Editoriale
Martedì vinciamo noi.
Published
6 anni faon
By
ilVannu
Avete presente la perfetta catena di montaggio di una qualsiasi officina meccanica di una delle tante aziende industriali che per esempio producono biscotti? Gli operai che ci lavorano partono dai singoli materiali, li appoggiano su un rullo, li fanno entrare nelle singole parti delle macchine che li puliscono, li tagliano, li assemblano, li mettono in cottura e alla fine li impacchettano pronti per finire in un altro reparto della filiera distributiva fino ad arrivare nelle nostre case. Ogni passaggio è preciso, perfetto nei suoi ritmi di lavoro e nei rispetti dei tempi in modo che non ci sia mai nessun intoppo e si possano ogni giorno produrre un buon numero di confezioni finite. Ecco, i campionati di merda sono tutti sempre incredibilmente simili ad una perfetta catena di montaggio aziendale: arrivano i giocatori, si allenano col nuovo allenatore, si spendono belle parole, si creano aspettative ed entusiasmo, inizia il campionato solitamente male, non ci si scoraggia, la classifica non è buona, iniziano gli infortuni, ci si mettono gli arbitri, la piazza contesta, si prova a rialzarsi tutti insieme ma sul medio periodo i risultati continuano a non arrivare, ci si demoralizza, si cambia l’allenatore, quello nuovo crea entusiasmo, si vince la prima partita ma nel medio periodo i problemi ritornano. Se ci fate caso lo schema è sempre lo stesso, quasi mai c’è una deviazione ad un tema che nel caso di una catena di distribuzione industriale porta sempre al lieto fine dell’impacchettamento, ma nel caso di un campionato di calcio non è così scontato succeda.
Seppur con oggettive differenze rispetto alle prestazioni viste all’epoca di Corini, è evidente di come il trend di Di Carlo abbia preso una pericolosa tendenza al ribasso: vittoria, pareggio, sconfitta che, classifica alla mano, ci ha ancora mantenuto nella zona retrocessione peraltro avvicinandola drammaticamente, e il fatto si sia giocato contro tre squadre che, a prescindere dalla loro posizione in classifica, non sono state assolutamente espressione di un calcio spumeggiante e di valori tecnici dei loro giocatori clamorosamente superiori ai nostri, rende la situazione generale ancor più complessa e pericolosa. Ma questa classifica, vista dal punto di vista di una piazza incattivita che non è intenzionata a perdonare la minima cosa e a concedere più sconti a nessuno e che ieri non ha avuto dubbi nell’attribuire ai cambi dell’allenatore la sconfitta in Irpinia, bisognerà velocemente accettarla, visto che le posizioni di fine Febbraio molto spesso sono coerenti con quelle che leggeremo a metà Maggio, e ciò indica una sola cosa: ogni partita sarà una battaglia sportiva che andrà affrontata con un livello di cattiveria agonistica molto alta. Se nessuno ci regalerà nulla e tutto dovremo guadagnarcelo, sarebbe già un buon passo avanti non commettere certi errori da principianti tipo parlare di playoff in conferenza stampa (sarebbe anche opportuno che chi pone ai giocatori le sue domande quantomeno non le faccia con la malizia di chi vuole portare i calciatori, che premi nobel di intelligenza non lo sono per definizione, a dire cose che magari non pensano, ma questa riflessione la scrivo solo tra parentesi perché come sempre finisce che faccio incazzare qualcuno e davvero non voglio farlo), o commettere in partita errori banali in fase difensiva come successo ieri ad Avellino.
