La distanza tra il mondo e l’Italia nel gennaio del 1972 è certificata dalle due hit del momento: in Italia Rosanna Fratello canta “Sono una donna, non sono un santa” mentre John Lennon, contemporaneamente, incanta con “imagine”
Il giorno della partita del Novara, domenica 30 gennaio 1972 è il Bloody Sunday, a Derry, alla stessa ora delle partite di calcio, vengono uccisi, per mano del 1º Battaglione del Reggimento Paracadutisti dell’esercito britannico, 13 manifestanti irlandesi di cui 6 minorenni, che protestano contro la reclusione preventiva senza termini temporali per il processo.
Dopo quella strage, gran parte dei giovani irlandesi repubblicani decisero di arruolarsi nelle fila dell’IRA (Irish Republican Army), per combattere contro la fazione nemica. Un conflitto che durò 30 anni e che provocò la morte di oltre tremila persone.
In Italia allora come ora si celebrava il rito delle consultazioni per la formazione dell’ennesimo governo
A Novara in quel gennaio 1972 il problema è il traffico, anzi il parcheggio, che allora (incredibilmente a pensarci oggi) era possibile fare anche in Piazza Duomo
La stagione calcistica 1971/72 era arrivata all’ultima giornata del girone di andata e la dominatrice del torneo era attesa a Novara: la Ternana era in testa alla classifica davanti alla Lazio di Chinaglia ed arrivava a Novara per vincere il platonico titolo di campione d’inverno.
Il saggio Tarantola annusa l’aria di vittoria e di incasso…
Per noi quello di domani è un incontro importante sotto due aspetti: quello di classifica e quello finanziario. La bella giornata di oggi mi ha aperto la speranza per una buona affluenza di pubblico. In questi momenti di magra anche questo è un aspetto da non trascurare
Ma i numeri sono chiarissimi in quella stagione: in casa il Novara è un rullo compressore, in trasferta un disastro e anche la partita con la capolista conferma il trend:
A Novara non si passa. Sul campo degli azzurri le grandi della B arrivano baldanzose e se ne vanno, a capo chino, sconfitte ed a volte umiliate.
Come un pugile di classe il Novara prima ha lavorato la Ternana ai fianchi (nel primo tempo) poi ha colpito duro: prima con Jacomuzzi, poi con Vivian su rigore e poi ancora con Jacomuzzi che con grande freddezza ha messo a segno un altro penalty
Le potenzialità di quel Novara, che tutti percepivano, non vennero mai pienamente espresse e il Novara concluse il campionato con un’altra salvezza tranquilla.
Interessante l’analisi che in quei giorni La Stampa fece del bilancio del Novara Calcio di Santino Tarantola:, ricavi per 134 milioni e 337 mila lire, dove la voce maggiore era rappresentata dagli incassi da stadio e 16 milioni e 960 mila lire di passivo. Numeri lontanissimi da quelli attuali.
Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.
Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.
Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.
Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo vide poche volte in campo.
Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.
Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.
Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.
Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.
Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.
Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.
Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.
Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.
Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.
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