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Il costo della retrocessione

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In attesa di capire con quale spirito la Proprietà del Novara deciderà di affrontare la stagione 2018/2019 in serie C, proviamo a fare qualche conto, assolutamente non preciso e sicuramente approssimativo, sul costo di questa retrocessione.

Il punto cruciale è quello dei diritti TV. Nel triennio 2015-2018 Sky ha garantito una cifra complessiva di 65 milioni di Euro, quasi equamente divisa sui tre anni. Considerando quindi che il campionato cadetto si è disputato sempre con 22 squadre, la media è stata di circa 3  milioni a triennio, quindi 1 milione circa a squadra all’anno. Non è ancora chiaro cosa succederà nel prossimo triennio, nel senso che è in corso un’asta per la concessione dei diritti il cui prezzo minimo di partenza si assesta intorno ai 65 milioni ma all’anno, quindi ipoteticamente le squadre di serie B dovrebbero intascare circa il triplo. Va però detto che, a differenza dello scorso triennio per il quale le cifre sulle quali si basa il ragionamento sono certe, sul prossimo siamo ancora nel campo delle ipotesi. E’ una partita che appare quindi ancora tutta da giocare, dall’esito parecchio incerto. Bisognerà pertanto capire a quali cifre reali si chiuderà l’asta visto che appare francamente difficile ipotizzare che “il campionato degli italiani” riesca a pagare in futuro tre volte tanto quanto pagato fino ad oggi.

La retrocessione, dal punto di vista finanziario, non porta però solamente guai. Il Novara potrà godere del famoso “paracadute” che, per chi scende in serie C, è quantificato in una cifra compresa dai 600K ai 900K a seconda della posizione. Essendoci piazzati terz’ultimi è quindi credibile una cifra intorno ai 700K. A questa si aggiunge il famoso bonus “Da Cruz”, che grazie alla promozione in A del Parma frutterà alle casse del Novara Calcio altri 500k. Di conseguenza ad un mancato introito di un milione circa (tre qualora il nuovo bando si chiudesse alle cifre che abbiamo letto) registriamo entrate per una cifra intorno a 1,2 mln di Euro.

A questo punto l’analisi deve spostarsi su altri tre punti dolenti: sponsorizzazioni, merchandising, biglietti. E’ praticamente impossibile ad oggi stimare la perdita economica  (o più correttamente i minori introiti futuri) parlando di sponsor. E’ evidente che oltre all’ovvietà di rivedere al ribasso i contratti di sponsorizzazione parametrizzandoli alla nuova categoria, occorrerà prima di tutto capire quanti di loro Massimo De Salvo sarà capace a conservare. Le voci di malumori tra gli investitori che si sono percepite durante questa sciagurata stagione sono state sempre più numerose, e la possibilità che molti di loro abbandonino la nave è francamente elevata. Va anche detto che molti di questi in realtà più che soldi veri hanno contrattato sponsorizzazioni basate su concessioni di beni in prestito (tipo automobili), bisognerà quindi capire le aziende storiche da sempre vicino al Novara Calcio (BPN, Comoli e Ferrari, Igor, Itof, Miranda, Mancin giusto per citare i primi nomi di aziende più conosciute) quali reali convenienze  e volontà possano ancora avere nel supportare nuovamente la famiglia de Salvo in questa nuova avventura in serie C. Partiamo però da dati ufficiali leggibili nell’ultimo bilancio del 2016 (quello 2017 verrà approvato a Giugno): dagli sponsor il Novara, comprensivo però di imprecisati crediti verso le Società di famiglia “Policlinico di Monza” e “Casa di Cura”, ha incassato 3.525.000 Euro (cifra inferiore di circa il 30% rispetto a quella scritta a bilancio 2015) . Il punto ora è stimare la percentuale di deprezzamento di questa fondamentale voce che però, è bene ricordare, avrà effetti concreti non tanto sul prossimo bilancio di prossima approvazione (comunque con una serie B di riferimento) ma su quello che si approverà nel 2019. Non è però così improbabile stimare una diminuzione di almeno 35-40% dello stesso valore che leggeremo sul nuovo bilancio, valore che è probabile sarà purtroppo inferiore a quello del 2016.