Le mie competenze calcistiche sono troppo scarse per poter capire se davvero le sostituzioni effettuate da Di Carlo ieri sono state la causa della sconfitta, per cui come sempre mi baserò sulle sensazioni avute vedendo la partita. Ho visto un Novara che, pur coi suoi noti limiti, ha provato a fare la partita e a vincerla, esattamente come ha fatto nelle precedenti due gare nelle quali, tolta la prima che si è messa meglio, i cambi effettuati sono stati simili: Di Carlo mi ha sempre dato l’impressione ad un certo punto di volerla provare vincere inserendo attaccanti nel finale, atteggiamento che difficilmente si vedeva prima quando ci si accontentava di non perdere o di non prendere goleada tipo a Parma. Se è vero che il goal del 2-1 è nato da un errore di mancata marcatura a Gavazzi fatta da chi ha preso il posto di Dickmann (per cui non vi è una riprova che senza questa sostituzione il goal non lo avremmo preso, semmai solo una sensazione) forse concettualmente me la prenderei più con chi ha colpevolmente lasciato solo il giocatore avellinese che con chi ha fatto il cambio, visto che mi aspetterei da un giocatore di serie B che non commetta simili leggerezze. Ma sono dettagli che non aggiungono nulla e non portano da nessuna parte quando invece noi ora abbiamo bisogno di positività e di costruire e non di distruggere con le nostre considerazioni e bocciature. Il fatto è che quando giochi 3 partite in 7 giorni sei obbligato a far rifiatare i tuoi giocatori, a fare turnover e far giocare un po’ tutti e questo è proprio il nostro vero limite visto che non possiamo permetterci di farlo causa inadeguatezza della rosa. Tolti i soliti noti, con gli altri in campo è un terno al lotto. Mi auguro quindi che Di Carlo ora abbia provato sulla sue pelle cosa voglia dire affidarsi a taluni elementi e che abbia capito su chi possa realmente contare in certe situazioni.
Nella passeggiata in centro col Mister è stato possibile fare una lunga chiacchierata in cui è emerso tutto il suo carattere forte e la voglia di vincere. Nessuna difesa a prescindere da parte mia nei suoi confronti ma solo una considerazione: abbiamo un allenatore che in poco più di un decennio di attività ha perso addirittura un preliminare di Champions causa una papera del portiere al 96′, ha allenato 7 anni in A ed è passato quasi sempre indenne in piazze sicuramente più problematiche della nostra (Livorno, Cesena, Spezia tanto per citarne 3). Se è vero che oggettivamente nemmeno Corini sul one to one a pelle mostrava di essere inadeguato, è altresì vero che Di Carlo si porta con se una dote di carisma e di esperienza che sarebbe un peccato mortificare con uno scetticismo frutto solamente della nostra delusione accumulata in questi mesi. Il “peccato originale” (cit. Ciumi) è stato fatto nella scorsa estate con una rosa discutibile e per questo Di Carlo non ha colpa. Sbaglierà come tutti, ma a questo punto della stagione vale la pena sostenere lui e la squadra. Al netto di quella forma di paraculismo che è normale trovare in certi allenatori navigati, ci ha detto con convinzione che lo scorso anno il suo Spezia, se avesse avuto l’attacco di questo Novara, sarebbe andato sicuramente in A. Probabilmente tra questa forzatura piaciona e il “finché sarà nel Novara sarà il mio Van Basten” di Sergio Borgo usata con gente che si faceva fatica a classificare come calciatori, esiste una via di mezzo che è fatta della nostra realtà, con giocatori che effettivamente sulla carta spesso sono superiori agli avversari e che, con un gioco un pelo più organizzato e spregiudicato, speriamo ci regalino una salvezza che sarebbe davvero atroce non portare a casa. Fortunatamente si gioca subito e in questi casi è meglio così. Martedì sera lo stadio sarà probabilmente un po’ più pieno del solito causa massiccia presenza ospite, ma questo spero sia ugualmente da stimolo per i ragazzi che vestiranno la nostra maglia. Tanta gente da mezzo nord Italia verrà a Novara per assistere ad una festa che, peccato per loro, sarà la nostra. Tutti al Piola.
Claudio Vannucci
Fondatore dei Blog Novara Siamo Noi e Rettilineo Tribuna, Vice Presidente del Coordinamento Cuore Azzurro e fraterno amico di chiunque al mondo consideri lo stadio la sua seconda casa. O addirittura la prima. Editorialista estremista, gattaro.

