Nel marzo del 1968 volavano schiaffoni da tutte le parti: nelle piazze, nelle università, negli stadi, al Madison Square Garden e soprattutto, sotto forma di bombe al napalm in Vietnam.
Il mondo sembra impazzito e in contrasto a questa accelerazione improvvisa, in Italia si celebra l’ultima messa in latino. La notizia viene data a fianco dell’arresto per hashish di 5 novaresi
Sono i giorni di Valle Giulia e delle proteste studentesche
Sono i giorni di Nino Benvenuti in trionfo a New York contro Griffith
Sono i giorni della guerra in Vietnam
Ma sono anche i giorni della prima volta del Novara a Perugia. Il campionato di serie B 1967/68 è molto complicato per gli azzurri ma a marzo la situazione non è ancora così tragica
Nel 1968 anche negli stadi succedeva di tutto: a Roma la partita viene sospesa e a Lodi l’arbitro viene assediato da 200 persone e a Pisa un arbitro per difendersi dalla folla stacca un orecchio a morsi ad un tifoso. Le cronache dell’epoca sono piene di episodi simili: la caccia all’arbitro era una consuetudine in tutti i campi ed in tutte le categorie.
La partita di Perugia fu particolare. Il portiere umbro Enzo Magnanini morì il lunedì precedente al match e tutto l’ambiente si strinse attorno alla squadra perugina che non vinceva da sei domeniche.
L’incontro è stato molto vivace. I perugini in vantaggio 2-0 alla fine del primo tempo sono stati ripresi dai novaresi nella prima parte della ripresa.
Prima Colla, veloce terzino che si spinge spesso in attacco, al 13’ della ripresa ha superato Cacciatori. Dopo appena 4 minuti il pareggio su un astuto tiro di Vianelli.
Sembrava fatta, un pareggio a Perugia sarebbe un buon risultato, invece gli umbri trovano la forza di reagire ed il Novara che ha tra le sue fila diversi giocatori che non lasciarono traccia nella nostra storia come Tagliavini, Vianelli, Gasparini Sartore e Broggi, crolla nuovamente e capitola due volte al 40’ ed al 42’: 4-2. Tutti a casa.
Nel secolo scorso, Perugia ci ha riservato quasi sempre sonore sconfitte (5 sconfitte e un solo zero a zero all’attivo) ma nel nuovo millennio i risultati si sono ribaltati con due vittorie ed un pareggio.
Quindi esorcizziamo paure e scaramanzie e ricordiamoci del 14 marzo 2010 giorno in cui, vincendo a Perugia con due gol della coppia Bertani-Gonzalez, tutti anche i più scaramantici, anche se mancavano ancora 7 partite al termine, capirono che era la volta buona, toccava a noi godere: era serie B
Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.
Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.
Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.
Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo vide poche volte in campo.
Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.
Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.
Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.
Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.
Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.
Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.
Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.
Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.
Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.
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