Considerando marginali i proventi derivanti da vendita biglietti, abbonamenti e merchandising, e che questi potrebbero rimanere costanti visto i numeri più o meno stabili di presenze al Piola, e in considerazione di quanto invece si incasserà con paracadute e bonus, è abbastanza realistico indicare in una cifra compresa tra 1,5 e 3,5 milioni di Euro (molto dipenderà dall’accordo dei diritti tv per il prossimo triennio) la reale perdita in termini di introiti cash. Questa analisi infatti non contempla per esempio la svalutazione dei cartellini dei giocatori (vera dolente nota) e tantissimi altri fattori che caratterizzano un bilancio, ma è, come premesso, un primo conteggio approssimativo di cassa.

E’ evidente che il mercato con le sue cessioni ed acquisti determinerà poi il grosso del nostro bilancio, tuttavia appare chiaro che sarà imprescindibile provare a risalire immediatamente nella cadetteria già dalla prossima stagione 2018/2019, perché è intuibile come gli introiti proiettati su più campionati di serie C saranno sempre in costante diminuzione. Una situazione patrimoniale pregressa comunque non drasticamente allarmante e la possibilità di fare cassa immediata con alcuni giocatori rendono l’investimento della famiglia De Salvo per provare a tornare nel calcio che torna un qualcosa di assolutamente alla sua portata, ma che non potrà essere troppo procastinato nel tempo a meno che non si ricorrerà a nuovi improbabili annuali aumenti di capitale che però sconfesserebbero la filosofia societaria di questi ultimi anni. Che senso avrebbe, dopo aver ostentato la possibilità di un pareggio di bilancio e di autofinanziamento, riportare il passivo di bilancio in pesante rosso? Inutile quindi ribadire che certi obiettivi si potranno raggiungere e mantenere nel tempo solo con una prima squadra almeno costantemente in serie B. Diversamente potremmo avere il nulla davanti a noi per infinito tempo.

L’impressione è che questa retrocessione possa avere effetti devastanti che vanno ben oltre al mero dato economico negativo, che solo per il primo anno sarà importante ma non così clamoroso come si poteva immaginare. C’è però da ricostruire un’immagine e un ruolo all’interno della Società novarese e nel mondo del calcio, che è alla base per avere successo in una realtà come la nostra. Massimo De Salvo ne avrà la voglia e le capacità?

Claudio Vannucci

Fondatore dei Blog Novara Siamo Noi e Rettilineo Tribuna, Vice Presidente del Coordinamento Cuore Azzurro e fraterno amico di chiunque al mondo consideri lo stadio la sua seconda casa. O addirittura la prima. Editorialista estremista, gattaro.

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Il tempo è scaduto

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Adesso ci siamo davvero. Il Tribunale di Novara ha fissato per il 29 novembre l’inizio della vendita all’asta di “CIMELI, PREMI, PUBBLICAZIONI ED AFFINI, tra cui coppe, trofei, raccolte, vestiti mascotte e riconoscimenti vari come da perizia”. L’asta sarà aperta fino al 13 dicembre, poco prima del 115° anniversario della nascita del Novara Calcio 1908.

Sono ormai più di due anni che cerco di stimolare, tramite questo spazio di libertà, istituzioni e associazioni pubbliche e private, facendo nomi e cognomi di chi potrebbe fare qualcosa e sono, forse illudendomi, ancora convinto che qualcuno di questi, nel silenzio, stia organizzando qualcosa per aggiudicarsi  l’asta.

13.620 euro (10.000 + IVA + Oneri). Questa è la base d’asta e trattandosi di “aggiudicazione definitiva senza possibilità di rilancio” chi indicherà la cifra più alta vincerà l’asta. Il destino e la Magistratura hanno tolto dalla competizione il Presidente della Pro Novara ma ciò non toglie che collezionisti e speculatori potrebbero essere interessati ad aggiudicarsi il lotto.