Scelti per te
Editoriale
Cosa sta succedendo nel Novara FC e cosa succederà.
Published
1 settimana faon
20 Novembre 2023By
ilVannu
Archiviati con Jacopo i ragionamenti tecnici, ed iniziata la settimana finalmente con un po’ più di entusiasmo e speranza per il futuro, vorrei oggi parlare di due aspetti fondamentali sui quali si giocherà nelle prossime settimane il futuro del Novara FC: questione mercato di gennaio, (o meglio reale situazione del threesome Ferranti, Di Battista e Gattuso) e situazione societaria. Procediamo con ordine. C’è un qualcosa che non quadra nel rapporto tra i 3, nel senso che Jack Gattuso continua ripetutamente a chiedere 3-4 acquisti parecchio “pesanti”, in grado quindi potenzialmente di spostare gli equilibri. E fin qua tutto legittimo e in un certo senso pure auspicabile, se non fosse per il fatto che, al momento del suo ingaggio, Di Battista è stato estremamente chiaro circa l’impossibilità di agire sul mercato in maniera impattante. Quello che mi pare strano è il perché una persona coscienziosa come Jack chieda ripetutamente un qualcosa che gli è stato chiaramente detto non sarebbe avvenuto. Le due risposte che mi sono dato sono che, dopo quasi due mesi, si sia accorto di avere una squadra molto più debole del previsto e quindi implori interventi; la seconda, e sarebbe più grave, che qualche altro (leggasi Ferranti) gli abbia invece promesso concreti rinforzi. E purtroppo quoto maggiormente questa seconda ipotesi perché, largo circa, l’arrivo di Jack coincide proprio con una delle poche interviste rilasciate nella quale il Pres parlò effettivamente di mercato. Il tema, però, è sempre lo stesso: per fare mercato servono parecchi soldi che Ferranti stesso non vuole più spendere. Ecco perché non vorrei che la nuova storia di Gattuso fosse nata sotto un’antipatica presa per il culo. Aggiungo: a quanto so, l’idea di Ferranti è sempre la stessa: alleggerire in maniera importante gli ingaggi e quindi procedere prima alla vendita di Bertoncini e Calcagni (i due insieme cubano intorno a 175.000 euro complessivi annui di stipendio), e poi fare mercato ovviamente coerente coi nuovi parametri. Ma sappiamo perfettamente tutti che ai due, prima di una valutazione tecnica sulla quale ci sarebbe comunque da dire, qualsiasi acquirente anteporrebbe una valutazione finanziaria. Ergo sono invendibili. Sul mercato di gennaio, poi, ci si trascina sempre quella errata convinzione che, iniziando il 2 gennaio, i nuovi acquisti per quella data possano essere tutti pronti, abili ed arruolabili. Se a Di Battista verrà imposto prima di cedere e solo dopo di acquistare, ragionevolmente, posto si riuscirà a fare qualcosa, significa che il Novara registrerà qualche eventuale ingresso solo dopo il 20-25 gennaio. Che vuol dire aver già giocato 4 partite del girone di ritorno (di cui 3 “spareggi” salvezza) con la rosa attuale. Mi fanno quindi tenerezza quei tifosi che parlano di mercato di gennaio facendola come sempre molto facile. Ci metto il carico: in settimana Di Battista è dovuto intervenire sul Presidente implorandolo di pagare almeno una mensilità arretrata a quei 7-8 giocatori più giovani che prendono lo stipendio base, proprio perché, viaggiando quotidianamente e avendo parecchie spese, erano disperati. Spogliamoci un po’ tutti da quella visione elitaria del calciatore privilegiato che guadagna bene perché, se è vero che è sempre meglio giocare a calcio che andare in fonderia, è altresì vero che la maggior parte di questi ragazzi prende davvero poco e l’ultimo stipendio visto è stato a ad Agosto. Va detto che Ferranti ha operato assolutamente in linea con le normative, però un conto è vivere con uno stipendio di Bertoncini e un altro con quello di uno a caso della truppa dei giovani. Peraltro l’ambiente del calcio è spietato, e se si diffondesse il dubbio che Ferranti non paga allora sarebbe un enorme problema per Di Battista fare mercato. Molto più di quanto la classifica attuale già lo penalizza.
