Era il 23 dicembre 1973. Giorno più, giorno meno, 44 anni fa… Ormai andavo in bicicletta senza rotelle e anche Ciumi andava in bicicletta senza rotelle ma non per scelta: c’era l’austerity, tutti a piedi.
La crisi petrolifera era ai massimi livelli e proprio dal dicembre 1973 fu imposto il divieto assoluto di circolazione nei giorni festivi dei mezzi privati.
Anche a Novara si sente la crisi ma “l’austerity non censura Babbo Natale” e gli storici Macallè e La Bussola organizzano il gran cenone di capodanno. Ma anche le serate Natalizie del King Club con grandi ospiti internazionali, erano una interessante alternativa…
La colonna sonora del momento, non poteva che essere una potentissima canzone dei Pooh
In tutta questa depressione meno male che c’era il Novara! Ghio, Enzo, Pinotti, Depetrini e la vecchia guardia al gran completo. Che spettacolo!
Il campionato era giunto ad una svolta e la partita con il Perugia doveva chiarire le ambizioni del Novara. Santino Tarantola, dopo aver risolto a modo suo qualche problema interno, vuole la vittoria
Dopo 3 settimane di “castigo” il massimo dirigente novarese ha “graziato” Nastasio e Riva, i due giocatori che erano stati tolti dalla rosa e messi al minimo dello stipendio “perché conducevano una vita poco consona alle loro condizioni di atleti”
Anche Carlo Parola ha le idee chiare:
Dobbiamo pensare ad attaccare e superare il muro che gli umbri, come tutti gli altri, erigeranno. Domani il nostro compito è duplice: ritorno alla vittoria e ritorno alla segnatura.
E il Novara torna alla vittoria in una di quelle tipiche partite delle nostre parti e di quei tempi, quelle partite che ci piacciono tanto e che vorremmo ogni tanto rivivere anche quest’anno:
Una vittoria sofferta, agguantata a sette minuti dalla fine. A tempo ormai scaduto poi, a portiere battuto, il Novara ha salvato il risultato grazie alla prodezza di un difensore. Se a ciò si aggiungono un arbitraggio incredibile, pieno di pecche e il terreno di gioco ridotto ad un acquitrino, si ha un’idea della drammaticità di questo incontro disputato interamente sotto una pioggia battente.
Il pubblico dell’Alcarotti sente il match e come sempre fa la sua parte:
Le assurde decisioni dell’arbitro hanno portato in pochi minuti all’ammonizione per proteste di Ghio, Udovicich e Carrera. Il pubblico innervosito, ad un certo punto ha premuto contro la rete dalla parte dei popolari e per un attimo si è temuto il peggio. A placare le acque, è stato un rigore sacrosanto che l’arbitro ha concesso al Novara e che Enzo ha trasformato, pareggiando il gol messo a segno da Innocenti, sei minuti prima.
La partita diventa entusiasmante a dispetto delle condizioni del campo e le occasioni da gol sono numerose. Il gol della vittoria arriva al 83’. E’ Ghio che ribatte in porta una potente punizione dal limite di Enzo, respinta dal portiere perugino.
Ma non è finita: a tempo abbondantemente scaduto è l’azzurro Roveta che proprio sulla linea bianca respinge di testa un tiro di Picella destinato nel “sette”.
La vittoria rilancia gli azzurri che la partita successiva battono il Bari 2-0 sempre con Enzo e Ghio in rete e agganciano un insperato secondo posto. L’austerity può attendere!
Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.
Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.
Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.
Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo vide poche volte in campo.
Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.
Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.
Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.
Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.
Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.
Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.
Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.
Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.
Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.
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