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Gente da stadio

Uomini soli

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Come spero tanti tifosi Novaresi, domenica pomeriggio mi sono armato delle migliori intenzioni per guardare la trasferta degli azzurri, aggrappandomi alla speranza di rivedere un barlume di gioco, anche elementare. Qualcosa del tipo una triangolazione sulla fascia, un cross tagliato e pericoloso o una verticalizzazione illuminante. Mi sarei accontentato anche di un lancio che non mi facesse rimpiangere il genio incompreso Crocefisso Miglietta.

E come in ogni partita incerta, come ogni tifoso, si attraversano i più disparati stati d’animo. L’euforia per il vantaggio, il dispiacere o addirittura lo sconforto per un pareggio od uno svantaggio ed il sollievo del più classico “almeno abbiamo portato a casa la pelle“. A giorni di distanza ripensando a questi novanta minuti poco incoraggianti mi sono però reso conto di quanto l’unica sensazione che non mi aveva mai abbandonato era la solitudine. Un po’ come quando si è seduti in bagno dopo aver completato le operazioni di evacuazione e ci si rende conto che il rotolo della carta igienica è finito, e magari era pure l’ultimo.

Questa partita penso abbia raccontato molte solitudini. Forse ha provato molta solitudine Maniero, isolato al centro dell’attacco nella disperata speranza che un avversario perdesse un contrasto o che nell’intervallo qualcuno avesse riempito le borracce dei foggiani con del Lexotan. La solitudine di Macheda, futuro protagonista del reality Non sapevo di essere in campo su RealTime, o a quella di Chiosa quando ha visto Pompeu perdere l’ennesimo pallone a centrocampo e forse avrà pensato di provare ad abbandonarlo in Autogrill tra i barlafus da viaggio. Magari la solitudine di Lorenzo Dickmann, che entra e spacca la partita dribblando Foggia e provincia per poi rendersi conto che avrebbe dovuto servire un assist a Sansone. La solitudine di Corini che, stando alle dichiarazioni che rende nei post-partita, non vede tutto nero e probabilmente nota anche una lieve ricomparsa dei suoi capelli.

La solitudine più grande, purtroppo, la viviamo noi tifosi. La tristezza collettiva è uno dei sentimenti più difficili da elaborare proprio per la sua intrinseca natura: chiunque tu senta “vicino” soffre del tuo stesso male; una solitudine inguaribile dalla quale nessuno, almeno per il momento, sembra capace di uscire. Ci sentiamo soli proprio perché non c’è nessuno in particolare a cui guardare con speranza. Ad oggi nel Novara non sembra ancora aver fatto la sua comparsa un salvatore, un uomo forte che sappia guidare la squadra e prendersela sulle spalle quando tutto sembra girare male. A me onestamente basterebbe anche un poliziotto Hüber che corra in soccorso del nostro Ronaldo “Rezzonico”.

Dopo la pessima sconfitta patita ad opera di ciuffobiondo Ardemagni & Co, lasciando il rettilineo, ho sentito urlare qualcuno all’indirizzo di Casarini: “Capitano, svegliali tu questi qua!”. Difficile svegliare chi sembra caduto in letargo, soprattutto adesso che senza Galabinov, non si può nemmeno più minacciare i più accidiosi di passare tutte le trasferte in camera con il bulgaro. Sotto questo aspetto, da quando non c’è più Pablo Gonzalez, non abbiamo solo perso un pezzo di storia ed un giocatore profondamente innamorato della nostra maglia, ma soprattutto un leader silenzioso, che sapeva riportare entusiasmo con una dei suoi numeri da giocoliere, con la simpatia della sua barba a macchie o semplicemente con il celeberrimo auto-lancio sulla fascia, che a noi sugli spalti evocava l’idea di velocità quanto il pulsante Turbo Boost sulla macchina di Micheal Knight.

Potrei scommettere che il novanta per cento dei tifosi del Novara in questi giorni si sta chiedendo quale sia la ricetta migliore per dare la svolta ad una squadra che sembra non avere lo sterzo. Allora lavoriamo di fantasia e largo al concorso di idee. Ecco le mie:

[ul type=”check”][li]Portare i piedi di Tröest al reparto rettifiche della Marcegaglia.[/li]

[li]Provare a schierare una formazione che utilizzi il celebre 5-5-5, che Da Cruz conosce a memoria dai tempi della Longobarda.[/li]

[li]Controllare che il tasto del tiro sul joypad Playstation di Corini funzioni correttamente.[/li]

[li]Individuare e punire severamente chi ripetutamente cosparge di sciolina gli scarpini di Sansone.[/li]

[li]Ingaggiare un investigatore privato per scoprire se Ronaldo sia veramente brasiliano, e nel caso riportarlo al mittente esibendo scontrino fiscale.[/li][/ul][vc_column_text]Comunque vada, Forza Novara!