Contrariamente al Tribunale di Verona per il Chievo, quello di Novara non ha messo all’asta il “titolo sportivo” e a questo punto, molto probabilmente non lo metterà più all’asta. Questo significa che la matricola storica rimane nella disponibilità della FIGC che potrebbe decidere di chiuderla definitivamente. Se così fosse si concluderebbe senza alcun dubbio la storia del Novara Calcio 1908 e le società che rappresenteranno il calcio cittadino, FC Novara in primis, continueranno la tradizione sportiva del Novara Calcio 1908 così come successo per la maggior parte delle società calcistiche fallite.

Romanticamente ho sempre sperato di recuperare la matricola 33790 per riannodare il filo della nostra storia ma me ne farò una ragione. Ora però riportiamo a casa ciò che nella Storia abbiamo conquistato.

 

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Fino a quando batte il cuore c’è ancora speranza!

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Escono da scuola, vocianti e allegri. Corrono dando sfogo a quella vitalità imbrigliata e poi sopita nelle regole da rispettare.
Gridano, saltano, si sfogano, appunto.
Una multietnia confusa ma interessante che mischia senza problemi i diversi colori della pelle su quelle faccine ancora libere da condizionamenti imposti dall’egoismo dei grandi.
Si liberano dagli indumenti imposti, mentre gli zaini, pesanti come quelli portati a schiena di mulo dagli alpini, giacciono offrendo una sensazione di abbandono anche se temporaneo.
Da sotto quei grembiuli spuntano maglie di calcio, alcune originali altre tarocche, altre ancora improvvisate, altre impossibili da sintonizzare sulle frequenze del calcio.
Basta un pallone, a patto che rotoli colpito da qualche calcione ben assestato, a patto che si rispettino le regole improvvisate anch’esse, a patto …
Strisciate le maglie, tutte, che senza il nero verticale sarebbero rosse, bianche e blu, si blu, perché l’azzurro che abita in questa città è ben diverso. Il nero che hanno in comune le identifica come ospiti, almeno per me.
Ma loro giocano ugualmente, indifferenti alle differenze, dribblano anche le panchine e le convenzioni intrise di razzismo, mentre allo scivolo ci passano sotto, poi un tiro finisce contro un cestino dei rifiuti il cui compito straordinario è quello di fare il palo a sua insaputa, l’altro non esiste, o meglio, esiste nel diritto di ogni bambino di immaginarlo piantato dove meglio crede.
Ed è incredibile come una porta senza traversa e senza un palo, riesca nell’impresa di fare accettare, a chi lo ha subíto, un gol non gol senza discussioni e soprattutto senza il quarto uomo e la VAR.
Magie dell’innocenza, miracoli prodotti dalla sola voglia di dare un calcio non tanto ad un pallone, che potrebbe colpire un cestino saltuariamente svuotato dall’immondizia, ma spingere quella sfera al di la della realtá di tutti i giorni, portandola a superare la linea della porta oltre la quale esistono i sogni che solo i bambini sanno fare ad occhi aperti.
Gioca!! Gabriele, gioca finché puoi sognare un calcio libero da condizionamenti, un calcio costruito solo per te su un terreno che sia pieno di ostacoli gioiosi come solo quelle giostrine impiantate su questo prato sanno esserlo, e fino a quando la tua maglietta azzurra, con quello scudo, bianca la croce in campo rosso, che posizionato sul cuore, registrerà sempre la tua fede come sa fare un holter cardiaco.
Il nostro scudetto sarà rispettato e considerato valoroso e nobile al pari di quello posto su quelle maglie strisciate e foreste che noi, come ti ho insegnato, non disprezziamo, in quanto vengono anch’esse sudate dalla gioia di chi le indossa.
