Editoriale
Quelli del vorrei ma non posso
Published
6 anni faon
By
ilVannu
In una Piazza Martiri gremita di persone accorsa all’inaugurazione degli Street Games è stata presentata la campagna abbonamenti 2017/2018 caratterizzata dallo slogan “L’emozione più bella”. Se è vero che ogni anno il lancio della campagna abbonamenti rappresenta uno dei momenti più attesi dell’estate, forse secondo solo al primo giorno di raduno, è altresì vero che quest’anno l’evento probabilmente era più atteso del solito, proprio in considerazione del grosso dibattito che si è sviluppato tra i tifosi, nel corso degli ultimi mesi, sul costo dei biglietti e sui numeri, percepiti come deludenti, di pubblico al Piola. Ho provato a fare un’analisi di questa campagna abbonamenti, spero il più oggettiva e serena possibile, soffermandomi su ogni singolo elemento per provare a capire, in maniera ragionata e non “a pelle”, se si possa considerare deludente oppure soddisfacente. Vediamola insieme.
Il primo punto di analisi che ho effettuato è stato quello del costo, perché se è vero che il Novara Calcio è equiparabile ad un prodotto che si “vende” e che noi tifosi “acquistiamo”, (lo so è davvero brutto da dire, ma proviamo a paragonarlo con molta fantasia ad un tubetto di dentifricio) allora per capire se è caro o a buon mercato esistono, ad un primo livello di analisi, solo due metri di giudizio: analizzare il costo in termini assoluti e poi farlo in termini relativi. Partendo prima dall’ultimo dei due fattori, ho provato a confrontare i prezzi con altre realtà nostre concorrenti. Premesso che alla data attuale purtroppo la maggior parte delle nostre avversarie non hanno ancora comunicato i prezzi per la prossima stagione, quelle che lo hanno fatto hanno proposto, a parità di settori, cifre del tutto simili alle nostre. Per fare due esempi a caso, l’Avellino è perfettamente allineato al Novara e il Cesena si discosta di pochissimo. Andando a verificare poi a campione i prezzi paragonati allo scorso anno, il Novara non risulta in effetti essere la piazza più economica ma nemmeno la più cara. E’ in media con le cifre che vengono richieste dal mercato serie B quindi, proseguendo con l’infelice paragone del tubetto di dentifricio, il costo di noi che siamo la Mentadent è praticamente lo stesso della Colgate. Se invece consideriamo il dato fine a se stesso, senza alcun raffronto, è probabile che ci si faccia prendere dallo sconforto perché i prezzi sono oggettivamente cari. Se è vero che questo è un problema di economia politica e che qualsiasi cosa al mondo si venda è, in termini assoluti, cara (voi lo sapete che un caffè al bar lo pagate 2.000 lire vero?) è altresì vero che il calcio dovrebbe essere per il tifoso acquirente uno svago e un divertimento, e come tale dovrebbe costare il giusto prezzo, ovvero poco. E invece un abbonamento normale intero, nel settore meno costoso, costa 130-160 euro, che su un reddito medio di 1.000 euro (lo so, molti di voi guadagnano di più e molti meno, ma le medie servono proprio per fare incazzare tutti) hanno un peso insostenibile, soprattutto per chi ha famiglia. Ma qui entreremmo in un discorso lunghissimo dal quale non ne usciremmo più.
Aumentando il livello di analisi, passiamo alla contestualizzazione del dato del costo e quindi proviamo a ragionarci un po’ su. Appurato che il Novara non si è comportato in maniera delinquenziale e sprovveduta, va detto che il Novara stesso ha un serio problema di pubblico al Piola che la maggior parte delle sue avversarie oggettivamente non hanno. I motivi di questo sono molteplici e complessi, ma sicuramente uno sforzo più deciso per provare ad attrarre più pubblico poteva essere fatto, e in tal senso, il costo unitario dell’abbonamento è stato ritoccato al ribasso di soli 10 euro per 2 settori su 4, peraltro uno dei due (i distinti), il meno popolato dello stadio. Una possibile strategia per vendere più abbonamenti sarebbe stata proprio quella dei “saldi”, e quindi quella di proporre un’offerta shock sotto i 100 euro, magari per il settore più popolare dello stadio, non sarebbe stata assolutamente scandaloa. Ma è profondamente ingiusto dire che il Novara non si sia mosso in questa direzione. Guardate infatti le ultime 4 campagne abbonamenti:
la vera ed importante novità targata 2017/2018 è rappresentata dal fatto che è cambiato il concetto di “ridotto”. Se fino allo scorso anno l’under 18, inteso come fascia 15-18 anni, era considerato un normale ridotto, da quest’anno viene equiparato alle fasce di età più piccole. Lo sforzo in questo senso non è di poco conto perché, di fatto, si sono unite 4 generazioni diverse di ragazzi ai quali viene rivisto il prezzo al ribasso. Se fino allo scorso anno un sedicenne in curva avrebbe pagato 130 euro (100 se in prelazione), quest’anno pagherà soltanto 50 euro. La differenza non è poca e il cambio di tendenza appare deciso, soprattutto se rapportato sempre alle avversarie che, per analogo target di età di tifosi, propongono prezzi più alti.
Non è invece stata effettuata alcun tipo di promozione sugli studenti universitari, anche se non escludo che questi possano essere oggetto di future promozioni sui singoli biglietti, ma l’analisi viene fatta oggi e quindi si ragiona su ciò che il Novara offre in questo momento. E’ un peccato perché Novara città, che ambisce a diventare città e polo universitario, meriterebbe probabilmente una promozione specifica per tutto quel target di ragazzi già molto autonomi dai genitori, ma che devono comunque far quadrare il bilancio rappresentato dalla paghetta mensile donata dai genitori stessi, e quindi una forte promozione legata magari a qualche progetto specifico con le varie facoltà universitarie, così come già fatto in passato con le scuole superiori, sarebbe stato ottimale. Il Cesena, in questo senso, è stato particolarmente aggressivo con una campagna ad hoc destinata agli studenti universitari e, addirittura, ai tifosi residenti fuori provincia, questo per dire che affrontando per tempo la tematica con gli interlocutori giusti, si possono ottenere grosse sinergie e risultati.
Paragonando i prezzi degli ultimi quattro anni, e dimenticandoci la stagione 2014/2015 con una curva a 50 euro dovuta solo alla retrocessione in Lega Pro appena incassata, il dato oggettivo che emerge è che l’andamento del costo degli abbonamenti sta scendendo, ma probabilmente in maniera ancora troppo lenta per essere percepita come tale dalla massa. Ma se, come visto, è difficile probabilmente ottenere prezzi davvero stracciati sugli abbonamenti, è possibile invece sfruttare le promozioni famiglia e anziani, oggettivamente vantaggiose, e soprattutto le varie promozioni relative alle singole partite che però, dati alla mano, sono state periodicamente fatte ma non hanno raccolto mai successo. I motivi di questo scarso interesse possono essere molteplici, e sono stati oggetto anche di alcuni tavoli di lavoro aperti tra esponenti del tifo organizzato e del Novara Calcio, in cui, in uno di questi, ho fatto parte anche io.
Questo è un tema interessante perché dimostra come finalmente il Novara Calcio abbia capito l’importanza del ruolo dei tifosi non solo nei canonici 90 minuti della partita, ma gli abbia attribuito un ruolo fondamentale e propositivo anche nell’organizzazione delle partite stesse. E’ stato proprio in una di queste riunioni che è stato fatto presente alla Società l’importanza, a livello di immagine, di essere presenti agli Street Games, evento sfruttato dal Novara proprio con il lancio della nuova campagna abbonamenti. L’impressione che abbiamo avuto in tanti (ovviamente senza controprova) è che il Novara abbia deciso di legare il proprio nome a questa manifestazione più per il fatto che abbia percepito la nostra pressione, leggi “abbiamo decisamente rotto i coglioni”, che per reale convinzione di parteciparci, fatto è che la cosa è stata accolta favorevolmente dalla piazza, e il Novara ne ha tratto sicuramente un beneficio, quantomeno a livello di immagine. Se Novara città per dieci giorni è la capitale dello sporti, il Novara Calcio deve esserci.