Gli inglesi hanno inventato il calcio, i francesi l’hanno organizzato, gli italiani l’hanno messo in scena. (Serge Uzzan) Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro. (Pier Paolo Pasolini)

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Riabilitare Masiello e altre amenità

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Ogni volta che penso che il giornalismo sportivo non possa scendere più in basso, arriva qualcosa a confermarmi che ha la capacità di scavare a profondità che manco le trivelle che rimetteranno a breve in Adriatico per estrarre il gas. E succede sistematicamente quando si tratta di attaccare tutti coloro che, invece di starsene davanti alla TV pagando profumatamente un prestigiosissimo Sampdoria – Lecce in anticipo pomeridiano, si permettono il torto enorme di continuare a frequentare quel postaccio che risponde al nome di ‘stadio’, e magari di non farlo stando seduti composti come al cinema ma esternando delle emozioni e dei suoni. A stimolarmi questa riflessione, esattamente come il riflesso dello stimolo fisiologico al cui prodotto dovrebbe servire la Gazzetta come strumento di igiene, è stato un articolo uscito oggi sul rotolo rosa nazionale a doppio velo che riporto sotto.

Basterebbe essere nei panni di un tifoso qualsiasi per capire cosa significhi 11 anni dopo ritrovarsi davanti, in una piazza come Bari, uno come Masiello. Uno che, ricordiamo, da retrocesso si è venduto un Bari-Lecce (fatto noto, acclarato, confessato da lui stesso e per cui per anche altre combine aggiuntive ha subito una squalifica di due anni e mezzo), derby decisivo per il Lecce, che grazie a quella vittoria al contrario dei galletti si è salvato in A. Una tragedia sportiva che avrebbe devastato la psiche di qualunque tifoso già così, figuriamoci scoprendo a distanza di anni che quello che era il tuo difensore più forte e uno degli uomini più rappresentativi ha preso dei soldi per perderla. Lo scandalo dovrebbe essere caso mai che un personaggio del genere non sia stato radiato e peggio che dopo la squalifica abbia trovato società così prive di moralità e principi sportivi da offrirgli un altro contratto. Ma d’altra parte, parliamo del sistema calcio che ha ridato maglia titolare e fascia da capitano a uno come Mauri nella Lazio o ha continuato a far giocare uno come Doni nell’Atalanta fino a esaurita capacità di deambulare. Ovviamente, con tutto il mondo dell’informazione sportiva sdraiato e prono, senza che un singolo cristo di giornalista si sia alzato una volta in conferenza urlando: MA QUESTO PERCHE’ CAZZO È ANCORA SOTTO CONTRATTO?

E quindi, nel Paese in cui il tribunale mediatico marchia a vita il sindaco che si è preso l’abuso d’ufficio per aver omesso un controllo su una gara pubblica, per chi invece invoca pietà e perdono? Ovvio, per il povero calciatore che ha scontato la sua giusta condanna e che adesso non può nemmeno essere accolto dalla tifoseria che ha tradito nel peggiore dei modi come un vecchio compagno di avventure che ha fatto una marachella. Addirittura, si svegliano con la critica al ‘fine pena mai’ i giornali che fanno parte dello stesso gruppo editoriale che non ha mosso un dito quando il ‘fine pena mai’ è diventato riforma della giustizia ordinaria. E quindi, sono i tifosi che ancora una volta nel loro ‘perverso rapporto con le società’ (quale?) costringono un’altra società a non convocare un giocatore perché minacciato. Minacce che non è ancora stato dimostrato da chi siano arrivate, se non per mezzo social come succede in altri mille casi da parte di milioni di disagiati da internet che poi in realtà hanno paura della loro ombra, mentre è stato confermato che quello di non essere schierato a Bari era un accordo che Masiello aveva GIA’ preso con la società Sudtirol alla firma del contratto. Altroché ‘a Bari i tifosi ordinano e a Bolzano ubbidiscono’.

Ma ormai la linea di giornali come la Gazzetta su questo è chiara. I tifosi, se proprio devono uscire di casa e andare allo stadio a rompere i coglioni invece di pagare l’abbonamento a DAZN (aumentato unilateralmente restringendo gli accessi e senza migliorare il servizio da Bangladesh offerto) dovrebbero farlo seguendo il manuale di bon ton, chiedendo per favore se possono appendere uno striscione ricordandosi di mettere gli asterischi per non urtare la sensibilità di nessuno, scandendo cori gender equal e non discriminatori, e sussurando a bassa voce ‘birbante’ al giocatore avversario che gli urla in faccia un mastodontico ‘SUCA’ dopo il gol. E se per caso non lo fanno e magari si permettono dopo la quindicesima sconfitta in 20 partite di contestare vigorosamente la squadra, ovviamente vanno tutti equiparati agli avanzi di galera che dopo la morte di Boiocchi hanno svuotato la curva dell’Inter a suon di schiaffoni. Quindi al ritorno con la Pro mi aspetto un bel coro per il buon Gianmario in linea con i nuovi requisiti Gazzetta: COMI-TU SEI-UN POCO MASCALZONE

