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Calzavano Scarpette dai colori improponibili.

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Domenica sera l’effetto cromatico delle calzature che risaltava all’ingresso dei giocatori sul sacro terreno del Piola, mi ha imposto, guidandomi attraverso i ricordi, una riflessione d’ antan. Una volta, ai miei tempi, le scarpe e i lacci, o se vi piace di più le stringhe, potevano concedersi il lusso di ben due colori: il nero originale o il marrone fango.
Facile pensare come e quando la seconda cromaticità potesse avere il sopravvento sulla prima. Bastava un po’ d’acqua, bastava che piovesse e il gioco era fatto.
Ora con i terreni tipo bigliardo e per giunta sintetici, che sia secco o che piova, il verde è garantito, lindo e pulito anche sotto il diluvio universale. E domenica sera, mentre entravano a casa mia, perché quel terreno verde circondato dagli spalti con troppi seggiolini ormai tristemente lasciati orfani di un culo che li occupi, un po’ è casa mia, ho avvertito, come sempre del resto, il classico groppo in gola che conduce dritto dritto a quello che, a Nuara, as ciama al magòn.

Casa mia, certo; però, mai come lo fu l’Alcarotti eh … beh, diciamo che posso autorizzarmi a usare una metafora quando affermo che lí ci sono nato, e in quel posto magico, la prima volta che ci entrai, ebbi le stesse reazioni che potesse manifestare un bambino davanti a un fuoco di artificio quando dipinge il cielo, poco prima che lo stupore svanisse accompagnando la piú classica delle esclamazioni che un bimbo possa emettere : “oooohhhh!!!” Si, perchè i bambini fanno oooohhh oggi come allora, basta portarli con garbo davanti a una favola che non sia fatta con il computer, condurli per mano dentro un viaggio che parli di loro adottando lo stesso linguaggio comune a tutti i bambini, ovvero la fantasia. E l’Alcarotti aiutava questa fantasia a materializzarsi in una realtá i cui confini non erano mai ben definiti : mai si era sicuri se ci si trovasse a vivere in uno spazio o in un altro, lasciando il dubbio irrisolto, pronto all’uso per la prossima volta. Casa mia l’Alcarotti!! Come quei grossi cortili rettangolari su cui si affacciavano tante porte che custodivano le vite di numerose famiglie, e sopra ad esse scorrevano i balconi con le ringhiere, dove i fili per stendere il bucato erano a disposizione di tutti.

Poi però i tempi cambiarono e la rincorsa al benessere produsse effetti che vennero messi a disposizione di ognuno, quindi sparirono, da quei cortiloni, i cessi a turca posti uno ogni quattro nuclei famigliari, che se eri sfortunato, in quanto facevi parte di un gruppo le cui famiglie avevano tanti figli quanti ne avesse avuti una squadra di calcio, non ti rimaneva che aprire le tue valvole in campagna, sostituendo i fogli lucidi dei fotoromanzi del “Bolero” e del “Grand’ Hotel” , utilizzati per la pulizia del caso, con ciò che di meglio la natura offriva. Si faceva spesso trasloco, che allora si chiamava “Sanmartin”, alla ricerca continua di spazi più confortevoli dove vivere. Un continuo avanti e indietro di carrettini stracolmi di mobili vecchi e, concedetemi l’espressione dialettale, “tüti carulá”, che difficilmente avrebbero retto lo stress di un altro spostamento.
Così, anche al Novara Calcio, che è sempre lo stesso dal 1908, non guasta ricordalo eh!!, venne “imposto” di fare “Sanmartin” per prendere casa in una realtà abitativa di tutto rispetto, roba da sciur, insomma.