Il secondo problema è la solita tiritera della cessione societaria. Proviamo a fare chiarezza, visto che su questa tema sembra sempre prevalere un’ipocrisia di fondo in base alla quale è reato fare sempre nomi e cognomi perché “si rischia di creare un danno al Novara Fc e di far saltare le trattative”, come se l’aver omesso i nomi abbia portato a chissà quali closing. Al Tamimi a parte, sul quale è stato detto e scritto di tutto, a quanto a me noto Ferranti nei mesi scorsi ha proposto il Novara ai fratelli Leonardi (della Igor) incaricandoli di ingaggiare qualche altro imprenditore locale per formare una sorta di cordata novarese che avrebbe potuto acquisire una quota rilevante della Società. La risposta è stata “No grazie”. Ferranti quindi ha incontrato prima una cordata con a capo Nini Corda (quello che poi è entrato nell’Alessandria ed è stato silurato 15 giorni dopo), e un secondo possibile acquirente americano con un progetto triennale di investimenti sul settore giovanile che, nei loro piani, in tre anni avrebbe formato giocatori spendibili per la prima squadra. Non se ne è fatto niente. Poi è toccata alla solita cordata di imprenditori con a capo una nota figura biellese che pare ci abbia davvero provato per mesi. Il problema è che questa cordata sembrerebbe aver raccimolato una cifra addirittura inferiore a quella necessaria per concludere questa stagione e che, non mi è chiaro, siano stati scartati dal Pres o loro si siano ritirati stanchi di non esser ricevuti. Poi si è iniziato a fare sul serio, e a Ferranti si è presentato quel famoso ex dirigente calcistico di cui si è scritto sui giornali. Mi devo adeguare a questo andazzo in base al quale se fai nomi becchi denunce quindi vi dico solo che era del sud e che, tra le altre cose, viene ricordato per una divertente querelle con Mourinho. Ma pare che a Ferranti non sia mai piaciuto. Poi è toccato ad un imprenditore noto per aver avuto una squadra nobile in serie C e che recentemente ha acquisito una nobile decaduta in eccellenza. Non mi è dato sapere e capire i motivi per i quali, dopo aver appena acquistato una squadra in eccellenza, voglia comprarne una in C ma tant’è. In mezzo a questi pare si sia fatto vivo un imprenditore che vive dalle parti di Djokovich oltre ad aver bussato alla nostra porta una serie di altri interessati ma caratterizzati dal fatto di essere oggettivamente improbabili ed irricevibili banditi, fino ad arrivare a Pedretti sul quale, al di là delle smentite di Ferranti (ieri incalzato da più domande pare abbia cambiato 3 versioni in 2 minuti netti) è evidente ci sia sotto qualcosa di concreto. E’ altresì evidente che il Pres stia forzando la mano per una cessione e che, probabilmente entro il 2023, il Novara Fc avrà una nuova proprietà.
Proprio su questo ultimo tema, prepariamoci perché da qui alle prossime settimane saremo bombardati di notizie proprio quando ai giocatori servirebbe invece un po’ più di protezione ed isolamento. Non è facile perché se davvero arrivasse una nuova proprietà, allora è credibile pensare che parecchi di questa rosa farebbero le valige, ma se invece rimanesse Ferranti allora sarebbe la normalità per questi ragazzi vedere i soldi all’ultimo giorno possibile, posto li vedranno tutti realmente. Questo per dire che noi tifosi, io in primis, spesso tendiamo ad essere iper critici e bollare i giocatori di turno considerandoli scarsi. Che in parecchi casi della nostra rosa probabilmente è anche vero, ma rimane il fatto che riuscire a stare in carreggiata su questa auto senza freni e con le gomme bucate è davvero un’impresa.
Claudio Vannucci