E quindi, arrivo ad uno dei sensi di questo articolo, l’invito che mi permetto di rinnovare al Novara Calcio è quello di proseguire con questi tavoli di lavoro continuando a dare credibilità a quelle persone che, vuoi perché presenti da una vita allo stadio, vuoi perché fanno parte del tessuto sociale della città, vuoi perché conoscono certe dinamiche del mondo del tifo più di casa loro, se si permettono di consigliare qualcosa è solo perché hanno a cuore il Novara e sono certi che la situazione generale possa solo migliorare. Tantissime cose sono state proposte: dai bus gratis della Sun in città il giorno della partita verso lo stadio, dal favorire un aumento della visibilità del marchio Novara in città tutti i giorni, dall’estendere convezioni con locali e cinema della zona in modo che un ragazzo che si compra un biglietto in curva per il Sabato alle 15 poi abbia anche l’ingresso gratis al cinema la sera o una bevuta pagata in un bar convenzionato, dal favorire il rinnovo delle tessere dei tifosi anche il sabato magari in biglietteria allo stadio, in modo da non obbligare un tifoso a prendersi un permesso al lavoro e dover raggiungere per forza Novarello. Il Novara Calcio, in tutta onestà, ha sempre preso molto seriamente i gruppi di lavoro e le proposte fatte, ma mi ha sempre dato l’impressione di soffrire poi di quella sindrome chiamata “vorrei ma non posso”. Ovvero che anche quando ammette la bellezza e la fattibilità teorica di un’idea, succede sempre poi qualcos’altro di indefinito, che sia una norma, che sia una mancata voglia da parte di qualche altro attore di siglare una convezione, che sia una spesa necessaria per realizzarla che però la Società non vuole o può sostenere, o anche che sia una bocciatura a dai piani alti, che tutte le volte rende impossibile e infattibile il tutto. E questo è un vero peccato perché, purtroppo, la linea di demarcazione che la massa fissa tra il fate bene e il fate male è spesso molto fine, e ci vuole davvero poco per dare una cattiva impressione anche quando si avrebbero molte argomentazioni per dimostrare il contrario.
Ovviamente non posso sapere se alcune delle proposte che ho appena elencato vedranno davvero la luce, come detto prima ragiono coi fatti di oggi, ma sicuramente tutto ciò di buono che verrà fatto in futuro verrà poi evidenziato su questo blog. Credo che faccia parte del compito di un organo di “contro informazione” come il nostro mantenere sempre uno spirito critico, che non vuol dire fare incazzare per partito preso, ma stimolare gli interessati di ogni nostro articolo a fare sempre meglio, perché l’obiettivo sportivo di Massimo De Salvo, Paolo Morganti e Domenico Teti è lo stesso mio. Poi se loro ci guadagnano pure a me non deve interessare perché quello che conta è il mondo Novara Calcio, che parte dalle collaborazioni, dalle organizzazioni, dal tifo e, solo dopo, dalla partita. Riconosco al Novara di aver fatto passi importanti verso un certo modo di ragionare, ma la strada è ancora lunga. Si dice che di un percorso da fare, quello davvero difficile sia il primo passo. Se questo è vero, la strada allora è tutta in discesa.
Claudio Vannucci
Fondatore dei Blog Novara Siamo Noi e Rettilineo Tribuna, Vice Presidente del Coordinamento Cuore Azzurro e fraterno amico di chiunque al mondo consideri lo stadio la sua seconda casa. O addirittura la prima. Editorialista estremista, gattaro.

