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Storia e memoria

VENEZIA-NOVARA 3-0 4 maggio 1941

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Siamo nel 1941, i miei genitori adolescenti già si conoscevano mentre Ciumi era al confino a Ventotene.

C’era la guerra ma non era ancora mondiale, lo diventerà 7 mesi più tardi quando il Giappone attaccherà gli Stati Uniti a Pearl Harbor. I giornali, leggermente di parte, glorificano le imprese dell’asse Italo-Tedesco che in realtà sono solo tedesche e tacciono sulla disfatta Italiana in Africa Orientale.

Interessante notare come i cronisti dell’epoca trattassero l’argomento bellico come noi oggi sui social parliamo delle tifoserie avversarie:

“La Stampa Britannica afferma che l’isola di Creta è in mano inglese e vi rimarrà. Osserviamo che se gli inglesi facessero meno i gradassi prima delle battaglie, farebbero meno brutte figure quando sono sconfitti. Il popolo inglese si è rilevato in questa guerra il più grande chiaccherone del mondo ed ha sorpassato tutti i Tartarin”

Sul suolo Italiano ancora non si combatteva e  a parte un “piccolo” problema di razionamento dei beni di prima necessità, dai giornali dell’epoca non si riesce a capire la reale situazione del Paese ma è consolante verificare che i veri problemi della gente erano gli stessi di oggi: emorroidi, vene varicose, calvizie e stitichezza

                                                 

In questo clima euforico ed un po’ affamato, il Novara partecipa al campionato di serie A 1940-41. Siamo giunti all’ultima giornata di campionato e il Bologna è già campione d’Italia. Il Novara si è complicato la vita nel girone di ritorno e ora la classifica, ad una giornata dal termina recita:

NOVARA 27

VENEZIA 27

LAZIO 26

BARI 17 da tempo retrocesso matematicamente

Le retrocessioni previste sono due e il calendario all’ultima giornata mette di fronte proprio Venezia e Novara. La Lazio che schiera tra le sue file Silvio Piola, è ospite del Bologna neo campione.

Alla fine del primo tempo la Lazio vince 0-2 sul Bologna ormai in vacanza e Venezia-Novara sono ancora sullo 0-0. Le tre squadre sono quindi a pari punti e a retrocedere in virtù del quoziente reti sarebbe il Venezia. Nei primi 5 minuti del secondo tempo cambia tutto: il Venezia passa in vantaggio ed i Bologna torna improvvisamente dalla vacanza, segna due gol e pareggia la partita che con il punteggio di 2-2 terminerà.

A questo punto sarebbe la Lazio, a pari punti con il Novara a retrocedere in virtù del peggior quoziente reti.

Neanche il secondo gol del Venezia al 71’ è sufficiente per salvare i laziali. Ma si sa, noi siamo il Novara e al 84’ una autorete di Galimberti condanna gli azzurri novaresi alla retrocessione in serie B.

Non si può parlare di tragedia in un periodo di vere tragedie ma di grandissima sfiga si.

“Non più meritevole ne condannabile di altri, il Novara è caduto in serie B, trovandosi alla pari di punti con la Lazio, ma svantaggiato di quoziente reti. Aveva fatto molte cose interessanti e belle, la squadra azzurra in questo torneo e per certo, date le sue forze, deve considerarsi colpita ingiustamente se si pensa che squadroni potentissimi la precedono di poco o le stanno ai fianchi”

 

Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.

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Giovanni da Caselle Lurani

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Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.

Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.

Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo  vide poche volte in campo.

Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.

Ciumi

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Ciao Maciste

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Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.

Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.

Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.

Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.

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il portiere più forte del mondo senza mani

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Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.

Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.

Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.

Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.

Ciumi

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