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Storia e memoria

NOVARA-PRO VERCELLI 17 febbraio 1985

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Era il febbraio 1985 l’esame di maturità si avvicinava mentre Ciumi stava presentando domanda di prepensionamento.

Erano gli anni 80, io c’ero e mi sembravano molto più belli di quello che i giornali raccontavano: stavamo tutti molto bene eppure si moriva di fame ed il mondo del rock si preparava ad una entusiasmante stagione di solidarietà e grande musica

Nel Bel Paese le cronache raccontano la vergogna tutta italiana del processo a Enzo Tortora

Ma ciò che realmente ha colpito la mia attenzione sono due piccole notizie: nella vicina  Grecia erano proibiti i Jeans “Jesus” perché offensivi della fede cristiana e in Italia imperversavano i terribili paninari!

  

A Novara Il Cinema Astra era ancora aperto e proponeva con orgoglio “Peccati estivi di super mogli” ma questo non bastava a placare gli animi dei tanti militari di leva presenti in città

E il Novara? Siamo in serie C da un secolo ed in C2 da qualche anno ma per qualche strano motivo la gente continua ad andare allo stadio e come ogni anno “dobbiamo” vincere il campionato. Le nostre rivali sono le corazzate Virescit Boccaleone, che vincerà il campionato, il solito Ospitaletto ed il Trento.

Abbiamo un Presidente Onorevole, Franco Nicolazzi ma neanche la politica è sufficiente per vincere un campionato di C2 a Novara. Siamo nel girone di ritorno ed il momento è critico, nelle ultime tre partite abbiamo conquistato un solo punto. La settimana precedente al derby  abbiamo perso a Venezia e oltre la partita abbiamo perso la testa della classifica, le nostre rivali hanno vinto tutte: Ospitaletto e Mantova ora ci precedono di due punti, Virescit e Pro Vercelli sono ad un solo punto di distanza.

Come spesso capitava in quegli anni, il pessimismo cosmico imperversa e la stampa locale il giorno del derby sentenzia: “momento delicato per gli azzurri – in gran forma i bianchi”

Dall’altra parte del Sesia, preparano la partita rosicando per un rigore concesso al Novara nel derby di andata.

Ma la novità di questo derby calcistico è la quasi contemporaneità del derby hockeystico: la sera prima i ragazzi terribili di Mino Battistella espugnano per la prima volta il Pala Isola con un perentorio 1-4: Ricci, Colamaria, Dal Lago, Mariotti e Marzella  infiammano i tifosi azzurri giunti in massa a Vercelli che si danno appuntamento allo Stadio di Viale Kennedy pervasi da un immotivato ed improvviso ottimismo!

Domenica pomeriggio la stadio è uno spettacolo, con la neve ai bordi del campo, tanta gente sugli spalti e con lo striscione del commando gialloverde che campeggia in curva nord, preda e trofeo della notte precedente.

Evidentemente l’ottimismo è contagioso e anche la squadra azzurra sul prato verde sfodera una prestazione entusiasmante, probabilmente la migliore della stagione e annichiliscono le bianche casacche con l’identico risultato hockeystico: 4-1.

Protagonista assoluto il ventenne Maffioletti, autore di una doppietta strepitosa e che due giorni prima della partita era stato impegnato con l’Atalanta nel Torneo di Viareggio! Gli altri due realizzatori furono due mostri sacri di quegli anni: Fabio Scienza e Mirco Balacich

I Vercellesi, scesi a Novara con i favori del pronostico tornano a casa sconfitti e ridimensionati:

“il match poteva essere quello del sorpasso, invece si è risolto in una Waterloo per i vercellesi che ora devono rinfoderare i propositi di promozione”

Quasi sorpreso dall’ampia vittoria, Mister Maroso ringrazia il suo gruppo e lucidamente traccia la rotta per il futuro del campionato:

“Ho a disposizione un gruppo di giocatori molto affiatati che sanno far quadrato al momento giusto e reagire. Ciò è molto importante in prospettiva futura, perché i campionati si vincono da marzo in poi…”

Infatti a marzo il Novara crolla ed il 9 giugno assiste sul proprio campo alla vittoria promozione della Virescit Boccaleone.

Se la cava meglio con i video che con la scrittura, spiega meglio il passato che il presente. Ma l’importante è che ci sia Novara ed il Novara di mezzo. La sintesi è la sua dote migliore.

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Giovanni da Caselle Lurani

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Era l’autunno del 76 e quel Novara arrivava da una stagione che, Catanzaro a parte, aveva fatto sognare tanti che, come me, non avevano ancora vent’anni.
L’arrivo di Lodetti con Buso, Vriz ed il ritorno di Fumagalli ci aveva fatto sperare, nonostante le tante uscite, in un altro campionato da protagonisti.

Retrocedemmo da ultimi senza nemmeno capire perché e Lodetti fece il suo, senza infamia e senza lode, con i suoi 34 anni che, a quel tempo e probabilmente con i tanti chilometri fatti per servire Rivera, erano tanti e si vedeva.

Lo salutammo l’anno dopo quando diede l’addio al calcio in un campionato di serie C che lo  vide poche volte in campo.

Ci inchiniamo comunque davanti ad un campione, dentro e fuori dal campo, ed ad un uomo che non fece mai pesare il suo passato.

Ciumi

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Ciao Maciste

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Ci ha lasciato Bruno Bolchi, allenatore del Novara nella stagione 1978/79. Si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia.

Nel 1961 fu il primo calciatore ad apparire sulle figurine della Panini ma a Novara lo ricordiamo per essere stato alla guida degli azzurri nella stagione 1978/79 lottando per la promozione in serie B fino a poche giornate dalla fine quando il processo per illecito causato dalle accuse di Troilo verso Scandroglio stroncarono ogni speranza.

Era un’ottima squadra quella guidata da Bolchi con Genzano, Basili, Giudetti nella sua stagione migliore, i giovani Gioria e Boldini e le colonne Veschetti e Jacomuzzi. Alla fine, concluse il campionato con 40 punti effettivi a soli 4 punti dal Parma promosso in B, con molti rimpianti.

Bolchi lasciò il Novara dopo una sola stagione per partecipare al supercorso di Coverciano che all’epoca non consentiva di allenare contemporaneamente una squadra. Successivamente divenne allenatore di successo raggiungendo diverse promozioni in serie A con Bari, Cesena, Lecce e Reggina oltre a due promozioni dalla C alla B con Bari e Pistoiese.

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il portiere più forte del mondo senza mani

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Garella divenne famoso giocando nella Lazio, nel Verona e nel Napoli ma il suo vero battesimo di fuoco, con un campionato spettacolare giocato da lui e da tutta la squadra, fu in quel Novara di Lamberto Giorgis.

Portiere anomalo per i tempi giocava solo con l’istinto … come dovrebbe fare un vero portiere: gambe, piedi e testa erano i suoi punti di forza; punti talmente forti che l’Avvocato arrivò a definirlo “il portiere più forte del mondo senza mani”.

Tanto era sgraziato ed aggressivo in mezzo ai pali tanto era gentile e buono fuori dal campo. Fu l’idolo di tanti di noi che in quei tempi giocavano in porta e che si arrangiavano come potevano con tutte le articolazioni che avevano a disposizione.

Dimenticato da tutto il mondo del calcio nonostante due scudetti vinti resterà indelebile nella memoria di tanti di noi la cavalcata di quell’anno in cui sfiorammo la promozione in A con lui come protagonista.

Ciumi

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