Bella casa, non c’è che dire, disegnata da un grande architetto, in sintonia con le più moderne linee in voga in quel momento: angoli armonici raccordati da curve lievi come carezze a congiungere tra loro i lati del rettangolo che i nostri occhi mai videro prima, se non negli altrui stadi attraverso qualche collegamento televisivo, copertura della tribuna che parve da subito essere appesa nel nulla, il terreno di gioco con il fossato tutto attorno ad offrire la sensazione di essere emerso, per miracolo, complice una gigantesca fioritura sotterranea … e tutto intorno, una ringhiera, la stessa che correva sui balconi dei cortiloni di una volta, dove allora si stendeva liberamente il bucato ad asciugare e ora uno striscione e una bandiera non puoi stenderlo o sventolarla al vento che vuoi. Bella casa dunque, bella e signorile, palcoscenico di gesta che solo recentemente hanno scritto epiche sinfonie dopo aver interpretato per anni spartiti scadenti opera di musicisti e direttori d’orchestra che non definire mediocri, sarebbe come affermare che esistono mafiosi onesti. Tutto bello, tutto uniformato, tutto in regola in questa nuova dimora che, indiscutibilmente, ha contribuito a migliorare il livello e la qualità della nostra vita tifosistica, oltre ad avere reso possibile un sogno che ci fece sentire orgogliosamente più importanti attraverso la sua eleganza.

Però come in tutte le cose nuove che entrano a far parte della tua vita, manca forse qualcosa che mai probabilmente si riuscirà più a trovare, una di quelle qualità che o le possiedi o non potrai mai acquisirle reperendole chissà dove. Manca una sensazione di magia, una sfumatura che renda i contorni delle cose ovattati di poesia e sospesi tra realtà e fantasia, manca il fascino e l’atmosfera che solo un ambiente come l’Alcarotti sapeva riproporre quando giocava il suo padrone di casa.

E se è vero che è indiscutibile la bellezza lussureggiante di una ragazza di vent’anni, un qualsiasi naturale difettuccio, imposto dallo scorrere del tempo, rende una donna sugli ‘anta misteriosa e affascinante.
Ci hanno tolto poi anche la nebbia che, pur indesiderata, ci aveva abituati a convivere con la sua presenza: ci fosse lei qualcosa ci legherebbe ancora tangibilmente al passato. Ma, soprattutto, oggi manca ciò di cui il calcio si nutre per non morire, manca l’interprete principale, colui che da solo è un elemento in grado di fornire certezze sul futuro di ogni cosa, calcio compreso, e che all’Alcarotti saziava ogni sensazione di fame offrendo un colpo d’occhio di tutto rispetto.
Chiedetelo a quei seggiolini vuoti quale possa mai essere questo elemento, io la risposta già la conosco.

Forsa Nuara tüta la vita

Nonnopipo

 

Novara perchè è la mia città, il Novara calcio perchè è la squadra della mia città, il dialetto perchè se il futuro è una porta il passato è la chiave per aprirla. Forsa Nuara tüta la vita.

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Presidente Ferranti, intervista ma non troppo.

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NSN- Buon giorno Presidente;

Sono Nonnopipo della redazione di “Novara siamo noi”. Premetto che questa intervista è stata autorizzata dal Capo Redattore Claudio Vannucci, detto Vannu, suo amico carissimo e forse anche consulente personale privato, cioè nel senso che è privato di ogni considerazione.

Dunque Dottor Ferrante, mi dicono che Lei …

P- No no, senta, io mi chiamo Ferranti, e sono contento che tu mi intervisti, così farò chiarezza sulle cose ingiuste che voi giornalai di tutta Europa avete scritto su di me e sul mio Novara.Anche la Pravda ha scritto che russo, ma non è assolutamente vero, dormo tutta la notte come un bimbo con il mio peluche stretto al petto, chiedete a mia moglie, quando la mattina mi sveglia e mi trova avvinghiato a Pitino, il mio pupazzetto preferito. Le Figaro invece non lo leggo mai essendo il quotidiano preferito da Pavanati. Ma … senti, Nonnopippa, abbattiamo le barriere della formalina, dammi pure del Voi, così entriamo subito in sintonia.

NSN – Beh, se “Voi” vi chiamate Ferranti allora devo precisare che il mio nickname è Nonnopipo e soprattutto le barriere sono quelle delle formalità …

P- Vedi che anche tu hai un pupazzetto preferito a cui hai dato un nome bellissimo: Nickname è molto originale e dolce, lo porti anche tu a letto e ti addormenti con lui come faccio io?