Jacopo

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Ticinia una di noi

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Associazione Emiliano Mondonico e Ticinia Novara si presentano con la loro, ma sarebbe più corretto usare il plurale, le loro iniziative. Attraverso Clara Mondonico e Daniele Colognesi è stato illustrato un progetto di lungo respiro che ha già visto nell’immediato la creazione di una squadra che prenderà parte al campionato paralimpico sotto l’egida della FIGC. Per chi non conoscesse queste due fantastiche realtà diciamo che si occupano di persone affette da disabilità che in realtà hanno delle grandi abilità e tantissimo da insegnare al cosiddetto mondo “normale” attraverso il calcio.

L’incontro è avvenuto nella sala consigliare del Comune di Novara che ha appoggiato il progetto con la presenza dell’assessore Chiarelli, la quale ha assicurato l’impegno a fornire risorse e supporto. Anche il presidente dell’associazione allenatori di Novara Guido Gaudio ha annunciato l’istituzione di un corso per allenatori deputati a seguire queste squadre “speciali”.

In un consesso di così alto livello è mancata la presenza del Novara calcio 1908 forse giustificabile per l’orario (12.15) ma sicuramente sarebbe stata gradita, e mi permetto di dire, dovuta. Un plauso a chi porta avanti queste iniziative che sono un vero e proprio strumento di welfare che porta giovamento a tutti anche a coloro che nemmeno le conoscono.

Siviersson

 

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Fantaintervista alla nuova proprietà

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NSN. Buongiorno, mi presento: sono Nonnopipo della redazione di “Novara siamo noi”. Solo qualche domanda per conoscerci meglio, e vi garantisco che, pur conoscendolo ed essendogli affezionato, non ho nulla a che fare con Danny Fadanni.

MR. Ah, meno male, è da quando siamo arrivati a Novara che ci sta sempre addosso, lo troviamo al ristorante, al bar, dal dentista, la Elisa lo ha incontrato addirittura dalla parrucchiera che si faceva la tinta e dall’ottico mentre lei stava provando i nuovi occhiali. Ci pedina, vuole sempre intervistarci, anche al telefono, via mail, per posta, non ce la facciamo più, siamo esausti, per fortuna che è iniziato il calciomercato, così se lo cucca l’ Orlando, che proprio calmo non è, anzi, direi che a volte va su tutte le furie.

NSN. Allora corrisponde al vero la notizia secondo cui tutte le volte che vi squilla il telefono, tutti, tranne il Vice presidente, vi toccate i maroni per scongiurare che non si tratti di Danny Fadanni che vi vuole intervistare almeno quattro volte al giorno, prima e dopo i pasti?

MR. Danny l’ è unno brav fiullot, si dice così in dialetto novarese, vero? Difatti stiamo valutando la possibilità di un’ adozione, e di affidargli un ruolo importante nella società Novara Calcio, sarà lui il responsabile della comunicazione. Sostituirà Il dottor Magretti nell’accudire i nuovi piccioni viaggiatori che il Carlo, quelli vecchi, li ha cucinati al forno.

NSN. Dottor Rullo, perchè proprio Novara e il Novara?

MR. Stavo tornando da Torino dopo aver partecipato alla gara d’appalto per smontare la Mole, immagina quanto ferro ci sta lì dentro? avremmo fatto un buonissimo affare, non c’è dubbio, quando all’improvviso mi son dovuto fermare in campagna per far fronte a un bisogno impellente, una volta espletata la funzione, mi sono guardato attorno e non ho visto assolutamente niente, tutto piatto, solo campi e cascine, poi in lontananza vedo qualcosa svettare in alto, verso il cielo, una specie di torre a punta con un campanile a fianco. Ho subito pensato a quanto ferro potessero contenere quelle due strutture, e ho dato ordine al mio staff di verificare se mai ci fosse stato qualche bando di concorso per lo smontaggio. Solo successivamente abbiamo pensato a Novara in quanto è l’unico paese in provincia di Milano ad avere una squadra in serie C, quindi …

NSN. Mi scusi se la interrompo, ma Novara è una città capoluogo di provincia e si trova in Piemonte, e poi in provincia di Milano ci sarebbe pure la Giana Erminio che …

MR. Davvero?? Mi avevano informato che ci sarebbero stati dei cambiamenti e che la Lega a Novara è molto attiva, ma ottenere l’autonomia proprio non ci avrei creduto, invece per ciò che concerne la Signora Giana Erminio di Gorgonzola, le dico subito che non siamo mai stati interessati al loro Caseificio.

