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Storia e memoria

NOVARA-CARPI 1-0 16 marzo 1997

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Torniamo nel 1997: a marzo gli italiani subiscono la seconda ondata di immigrazione albanese. Non sanno che sarà solo l’inizio.

C’è Prodi al governo ma ancora per poco. Bossi insulta Berlusconi e lo classifica come traditore del nord e dopo qualche mese governeranno insieme, innamorati pazzi. Nulla cambia, tutto ritorna.

Anche la città di Novara fa la sua parte e accoglie ben 15 immigrati albanesi

 

Sul grande schermo esce “la vita è bella” che vincerà il premio Oscar e che ancora oggi è uno dei film italiani più conosciuti e apprezzati al mondo.

Il Novara è nel momento migliore della disgraziata stagione 1996/97. E’ reduce da 4 risultati utili consecutivi e da 4 partite non subisce gol.

Il Carpi però è secondo in classifica, sta lottando con Treviso e Brescello per la promozione in serie B e non sarà per niente facile batterlo.

Il tridente annunciato da La Stampa viene effettivamente schierato: La Notte – Hervatin – Giordano ed il Novara disputa una partita tutto anima e cuore.

E’ Andrea Giordano il protagonista con il gol della vittoria nel recupero del primo tempo:

il piccolo grande eroe azzurro rubava palla a centrocampo, si trascinava dietro tre difensori e puntava dritto in area: quando ho visto la porta non ci ho pensato due volte, ho calciato con tutta la rabbia che avevo in corpo.

Tutto l’ambiente è euforico, al fischio finale sugli spalti era come se si fosse vinto il campionato e anche il cronista del La Stampa si lascia andare a commenti scherzosi:

Atmosfera idilliaca da “mai dire gol” domenica pomeriggio al Comunale dopo la bella vittoria consumata a spese del Carpi: Francesco Montipò ha la faccia del “bimbo Gigi” quando sente l’allenatore del Carpi, De Canio, dire che la sua squadra ha perso per colpa dell’arbitraggio, Carlo Manzetti guarda la classifica e sembra Rolando (non ci posso credere!) e Roberto Antonelli fa Carcarlo Pravettoni (e il Novara si impenna).

I tifosi sono tornati vicini alla squadra ed incassano i ringraziamenti del dirigente Carlo Manzetti.

Voglio ringraziare i tifosi e tutti quelli della curva che hanno inscenato una coreografia spettacolare restandoci vicini per l’intera partita. Con un pubblico così nessun risultato ci è precluso.

Qualche settimana dopo il piccolo sogno era ormai svanito, i play out erano ormai certi, le voci di disimpegno della dirigenza azzurra sempre più insistenti e la curva desolatamente vuota in occasione del derby con l’Alessandria.

Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.

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Giovanni da Caselle Lurani

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Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.

Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.

Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo  vide poche volte in campo.

Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.

Ciumi

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Ciao Maciste

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Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.

Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.

Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.

Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.

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il portiere più forte del mondo senza mani

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Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.

Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.

Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.

Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.

Ciumi

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