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Storia e memoria

NOVARA-BARI 3-1 14 gennaio 1962

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Era il gennaio 1962 e la mia famiglia viveva ancora a Cuneo mentre a Ciumi gli dicevano va nel Vietnam e spara ai Vietgong tatatatatatatatata….

Tutto tranquillo in Italia e nel mondo: gli USA si stanno preparando ad andare sulla Luna, impresa che avverrà solo 7 anni più tardi ed in Italia celebriamo la nascita del caffè decaffeinato, intruglio che si affermerà solo 30 anni più tardi.

Nella vicina Varallo Pombia si piangono le ennesime vittime sul lavoro

E mentre Celentano si afferma in Italia e Chubby Checker nell’universo, Il Novara si appresta ad affrontare il Bari nella diciottesima giornata del girone di andata del campionato di serie B 1961-62

 

Era il Novara di Lena e Baira ed era ormai chiaro che si sarebbe trattato di un altro campionato di sofferenza con un unico obbiettivo: la salvezza. Stesso obbiettivo per il Bari che è in fondo alla classifica a causa di una penalizzazione di 6 punti.

Prima della partita un curioso prologo: un galletto portafortuna viene buttato in campo dai tifosi baresi ed il guardialinee si presta volentieri e divertito al recupero del volatile.

Fortunatamente per noi il galletto non porta bene ai baresi che vennero sonoramente sconfitti dagli azzurri.

Una bella partita veloce e corretta, narrano le cronache:

“diecimila persone sugli spalti, accorse al richiamo di una gara che ricordava tanto la serie A e invogliate alla dolce fatica del tifo da una splendida giornata tipo-primaverile”

Il Bari passa in vantaggio grazie ad una autorete di Soldo ma il Novara reagisce subito e prende d’assalto la porta pugliese ed al 20’ raggiunge il pareggio con Moschino. Anche nella ripresa il Novara non molla la presa:

“Il Novara ha il fuoco addosso, sente che la partita può essere vinta solo se non si concederà requie all’avversario”.

Al 51’ il Novara raddoppia con Mentani e al 72’ chiude la partita con Montenovo.

 

Il campionato 1961-62 avrà un epilogo tragico: Novara e Bari si salvano sul campo grazie ad una serie di risultati positivi nelle ultime 10 partite di campionato. Ma mentre il Bari è stato penalizzato di 6 punti da inizio campionato “per aver  tentato di corrompere un giocatore della Lazio” e nonostante la penalizzazione si salva, il Novara viene declassato all’ultimo posto “per aver tentato di corrompere un giocatore della Sambenedettese”

Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.

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Giovanni da Caselle Lurani

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Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.

Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.

Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo  vide poche volte in campo.

Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.

Ciumi

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Ciao Maciste

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Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.

Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.

Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.

Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.

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il portiere più forte del mondo senza mani

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Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.

Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.

Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.

Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.

Ciumi

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