine aprile? Sperando che emerga in tutta la sua dirompente forza e ci faccia vincere le partite? Auguri  a noi.

Non so che altro dire. Dire che piove è riduttivo visto che domenica si farà fatica a schierare 11 giocatori di categoria. Continuare a chiedere di stare uniti mi pare una presa per il culo, perché più che venire a tifare che cazzo dovremmo fare di più? Andiamo a sparare a quelli del San Giuliano cosi non si presentano domenica? Diciamo che è tutto bello e che è meraviglioso e che pazienza anche se retrocederemo perché tanto ci sono cose peggiori nel mondo tipo le guerre, i terremoti o chi non ha altra via che affidarsi ad uno scafista? Diciamolo pure se fa piacere. Tanto qui dentro siamo solo 4 amici al bar e vale tutto. Ma, di questo passo, finiremo ad essere solo 4 amici allo stadio.. Ma complessivamente.

Claudio Vannucci

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“..e speriamo che tenga”

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Tutto il mondo è Paese. Il video virale del Presidente della Ternana che, coperto da insulti dal suo stadio, quasi scavalca per andare a picchiarsi coi tifosi imbufaliti è l’esempio che ovunque quando fai bene vieni lodato ma, alla prima occasione in cui le cose girano male, la Piazza non ti perdona nulla. Non lo so se lo pensa, ma mi sono immaginato Ferranti ieri sera dire lo stesso di noi, perché se è vero che quest’anno si è sbagliato tutto, è altresì vero che non gliene abbiamo perdonata mezza. Quello che non so se Ferranti ha però chiaro è che la nostra situazione di insoddisfazione nasce da molto prima di questa ultima estate, precisamente nasce in maniera molto forte dalla stagione 2017/2018 quando, dopo un anno drammatico che ha preso poi una piega ancora più brutta scavallato il 2018, si è arrivati ad una retrocessione diretta dalla quale poi è sostanzialmente iniziata la fine di MDS. In quell’anno ci si raccontava spesso come quella squadra non sarebbe mai potuta retrocedere visto la forza e i grossi investimenti fatti e alla fine invece retrocesse. Si ripartì da una serie C che sulla carta ci avrebbe dovuto vedere protagonisti, e con una campagna acquisti che, pur inferiore rispetto alla prima retrocessione dalla cadetteria, prometteva un campionato ai vertici: fu invece uno dei più apatici, deludenti e insignificanti mai visti, soprattutto in relazione alle aspettative. Si ripartì nuovamente, con un evidente ridimensionamento che pesò su un campionato non di altissimo profilo, interrotto dalla pandemia che ci catapultò direttamente ad un playoff surreale e strano, che ci ha illusi di poterci presentare protagonisti nella stagione successiva ma che invece, a stadi vuoti, ci portò verso la tragedia Rullo e successivamente Pavanati. Abbiamo respirato con l’avvento di Ferranti, nel quale sì abbiamo gioito per la promozione ma che ci ha in un certo senso “obbligati” tutti al compromesso di accettare una nuova realtà che ci è stata (fortunatamente) imposta come unica alternativa alla sparizione. Promossi in C, cosa per molti scontata, si è tornati ad una grave sofferenza , che evidentemente ha riaperto ferite aperte appunto dal 2017 che un anno da vincenti ma nei dilettanti non potevano certo guarire. Quindi, caro Pres, è possibile che non ti si sia perdonato nulla quest’anno, ma la nostra ferita è profonda, e necessita di tante attenzioni e soprattutto pazienza.

Necessita anche di rispetto. Perché purtroppo il rapporto Società e tifosi è impari, e quest’ultimi tendenzialmente hanno sempre ragione per due motivi: pagano per esserci (alcuni lo hanno fatto anche a livello penale e personale, non solo monetario) e ci sono e ci saranno a prescindere da società e giocatori. Proprio per questo, mi aspetto che il Sig Benalouane non metterà mai più piede nel nostro Stadio perché non si può e nemmeno deve permettere in Tribuna di urlare a tifosi frasi tipo “ma che cazzo vuoi???? devi stare zittoooooo devi stare zittoooo non parlareeee” primo perché nel gioco tra dare e avere è chiaramente in difetto visto che a Novara ha ottenuto molto più di quanto ha dato, e secondo perché certi tifosi seguono il Novara probabilmente da prima che lui nascesse e per questo deve solo stare zitto. Un calciatore con un curriculum come il suo dovrebbe sapere come ci si comporta e capire che a nessuno interessa il fatto che possa aver calcato palcoscenici superiori (o meglio Tribune superiori visto che è riuscito pure nell’impresa di non entrare nella storia del Leicester nell’anno magico, visto che non ha collezionato presenze significative) perché oggi è a Novara, e viene trattato come tutti. Ma soprattutto, non può funzionare che nessun esponente della Società lo abbia fermato e allontanato, ma anzi sia stato zitto nell’assistere ad una scena imbarazzante. Dietro a questo fatto si capisce perché è un anno andato a puttane: siamo pieni di gente che non hanno la minima idea del concetto di umiltà. Passiamo da chi si sente superiore perché ha giocato in Europa a chi ti rinfaccia che nessuno è come lui negli ultimi 3,5 anni. Con questo materiale umano puoi fare bene solo se davvero è più forte, cosa che evidentemente non è, ma se è chiamato a soffrire fa brutte figure. E infatti.

Continuo a ritenere poco probabile un reale coinvolgimento nei playout, ma è evidente che non si riesce a capire cosa possa cambiare e scattare nella testa dei giocatori per invertire questa drammatica tendenza. Citando il filosofo Sartorio, “domenica a Seregno è una partita da mettersi un dito nel culo, e speriamo che tenga”, perché se si perdesse davvero tornerebbe lo spettro della stagione 2017/2018 dal quale è nato tutto. Stagione che è evidente presenta clamorose analogie con quella attuale. Lo stesso Marchionni, che magari è il meno colpevole, è riuscito nell’impresa di trasformare da apatica in drammatica una stagione che avrebbe solo potuto e dovuto gestire come intermezzo alla prossima. Ora siamo qui che ci stiamo semplicemente cagando addosso perché se si perde contro il San Giuliano finiamo ai playout, e ci dobbiamo ancora sorbire quella patetica scena del cerchio a centrocampo a fine partita e qualcuno in tribuna che zittisce i tifosi.  “…speriamo che tenga” è il mantra da adesso a fine anno. Non benissimo.

Claudio Vannucci

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