Se è vero che dai fallimenti si possono trarre grossi insegnamenti, mi auguro che la massa dopo ieri si sia finalmente convinta di quanto fosse concettualmente e concretamente sbagliata e pericolosa quella perversa convinzione, perennemente reiterata in ogni anno di merda, in base alla quale, visti i risultati in rapporto agli stipendi pagati, sarebbe stato meglio perseguire la strategia di riempirsi solo di volenterosi giocatori, auspicabilmente giovani e provenienti dalle categoria inferiori, perché considerati perfettamente in grado di ottenere gli stessi identici risultati dei colleghi del momento, o magari addirittura superiori. Idea sbagliata, e questa stagione ce lo sta dimostrando. Dal punto di vista sportivo è purtroppo meglio avere una squadra piena di pessimi elementi alla Ciancio, Rocca o Benalouane perché a fine campionato stai certo che non retrocedi. E per chi la butta sull’empatia o sulla simpatia per una squadra che da l’anima, suda la maglia ma perde sempre, dico di ripensare all’affetto che loro stessi provavano per i nostri dopo le sconfitte di un mese fa, e di guardarsi adesso: si sta scivolando dalla curva che canta “siamo sempre con voi non vi lasceremo mai”, per virare prima su “noi vogliamo gente che lotta” a ieri sera con “tirate fuori i coglioni”. Vi do uno spoiler: il prossimo sarà “ci avete rotto il cazzo”. E ben inteso non è una critica alla curva, ci mancherebbe, ma è l’ovvia escalation di una situazione che precipita. Vedrete che quei ragazzini che sudano la maglia a breve usciranno dallo stadio nella totale indifferenza. Ma in fin dei conti sono almeno 15 anni che quando va male sento dire che sarebbe stato meglio avere una squadra scarsa ma che sudava la maglia, o sbaglio? Aggiungo: mi auguro anche che la si smetta di continuare ogni estate a menarla su quanto non si sia capito niente a livello strategico solo perché non si sono emulati i vari Cittadella, Pro Sesto (dello scorso anno però, visto che in questo è tornata ad essere la solita squadra di merda di sempre) o Virtus Verona. E’ un pensiero pericolosissimo e utopistico, perché la statistica è impietosa: per una volta che ti va bene ce ne sono cento che va male, ma quelle volte che va male rischi la pelle. Da sempre, il 90% delle volte chi spende di più ha più probabilità di vincere, o comunque di non finire male.
Il punto è questo: se Ferranti non ha più risorse da destinare al Novara, se non trova un acquirente in grado di garantire continuità sportiva almeno nel professionismo e se il tessuto sociale, politico ed imprenditoriale della nostra città non è in grado di supportare una squadra di calcio in serie C, è giusto allora adeguarci con una in D o peggio in eccellenza come altre realtà, cito Varese, Treviso e Saronno a titolo di esempio, sono abituate da anni a fare. Continuare in una situazione come questa, con l’attuale proprietà che non sa più cosa inventarsi per levarsi dalle palle, che in aggiunta continua a cercare aiuti e soldi alla chiunque non ha più senso. Non si può continuare a vivere “in leva” con un giocattolo che non ci possiamo più permettere, e con l’aggravante che chi continua a mantenerlo in vita nemmeno lo vuole fare! Togliamoci i panni di innamorati della nostra maglia, e proviamo a ragionare lucidamente: non ha più senso, facciamocene una ragione. Non c’è futuro, e se ragioniamo con la testa del “buon padre di famiglia” capiamo che anche i difensori di ufficio e gli eterni riconoscenti a Ferranti non possono che concordare sul fatto abbia più senso, e sia più dignitoso, girare la chiave e spegnere il motore. Lo dico in lacrime, ma non riesco a trincerarmi dietro l’ipocrisia di essere felice di avere un branco di ragazzi che devono dividersi le spese per l’appartamento e che ci mettono l’anima ma perdono sempre. Mi sembra solo un discorso illogico guidato da una frustrazione di base e incazzatura nei confronti della figura del calciatore che guadagna tanto e non si applica, ma che non porta da nessuna parte se non a macinare rancore. Cosa volete che si trovi da dire ai vari Donadio, Scaringi, Migliardi, Gerardini, Gerbino e compagnia cantante? E’ chiaro che sono da lodare per l’impegno e perché onorano la maglia, il problema sta in chi ci ha imposto questa stagione sportiva in queste condizioni che per primo non ha onorato maglia e storia, e negare il fatto vuol dire solamente fare un torto in primis alla nostra intelligenza.
Ieri tornando a casa ho ascoltato in radio gli amici Danny e Contribunale, e devo dire che non sono molto d’accordo con la loro disamina. La nostra paradossalmente non è una squadra morta, anche ieri prima è andata in vantaggio e poi ha riacciuffato il match prima di capitolare nel finale. Ma la conclusione è la stessa loro, perché se giochi in questo modo contro due squadre fuori dalla nostra portata come Mantova e Atalanta (ad oggi per me la squadra più forte incontrata) e non fai nemmeno un punto, allora quando mai li faremo se nel momento in cui hai incontrato squadracce tipo Pro Sesto, Giana, Pro Patria e Arzignano sei stato pessimo, e hai pareggiato solo quando è andata bene? Ci nascondiamo dietro il fatto che il campionato è lunghissimo, ma come detto da Max Barbero un quarto di campionato è già andato, e se guardi la classifica inizia a formarsi un pericoloso buco. Molti parlano di mercato gennaio, ma con questa media a gennaio sei già retrocesso. Altroché appellarci alla Virtus Verona dello scorso anno o a Ferranti che metta soldi quando è il primo che ce li sta chiedendo attraverso l’idea dell’azionariato popolare. E con quale spirito si può andare a chiedere soldi alla gente quando nessuno di noi può garantire l’impegno futuro della proprietà e, in aggiunta, sta perdendo anche la voglia e la forza di incazzarsi per una sconfitta?
Trovatemi un appiglio per essere ottimista e non ho nessuna remora a seguirvi. Io oggi oggettivamente non lo trovo.
Claudio Vannucci