Scelti per te

In questo momento ci sono due atteggiamenti: pensare che chi scrive certe cose si stia facendo solo seghe mentali oppure pensare che se si scrivono certe cose forse è proprio perché c’è poco da farsele. Detto questo, difficile dire oggi se ci siamo nuovamente dentro, ma certamente ci siamo ancora una volta schiantati contro il muro della “condanna dello stop loss”. Che cos’è lo stop loss? E’ un termine finanziario che identifica il livello di perdita massima cui un investitore decide di fissare nei suoi programmi di investimento. Investe soldi, se guadagna bene, se invece perde accetta di farlo fino a quel preciso livello. Toccato il quale non c’è Cristo che tenga, scrupolo, paura o ragionamento ma vende e basta. Come dicevo difficile prevedere oggi il futuro del Novara, ma quello che è certo è che Ferranti ha fatto scattare lo stop loss. Questo ragionevolmente può portare solo a 2 scenari: trovare in poco tempo un acquirente/socio importante che integri il capitale oppure non iscriverci. La terza ipotesi, quella del ridimensionamento o “squadra di giovani” non è fattibile proprio per il principio stesso dello stop loss. Faccio riferimento a questo articolo del Depa in cui mostra la situazione contrattuale per dire che oggi il Novara FC ha 14 contratti in essere già per la stagione 2023/2024. Quindi stipendi da onorare. Il che significa che anche completando la rosa con “giovani” o “pippe di basso costo” vorrebbe dire comunque ampliare la voragine dei costi e, quasi certamente, aumentare la perdita di Ferranti. Perché o si riesce a venderli tutti (con Pavanati non è stata fatta nessuna cessione, si sono svincolati post esclusione) e rimpiazzarli con giovani (che non abbiamo non avendo una vera filiera giovanile), oppure non ci sono alternative all’onorare i contratti che evidentemente farebbero sforare il livello di perdita massima definito.
Diciamo che i nodi stanno venendo al pettine, peraltro tutti nodi evidenziati nei nostri scritti: compagni di avventura non sempre efficienti, consiglieri non sempre bravi a consigliare, proprietà non sempre umile da ascoltare quelli che invece qualcosa di sensato gliel’avevano suggerito, ma soprattutto un Patron che ad oggi non investe nel Novara FC guadagni attuali derivanti dalla sua attività imprenditoriale bensì utilizza per il calcio solo patrimonio personale. E quindi lo erode. Il Novara FC, in mancanza di ingresso di nuovi Soci o di cessione totale, non può avere futuro a meno che Ferranti stesso non decida negli anni di dilapidare il proprio patrimonio personale. E’ inutile girarci intorno: il fine del Novara FC è stato speculativo, con importante investimento di capitali (non meno di 7 mln in due anni) e progetto di scalata in serie B immediata con successiva cessione dell’asset in plusvalenza. Il programma è andato per il verso giusto il primo anno, il secondo è andato a puttane. E scatta lo stop loss. A questo punto accetto di essere tacciato per quello che si fa le seghe mentali, ma il fatto descritto rimane.
Ora possiamo prendercela con Ferranti (che ha colpe perché anche lui evidentemente ha speculato sulla nostra passione/ragione di vita), possiamo prendercela con l’imprenditoria novarese che ha sostenuto in maniera limitata (anche se non è del tutto vero), possiamo prendercela con la città che non è interessata. Tutte cose in parte vere. La verità, che in un certo senso avevamo toccato anche con MDS con qualche differenza (molte differenze dal punto di vista dei risultati), è che siamo nuovamente vittime dello stop loss. Che cosa può succedere oggi? Ferranti a quanto so sta molto male proprio perché comprende perfettamente gli impatti sociali di un eventuale non iscrizione. Non escludo che ci iscriva e in qualche modo si affronti il prossimo campionato. Andrebbe bene? Andrebbe bene nella misura in cui siamo disposti ad accettare l’accanimento terapeutico. Perché immaginando che non sia cosi pazzo da distruggere il suo patrimonio per regalarci 40 partite all’anno (e immaginando non abbia lui una famiglia che glielo permetterebbe), l’amara realtà è che ad oggi il nostro Novara FC non ha futuro. O nuovi soci o morte.