NSN- Certo, ma lasciamo perdere. Parliamo invece dell’ ultima conferenza stampa in cui “avete”, in un certo qualsenso, tirato le orecchie ai giocatori.

P- Innanzi tutto la conferenza si è tenuta nella sala stampa di Novarello o eravamo allo stadio, non ricordo bene, di sicuro non a “qualsenso”, e quando vedo un microfono confesso di non capire più niente e quindi parlo a ruota libera, e una strigliatina amorevole ai giocatori ogni tanto non guasta. In quella occasione ho persino ammesso che sto cercando almeno tre soci che mi accompagnino in questa nuova avventura: sono stufo di giocare sempre da solo a “solitario”, mi piacerebbe fare una partita a scopa ogni tanto. Magari con un … come dite qui a Nuara …  mezzo litro di vino rosso?

NSN- “Mèss litar da cul russ” Presidente.

P- Ecco bavo, e magari se tu ci stai, io prendo Galuppini come socio, che con i numeri che ha lui a carte, in giro se ne trovano pochi, e se sbaglia lo faccio mettere fuori rosa, contro te e il Vannu, che non avete mica la faccia di essere furbi eh! E non incazzatevi se Galùp vi farà il verso della paperella quando sicuramente vinceremo ai 21 punti.

NSN- Presidente, in questa sua avventura novarese “Voi” avete licenziato più DS, DG, allenatori, baristi, custodi, che lavoratori la Whirlpool, la Ilva di Taranto e Alitalia messe insieme. “Voi” vi svegliate alla mattina e dopo aver consultato l’oroscopo che “vi” consiglia di circondarvi esclusivamente di persone fidate, scegliete a caso o per sorteggio chi silurare?

P- Applico tassativamente la conta “ambarabà ciccì coccò tre allenatori sul comò che facevano cagare e tre DS da licenziare, il Direttore si ammalò ambarabà ciccì coccò”, e a chi tocca, ciao ciao … però adesso che mi ricordo, ce n’è un’altra che mi piace assai relativa agli allenatori: “sotto il ponte di Baracca c’è Marchionni a far la cacca, ci sta Cevoli che la misura, la misura 33, anche Semioli fora di pé.

NSN- Sentite, Presidente: È vero che in seguito alla promessa di puntare alla serie B fatta a inizio  stagione, passando poi attraverso la conferma durante la cena natalizia del coordinamento, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, Le ha chiesto di mettere a disposizione gli armamenti che ha usato per sparare simili cagate e spedirli in Ucraina?

P- E no! Io sono un uomo di pace, anzi, di pace e amen, almeno riguardo alla promozione in serie B soprattutto amen.

NSN- Adesso Dottor Ferranti parliamo un po’ di “Voi”: sfrutti questa intervista per farsi conoscere meglio dai tifosi. Ci dica quali sono i suoi hobby, per esempio.

P- Allora le confesso che io sono un amante del giardinaggio, mi piace coltivare ogni genere di ortaggio, tipo le rape che poi regalo ai miei allenatori. Pensa che il portiere titolare non l’ho mica scelto per le sue qualità, ma bensi per il suo cognome.

NSN- Per rimanere in ambito calcistico, “Vi” piacerebbe che il suo Novara giocasse con il centrocampo a rombo?

P- Guardi eh, con il materiale tecnico che io stesso ho scelto e pagato con i miei soldi, più che lo schema a rombo, al massimo potremmo applicare quello a rimba, che è uno schema assai ambìto, quindi rimbambito! Dai, questa non è male, vero? Però non lo scriva!

NSN- Presidente, per poter applicare questo schema, servirebbero un paio di esterni bassi disponibili a fare sia la fase difensiva e quella offensiva avanzando a turno sulle fasce. Non le pare che un paio di elementi sia giusto investirli di maggiore responsabilità?

