Il 1974 è l’anno delle stragi dell’Italicus e di Piazza della Loggia, l’anno della referendum sul divorzio, l’anno dello scudetto della Lazio di Chinaglia, l’anno del debutto televisivo di happy days negli Stati Uniti, l’anno del watergate, l’anno del primo omicidio del mostro di Scandicci, l’anno dello storico incontro tra Alì e Foreman. Insomma è un anno con i contro cazzi.
Nel periodo dell’incontro Novara-Ascoli siamo in primavera e il referendum per il divorzio tiene banco, insieme al rapimento Sossi da parte delle Brigate Rosse. Poche settimane dopo, la Strage di Piazza della Loggia a Brescia, stravolse nuovamente l’Italia.




E su La Stampa insieme ai preti che a Novara fanno campagna contro il divorzio, campeggia la pubblicità di Play Boy del mese di aprile.


Il Novara affronta il girone di ritorno del campionato di serie B 1973/74 in una posizione di classifica ottimale, oggi si direbbe in piena zona play off ma purtroppo nel 74 i play off non esistevano e tre squadre andavano direttamente in serie A.
Succedeva così che a aprile molte squadre non avevano più nulla da dire al campionato e le motivazioni andavano cercate nel profondo.
La settimana precedente il Novara si era recato a Catania per giocare contro una squadra che di motivazioni ne aveva tantissime, perché stava lottando per non retrocedere. Negli anni settanta andare a giocare al sud e come in questo caso, vincere al sud, era molto rischioso ed infatti a Catania la partita fu sospesa per una massiccia invasione di campo con conseguente sconfitta a tavolino per i siciliani.


Dall’ultima in classifica, il Novara passa ad incontrare a 10 giornate dal termine la prima in classifica, l’Ascoli di Carletto Mazzone, giovane ed emergente allenatore.
Non si capisce per quale motivo, i giornali ritengono che una vittoria dell’Ascoli garantirebbe la promozione in serie A dei marchigiani. Mancano ancora 10 giornate e le rivali distano 3-4 punti ed è quindi evidente che non potrà essere la partita decisiva.

Ma va bene così perché al Novara piacciono le sfide alle prime delle classe e quel giorno di aprile trovano le giuste motivazioni
La sconfitta che non ti aspetti: due punti o anche uno soltanto ed il gioco sarebbe stato fatto. E invece gli azzurri, ricordandosi della loro fama di ammazzagrandi, sfoderano una partita capolavoro, battono l’Ascoli per 3-1 e li costringono a rimandare la festa.
Quello del Novara è un campo trappola, gli azzurri quando sono in vena – e ieri lo erano – non hanno paura di nessuno e sanno imporre il loro gioco. Guai arrivare a Novara con l’aria di chi vuole tirare a campare.

Al primo minuto i marchigiani sono già in vantaggio con Silva: stop di petto e gran tiro di sinistro a superare l’incolpevole Pinotti.
Nessun problema, il Novara riparte e al 20’ pareggia: fallo di Viviani in piena area su tiro di Gavinelli, calcio di rigore di Enzo, portiere a destra e pallone a sinistra.
Enzo non segnava da un paio di mesi e subito dopo aver segnato il penalty ha avuto la pessima idea di rivolgersi al portiere con un gesto che sapeva chiaramente di presa in giro e l’arbitro lo ha ammonito.
A un quarto d’ora dal termine la partita è ancora in parità ma al 75’ Giannini, che non segnava da quasi 4 anni, ha ricevuto un cross da Nastasio e ha tirato con forza, la palla ha picchiato sul palo ed è finita in rete.
Sette minuti dopo è Fabio Enzo ancora su rigore a chiudere definitivamente la partita.
Festa rimandata per l’Ascoli ed ennesima vittoria di prestigio per gli azzurri.

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