Bisogna essere chiari: se per azionariato popolare si intende la creazione di una figura giuridica che entrerà con una quota definita nel Novara Fc e che sia in grado di garantire sistematicamente e strutturalmente la vita sportiva allora state tranquilli perché ieri non si è parlato di questo. Va detto subito che è un’iniziativa partita dall’attuale proprietà, e già questo rappresenta un’anomalia di base perché il tutto non può essere gestito dalla proprietà stessa ma dai tifosi, ed infatti Ferranti uscirà subito di scena. Per cui tutti quelli che credono che il tutto nasca per offrire un reale supporto volto per esempio ad acquisto giocatori sono già fuori strada, perché il costo complessivo di questa stagione si avvicina ai 2,5 mln, di cui circa 500 k già saldati ed altri 2 mln da pagare entro giugno. Quindi, sempre per essere chiari, nemmeno i 100k ideali ipotizzati da Ferranti servirebbero concretamente a garantire nulla. Ma se per azionariato popolare intendiamo l’inizio di un qualcosa di positivo, che potrebbe fungere da catalizzatore di interesse e risorse da parte della società civile novarese, e magari in futuro anche a quella imprenditoriale, allora ci siamo. Peraltro, proprio per continuare a non girarci intorno, questo rappresenta l’ultimo disperato tentativo che come piazza e tifosi possiamo fare per non subire passivamente la più che probabile fine del Novara al termine di questa stagione, fatto salvo ovviamente l’arrivo di compratori. Per anni abbiamo parlato, abbiamo preteso, abbiamo fantasticato su azionariati vari, ma in sostanza non abbiamo concretamente fatto nulla. Ieri 19 ottobre, a mio avviso è giusto dire che le fondamenta di qualcosa che potrebbe evitarci in un futuro prossimo la terza categoria o la consegna della nostra maglia a proprietà discutibili, sono state messe.
Troppo presto parlare di dettagli, se non dire che persone di comprovata esperienza professionale, etica e morale quali Enrico Trovati, il Clem Clementoni, Tito De Rosa, Gigi Blasi, ed altri, oltre la supervisione di Coordinamento e Fedelissimi, si sono impegnati a metterci la faccia per provare a costruire le basi di un qualcosa che evolverà in un progetto che verrà presentato alla Piazza idealmente entro il 2023. E’ chiaro che Ferranti in primis dovrà spiegare in maniera chiara che cosa farà dei soldi, che programma ha in futuro, che ruolo effettivo avrà il rappresentante delegato oltre a dargli una poltrona in CDA, che insomma vuol dire tutto e niente. E questo lo deve fare proprio nel rispetto non solo di chi lavorerà per la creazione e la fattibilità del tutto, ma anche di ogni singolo “socio” che verserà la sua quota per partecipare al progetto.
Molto in sintesi ieri è nato questo. Inutile chiedere chi sarà il referente come si chiamerà l’associazione, dove sarà la sede, quanto si dovrà versare. Sono dettagli essenziali che verranno svelati nelle prossime settimane.
Il Vannucci pensiero, che è ovviamente irrilevante, è che le possibilità di successo soprattutto alla lunga sono molto basse. Ma a prescindere dalle mie convinzioni personali non vorrei essere ricordato tra i tanti che hanno parlato, preteso, criticato e detto sempre tanto ma mai fatto nulla o quasi. Mi fido di chi lavorerà in prima linea, mi fido di chi vigilerà (anche perché vorrebbe dire che non mi fido di me stesso e non sarebbe credibile) e credo che a questo punto valga la pena seguire il progetto abbandonando pregiudizi e negatività.
Se son rose fioriranno, sperando che non siano cachi.
Claudio Vannucci
Cerca nel blog
NSN on Facebook

Telegram

Perchè questa Davis significa così tanto

I numeri di Lumezzane-Novara

Io credo, risorgerò

I numeri di Novara-Pergolettese

Cosa sta succedendo nel Novara FC e cosa succederà.

Cosa sta succedendo nel Novara FC e cosa succederà.

L’inverno sta arrivando e anche gli svincolati

L’opzione Cappato

Il tempo è scaduto

Lascia un commento