Claudio Vannucci
Editoriale
Falsi storici ed altri luoghi comuni sui giovani
Published
1 settimana faon
22 Maggio 2023By
ilVannu
Sgombriamo il campo da ogni equivoco: una Società di serie C che cura la sostenibilità nel tempo non può prescindere da un giusto numero di giovani e, soprattutto, da un adeguato settore giovanile con appropriata rete di scouting. Ferranti non vuole investire nel settore giovanile non perché sia scemo, ma semplicemente per il fatto che la sua figura, nella sua testa, è a termine. Nel senso che è lui stesso il primo che non crede ad una sua permanenza nel medio lungo termine. E condizione necessaria e sufficiente per investire in un settore giovanile serio è evidentemente avere programmazione nel lungo termine. E’ chiaro che il settore giovanile può portare benefici ma solo dopo anni di lavoro, di sbagli, di illusioni e soprattutto dopo parecchi soldi investiti. Sfido chiunque di voi fosse chiamato a “scommettere” di suoi soldi 6 milioni in 2 anni con l’obiettivo di crescita nella prima squadra per potenziale rivendita, a buttarne la metà su quindicenni. Dai non prendiamoci in giro. Posto quindi che potremo parlare serenamente di Novara FC solo in una situazione in cui davvero si partirà con investimenti dalle fondamenta, dobbiamo per forza di cose vivere alla giornata e fare di necessità virtù. Ed è qui che trovo errata, e in un certo senso pericolosa, quella visione molto in voga in parte della tifoseria in base alla quale bisogna fare una squadra di giovani. Provo ad argomentare.
Partiamo da questo campionato. Abbiamo 3 esempi in 3 gironi diversi di squadre che, insieme a noi, hanno vinto (e bene) il rispettivo girone di serie D della scorsa stagione, e che in serie C, pur con differenze e sfumature diverse, hanno confermato il blocco vincente pieno di giovani: San Giuliano Milanese (onestà intellettuale impone però di dire che hanno perso l’attaccante più forte), San Donato Tavernelle e Gelbison. Tutte e 3 poi retrocesse. Questo fatto (non opinione ma fatto) basterebbe già a far scattare almeno qualche dubbio circa l’associazione “piuttosto che investire in scarponi arrivati e poco motivati meglio tenersi i giovani che danno l’anima”, semplicemente per il fatto che, in termini assoluti, questa cosa non è vera. O meglio, può essere vera nella misura in cui oltre a tanta motivazione e voglia ci siano in questi giovani solide basi tecniche, altrimenti il rischio esponenziale è elevatissimo. Aggiungo: se accettiamo invece di giocarcela con un gruppo di giovani motivato, allora penso (cosa ai più non chiara) come questa strategia necessiti di una competenza alla base clamorosamente superiore rispetto a quella richiesta ad un team tecnico “normale” predisposto a riempire la rosa di mestieranti di categoria. Perché da queste figure sai che cosa ti puoi aspettare, sai che sono abituate alla categoria, sai pregi e difetti che ovviamente vanno gestiti da un allenatore con adeguata esperienza e carisma. L’errore di base, in mancanza di settore giovanile, è dire “non ho soldi, non ho DS bravi allora me la gioco coi giovani” proprio quando paradossalmente per fare seriamente questo servono davvero DS di quelli bravi!! L’errore di fondo di questa stagione è l’aver valutato certe figure e giocatori con gli occhi del tifoso che pensava di vincere il campionato in un contesto di solidità Societaria proiettata nel futuro. Lo so che è difficile, ma immaginate ora di ritornare a luglio dello scorso anno con un Ferranti che, invece di parlare di B, avesse messo in guardia tutti circa il budget ridotto e volontà di trovare soci/cedere. Siamo certi che avremmo dato gli stessi identici giudizi dati a taluni? La nostra rosa era concettualmente perfetta per un campionato tranquillo volto al mantenimento della categoria e, magari, qualche sogno di giocarcela. Mi spiegate perché se viene posto questo obiettivo adesso vanno bene i giovani?