P- Si, credo proprio che dovrebbero essere investiti, magari anche sulle strisce pedonali se accompagnati da Marchionni. In alternativa lavorare sulla testa dei giocatori, nel senso di rifilare certe bastonate a chi se le merita.

NSN- Ultima domanda, Presidente: Mi dica che impressione le ha fatto vedere Pablo Gonzalez in queste condizioni.

P- Con la faccia contornata da quella  barba da frate ho subito pensato che a Novarello, oltre al Santuario, ci fosse anche un convento di frati.

NSN “Vi” ringrazio Presidente Ferranti per la disponibilità e mi auguro di rivederla presto.

P- Grazie a te, ma non dimenticarti la partita a scopa, io e Galuppini contro te e il Vannu!!

 

Nonnopipo

          

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Tosco-Nuares-Romanesco

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Ce sta quarcuno tra de voi che m’ha cazziato,

perchè er dialetto de Nuara n’ha  capito,

allora me sò tosto un po’ attrezzato,

e un toscano-romanesco ho partorito.

Or passate a la lettura co’ la mente e ‘l cor leggero

che da voi ad esse letti c’è d’ annà ad esse fiero.

 

Un pensier di dubbio atrosce gira a zonzo pè lo capo

come può er guerriero indomito svanir come uno svapo?

 

raccolti fummo dalla terziaria serie dopo li anni dé lo Signore

portati in alto dè lo cielo a giocar di calcio co’ l’ onore

 

“Venghino Siori venghino” urlò a gran la vosce il guerrier giostraro

che di giri ne garantisco sol’ uno e se va bene forse un paro

 

Finì co’ lo “va de retro”, lo tentar de frequentà l’ azzurro cielo

che su lo esito finale mejo sarebbe stende uno pietoso velo

 

ma lo guerrier giostraro, li cortigiani a leccar ben il su culetto 

d’alterigia e rancor tronfio a li sudditi tifosi meditò uno dispetto

 

“me ne vado, li mortacci, m’ avete rotto li cojoni

in fin dè conti la A v’ho dato e anco un par de promozioni

 

si, l’è vero, me par che disi che la A v’ ho da ridare

o suvvia se scherzava, pè chiede scusa che v’ ho da fare?

 

Lo sapete, ce si conosce, a vorte me va de fà er bullo

pronta c’ ho una famigliola con a capo il Patron Rullo

 

che l’ha detto e confermato lui c’ ha sordi e patrimonio

che se disce una buggia che lo furmini er demonio”

 

fu ‘osì che in un momento se ritrovò inscenerito

che de sano un rimanea nè una unghia e manco un dito

 

mentre lo astuto Cianci assai serio ma nun troppo

nè la borsa dè la Cooppe ce trovarono er malloppo

 

“tre soldini oh perbacco !! icchè volete mai che ssia

l’è la mancia dé le bibbite che venduto ho a la mi zia”

 

E pè corre a li ripari senza trovasse impreparati

tra ‘na bionda ‘na roscia e mora sarta fori er Pavanati

 

che a dì er vero l’anno prima, ce provò con lo Pescara

e a cacciallo a carci ’n culo la città fasceva a gara

 

E tra ‘na fidejussione zozza, e uno credito de imposta

a finire in quarta serie pare l’avesser fatto apposta

 

Ma il destin che nun perdona e che nulla lassa a tèrga

tra capo e collo e giù pè la schiena colpirà co’ la su’ vèrga

 

Pè fortuna che da lo sterco s’ è esciti tutti quanti

porgiam grazia e la man tesa a chi dé nome fa Ferranti

 

che l’è omo de passione ma nun se sa dé quanti sordi

che se spera sian tanti e che de noi lui nun se scordi

 

ecchè noi si è assai boni, riservati e assai pazienti

e lo coltello nun lo portamo nè in tasca nè tra li denti

 

l’è che siam sospettosi e nun ce piasce d’esser zimbello

e come a lui ce frega un cazzo de’ titoli coppe e Novarello

 

noi la storia la portamo ben marchiata in su la pelle

trasferte fatte co’ fatica alcune oribbili altre belle

 

e così l’è giunto er tempo dé mette mano a lo portafoglio

pè riavécce a te e a noi sia speranza e pure orgoglio

 

Stian bene i tre infamoni tra le nutrie a Novarello

che a stà co li propi simili a vorte pò esser pure bello

 

Nonnopipo

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Che confusione sarà perchè ti amo

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Si può scrivere “cazzo” senza urtare la “perbenità” di qualcuno?

