Questa era la musica che si ascoltava in tutte le case italiane nel dicembre 1958.
Papa Giovanni XXIII andava a consolare malati e carcerati e gli Stati Uniti lanciavano nello spazio il più grande satellite mai spedito in orbita, in grado di trasmettere immagini e parole in tutto il mondo, primo passo per le dirette televisive di sky.
Insomma era tutto molto bello e mentre ogni donna sognava un frigorifero Yuman da Lire 99.800 (€ 51,54) i tifosi del Novara potevano sognare la serie A.
Alla dodicesima giornata del campionato di serie B 1958/59 gli azzurri erano in testa alla classifica. Reduci da un pirotecnico 4-4 ottenuto nel fango dell’Alcarotti il Novara si apprestava ad affrontare l’insidiosa trasferta di Parma.
L’articolo de La Stampa merita di essere riprodotto quasi integralmente per la prosa e per la profusione di particolari in un epoca in cui il tifoso, poteva solo immaginare lo sviluppo della partita non avendo mai a disposizione le immagini televisive.
Il Novara ha colto a Parma una vittoria oltremodo preziosa agli effetti della classifica facendo leva sull’esperienza e sulla classe dei suoi anziani. Fra i bravi Feccia, Corbani e Baira è difficile scegliere il migliore
Il Novara andava in vantaggio al 9’ con Manzino il quale riprendeva di testa un calcio d’angolo magistralmente tirato da Moschino dalla sinistra e sorprendeva il portiere parmense con un pallone parabolico chi si infilava quasi all’incrocio dei pali
Dopo il pareggio del Parma alla fine del primo tempo, Il Novara andava alla ricerca della vittoria.
In apertura di ripresa Corghi creava le premesse per la vittoria della sua squadra parando con eccezionale intuito un tiro di Marmiroli che sembrava irrimediabilmente destinato al fondo della rete
Al 6’ si aveva il goal della vittoria per gli azzurri: Moschino superava tre uomini e dava a Mentani il quale alle prese con Raimondi e Darni riusciva a eludere il loro intervento spostandosi sulla destra. Appena giunto dentro l’area, Mentani – che per un colpo alla gamba subito nel primo tempo giuocava prevalentemente in posizione di ala – tirava rasoterra proprio mentre il portiere crociato tentava l’uscita e lo coglieva in contropiede segnando a porta vuota
I tifosi novaresi passarono un Natale da primi in classifica e anche il capodanno fu dolcissimo con un’altra vittoria contro il Prato che servì consolidare il primo posto solitario in classifica.
Ma il 1959 cominciò malissimo e 4 sconfitte consecutive spensero i sogni di gloria. Il Novara finì il campionato a metà classifica, lasciando la gloria della promozione a Palermo e Atalanta.
Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.
Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.
Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.
Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo vide poche volte in campo.
Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.
Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.
Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.
Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.
Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.
Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.
Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.
Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.
Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.
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