Sempre sullo stesso tema, non so per quale motivo c’è una sfalsata visione dell’operato del Joe, ancora in cima ai pensieri di tanti tifosi. Banchieri fece benissimo da allenatore delle giovanili, e fino a qui parliamo sempre di fatti e non opinioni. Quello su cui non concordo assolutamente, è l’associazione “Banchieri ha fatto bene da noi con una squadra di giovani, adesso che faremo una squadra di giovani partiamo da lui”. A prescindere dal fatto che con la salvezza della Vis Pesaro ha ottenuto il rinnovo automatico, Banchieri in C ha avuto due squadre piene di giocatori navigati di categoria, altroché giovani! In alcuni casi si è trattato di bolliti in altri di ottimi giocatori nel pieno della carriera. E tra i giovani ha avuto figure come Collodel, Cagnano e Cassandro che erano giocatori già avviati. Come contorno poi ha avuto (con merito di contribuire al lancio e crescita, ci mancherebbe) per esempio i vari Bellich (e si ritorna all’importanza del vivaio) e Barbieri. Ma in quella squadra avevamo un Buba al Top, un Pablo, un Lanini, un Rossetti, un Malotti, uno Sbraga, un Bianchi, un Lanni ecc. ecc. Affidargli una squadra giovane in C rappresenterebbe un’enorme incognita, con tutto il rispetto per lui e il suo lavoro. Non capisco davvero come non si possa vedere questo pericolo. Cito un altro esempio: il tanto rimpianto nei momenti di massima critica Paglino. Giovane promettente da noi in serie D, dove ha giocato anche in questa stagione con la Casertana collezionando 24 presenze e, a quanto mi è stato raccontato, complessivamente inferiore alle attese. In base a cosa avrebbe giganteggiato sulla fascia in serie C non è dato a sapere, se non con la speranza e il ricordo di quanto visto in categoria inferiore da noi.
Tutto questo per dire che non ho chiusure preconcettuali sui giovani. Vorrei solo aprire un po’ gli occhi e mettere in guardia dal rischio di stagioni composte prevalentemente da giovani. Per una stagione che va bene potenzialmente ne hai 10 con grossi problemi. Siamo certi che oggi il Novara FC ha al suo interno figure apicali in grado di costruirci una squadra di giovani e salvare la pelle?
Claudio Vannucci
Editoriale
Tra il dire e il fare c’è di mezzo “e il”
Published
2 settimane faon
17 Maggio 2023By
ilVannu
Mi inserisco nella riflessione pubblicata prima dal Depa per aggiungere sul tavolo altri elementi di discussione. Il suo ragionamento circa appunto il non essere per forza di cose condizione sufficiente per vincere quella di buttarci tanti soldi, si può proprio riassumere nel titolo di questo editoriale: “tra il dire e il fare c’è di mezzo e il”. Metto tanti soldi (teoria), non è detto che vinco (pratica). Ecco, Ferranti è vittima di tanti altri “e il”. In questo momento sta parlando poco, ma immagino che a breve sarà un fiume in piena. Si è preso anche tanta merda addosso, alcuna giustamente ma altra talvolta gratuita, perché penso che non tutti i tifosi sappiano che la pensa esattamente come loro. Faccio un esempio: in tanti post Verona (io compreso) di getto hanno detto: “questi giocatori non si meritano un cazzo, fossi Ferranti li obbligherei a stare a Novarello fino al 30 giungo (data di fine contratti/stagione)”. Bene, il Pres è talmente incazzato che lo vorrebbe fare, ma appunto si deve scontrare con la realtà delle cose che spesso è molto differente da ciò che si possa pensare, auspicare o