Ok, si può scrivere. 

Tanto siamo tutti tra di noi, pochi intimi innamorati di ciò che rimane del calcio.

Quindi posso serenamente dire che non si capisce più un cazzo!!

Di cosa? Di tutto quel caravanserraglio che ormai è diventato il mondo del pallone.

Senza voler disturbare il sonno ristoratore di chi ha pensato bene di spacchetare il calcio in episodi manco fosse uno sceneggiato tipo Beautiful: non meritano nemmeno un va da via ‘l cü, che risparmio; non si sa mai tornasse utile nel corso di questo articolo.

Quello che mi fa incazzare come un furioso Emilio Fede nello storico fuorionda in cui mandava a cagare la redazione del suo penoso TG4, è la frammentazione delle date e degli orari in cui verranno trasmesse le gare di serie A, serie B e Lega Pro, nonchè su quali emittenti verranno proposte.

Roba che, per avere tutto sotto controllo e poter assistere dall’inizio a una partita, ci vorrebbe un file collegato a una sveglia, però di quelle che trillano come l’allarme nella caserma dei vigili del fuoco.

Campionato di serie A; una volta tutte le partite iniziavano alle 14:30, almeno in inverno, cazzo, che figo che era!!: serie A e serie B iniziavano e finivano tutte alla stessa ora, anche la serie C. 

Certo, non si vedevano in diretta come ora, ma si sentivano alla radio, “Tutto il calcio minuto per minuto” … “Scusa Ameri, sono Ciotti da San Siro…” 

Altri tempi non più riproponibili, ma se il progresso ci ha condotto, prendendoci per mano, dentro questo contesto in cui le partite giocate in contemporanea sono al massimo due, forse dobbiamo prendere atto di aver avuto un pessimo compagno di viaggio.

Si comincia a volte addirittura il venerdì con qualche anticipo, mentre sabato, giorno che chiude la settimana lavorativa e che dedichi alle spese di cui la famiglia abbisogna, se la tua squadra gioca in serie B sei ciulato: o rinunci agli acquisti o alla partita, non ci sono alternative. 

Sera, ore 20:45, l’anticipo di serie A: frettolosa fine della cena famigliare perchè, come tutti i sabati, c’è l’ anticipo, e poco me ne fotte se gioca la Cremonese contro il Verona; è calcio? Si, è calcio, e allora lo guardo, cazzo!! (abbiamo stabilito che si può sempre dire), poi negli scaligeri gioca Montipò, un pezzo di Novara, dunque “i vischi” il televisore, “im sèti sü l’ ütümana” con un calice di quello “vansà” a cena, e la prima immagine che compare mi informa che se voglio televedere sta cazzo (mi avete autorizzato eh!) di partita devo acquistare il pacchetto proposto da una piattaforma su cui gira  DAZN (e a me invece girano i coglioni esattamente come quel circolino che smetterà di girare all’ 85mo), che però si pronuncia “DAZUN”, emittente spaventosa e spaventata, che trasmette le gare riprendendole con il telefonino e che è riuscita nell’impresa di fare apparire la Leotta attraente quanto Platinette. 

Recupero affannosamente il “va da via ‘l cü” risparmiato in precedenza, per farne dono a questa cazzo di emittente che, il mio consulente informatico (mio genero Nico), mi conferma trasmettere in “striming” … qui, però l’ unico a “strimìss” (spaventarmi) sono io quando vengo informato che dovrò sottoscrivere un nuovo abbonamento se vorrò avere accesso a tutte le gare della serie A.

