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Storia e memoria

NOVARA-SPEZIA 4-0 1 giugno 1930

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Questa volta facciamo un triplo salto all’indietro e raggiungiamo il 1930.

I giornali celebravano le quotidiane adunate del Duce e l’informazione era ormai appiattita ai voleri del regime.

L’unica forma di comunicazione che aveva una minima indipendenza era quella pubblicitaria, sicuramente erano le parole più interessanti da leggere in quegli anni.

Birra, Combustibile solido (la diavolina in pratica), ricostituente per bambini, purgante, flit, Prodotti spiegati nel dettaglio e proposti con garbo. E ricordatevi che la birra non è una medicina!

   

 

Il Novara gioca il campionato 1929-30 di serie B. Il primo a girone unico. Le nostre rivali hanno nomi antichi e persi nel tempo come la Dominante e Fiumana , rivali storici come Casale e Legnano ed avversari ancora oggi abituali come Parma, Venezia, Bari e Spezia.

E’ un Novara in bianco e nero, senza immagini e con pochissime fotografie. A pensarci bene anche senza memoria, facendo due conti, nessun tifoso azzurro può dire di ricordarsi quel match.

Rimangono poche righe scritte in un  trafiletto all’interno del paginone sportivo che nel titolo evocava passate e future guerre di trincea: “battaglie accanite tra le squadre della retroguardia”

Sebbene la partita sia stata giocata sotto un cocente sole essa è stata condotta con vivacità e brio da entrambe le squadre specie nel primo tempo, in cui gli spezzini hanno dimostrato una maggior forza e costanza nel contrapporre il loro giuoco ai temuti avversari. Il gioco svolto dalle due squadre è apparso veramente meraviglioso ed in special modo si è distinto il portiere spezzino Costa il quale ha saputo farsi applaudire per alcune difficili seppur felicissime parate che hanno impedito al Novara di vincere con un numero ben maggiore di punti. La lotta si è svolta con costante accanimento ed i novaresi sono  riusciti ad imporre la loro tenace superiorità. I quattro goals del Novara furono segnati con bellissime discese in linea. Due goal nel primo tempo da Ravetta al 35° ed al 41° minuto e gli altri due nella ripresa dallo stesso Ravetta al 54° ed al 71° minuto. Ha arbitrato molto bene il Sig. Tagliabue.

Fu il trionfo di Ravetta, autore di 4 gol. Mi sembra doveroso ricordarlo insieme ai suoi compagni di 88 anni fa: Gamba, Rabaglio, Checco, Pagliarini, Mornese, Barcellini, Versaldi, Galli, Ravetta, Marchetti e Mariani.

Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.

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Giovanni da Caselle Lurani

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Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.

Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.

Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo  vide poche volte in campo.

Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.

Ciumi

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Ciao Maciste

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Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.

Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.

Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.

Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.

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il portiere più forte del mondo senza mani

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Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.

Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.

Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.

Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.

Ciumi

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