ambire. Cosa voglio dire? Che nella teoria è vero che ogni calciatore è vincolato sino al 30 giugno, ma nella pratica può succedere che l’Assocalciatori (il Sindacato dei calciatori), se apprende che suoi tesserati si devono addirittura allenare per settimane a stagione conclusa, ti possa pure citare per mobbing o qualsiasi altra accusa, nei fatti infondata, ma che davanti ad un eventuale arbitrato chissà se venga vista davvero così infondata. Così come è vero che ogni calciatore è vincolato sino al 30 giugno, ma ha diritto a 10 giorni continuativi di ferie a partire dal 1 luglio e mi pare 20 giorni continuativi, quindi se vuoi ripartire più o meno a metà luglio non puoi tenere nessuno fino al 30 giugno.
Tanti altri tifosi (io compreso) hanno poi detto “tizio e caio non devono più far piede a Novarello“, altri ancora “caio e sempronio non possono far parte del progetto e devono trovarsi altra sistemazione”. Nella teoria funziona che il Pres e il Ds convochino questi giocatori/allenatori insieme al Procuratore per comunicargli l’addio, nella pratica trovano gente che mettono le radici. E non importa se nella vita professionale del Pres si sia già trovato mille volte con professionisti assunti e poi licenziati nelle sue aziende senza problemi, perché il calcio sappiamo tutti vivere di regole proprie, e con qualsiasi moral suasion possibile e impossibile finisce che questi personaggi ci si puliscono il culo in assenza di cash vero sul tavolo. Vero che ogni contratto è stato di base validato da Ferranti ed ora son tutti cazzi suoi, però questo è il tipico discorso col senno di poi da tifosi incazzati, delusi e frustrati. Come detto dal Depa se vuoi gente che pensi essere forte o che lo è davvero, la devi pagare.
In teoria puoi essere certo che quando ti insedi in città l’imprenditoria novarese ti circonda e magari ti promette mari e monti, ma nella pratica poi chi ha soldi veri a Novara stringi stringi ti da molto meno rispetto a quanto pensavi. Con aggravante che pure tanti sponsor trovati al ritorno in C di fatto abbiano sponsorizzato mediante offerta di servizi (e non cash vero), o di fatto si siano solo ripagati (o poco più) il costo delle loro tessere in tribuna. E tutti i voli pindarici fatti da Ferranti finiscono al primo albero incontrato dove si è subito sbattuto in pieno. Così come la teoria di creare una Società pulita da zero, investirci X soldi, e in due anni rivenderla in serie B con grossa plusvalenza può naufragare nella pratica quando il piano non va nei versi sperati. Mai sperare su soldi di altri, bisogna sempre ragionare solo sul proprio!
Potrei andare avanti, ma credo aver trasmesso il senso di ciò che voglio dire. Ferranti è la prima vittima del “tra il dire e il fare c’è di mezzo e il”. Vedremo come ne uscirà da tutta queste serie di “e il” cui dovrà far fronte a partire da queste ore, ma scommetterei la quarta palla di Faranna che ne uscirà solo con bonifici o assegni. E poi col restante (se rimane qualcosa) ripartire. Sono molto dubbioso e timoroso sul nostro futuro, più nel medio che nel breve termine. Mi auguro che il Pres abbia ben compreso quello che a mio avviso rappresenta il vero insegnamento di questa stagione: fondamentale circondarsi di gente che sia capace di farti vedere gli “e il” in prospettiva. Posto però essere capace di ascoltarli, soprattutto quando ti dicono qualcosa che non vuoi sentirti dire. Cosa che non sono così certo lui sia capace di fare.
Claudio Vannucci
Cerca nel blog
NSN on Facebook

Telegram

Vendesi, offresi, cercasi

La condanna dello stop loss

Cosa posso fare?

Autospia di una stagione

Falsi storici ed altri luoghi comuni sui giovani

Conquistate sto cazzo

Tra il dire e il fare c’è di mezzo “e il”

Come vincere il campionato di serie C con 350 tifosi

Ci sono uomini e uomini …

Lascia un commento