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Storia e memoria

NOVARA-PESCARA 1-0 10 novembre 1974

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10 novembre 1974, Novara-Pescara fu la prima di quattro vittorie consecutive che proiettarono il Novara di Seghedoni al vertice della classifica del campionato di serie B 1974/75.

Entusiasmo e ottimismo erano le sensazioni che si percepivano dalle colonne de La Stampa, la città sembrava una cosa unica con la società e con la squadra. Le vittorie sono sempre il motore per creare entusiasmo ma società e squadra, indipendentemente dai risultati, devono essere riconosciuti dalla gente. Nel 1974 era facile apprezzare e identificarsi in Ferrari, Carrera, Veschetti, Rolfo, Ghio, Alberto Vivian e potrei citare altri dieci giocatori di quella stagione, rimasti nel cuore dei tifosi azzurri.

Alla viglia di Novara-Pescara, la squadra era alla ricerca di se stessa, il vero potenziale doveva ancora essere espresso e Santino Tarantola capì il momento e suonò la carica:

“il periodo dell’attesa è finito ed è ora di cominciare a fare sul serio. Abbiamo la possibilità di fare molto di più.”

Pare che i giocatori abbiano fatto una promessa: cinque punti nei prossimi tre incontri.

Ne arrivarono 6 di punti ed altri due nel successivo quarto incontro.

Ma la partita con il Pescara fu tutt’altro che una passeggiata, risolta da un rigore magistralmente calciato da Alberto Vivian

Il gol è giunto con un’azione iniziata al 43’. E’ fuggito Ghio sulla destra, il numero 9 è riuscito a lanciare al centro e Turella di testa ha colpito la traversa. Sul rimbalzo è entrato Rolfo con un tiro rasoterra verso la porta ormai sguarnita. Sulla linea il terzino Bertuolo si è gettato in tuffo parando con le mani. Rigore evidentissimo che Vivian ha trasformato con una botta secca sulla destra di Cimpiel. Il pallone ha battuto contro la parte interna del palo e si è infilato in rete.

Mentre il Novara Calcio viveva i suoi momenti di gloria il mondo si prendeva una tregua e nel nulla del mese di novembre 1974, la “bottana industriale socialdemocratica” invadeva il grande schermo e Riccardo Cocciante rallegrava tutta l’Italia con i suoi problemi esistenziali

Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.

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Giovanni da Caselle Lurani

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Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.

Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.

Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo  vide poche volte in campo.

Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.

Ciumi

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Ciao Maciste

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Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.

Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.

Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.

Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.

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il portiere più forte del mondo senza mani

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Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.

Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.

Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.

Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.

Ciumi

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