NSN Domani a Novara arriverà il Monza delle meraviglie: cosa si sente di dire ai proprietari.

MR Guardi, io tratto materiali ferrosi, non ho nulla a che fare con la plastica riciclata.

NSN. Dottor Cianci, bando alle ciance, mi può dire quali sono i termini economici relativi all’acquisto della società?

MC. La cifra non la posso rivelare per ovvi motivi, posso però indicare qualche contenuto accessorio del contratto di vendita stipulato con la famiglia De Salvo. Possedendo loro qualche ambulatorio medico, abbiamo inserito i costi relativi ad un pacchetto annuale di analisi del sangue per tutta la famiglia e lo staff; vede, siamo una famiglia che soffre la mancanza di ferro e quindi ci teniamo costantemente sotto controllo.

NSN. È vero che pagherete l’ affitto per poter usare le strutture di Novarello? È altrettanto vero che avete intenzione di trasformare il palazzetto dello Sport in un capannone deposito per il ferro?

MC. Avevamo inizialmente pensato di trsformare l’ intera area in un grande centro di recupero per materiali ferrosi, ma quando siamo venuti a conoscenza che la cupola di San Gaudenzio,  mi sembra disegnata da Renzo Piano, in realtà è una tra le più alte strutture al mondo costruite con solo legno e mattoni, abbiamo desistito. Certo però che il Campanile in fianco, con quelle campane, sarebbe stato interessante smontarlo. Sai quanti soldi ci fai con le campane? Avremmo investito il guadagno subito nel mercato di Gennaio.

NSN. Buongiorno anche a Lei Signora Rullo; senta, è vero che gli occhiali che indossa fanno parte di una collezione disegnata da Lapo Elkan?

ER Si, fino a qualche mese fa il designer era proprio lui, poi ha iniziato a disegnare modelli dalla linea troppo stravagante come questi che indosso, sapete come è “fatto” lui, quindi ho deciso di affidarmi alle linee rotondeggianti di Salvatore Ferragamo … e già che parliamo di linea, per mantenermi in forma bevo l’acqua della Ferragni e mi piacciono molto gli spinaci e la frutta secca, il motivo lo capirà certamente. Inoltre, come del resto tutti in famiglia, il nostro cantante preferito è Tiziano Ferro, 

NSN. In seguito alle dichiarazione da lei rilasciate durante la conferenza stampa di presentazione, riguardanti la possibilità di allestire una squadra femminile, cosa ci può dire nel meriito?

ER. Allora, questa è un’ idea che … ( squilla il telefono di Elisa. ndr) “pronto, si, ciao Danny … no, l’ intervista te l’ho rilasciata ieri, basta dai, è la quinta in due giorni!!!,  oggi niente, poi ne sto rilasciando una a Novara siamo noi … come sarebbe che non devo!!… dai, non piangere, se ti impegni a provare a disintossicarti dalla dipendenza da microfono, ti prometto che ti porto a Milano all’ Ata hotel da l’ Orlando e potrai stare con lui giorno e notte … si … stai tranquillo, nella stessa camera. Ciao Danny, e non fare danni eh!”

Mi scusi, era Danny Fadanni, non ne possiamo più, si figuri che siamo arrivati al punto di preferire  la Santa Messa celebrata dal Barbero piuttosto che rispondere alle domande del Fadanni !!

NSN. Signora Elisa, se la sente di smentire la notizia circolata su certa stampa, secondo cui suo padre Maurizio, che possiede proprio un bellissimo nome, sia uscito di casa per acquistare un pacchetto di siga e sia tornato dopo una ventina di minuti con il Novara calcio?

ER. A dire il vero, dopo aver trovato in un baule del settecento un centinaio di stecche di sigarette, in famiglia eravamo tutti terrorizzati che babbo avesse ripreso a fumare, ma ancor di più lo eravamo in quanto le notizie in nostro possesso parlavano di un nostro possibile acquisto di una squadra di una cittadina piemontese contornata da risaie. Lei capirà vero? A una trentina di chilometri da Novara c’è Vercelli, e un allevamento di conigli, mai e poi mai, sant’ Iddio!!, anche perchè io ai conigli sono allergica da sempre.

NSN  Ecco, grazie Elisa, adesso sono più tranquillo anch’io oltre che soddisfatto da questa affermazione, e si ricordi che col fumo si può smettere, dall’allergia provocata dal coniglio invece non si guarisce più.

Ci si vede domani al Piola … di Novara eh!

ndr:

NSN  Novara siamo noi

MR    Maurizio Rullo  (Proprietario)

MC    Marcello Cianci  (AD, Presidente)

ER     Elisa Rullo  (Vice Presidente)

Nonnopipo   

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