Mezz’ ora dura lo svago, mezz’ora rubata ai compiti ma restituita alla fantasia e alla libertà, però ora ti devo chiamare, anche se so che farai finta di non sentire, lo facevo anch’io quando la nonna Rina urlava dal fondo del campetto dell’oratorio di Veveri chiamandomi … non sentivo, proprio come stai facendo tu, non sono mica nonno per caso eh, li conosco tutti questi trucchetti, sono stati il mio salvagente, il mio diritto a richiedere che mi venisse accordato l’orario lungo per giocare a calcio fino a quando l’oscuritá imponeva la ritirata.
Quarantacinque minuti ormai, il tempo che misura la metà di una partita, la sera cala lentamente su quei calci offerti a una sfera che rotola, di qua e di la senza avere apparentemente una destinazione precisa e forse avendo i minuti contati.
Andiamo, le maglie sono sparite ognuna verso destini giá scritti ma ancora da interpretare, ognuna sulle ali della speranza piú che sulle giovani spalle di ragazzini appartenenti alle piú varie etnie.
Sali, Gabry, sali in macchina e occhio alla cartella, (io la chiamo ancora così) come è andata oggi a scuola? Cosa hai mangiato a pranzo? Le solite domande, quelle che ti pongo tutti i giorni … no, oggi no, oggi non ti chiedo nulla, oggi indossi quella maglia che è un lasciapassare per i sentimenti piú belli, proprio in questa settimana che porterá a quella che è celebrata non come una semplice partita, ma “LA PARTITA!!!”
E tu mi chiedi di ascoltare quel CD che spesso ti nego all’ascolto tutto preso come sono a guidare nel traffico o a pensare ai cavoli miei che talvolta sono di una grandezza esagerata, questi cavoli!!
Oggi no, oggi ti voglio più bene del solito, ti amo più del solito, oggi non so perché ma è cosi.
E allora te lo metto il tuo CD, te le metto le tue due canzoni preferite, io le ho già sentite tante volte al punto che quando si arrivava a casa le suonavo entrambe con la chitarra mentre tu ascoltavi incuriosito quanto la mia interpretazione fosse curiosamente distante dall’originale.
Vabbè dai!! ascoltale pure e alza il volume, anzi sparalo a mille, anche se magari qualcuno ci manderà affanc…ops, scusa, non si dicono parolacce in presenza di bambini … ci manderà a quel paese!!
Parte la batteria cadenzata al ritmo di marcetta, la nostra marcetta, Gabry, quella che mi chiedi di ascoltare tutti i giorni all’uscita da scuola e io ti accontento quando non sono inverso.
Canti sottovoce accompagnando quell’incedere musicale, che si confonde con i battiti disordinati del mio cuore, aiutandoti con le dita della mano sinistra, intanto che il ritmo della musica compie il suo percorso naturale verso quei sentimenti più spontanei e liberi che ci hanno consentito di amare quell’azzurro colore.
Un minuto e trentotto secondi dura questa melodia, ma tu prima che finiscano le note mi chiedi con garbo misto a preoccupazione : “Nonno, perché stai piangendo??”
Nonnopipo

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Schiavi di una fede

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Siamo schiavi di una fede.

E la cosa buffa (ma neanche tanto!!) è che non ci dispiace affatto.

Che strano peró, dover riconoscere che il grafico del nostro umore risulta legato all’andamento di una squadra!!!

Ed è a questo punto che la matassa si sbroglia fornendo una veritá indiscutibile: non si tratta solo di una squadra.

Sarebbe intollerabilmente riduttivo e semplicistico se cosí fosse, e tutto venisse attribuito esclusivamente a un discorso legato al tifo.

Perchè il tifo e, conseguentemente il suo interprete principale che è il tifoso, è composto da quegli ingredienti naturali che si chiamano passione e amore.

E la passione e l’amore sono immortali, infiniti, insensibili al dubbio e all’incertezza.

Li trovi negli occhi di chi esulta e nelle lacrime di una delusione, nel pallone che gonfia la rete o nel palo che soffoca in gola l’urlo liberatore.

Perchè, come disse lo scrittore argentino Jorge Luis Borges, “ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per strada, lì ricomincia la storia del calcio”

 

Forsa Nuara tüta la vita

 

Nonnopipo

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