A parte che non capisco il motivo per cui, al fine di vedere (se tutto fila liscio) sette partite, per giunta in ritardo di 5/7 minuti rispetto alla realtà, devo pagare subito una trentina di euro al mese, mi chiedo quale sia l’elaborazione del pensiero che induce una emittente, che trasmette in modalità “spavento” (striming), a risparmiare una vocale dal suono primordiale come la U, dal suo nome ufficiale. E non mi si venga a dire che si tratta di un acronimo, se fa cagare ne inventi un altro di nome.

Vabbè, sono cose a cui ci stiamo abituando e ce ne faremo una ragione. Come avverrà per la Champions, teatro di bugie consumate sul palcoscenico dei promo di SKY, che garantiva il possesso dell’esclusiva, e invece una gara del martedì la trasmette l’emittente Tizia, la migliore del Mercoledì che vede in campo una italiana verrà trasmessa da Caia, e meno male che Sempronia non si è ancora accorta di niente, ma prima o poi …

Esiste poi il dramma riguardante l’ora e il giorno in cui si consumerà l’evento più importante della settimana calcistica, overo la partita del Novara. Ideale sarebbe un’ ora tipo 17:30; Cazzo ( non è più una “parulascia”), orario perfetto che mi accompagnerà dritto all’aperitivo, anzi all’apericena.

Tutto pronto: computer collegato alla SmartTv, (mica bau bau micio micio), salam dla duja, frittatina rugnusa tiepida e gnocco fritto con il felino (mia al gatt eh, i son mia da Vicensa”, ma al salàm) … si … adesso vi informo sul vino che non può che essere un buon … si illumina il 55 pollici, e, a questo punto, potrebbe esserci anche la cunigrìna ad accompagnare il tutto che tanto andrebbe “ben l’istéss “… clicco sull’icona della partita e … “collegamento terminato!” Collegamento terminato cosa??? Cazzo (più che giustificato), ho pure fatto l’abbonamento a un’altra emittente “strimì” che gira anch’essa su una cazzo di piattaforma in grado di farmi girare i coglioni, ho speso un’ altra cinquanta euro, vaca boia, non potete trattarmi così!!

Mi rendo conto di aver avuto assai da fare negli ultimi giorni, non disponendo del tempo necessario per apprendere dai social o dai passaparola, lo spostamento dell’orario della gara alle 14:30. Andrà a finire così, lo sento!

Mi ritengo una vittima di questi tempi frenetici e di una manica di coglioni bastardi e disonesti, che, per questa volta, non sono gli arbitri, quindi, paziente, attendo il posticipo di serie A che, come al solito, metterà in scena un più che probabile zero a zero.

E allora cena famigliare anticipata alle ore 19:45, caffè alle 20:34, original mirto sardo alle 20:39, “i rivischi” il 55 pollici solo per rendermi tragicamente conto di trovarmi sull’emittente sbagliata, quindi, dando sfoggio della mia abituale inadeguatezza a trattare app, HDM1, e connessioni varie, mi ritrovo dentro l’avvenimento quasi nel bel mezzo del primo tempo e sul due a zero di una partita di cui non me ne frega una minchia, come sempre avvenuto nei secoli dei secoli … amen.

Non importa, dai, vedremo altri gol in questa partita che, se al 15’ del primo tempo è già sul due a zero, promette spettacolo e gol in quantità industriale!!  Risultato finale: due a zero e zero tiri in porta, mentre i due telecazzocronisti vogliono convincermi che la partita è stata … diciamo così, interessante ma che dico interessante, bella, ma che dico bella, meravigliosa, ecco meravigliosa: una cagata direi io, si, praticamente una colica addominale presagio di un solenne imminente squarào.

“Passiensa”, tanto martedì e mercoledì ci riscatteremo con le italiane impegnate in “Ciempions Lig” …

… avrete intuito come andrà a finire: lo scorso anno le partite iniziavano tutte alle 20:45 …ora invece … mah, basterà informarsi ?, e io questa volta mi “informatizzerò” per bene, cazzo!!

Nonnopipo    

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