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Storia e memoria

EMPOLI-NOVARA 1-0 5 ottobre 1980

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Empoli e Novara prima delle frequenti sfide, dal 2010 in poi, si erano incontrate solo nel campionato di serie C 1980-81.

Torniamo quindi a raccontare, dopo la partita di ritorno, anche quella di andata, giocata a Empoli il 5 ottobre 1980.

Il campionato è appena iniziato, ed il Novara dopo tre tentativi di risalire in serie B falliti, decide di rinnovare gran parte della rosa e ripartire da zero.

“abbiamo dato un colpo di spugna al passato nella speranza di poter ritrovare la strada giusta dopo le ultime amarezze. E’ il terzo esperimento del genere, afferma il presidente Santino Tarantola, gli altri, realizzati molti anni fa, si erano conclusi con risultati molto positivi”

L’esperimento fallì clamorosamente ed il Novara crollò in C2, cominciando a costruire quel muro che solo 15 anni dopo riusciremo ad abbattere.

  

Intanto in Italia i “colletti bianchi” per la prima volta alzano la testa e protestano per le vie di Torino contro i continui scioperi.

Un mese più tardi, l’Irpinia verrà stravolta da un terribile terremoto

Ma torniamo al Novara di quel 5 ottobre 1980. Poco da dire, si va a Empoli, si incassa un gol in sospetto fuorigioco, si reclama un rigore, si gioca male e non si tira mai in porta. Niente di nuovo sotto il sole…

 “il Novara ha effettuato un solo tiro in porta al 76’ con Basili ed è questo all’atto pratica quello che conta. Per il resto gli azzurri hanno giocato alla men peggio, dimostrando i difetti di sempre”

Il campionato prosegue nel peggior modo possibile, la prima vittoria arriva addirittura alla quindicesima giornata e si conclude con l’inevitabile retrocessione

Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.

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Giovanni da Caselle Lurani

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Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.

Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.

Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo  vide poche volte in campo.

Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.

Ciumi

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Ciao Maciste

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Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.

Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.

Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.

Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.

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il portiere più forte del mondo senza mani

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Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.

Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.

Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.

Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.

Ciumi

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